Taccuino

Due fotoracconti contrastanti a Forma Meravigli

Valeria Prina

Due temi molto diversi su realtà sconosciute, risultato di lavori durati vari anni curati da fotografi emergenti, Valerio Bispuri e Mattia Zoppellaro: è quanto permette di scoprire Forma Meravigli a Milano con la mostra esposta fino all’8 ottobre 2017.

La fotografia con “Altre storie Altre voci”, esposta a Milano a Forma Meravigli dal 14 settembre all’8 ottobre 2017, dimostra, ancora una volta, la sua forza come strumento per far scoprire realtà molto lontane da noi, suscitando emozioni anche contrastanti. Cambia l'utilizzo della luce, del colore, della inquadratura, del soggetto e le due realtà ci appaiono in antitesi, come due facce, però, della stessa umanità. Con il lavoro di Valerio Bispuri, “Paco. A Drug Story” emerge una storia di autodistruzione, figlia del degrado e di chi di questo non esita ad approfittarne. Una storia che può portare allo sgretolamento delle proprie tradizioni, all'annientamento di chi così rinuncia a un futuro. Ben disposti a credere nella possibilità di continuare a mantenere vive le proprie tradizioni e il proprio modo di vivere appaiono invece i protagonisti dell'altro lavoro fotografico, “Appleby”. Con le sue immagini dai colori vivi, con al centro i protagonisti, Mattia Zoppellaro riesce a raccontare la fierezza di questa comunità.

Entrambi i lavori non si esauriscono con la mostra, perché sono stati raccolti ciascuno in un libro pubblicato da Contrasto, di cui è in programma la presentazione al pubblico il 5 ottobre per “Paco. A drug story” e il 27 settembre per “Appleby”. Per il pubblico c'è dunque la possibilità di guardare e riflettere sulle immagini oltre i termini temporali e geografici dettati dalla mostra. Perché prese di coscienza, consapevolezza, partecipazione emotiva non devono avere delimitazioni.

Ad accomunare questi due lavori è anche il lungo impegno, durato anni, di questi due fotografi emergenti, convinti che la fotografia sia uno strumento per raccontare e far prendere coscienza, sia di fatti negativi che positivi. Qualcosa che va ben oltre i tanti selfie attuali.

Buenos Aires, 2010. Un campo occupato nei pressi di Lomas de Zamora © Valerio Bispuri

Paco: sembra un affettuoso diminutivo, niente di più sbagliato. E’ il nome di una droga micidiale, di quelle che mandano su di giri, ma non danno scampo: assuefazione e morte. «Ne ho conosciuti molti, ragazzi giovani, che poi ho visto morti». E me ne mostra uno fotografato nella bara: aveva 23 anni. La foto fa parte del grande lavoro durato 14 anni di Valerio Bispuri dal titolo “Paco. A drug story”.

Dalle immagini emerge tutta la drammaticità insita in questa droga, che definire pesante sembrerebbe quasi un eufemismo. L'origine, spiega Valerio Bispuri, è legata alla crisi economica che colpì l'Argentina nel 2001: anche i narcotrafficanti si adeguarono, creando questa nuova droga fatta con gli scarti della lavorazione della cocaina miscelati a cherosene, colla, veleno per topi o polvere di vetro. Alcune foto sono realizzate nelle cucine dove Valerio Bispuri è stato portato bendato: non sa dove si trovi questa cucina, ma certo dalle immagini non sfugge lo stato di degrado. Tra i fotografati vediamo dei ragazzini, perché all'inizio questa era la droga dei 10-15-ventenni, poveri, analfabeti, ma ora circola anche in feste borghesi. E non più solo in Argentina, ma anche in Paraguay, Cile, Perù, Brasile del sud e infatti qui sono state realizzate diverse foto in mostra. «L'effetto è 20 volte più forte di quello della cocaina, dà forte e immediata dipendenza e qualche ragazzo - ricorda - mi ha raccontato che non dormiva da cinque notti».

Josè e Kaio rubano, vivono e fumano paco ogni giorno nei vicoli di Pelourinho © Valerio Bispuri

Per chi guarda, le immagini sono un vero «colpo al cuore», di quelle che poi rimangono ben impresse nella mente, e fanno capire quanto analfabetismo e povertà possono diventare un mix esplosivo e contagioso e quanto i narcotrafficanti sappiano adattarsi alle situazioni, senza lasciarsi bloccare dalle crisi economiche, con la silenziosa complicità di quegli stessi che stanno vivendo la povertà. L'autodistruzione è l’inevitabile risultato finale.

Le immagini, oltre che in mostra, sono raccolte anche nell’omonimo libro edito da Contrasto, come nel 2015 era stato pubblicato “Encerrados”, un lavoro sulle carceri di cui ora Valerio sta curando il secondo capitolo ambientato in Italia, dopo aver lavorato sulle carceri sudamericane: «Un libro non sulle carceri, ma sulla libertà perduta» commenta Roberto Saviano nella prefazione e infatti il bianco e nero e le inquadrature delle immagini sottolineano proprio questo. «La profondità di una immagine - scrive il fotografo - nasce dalla perfetta armonia tra ciò che si sente e ciò che si vede».
Intanto Valerio Bispuri sta lavorando anche ad altri temi: la tratta delle donne in Sudamerica, proprio in Argentina, dove scompaiono a migliaia per finire in postriboli e, quella che è una vera sfida, raccontare con immagini la realtà dei sordi.

Per i primi 10 che si iscriveranno a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. al costo di 350 € sarà possibile partecipare al workshop “Shoot”, che prevede tre giorni di full immersion, dal 6 all'8 ottobre, a stretto contatto con Valerio Bispuri.

Debbie O’Donoughe con i gemelli, 2014. © Mattia Zoppellaro/Contrasto

Dai colori cupi e il taglio che sa trasmettere angoscia ed emozione di “Paco” si passa alla luminosità dell'altro lavoro esposto a Forma Meravigli, “Appleby”. Le immagini di Mattia Zoppellaro raccontano l'orgoglio e la fierezza della comunità nomade irlandese, attenta a preservare le proprie tradizioni, pur tra difficoltà ed emarginazione. Anche in questo caso si è trattato di un lungo lavoro, durato quattro anni, puntato a far conoscere una realtà del tutto sconosciuta. Il progetto, si scopre, «prende il nome da una fiera di cavalli che si tiene annualmente nella regione della Cumbria inglese: ogni primo giovedì di giugno, la fiera attira tra i 10.000 e i 15.000 tra rom, gipsy e Irish travellers da tutto il Regno Unito che si incontrano per comprare e vendere cavalli, ritrovare vecchi amici e parenti e celebrare la loro cultura».

Jimmy si prepara per la corsa, 2012. © Mattia Zoppellaro/Contrasto

“Appleby”, come dicevamo, è anche un libro edito da Contrasto, con testi solo in inglese, che affianca momenti di vita di questa comunità a ritratti, a formare una galleria che può ricordare, in una versione a colori, quella di August Sander negli anni ’20 del ‘900.

 Data di pubblicazione: settembre 2017
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