Fuori Fuoco

Il sistema Nikon Z

Steed Kulka

La nuova famiglia di ottiche lanciata da Nikon per le mirrorless Z comporta, per le caratteristiche tecniche e le opportunità commerciali, importanti conseguenze a lungo termine. In attesa della disponibilità commerciale delle prime fotocamere, facciamo conoscenza con il sistema Z.

Ce l'aveva promesso una campagna condotta sul Web dal mese di luglio: al rientro delle vacanze estive del 2018 avremmo finalmente conosciuto tutta la verità sulle mirrorless full-frame che da tempo si vociferava fossero in fase di avanzato sviluppo nei laboratori di Nikon. Promessa effettivamente mantenuta: le Nikon Z 7 e Z 6 hanno pressoché monopolizzato notiziari e forum fotografici dalla fine di agosto con il loro carico di novità certamente interessanti.

Ma ancora non è arrivato il momento di proporvi un test di queste fotocamere, dato che mentre scriviamo si trovano ancora in uno stadio di pre-produzione e la loro messa a punto non è certo terminata: tanto che alla presentazione ufficiale per la stampa ci è stato inizialmente chiesto di non pubblicare le immagini dei modelli a disposizione dei giornalisti (richiesta poi "annacquata" dalla semplice preghiera di specificare la natura pre-release delle fotocamere) né sono stati concessi i file RAW prodotti nel corso delle prove, essendo eventualmente disponibili solamente i JPG prodotti esclusivamente dalle Z 7, in fase di sviluppo più avanzato rispetto alle Z 6. Intendiamoci, nulla di nuovo da questo punto di vista: spesso le presentazioni alla stampa vengono effettuate con un certo anticipo rispetto alla disponibilità delle unità commerciali, e limitazioni del genere sono normali e comprensibili.

Proprio per questo motivo rimandiamo un test approfondito delle nuove fotocamere al momento in cui saranno disponibili modelli di produzione, concentrandoci qui su alcuni elementi a nostro parere assai significativi che l'arrivo del sistema Z comporta per il futuro di Nikon e della fotografia in generale trascendendo le specificità di un determinato modello di fotocamera o anche quelle di una particolare categoria di macchine.

Come altri osservatori del settore, siamo infatti del parere che la vera notizia annunciata da Nikon a fine agosto non riguardi tanto le Z 7 o Z 6, bensì la scelta di introdurre una baionetta completamente nuova come l'attacco Z: l'innesto infatti non è stato progettato solamente per consentire la produzione di sistemi mirrorless compatti (come invece è stato, sul fronte Canon, con il sistema EF-M), bensì come vera e propria piattaforma a lungo termine per andare oltre ai vincoli dello storico sistema F e aprire un nuovo mondo di opportunità - pur con l'intelligente accorgimento di abbinare al rilascio dei primi corpi Z un anello adattatore che consente di continuare ad adoperare gli obiettivi F senza alcuna variazione di prestazioni.

Ma cos'ha di tanto speciale questo innesto Z? Innanzitutto due caratteristiche fisiche: le dimensioni dell'attacco stesso, che apre davanti al sensore una finestra del diametro di ben 55mm (8mm in più rispetto all'attacco F) per assicurare che anche un sensore dall'impronta generosa come un full-frame possa ricevere tutta la luce necessaria senza dover ricorrere ad artifici ottici per cercare di uniformarne la caduta anche sulle aree periferiche (un problema ben noto con innesti più piccoli), garantendo quindi l'arrivo di una maggior quantità di informazione e, di conseguenza, una superiore qualità dell'immagine a parità di qualità ottica.

E poi il tiraggio, o distanza di flangia, che nel sistema Z è stato ridotto grazie all'assenza dello specchio a soli 16mm, quasi un terzo rispetto al sistema F (46,5mm): si tratta di un valore inferiore addirittura rispetto a quello del vecchio e ormai defunto sistema CX montato dalle Nikon 1 per i loro sensori da 1", e sotto il quale oggi si trovano solamente l'attacco a vite CS, usato principalmente da videocamere 16mm e applicazioni verticali, e l'attacco Pentax Q.

Per il fotografo, il vantaggio di un tiraggio minore è duplice: da una parte consente di ridurre gli ingombri del combinato corpo+obiettivo, dall'altra permette di montare, previo apposito adattatore, gli obiettivi costruiti per distanze di flangia maggiori.

Più in generale, tuttavia, l'unione tra diametro ampio e distanza di flangia ristretta si traduce nella possibilità di disporre elementi ottici di dimensioni relativamente grandi nella parte posteriore dell'obiettivo, più vicino al sensore, facendo compiere un notevole salto in avanti in termini progettuali e qualitativi alle ottiche stesse e alla loro capacità di resa.

Proprio per questo motivo Nikon si è soffermata particolarmente, nel presentare il sistema Z, sulla eccellente qualità ottica offerta dalla nuova piattaforma: elemento che non hanno mancato di sottolineare gli stessi testimonial Nikon - fotografi e videomaker - che hanno avuto la possibilità di provare sul campo la Z 7 con relativi obiettivi. La progettazione di un nuovo innesto oggi coinvolge anche un'altra componente importantissima, ed è quella che riguarda la parte elettronica per la comunicazione tra corpo e obiettivo e il controllo di quest'ultimo. Qui Nikon è stata stranamente avara di informazioni specifiche, a differenza di Canon che non ha mancato di sottolineare come il suo attacco ER disponga del 50% di pin di contatto in più rispetto al sistema EF e una velocità del bus di comunicazione dati sottostante innalzata "allo stato dell'arte" per garantire la massima longevità possibile al nuovo design. Tuttavia resteremmo assai stupiti se dovessimo scoprire che Nikon non avesse approfittato dell'opportunità per rivedere integralmente anche quest'area progettuale mettendosi al passo con quello che la tecnologia permette di ottenere nel rispetto dei criteri di affidabilità prestabiliti.

Il grande lavoro compiuto sul sistema Z, le caratteristiche notevoli che esso presenta e le ricadute che comporta sulla realizzazione delle ottiche fanno capire la portata di questa innovazione sulla roadmap a lungo termine di Nikon. Le mirrorless non sostituiranno forse le reflex ma di certo all'interno del catalogo Nikon la loro presenza non è più solamente complementare a quella delle DSLR bensì alternativa sotto ogni aspetto. La strada da percorrere è ancora lunga, considerando il tempo che occorrerà prima di arrivare a disporre di un parco ottiche sufficientemente variegato da poter competere con quello del sistema F tradizionale: ma lungo il percorso sarà interessante vedere quali scelte decideranno di compiere i fotografi, in questo caso i veri decisori di ultima istanza nella gara tra i due diversi modi di concepire una fotocamera.

Data di pubblicazione: settembre 2018
© riproduzione riservata

alt