Taccuino

10 modi alternativi per parlare di fotografia

Valeria Prina

Dopo il lockdown la fotografia sta vivendo nuovi momenti. Hanno ampio spazio i grandi festival, che avevano animato gli anni precedenti, e che ora si rivolgono in particolare a quel pubblico lombardo che con maggior angoscia aveva vissuto le lunghe settimane legate alla pandemia. Insieme prendono vita molte altre iniziative che hanno al centro la fotografia, spesso con caratteristiche non tradizionali.

La domanda è: in che modo parlare di fotografia ora, dopo che l’emergenza dettata dalla pandemia ha bloccato grandi eventi e grandi mostre? Ne abbiamo individuati 10, che prendono in considerazione la fotografia secondo aspetti non tradizionali o che considerano la fotografia come uno strumento per mettere in evidenza altro. Questo può essere un palazzo classico di rilevanza storica, che si apre ora alla fotografia, una ispirazione artistica che nasce da una fotografia oppure un modo per sottolineare il talento delle donne, che avrebbe dovuto essere il tema dell’anno 2020 secondo il Comune di Milano. Insieme però vogliamo dare rilievo a due grandi festival, che segnano una continuità con il passato, vantano un successo misurato in più edizioni e coinvolgono più luoghi e visitatori dagli interessi differenti. Qui vi parliamo di questi, ma anche di alcune iniziative fiorite intorno alla fotografia, che abbiamo identificato come dei modi alternativi di parlarne. Riprendono comunque delle mostre fotografiche, come ad esempio a Camera a Torino, dove è in programma la mostra di Paolo Ventura dal 17 settembre all’8 dicembre 2020.

I Festival. Dopo un inevitabile, lungo silenzio in questo periodo si annunciano due grandi festival che hanno la fotografia al centro. Il primo è il Photofestival che, slittato a settembre, con un entusiasmo ancora più forte, se possibile, coinvolge Milano proponendo molte mostre per un periodo che va dal 7 settembre al 15 novembre in luoghi pubblici e si espande fino a toccare Lecco, Monza, Pavia e Varese. Con il titolo “Scenari, orizzonti, sfide. Il mondo che cambia”, comprende 140 mostre sotto la direzione artistica di Roberto Mutti. Che ricorda le parole del sindaco di Milano Beppe Sala, che parla di scegliere «di essere prudenti, ma non impauriti». Filippo Del Corno, l’assessore alla Cultura del comune di Milano, da parte sua, sottolinea alcuni aspetti del Photofestival: la questione urbana, con coinvolgimento di tutta la città, dal centro alle periferie; la capacità di testimoniare il momento presente, aiutando a capire e immaginare uno scenario futuro per uscirne. Questo Photofestival nasce dunque da un sforzo generale pur nell’incertezza dei tempi e, come sottolinea Filippo Del Corno, è ispirato alla fiducia di poter riprendere e una cautela, doverosa per non dover tornare a una chiusura.

Questa edizione indica un forte apporto delle donne alla fotografia, da sempre attente al risultato che si può ottenere con la macchina fotografica, più che a questa, che invece spesso catalizza l’attenzione degli utilizzatori maschili. Il programma vede la presenza di 41 mostre personali di fotografe, 21 mostre collettive che coinvolgono circa 70 autrici, e 18 curatici.

Tra le 140 mostre si possono segnalare due importanti collettive. “Sguardi a fior di Pelle”, dal 5 al 25 ottobre al Centro Culturale di Milano, realizzata in collaborazione con l’azienda farmaceutica Giuliani, presenta autori italiani e internazionali attivi dalla seconda metà dell’Ottocento a oggi; “Il rigore dello sguardo” dall’1 al 15 ottobre a Palazzo Castiglioni raccoglie opere dell’archivio della Fondazione 3M realizzate in epoche diverse da autori famosi e altri più giovani.

