Ultima chiamata per l'Expo. Mancano poche settimane alla chiusura e sarebbe davvero un peccato perderlo, anche considerando che il prossimo a livello universale sarà nel 2020 a Dubai. Ma non è certo questo l'unico motivo che può invogliare a una visita. È sicuramente una occasione di tante scoperte, confronti, ispirazioni anche per chi si interessa di fotografia e di video. Ed è una occasione per soggetti fotografici di ogni genere. E infatti nel primo reportage pubblicato a giugno abbiamo prospettato 10 occasioni fotografiche, nel secondo di luglio e agosto abbiamo proposto 10 modalità con cui scoprirlo e nel numero di settembre, suggerendo un tocco di allegria, abbiamo parlato di tutti i colori dell'Expo. Altri appuntamenti vi attendono per i prossimi mesi; intanto, qui vi diciamo che cosa rischiate di perdere: sarebbe un peccato!

Turkmenistan, un angolo all’interno della yurta | Osservatorio Digitale

1 – I video. Sono tanti, perché ogni Paese ha pensato di farsi conoscere - e in molti casi il verbo è proprio quello giusto - e di raccontare esperienze in tema di alimentazione e di soluzioni da ricercare utilizzando uno strumento di comprensione universale come il video. E quando le parole sono necessarie sono sempre in italiano con sottotitoli in inglese. Con un effetto avvolgente è il video della Malesia proiettato sul soffitto a cupola. Nelle sale successive l’interattività permette di scoprire tutto quanto riguarda produzione – anche olio di palma – e cucina malese. Dal soffitto alle pareti: è su queste che l'Argentina proietta le immagini per racconta, a ciclo continuo, la propria storia, dalla immigrazione italiana fino alle coltivazioni e gli allevamento bovini che sono un punto di forza.

Un altro Pese che ha conosciuto una forte immigrazione, l’Uruguay, con il video racconta, attraverso gli occhi di un bambino arrivato in quel Paese, il passato con l'emigrazione fino alla vita attuale con una grande attenzione all'istruzione. Al video sulla parete si sovrappongono altri tre piccoli schermi che permettono di evidenziare alcuni aspetti come l'attenzione all'energia sostenibile.

In Colombia, un Paese che non conosce stagioni ma differenti zone climatiche ben presentate con i diversi video, si può vivere un effetto ascensore: il video finale permette di partire dalla cima delle Ande per scendere fino in fondo al mare. E ugualmente tanti video permettono di scoprire le differenti zone climatiche dell’Ecuador e la sua biodiversità e, insieme, l’intenzione di arrivare nel 2017 a produrre indipendentemente la maggior parte dell'energia.

La bellezza artistica, architettonica, paesaggistica delle diverse regioni e province autonome è uno dei temi scelti per i video che si possono vedere a Palazzo Italia. E sono proiezioni particolari che avvolgono lo spettatore in un effetto brillante e a specchio, riuscendo a unire il fascino dei luoghi a quello della visione. Anche Leonardo da Vinci è protagonista di un video al padiglione Alessandro Rosso. Un attore che incarna il personaggio, con un tono piacevolmente scanzonato e un pizzico di ironia, racconta il Cenacolo dal momento della committenza alle scelte artistiche, fino a illustrare il senso dell’opera con lo stato d'animo degli apostoli colti nel momento in cui Gesù dice «Qualcuno di voi mi tradirà».

I video non sono comunque protagonisti solo di grandi padiglioni e anche chi non vuole affrontare lunghe code può trovarli e fare delle scoperte. Ad esempio può conoscere meglio l’Albania, un Paese per gli italiani non ancora affermata meta turistica. Ne scoprirà i differenti aspetti, da Tirana alle foreste, al mare, con tutta la biodiversità che caratterizza il Paese.

Kazakhstan tra sabbia e 3D | Osservatorio Digitale

2 – Tecnologia. L'Expo è anche un'occasione per vedere applicate nuove tecnologie che permettono di aumentare lo spettacolo e insieme fornire utili informazioni. Possono essere vissute come divertimento, seppure mai fine a se stesso, oppure come ispirazione per chi lavora nel mondo dell'immagine e della comunicazione.

