Dieci anni di osservatorio digitale: l'anniversario è di quelli da festeggiare. Per farlo, considerando la vocazione fotografica della testata, abbiamo scelto uno stile ugualmente fotografico. Dieci anni sono il risultato di altrettante tappe, che di anno in anno si sono concretizzate in una attenta analisi del mondo fotografico e di come la fotografia può essere coinvolgente, strumento per raccontare, analizzare, divertire, stupire, ricordare.

Per raccontare 10 tappe abbiamo selezionato altrettante foto con soggetti che vanno progressivamente aumentando dall'uno al dieci. E contemporaneamente abbiamo composto un immaginario calendario fotografico, ricordando dal 2007 a oggi mostre e occasioni fotografiche che ben sintetizzano 10 modi di fotografare. Insieme abbiamo infatti anche scelto di evidenziare 10 modi di puntare l'obiettivo fotografico, consci di non esaurire in questo modo l'argomento. Ma per questo ci saranno i prossimi anniversari.

1 San Sebastian, Spagna. Lo sguardo verso l'alto. Quante ruote ha una bicicletta? A volte una, quando, come in questo caso, la bicicletta è appesa in alto, e l'obiettivo gioca a riprendere solo parte di una installazione. In questo caso siamo di fronte a uno dei tanti elementi studiati appositamente in occasione del titolo di capitale della cultura europea, che ha visto quest'anno eletta San Sebastian insieme a Breslavia in Polonia.

La fotografia può essere un modo per celebrare un evento, anche per sorprendere. Nel 2007 è Mantova a ospitare la mostra di Andrés Serrano, le cui foto riescono a scioccare gli osservatori per la crudezza con cui sono presentati i soggetti, molti fotografati alla Morgue. Una mostra di Serrano si era chiusa a novembre al Pac di Milano.

2 Aix en Provence, Francia. La foto evidenzia ciò che prima non appariva pienamente. È il caso di questi lampioni, che conservando qualcosa di antico non sfuggono all'obiettivo, ma è solo in un secondo tempo che appare evidente come l'antico si fonda con il moderno: apriamo gli occhi e allora la telecamera di controllo, pur essendo ben mimetizzata, non sfugge alla vista.

La fotografia ha la forza di denunciare. Nell’ottobre del 2008 al Palazzo della Ragione a Milano è esposta la mostra “Unknown Cronache americane” con le foto di Weegee, che per vent’anni ha percorso le strade di New York cercando di arrivare sulla scena ancora “calda”. Il sapiente uso duro del flash, tipico delle immagini di cronaca, si combina con un suggestivo e personale punto di vista: l’attenzione si sposta dalla scena del crimine alla folla dei testimoni, denunciando così il modo di vivere gli avvenimenti più drammatici.

3 Les Baux de Provence. Il passato si rievoca. La fotografia racconta sempre qualcosa di vero? È la domanda che ci si potrebbe porre vedendo queste tre macchine da guerra: sono macchine che possono entrare in azione? In questo caso è evidente che siamo di fronte a una ricostruzione del passato, ma se invece di macchine chiaramente antiche ci fossimo trovati davanti a dei carri armati l'ambiguità della foto sarebbe stata totale (e non di rievocazione si sarebbe trattato).

La fotografia per rievocare. Le maree sono un fenomeno conosciuto da tutti. Soprattutto a parole. Michael Marten le ha invece volute fotografare per evocare e rievocare un fenomeno che va ben oltre lo spettacolare. La mostra Maree è stata esposta nel 2009 a Milano alla Galleria Grazia Neri, che allora si poneva come un punto di riferimento per tutti coloro che amavano la fotografia e la sua capacità comunicativa. Presentando la mostra il fotografo diceva «Con questo lavoro ho voluto stimolare nello spettatore una percezione del paesaggio come il risultato di un processo dinamico e non come immagine statica». E ancora, «Le vedute in queste fotografie nell’arco di un secolo potrebbero sparire per sempre».

4 Bruxelles. Sorpresa: il soggetto è il riflesso. Come in questo caso, i riflessi dei palazzi, quattro appunto, che con una leggera deformazione appaiono su un altro palazzo. Qui siamo nella parte più moderna di Bruxelles.

La fotografia per sorprendere. Come reagisce una persona quando si siede davanti a un'altra, fissandola negli occhi senza parlare, né toccarla? Si può considerare una analisi dei comportamenti la mostra che nel 2010 si era potuta vedere a Milano da Forma. Marco Anelli stando alle spalle di Marina Abramovich al Moma di New York aveva fotografato tutti quelli che avevano partecipato alla performance, sedendole di fronte: 1545 persone per altrettanti ritratti. Una selezione di questi aveva composto la mostra di Marco Anelli “Nel tuo sguardo 716 ore, 3090 occhi. Ritratti alla presenza di Marina Abramovich”.

5 Cannes. Lo sguardo in basso. Solo puntando l'obiettivo verso il basso è possibile scattare certe foto. A volte sono foto imprevedibili, perché ben pochi guardano in basso con la macchina fotografica. In questo caso l'obiettivo doveva per forza andare in basso, attratto dal viale delle stelle sulla avenue George Pompidou dove attori e registi hanno impresso la loro mano e un autografo: in questo caso le cinque dita sono di Sylvester Stallone.