L’altro è il Festival della fotografia etica di Lodi, incentrato sulla fotografia di reportage, che, pur conservando l’abituale collocazione in autunno, si allunga di un fine-settimana, con apertura in tutti i week end dal 26 settembre al 25 ottobre 2020, permettendo così di diluire l’afflusso del pubblico. Coinvolge Lodi, ma anche per la prima volta Codogno, città particolarmente toccata dal covid, e propone mostre anche in molti spazi all’aperto. «Noi vogliamo - è l’annuncio - che le foto siano ovunque e portino il loro importante messaggio ad un pubblico vasto, diverso, curioso». La fotografia diventa lo strumento attraverso cui gettare degli “Sguardi sul nuovo mondo”, come è il titolo di questa undicesima edizione, che prevede molte mostre: si va da sguardi su covid e lockdown considerati sotto angolazioni differenti a lotte per la sopravvivenza di alcune comunità, ma non manca un fenicottero rosa tra i protagonisti in fotografia.

1 - L’asta. Foto antiche all’asta. A Colonia, il prossimo 1° dicembre, la casa d’aste Lempertz mette all’incanto una collezione privata di ottanta rare vedute romane di metà Ottocento. Le foto, straordinariamente ben conservate, rappresentano famose vedute e monumenti di Roma, realizzate tra il 1840 e il 1870. Tappa principale del Gran Tour, Roma era al centro di un fiorente mercato di riproduzioni artistiche di monumenti e opere d´arte. Protagonisti fino circa alla metà del secolo i numerosi pittori e incisori hanno poi lasciato il posto ai primi fotografi, in grado di offrire rappresentazioni fedelissime nei dettagli e topograficamente corrette della città.
All’asta sono immagini, tra gli altri, di Frédéric Flachéron, Eugène Constant, James Anderson, Robert Macpherson.

2 - Il francobollo. Un museo e i francobolli. Il Museo di fotografia di Madeira è protagonista di una serie di francobolli emessi in Portogallo. Il Museo a Funchal è stato realizzato dove tra il 1863 e il 1978 era attivo lo studio Photographia Vicente. Nei vari francobolli si vedono le fotocamere realizzate da Vicente Gomes da Silva Júnior nel 1885, una Voigtlander Bessa, datata tra il 1929 e il 1956, una Kodak Nº 3A Folding Autographic Special del 1916, una Polaroid Land Model 95 B datata 1957 e, precedente di un anno, una Rolleiflex E. Le fotocamere fanno da contorno all’ingresso dell’atelier, ora diventato Museo della fotografia.

3 - Le parole per parlare del bello. Raccontateci con le vostre parole quello che considerate il bello dell’Italia: verrà tradotto in fotografie. È questo il progetto studiato da Irene Ferri, fotografa di viaggio e ritratto, considerata «giovane promessa nel panorama dell’imaging selezionata anche da Nikon Europa e da Nikon Italia per far parte dei suoi migliori talenti». Irene lancia così una sfida alla negatività e a quella tendenza a nascondere il bello del nostro Paese per parlarne invece in termini critici. Ma questo è il momento in cui cercare la positività, spinti dal desiderio di ripartire. Così secondo il progetto Italia le parole si traducono in fotografia, che verranno realizzate da Irene Ferri con le Nikon Z 7 e D5. Il risultato sarà una mostra e un libro. Per partecipare è sufficiente rispondere alle domande “Quale ricordo o storia ti lega all’Italia? Cosa vuol dire per te Italia?” o, se vivi all’estero, “Cosa ti manca di più dell’Italia?” e compilare questo form: https://www.ireneferri.com/it/progetto-italia/

4 - Impressionismo e fotografia. L’arte si intreccia con lo spettacolo, ma all’origine c’è la fotografia. E’ quanto sta succedendo a Milano, dove il Teatro degli Arcimboldi dagli inizi di agosto e fino al 13 dicembre 2020 ospita due mostre d’arte. “Claude Monet – The Immersive Experience” coinvolge il palco della sala teatrale, sulle cui pareti si creano e prendono vita i quadri di Monet con un effetto di immersione per gli spettatori, grazie a un coinvolgente sistema di proiezione 3D mapping. E la fotografia? E’ all’origine di tutto. Lo si scopre leggendo uno dei pannelli che precedono la mostra immersiva: «L’invenzione della fotografia durante il primo quarto del XIX secolo costrinse gli artisti a ripensare al loro mestiere: la macchina fotografica divenne uno strumento migliore per catturare la realtà, in meno tempo di un disegno o di un dipinto e con costi inferiori. Tra le varie cause, è proprio in reazione alla fotografia che i pittori decidono di non catturare più il mondo così com’è, bensì come sembra. Il nome “impressionismo” deriva da quella visione soggettiva della realtà».