Per chi è pronto a partire, come se fosse su un aereo, il Turkmenistan proietta un video 5D: le poltrone vibrano, bolle di sapone e piccole gocce d'acqua appaiono davanti agli spettatori ed è come ritrovarsi all'interno delle diverse coltivazioni, fino al bianco dei marmi della capitale Ashgabat. Si scopre così che oltre a gas, petrolio e tappeti c’è molto di più. A questo punto si può fotografare all’ingresso tutto quanto viene prodotto in fatto di cibo.

Un altro grande Paese ha scelto di presentarsi con un video 4D: le poltrone si muovono e si viene proiettati all’interno del palazzo in Kazakhstan per poi avere la sensazione di doversi schivare per non essere colpiti da uccelli in volo. All’opposto del video, un momento molto poetico permette di conoscere la storia del Kazakhstan grazie all’arte della sabbia. Tra le due sale si possono fare molte scoperte – chi sapeva che i tulipani vengono da lì? – e si possono fotografare le mutazioni paesaggistiche, la fauna ittica e altri aspetti del Paese.

Anche la Polonia cattura l’attenzione con il 3D. Il video ricostruisce la storia della Polonia a partire da prima  dell'anno 1000. Uscendo dalla sala un plastico ferroviario si propone come inatteso soggetto fotografico.

Con ologrammi nei primi spazi degli Emirati Arabi Uniti vengono posti degli interrogativi (e successivamente delle risposte) per quanto riguarda l’acqua, la sua desalinizzazione, l’incremento delle coltivazioni. E, nella sala successiva, un video, passando ripetutamente da uno a tre schermi, parte dal passato per arrivare alla costruzione dei grattacieli, facendo vivere agli spettatori l’effetto del vento del deserto e la luce del fuoco.

Altri ologrammi con divertenti panda coloratissimi attendono i visitatori del China Corporate United Pavillon. In Oman dei robot con volto umano muovendo le labbra raccontano l'attenzione per l'agricoltura. Per più informazioni si può scaricare l’App. E l’App è bene scaricarla anche nel padiglione del Giappone: si potranno così avere ulteriori informazioni durante la visita con la possibilità di catturare immagini ma anche proseguire il percorso informativo successivamente a casa. E se nelle prime sale i video prospettano soluzioni, nell’ultima sala ci si siede nel ristorante interattivo virtuale.

Nel padiglione della Slovenia degli occhiali sviluppati con Samsung permettono di vedere 15 location differenti dal forte appeal come se si fosse al centro di queste: è una visione a 360° semplicemente girando su se stessi.

Un’altra esperienza tecnologicamente avanzata la offre la Germania. A prima vista sembra un cartoncino quello che ci si ritrova in mano. Si chiama SeedBoard e serve come personale schermo su cui proiettare immagini, filmati, testi quando ci si trova nelle differenti postazioni sotto i proiettori. Per la lingua nessun problema: i forellini la indicano e si riceve quello per l’italiano, invece di quelli per tedesco, inglese o francese. Così, sapere tutto su acqua, clima, terreno sarà un divertimento. Che proseguirà nelle sale successive, dove altre tecnologie verranno in aiuto.

Tanti suoni nel padiglione del Cile | Osservatorio Digitale

3 – Suoni non parole. Rumori e suoni aiutano a ricreare l’atmosfera. Succede nel padiglione del Cile, dove i differenti rumori, i suoni della pioggia e quelli del mare fanno da particolare colonna sonora ai video dedicati alle cinque zone differenti che caratterizzano il Paese. Nel percorso di uscita dal padiglione, tutto in legno, il visitatore è accompagnato dai suoni del mercato e della natura (si consiglia di non correre nella discesa per gustarseli meglio).

Il rumore dell’acqua che scende accompagna i visitatori alla scoperta dell’importanza dell'acqua nella sezione San Gottardo all’interno del padiglione della Svizzera.

La sensazione della pioggia con l’arrivo dei monsoni la si può rivivere nel padiglione della Thailandia. E ancora il temporale, i monsoni, l’acqua da cui poi nasce la vita è protagonista nel video al padiglione del Kuwait. Qui un realistico effetto temporale, successivamente seguito dalla nascita delle prime piante, precede l'esposizione di un grande plastico che presenta i vari aspetti del Paese. Qui si aprono anche delle cupole, dove i bambini si possono affacciare per farsi fotografare.