La fotografia come sguardo soggettivo della realtà, capace di cogliere un punto di vista meno tradizionale. Con la mostra Sulla Soglia esposta nell’autunno 2011 al Pac di Milano, Silvio Wolf propone una realtà profondamente filtrata dal suo occhio. Il fotografo ha infatti scelto di guardare – e fotografare – dei quadri da una posizione laterale, invece che centrale. La visione è dunque particolarmente deformata e il quadro diventa solo una forma esteriore, con riflessi di luce, non consentendo più di vedere quanto è contenuto nella cornice: la fotografia ha reso sì la realtà, ma una realtà estremamente soggettiva. Quella di Silvio Wolf, appunto.

6 Skopje, Repubblica di Macedonia. L'attenzione. Meglio guardare attentamente, perché solo apparentemente le gambe che compaiono in questa foto sono quattro. Alle quattro del cavallo bisogna aggiungere le due del Cavaliere. Questa, protagonista della foto, è una delle statue di stile classico con cui Skopje ha caratterizzato il suo centro dopo la distruzione dovuta al terremoto del 26 luglio 1963. Di quest'ultimo rimane solo una indicazione nell'orologio che sopra la stazione lasciata distrutta per metà è fermo all'ora del drammatico evento (5 e 17).

La fotografia può stupire. E come si poteva non rimanere stupiti guardando la mostra “Vietato I limiti che cambiano la fotografia”, esposta a Milano alla galleria Bel Vedere nel 2012. Partiva da una considerazione particolarmente restrittiva della legge sulla privacy e arrivava come conseguenza a mostrare foto che hanno documentato momenti della nostra vita coprendo gli occhi dei soggetti fotografati con una pecetta.

7 Camargue. Pazienza o fortuna? A volte è solo il risultato di un momento fortunato oppure di una grande pazienza in attesa che la situazione desiderata si componga davanti all'obiettivo. È invece difficile riuscire a porre in perfetta simmetria sette fenicotteri rosa. A volte le foto che più riescono a colpire sono il risultato di un momento fortunato, in grado di fissare una emozione e comunicarla.

La fotografia può emozionare. Non fortuna, ma voglia di emozionare e di comunicare quelle emozioni provate al momento dello scatto stanno alla base delle foto che Luca Campigotto ha realizzato per il calendario Epson. Ha ritmato i giorni del 2014, ma le foto sono state esposte nel 2013 a Milano. Al Museo della Scienza e della Tecnica gli osservatori sono stati catturati dalle immagini di Luca Campigotto: dal fascino notturno di una Milano vista da una prospettiva insolita, dal bianco e nero di una Venezia che sa mostrare la sua magia solo a chi la guarda con affetto, dal colore di una Londra che mostra di sé un lato insolito, dall’inquietante natura colta nella regione del Ladakh in India, dalle insolite prospettive scelte per cogliere lo skyline di New York.

8 Un soggetto, una foto. Come dire che non esistono soggetti inadatti a essere protagonisti di una foto. In questo caso siamo di fronte a una casa con otto finestre non particolarmente rimarchevoli dal punto di vista artistico. Certo era possibile cercare un palazzo con otto finestre elegantemente decorate: non è stato questo il caso, a dimostrazione che è sempre possibile fotografare anche dietro casa, ma è anche sempre possibile realizzare una foto più bella. Un'immagine diventa dunque lo stimolo a scattarne un'altra e divertirsi con la macchina fotografica in mano.

La fotografia per divertirsi. Sicuramente si sono divertiti gli allievi dell’Istituto Italiano di Fotografia che hanno seguito centinaia di bambini dei Centri estivi di Milano, improvvisatisi reporter alla scoperta di alcuni giardini condominiali recuperati al gioco. A loro volta li hanno fotografati e hanno raccontato quanto i bambini sanno divertirsi nei cortili dove ora possono giocare tranquillamente. La mostra “Diritto al gioco. I cortili sono nostri” è stata esposta nell’ottobre 2014 a Milano, alla Rotonda della Besana, lo spazio che è stato destinato ai bambini.

9 Pont du Gard, Francia. La fotografia come documento. Perché questo è il ponte antico più alto al mondo, l'unico esempio di ponte antico a tre piani ancora esistente oggi. In più, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità ed è stato immortalato sulle banconote da 5 euro. Dunque alla indicazione «da vedere assolutamente» si può aggiungere quella «da fotografare assolutamente».

La fotografia come documento. È quanto è avvenuto nel 2015 per i vari mesi di durata dell’Expo, quando le foto hanno permesso di raccontare quanto era possibile vedere nel grande evento milanese. Anche chi scrive queste note ha cercato di fare questo dalle pagine di osservatorio digitale.

10 Belgio. Un attimo prima. La si potrebbe definire una foto del dietro le quinte, una foto scattata prima che tutto succeda. Perché tra qualche minuto i commensali si siederanno a tavola e posate, piatti, bicchieri verranno spostati. Oppure questa è una foto ricordo di un momento che rimarrà immutabile nel tempo, perché scattata in un palazzo storico?

La fotografia come ricordo. Archiviato l’Expo, lo spazio espositivo ha però ritrovato nuova vita nel 2016, con la riapertura al pubblico di alcune zone: le nuove foto di Palazzo Italia e dell’Albero della Vita in particolare hanno permesso di rinnovare il ricordo. Quel ricordo ha cercato di rinverdirlo dalle pagine di osservatorio digitale anche chi scrive queste note.

(Tutte le foto del servizio sono di Valeria Prina)

Data di pubblicazione: novembre 2016
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