5 - Le stelle. Sono le stelle le protagoniste di una mostra che ha molte caratteristiche per essere considerata insolita. Intitolata “Orientarsi con le stelle” è ospitata in uno dei palazzi storici di Milano, al terzo piano di Casa Museo Boschi Di Stefano, che accoglie quella che si può considerare una delle più belle collezioni d’arte moderna della città. Qui autori contemporanei attraverso la fotografia raccontano la loro visione delle stelle, svelando «differenti modi di riflettere sulle figurazioni magiche e poetiche attraverso cui l’uomo, lui stesso prodotto dell’universo, si rivolge e interpreta le stelle, miracolo di bellezza e mistero». Esposta dal 18 settembre al 31 ottobre la mostra vuole essere «un segnale forte da parte del Comune di Milano della volontà di far ripartire la cultura in città dopo l’emergenza Covid-19». Proseguimento dell’omonima rubrica online di fotografia, arte e cultura ideata da Red Lab Gallery e condotta da Alessia Locatelli, di cui abbiamo parlato su un precedente numero di od, presenta i lavori di nove fotografi, due dei quali espongono per la prima volta a Milano, la norvegese Marianne Bjørnmyr e il greco Yorgos Yatromanolakis. Insieme a loro anche Alessandra Baldoni, Joan Fontcuberta, Dacia Manto, Paola Mattioli, Occhiomagico (Giancarlo Maiocchi), Edoardo Romagnoli e Pio Tarantini. L’esposizione è anche l’occasione per presentare il catalogo d’autore di Red Lab Editore, primo dei cataloghi d’arte di Red Lab Editore, che affiancheranno di volta in volta l'attività dell'omonima galleria d'arte.

6 - Ieri e oggi. La storia della fotografia diventa ispirazione per delle immagini attuali. Fondazione Modena Arti Visive ha invitato Mario Cresci a creare un dialogo con la mostra “L’impronta del reale. W. H. Fox Talbot alle origini della fotografia” in corso dal 12 settembre 2020 al 10 gennaio 2021 alla Galleria Estense. Il risultato è “La luce, la traccia, la forma” esposta presso FMAV – Palazzo Santa Margherita a Modena nelle identiche date. Tra le varie opere che si possono vedere vi è anche il dittico Autoritratto, «realizzato usando la superficie specchiante del retro di un "grande rame" che, modificata dall'ossidazione del tempo, restituisce un’immagine alterata della figura. Un gesto simbolico, perché in questo caso è la fotografia a "incidere" la lastra di rame: un omaggio a quello sperimentalismo che caratterizzò l'invenzione della fotografia fin dalla sua comparsa nel mondo dell'arte».

7 - Dall’archivio l’ispirazione. Delle fotografie possono a loro volta ispirare un’opera. È quanto succede a Luca Vitone con il suo lavoro “Il Canone” esposto dal 6 settembre al 18 ottobre 2020 all’Abbazia di Valserena a Parma. Ed è un lavoro che a sua volta celebra l’Archivio-Museo CSAC, che conserva a partire dal 1968 oltre 12 milioni di pezzi suddivisi nelle cinque sezioni Arte, Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo. Qualche anno fa Luca Vitone si era immerso in questo immenso patrimonio. Ora con Il Canone rende omaggio al concetto stesso di archivio, a partire dal furgone utilizzato fino all’inizio degli anni 2000 dallo CSAC per il trasporto e l’acquisizione delle opere e degli archivi. Come si legge nella presentazione del nuovo lavoro «Il mezzo di trasporto – metafora dell’azione del prelevare e dell’agire per la raccolta e la costruzione dell’archivio – sarà allestito nell’imponente navata centrale della Chiesa abbaziale, seguito da una lunga “parata” di lavori e progetti che rappresentano un ampio spettro della ricerca artistico-culturale italiana del Novecento, selezionati dall’artista con un criterio del tutto personale, quasi a ricostruire immaginari legami tra le opere conservate allo CSAC e le proprie vicende biografiche». E ancora «le 24 opere e oggetti che il furgone dell’Università di Parma lascia dietro di sé sono collegate a episodi autobiografici dell’artista oppure ad autori che hanno profondamente segnato la sua crescita artistica, riscoperti all’interno degli archivi CSAC». Tra questi anche dei fotografi come Luigi Ghirri, Ugo Mulas.