Suoni e variazioni di temperatura, dal freddo delle montagne della catena dell'Atlante fino al caldo del deserto, accompagnano i visitatori nel giro alla scoperta del Marocco. E ancora, tutto immagini e suoni è il grande video di Martone nella seconda sala del Padiglione Zero. La Pastorale Cilentana, proiettata su un grande schermo di 600 mq, è un racconto dal punto di vista di un bambino alla scoperta della natura e del rapporto degli uomini con essa, gli oggetti, gli animali, un rapporto che ci viene ricordato essere stato un tempo molto più forte. Alla fine l’unica voce che si sente è quella di un neonato.

Il canto degli uccellini si può invece sentire sedendosi negli spazi predisposti nel padiglione dell’Estonia. Succede sulla terrazza. Per le altre vi rimandiamo alla voce successiva.

Una vista sull’Albero della vita e il legno, elemento tipico di questo Expo, dalla terrazza del padiglione Vanke | Osservatorio Digitale

4 – Le terrazze. Sono la grande sorpresa, da vivere, in alcuni casi, senza dover affrontare code. Molto diverse tra loro. A offrire la più bella vista è la terrazza del padiglione Vanke. Qui lo sguardo spazia liberamente, non trovando ostacoli nelle coperture né del decumano né di altri padiglioni, e si può vedere in tutta la sua bellezza l'Albero della Vita. In altri padiglioni le terrazze sono occasioni di scoperte. Succede nel padiglione del Turkmenistan, dove si può vedere una yurta e scoprire, almeno in parte, come si vive al suo interno.

Circondati dal legno con cui è realizzato si gira sulla terrazza del padiglione della Romania. All'interno del ristorante, dove si può prendere anche solo un’ottima fetta di torta di mele, si può vedere sugli schermi la preparazione dei piatti tipici. Altre immagini scorrono invece al piano terreno.

Sulla terrazza dell’Angola si gira tra piante molto rigogliose. Sono, tra le altre, piante di banane, palme di cocco, palme di San Pietro, ma anche avocado, fico, in un giardino sul terrazzo accanto al ristorante dove si possono gustare piatti di origine angolana con grandi influenze mediterranee, come il nido di tagliolini al nero di seppia con gamberi.

Una bella passeggiata nel verde la offre anche il giardino sulla terrazza in cima al padiglione della Polonia. Qui, tra le piante, si può vedere “Maria”, la scultura realizzata da Igor Mitoraj, il famoso scultore che aveva trascorso la sua giovinezza in Polonia per poi vivere a lungo in Toscana. Un’altra scultura è all’ingresso del padiglione. Ma non sono certo queste le uniche occasioni per incontrare il verde e relative coltivazioni. Per questo vi rimandiamo alla voce seguente.

Nel verde padiglione del Bahrein sono spuntati i fichi d’India | Osservatorio Digitale

5 – Il verde. Tutto all’insegna del verde è il padiglione del Bahrein, che ospita 10 diversi giardini e dove le coltivazioni, in questi sei mesi, sono fiorite in tempi differenti. Ora sono spuntati i fichi d'India che offrono una nuova visione e permettono nuovi, insoliti scatti fotografici. Se poi andrete in bagno scoprirete che le porte hanno il colore dell'oro e le pareti sono in marmo bianco.

Le coltivazioni verticali sono un'altra delle innovazioni interessanti e sicuramente da fotografare. Una la si può vedere sul lato destro del padiglione di Israele. Su un campo agricolo verticale di 1000 mq vengono coltivati mais, riso, grano, avvalendosi della tecnologia di irrigazione a goccia d’acqua e di un terriccio che conserva l'acqua per nutrire le piante.

Sul lato destro del Padiglione Usa si può vedere l’orto verticale motorizzato, che si estende su una superficie di circa 2000 mq. I visitatori possono vederlo ruotare e infatti si avvale di una soluzione automatizzata che favorisce l’esposizione al sole. In questo modo le piante ricevono la maggior quantita? possibile di luce, che ne favorisce la crescita.

Azerbaijan, qualche alimento: dall’interattività alla realtà | Osservatorio Digitale

6 – L’interattività. Che cosa offre l’Azerbaijan in fatto di prodotti tipici e come vengono utilizzati in cucina? A queste domande si può trovare una risposta con un sistema interattivo nel padiglione. Si può così scoprire tutto, ad esempio, dello zafferano, i cui fiori stilizzati in un’altra sezione del padiglione muovendo le mani si illuminano di diversi colori.