8 - Dal lockdown. Per Claudio Koporossy il lockdown si è tradotto in una ricerca fotografica sull’acqua, sfociata poi in una mostra esposta al Vittoriale degli Italiani, nel Museo del Mas. E’ un luogo che con l’acqua ha uno stretto rapporto, come sottolinea Giordano Bruno Guerri, Presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani: «La passione di Gabriele d’Annunzio per l’acqua è nota. E all’acqua è legata una delle sue imprese più celebri, la Beffa di Buccari». La mostra “La magnifica ossessione di Koporossy” è esposta fino al 20 settembre 2020 ed è come un viaggio nel mondo dell’acqua nato durante il lockdown. «All’inizio di marzo, quando cominciava a profilarsi il confinamento - racconta Claudio Koporossy -, ho pensato bene di rifugiarmi nelle montagne svizzere. Non mi era mai successo di rimanere fermo nello stesso posto per tre lunghi mesi. Dal punto di vista fotografico un’esperienza veramente unica e, devo dire, estremamente istruttiva. Ho fatto fotografie quasi tutti i giorni: ruscelli, cascate, fontane. E poi foglie e fiori di tutti i colori».

9 - Era stata una inevitabile sospensione, ma ora il progetto riprende vita. La rassegna fotografica “Venti Rosa: Nuovi Sguardi Femminili sul Contemporaneo” organizzata dall’Istituto Italiano di Fotografia in occasione del palinsesto I Talenti delle donne promosso dal Comune di Milano per l’anno 2020 si proponeva come «l’occasione per dare visibilità a nuovi punti di vista originali e alle sensibilità proprie dell’universo femminile, raccontando condizioni, percorsi e aspettative dell’esistenza umana». Ora è stata di nuovo calendarizzata. 17 / 28 settembre 2020: Enrica Gjuzi – Svestirsi (un racconto intorno all’identità sessuale, tematica data per scontata ma che ancora oggi crea incomprensioni e pregiudizi); 29 settembre / 12 ottobre 2020: Greta Cavaliere – Au Bonheur des dames (il racconto di sei sorelle con origini russe, francesi e algerine, dai 6 ai 18 anni, che crescono insieme in una casa costruita da loro stesse); 13 / 27 ottobre 2020: Beatrice Spagnoli – Back to the Origins (il rapporto tra donna e natura, il corpo nudo e spoglio immerso in paesaggi immensi per ritrovare la libertà delle origini); 28 ottobre / 11 novembre 2020: Annalaura Cattelan e Stefania Mazzara – Mimèsis (lo specchio come metafora della conoscenza, dove il mondo non è altro che l’estensione della propria interiorità); 12 / 26 novembre 2020: Irene Guastella – Occhio Vivo (a ricerca di se stessi attraverso le radici, i luoghi familiari, vissuti e distanti allo stesso tempo). Ad aprire la rassegna, dal 12 al 28 febbraio era stata Sabina Candusso con In the hands of migration (Ventimiglia, cittadina ligure al confine tra Italia e Francia, luogo di passaggio per i migranti. La fotografa ha raccontato coloro che vogliono oltrepassare la frontiera attraverso il contenuto delle loro tasche).

10 - Cantiere e turismo. Come camuffare un cantiere in tempi di turismo così difficile come nell’estate 2020? I lavori erano evidentemente urgenti, ma in un punto che si presenta come primo biglietto da visita per molti turisti. Come sfruttare questa situazione, che sembrava decisamente negativa, hanno pensato a Molveno, il paese di montagna, sul lago con la più grande spiaggia di lago di montagna. Per nascondere i lavori nel luogo di arrivo e di partenza del pullman per Milano, ma anche fermata della navetta interna e di altri pullman locali hanno utilizzato dei pannelli fotografici, che mostrano alcune vedute di Molveno (qualità fotografica buona, qualità espositiva dei pannelli/teli un po’ meno). Qui in passato nella piazza principale e in alcune strade avevano esposto delle foto storiche realizzate nel paese bandiera arancione.

(foto dei francobolli con soggetto il Museo di fotografia di Madeira, emessi in Portogallo, per gentile concessione di Fabio Bonacina direttore di vaccarinews)

Data di pubblicazione: settembre-ottobre 2020
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