A stimolare scoperte da fare a casa sul proprio computer è invece il Messico: una scheda con tanto di codice e password permetterà di scoprire tutto su un prodotto di provenienza messicana.

Una interattività un po’ particolare è proposta nel padiglione dell’Austria. Qui, in mezzo al bosco ricostruito, è chiesto ai visitatori di scrivere su una grande ruota la propria idea per salvare l'aria.

Usa, tradizioni gastronomiche differenti secondo gli stati | Osservatorio Digitale

7 – Tante scoperte. Si può scoprire quale rapporto hanno i diversi Paesi con il cibo e con le diverse materie prime. Nel padiglione del Bahrein si può scoprire che l'olivo è stato coltivato sin dall'antichità grazie alla sua tolleranza per la salinità. Veniva descritto come «più amaro dell'amaro e più dolce del miele, più piccolo di una vespa è più grande di un cammello» e le olive venivano usate per curare le lesioni della laringe causate da lische di pesce.

Nel padiglione della Thailandia è possibile scoprire quali sono i frutti tipici del Paese: mangosten, duran, ananas, che è tra i prodotti più esportati, come il pesce e la manioca. Nel piccolo supermercato si trovano succhi di frutti da noi quasi sconosciuti e piatti pronti in 3 minuti, studiati per venire incontro alle esigenze di chi lavora e non ha tempo per cucinare.

Anche l’immigrazione ha influito sulla tradizione culinaria statunitense. Così la più diversificata la si trova a New York, che è stata la porta d'ingresso per molte culture di migranti. Nel padiglione Usa, mentre si fotografano le diverse targhe degli stati, si può scoprire che la Virginia è famosa per la carne al barbecue e ogni regione ha dei piatti che combinano influenze indigene e di migrazione con prodotti locali. In più i confini regionali si mescolano, grazie a una spiccata mobilità all'interno della nazione.

Come si vince la sfida dell’acqua quando la posizione geografica sembra rendere tutto complicato? In Oman si scopre che quando d'estate arrivano i monsoni si forma la nebbia che viene catturata per trasformarla in gocce d'acqua. L’acqua, lo sottolineano tutti, è un elemento di importanza fondamentale. L’attenzione al mare, alla sua ricchezza, all’importanza di non depauperarlo è sottolineata nel padiglione del Principato di Monaco, dove si parla di come l’inquinamento faccia prosperare le meduse che minacciano i pesci. Ma se tra le tante informazioni e possibili scoperte si vuole un momento di sosta, ci si può sedere sulla panchina con alle spalle lo skyline di Montecarlo: è studiato per autoscatti (o selfie, se preferite). Se nella foto ci si vede leggermente ingrassati si può andare nel padiglione dell’Angola: qui danno una risposta alla domanda «Quanto mangi male?». Per scoprirlo basta rispondere alle domande.

La mostra fotografica di George Steinmetz nel cluster Zone aride. È parte del programma Photofestival | Osservatorio Digitale

8 – Le mostre. Da non dimenticare e visibili senza problemi sono le mostre ospitate nei cluster. Ma ve ne sono diverse altre solo apparentemente più nascoste, ma belle, interessanti e ugualmente visibili senza coda. Accanto al ristorante del Qatar una mostra in bianco e nero suggerisce con il giallo l'attenzione ai particolari più notevoli. Salendo nel padiglione dell'Ungheria si trova una mostra dedicata a Robert Capa, che fissa soprattutto l'attenzione sulle immagini pubblicate. Purtroppo però le scritte sono solo in inglese.
Molto interessante è la mostra che racconta la realizzazione della copia della Madonnina esposta all'Expo. È sul lato destro, all'inizio del decumano. Quasi in posizione opposta (a sinistra, a fine decumano, più vicino all'ingresso Roserio) è quella dedicata al primo Expo milanese del 1906.

Piatti tipici della Thailandia | Osservatorio Digitale

9 – Foto uniche. Qui c’è davvero tutto il mondo: si incontra e si può fotografare davvero di tutto. Camminando si possono incontrare bersaglieri, ragazze tutte vestite di blu che giocano la carta della bruttezza-ironia, un Pinocchio dal naso lungo perché sostiene «A me non piace il cioccolato», schiere di mani tutte bianche e canne ugualmente bianche che pendono dall'alto, sedie a sdraio con scritte Spalm Beach, danzatori, Calimero e altri personaggi animati, protagonisti del mondo dello spettacolo e dello sport e non sono mancati i concerti, tra cui quello degli Inti Illimani con cui il Cile ha celebrato la sua festa nazionale.

E poi, naturalmente, qui si parla di cibo, di piatti, di alimenti. E dunque appare davvero come una possibilità unica poter fotografare piatti tipici delle cucine di un po’ tutto il mondo (magari mentre li si sta gustando).

Le tante architettura fotogeniche. Qui il Media Centre | Osservatorio Digitale

10 – Abbasso le code. Purtroppo (per voi) non siete gli unici ad aver aspettato ottobre per scoprire l'Expo. Le code ci sono, più o meno lunghe, ma questo non significa che non possiate scoprire diversi aspetti dell’Expo e divertirvi. Potete fotografare dall'esterno tutti i padiglioni che offrono grandi occasioni di riprese di ogni genere, dall'architettura ai particolari. Troverete molti padiglioni realizzati in legno utilizzando anche tecniche differenti. Troverete gli specchi in cui cercarvi per fotografarvi. Soffermatevi nei tanti angoli di verde, oltre che di fronte alle coltivazioni verticali di cui abbiamo parlato sopra. Potrete fotografare tutti gli angoli più nascosti o i percorsi che circondano l'Expo con piante e acqua. Naturalmente potrete fotografare l'Albero della Vita girandovi intorno per coglierne tutti i lati. E con calma potrete leggere le tante informazioni presenti nei cluster e anche lungo il decumano, che vi permetteranno di comprendere meglio i problemi legati alla nutrizione, ma anche la situazione attuale per quanto riguarda i vari alimenti.

Anche i lati dei padiglioni possono riservare piacevoli sorprese fotografiche. Così, se a fianco di quello della Thailandia vi siete persi lo spettacolo con balli e musiche il 3 ottobre, in occasione della festa per il 147º anniversario dell'inizio dei rapporti tra Italia e Thailandia, potete però trovare bufalo e spaventapasseri in una ambientazione da tipica risaia con spiegazione di tutte le caratteristiche del riso thailandese e di quello italiano.

Alla sera l'Expo presenta un altro volto ugualmente fotogenico. Tutti i padiglioni si illuminano, offrendosi ai visitatori in uno sfolgorio di colori che si alternano. E non va dimenticato lo spettacolo dell'Albero della Vita che si accende di luci, di colori, anche di musica.

La folla lungo il decumano | Osservatorio Digitale

+ 1 riflessione. Li avevamo chiamati sognatori pensando a dei visitatori desiderosi di uscire dal personale giardinetto per scoprire il mondo. I sognatori a cui pensavamo erano convinti che nutrire il pianeta fosse un impegno irrinunciabile: nutrire il fisico come la mente sono impegni a cui è importante dare risposte. Questi visitatori-sognatori hanno potuto trovare delle soluzioni, delle proposte, degli interrogativi, a patto di volerli cercare o anche solo recepirli. Hanno poi trovato di che nutrire la mente entrando in contatto con culture e modi di vivere di altri Paesi che, in diversi casi, hanno rappresentato delle scoperte per molti. Hanno potuto capire quanto in questo nostro mondo sia bello, pur necessitando di un'attenzione in termini di salvaguardia di quanto la natura ci ha dato e l'uomo nei secoli ha costruito.

L'importante, come sempre, è sapersi spogliare dei pregiudizi e rinunciare a quel perverso gusto di cercare il negativo in tutto.

Anche la fotografia in un tempo successivo potrà dare un importante contributo, aiutando a ricordare e stimolando riflessioni sui temi proposti all’Expo e anche in seguito suscitati da quanto visto. Le varie scritte e i testi informativi fotografati, magari non letti al momento per mancanza di tempo, potranno successivamente suscitare riflessioni e indurre anche a comportamenti più corretti prima non previsti.

(Tutte le foto del servizio sono di Valeria Prina)

Data di pubblicazione: ottobre 2015
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