Logo Museo Fotografia ContemporaneaDal 2004 è aperto a Cinisello Balsamo, alle porte di Milano, il Museo Fotografia Contemporanea. Oltre a luogo di aggregazione culturale a livello locale, il Museo è il primo della sua specie in Italia. È situato all'interno di Villa Ghirlanda, una bella costruzione dell'600 opera di uno degli architetti più validi dell'epoca, il Richini, che era intervenuto, a sua volta, su un edificio preesistente del 500, addirittura attribuito al Palladio. Agli inizi degli anni ’70 la villa fu acquistata dall’Amministrazione Comunale di Cinisello e adibita a biblioteca, sede di uffici, sale per riunioni e per cerimonie, sale mostre. Il Museo Fotografia Contemporanea occupa l'ala sud del complesso anche se, in futuro, potrebbe espandersi negli spazi oggi occupati dalla biblioteca e da altre sale.

Area IngressoVa spesa da subito qualche parola a proposito della raggiungibilità del museo stesso: arrivando con i mezzi pubblici, precisamente con la linea 31 del tram che arriva da Milano, è tutto molto semplice, visto che la fermata è proprio di fronte all'entrata della villa; altro discorso vale se si desidera, come è più probabile, raggiungerlo con mezzi propri. Oseremmo dire quasi un disastro: in tutto il comune di Cinisello Balsamo abbiamo trovato una sola freccia che indicasse la direzione da prendere per il museo e l'indicazione non era certo una di quelle risolutive. All'interno del comune la cui viabilità per motivi politico-organizzativi è stata completamente rivoluzionata, ci si trova nel bel mezzo di un dedalo di strade e sensi unici da cui è difficile districarsi e orientarsi. Trovare il museo con il semplice navigatore non è stato facile, tanto da dover ricorrere più volte alla tradizionale richiesta verbale ai passanti di turno. Incredibile.

Il museo, quindi, primo della sua specie in Italia, nasce per volontà del comune di Cinisello Balsamo, la Provincia di Milano, la Regione Lombardia e il Ministero dei Beni e le Attività Culturali anche con lo scopo di promuovere e far circolare mostre fotografiche in collaborazione con istituzioni europee come il Victoria and Albert Museum di Londra, il Nederlands Foto Museum di Rotterdam, il Museum Folkwang di Essen, la Galleria del Gottardo in Svizzera, la Maison Euroéenne de la Photo di Parigi o il Centro Portugues de Fotografia di Porto, solo per citarne alcuni.

Sala Esposizione mostra "Grandi e Piccole"Il Museo Fotografia Contemporanea occupa completamente l'ala sud di Villa Ghirlanda oltre ad alcune sale del corpo centrale. I lavori di ristrutturazione dell'edificio storico sono durati tre anni e hanno portato alla creazione di spazi nuovi, progettati appositamente per le esigenze museali, dalle esposizioni agli spazi per l'acquisizione e l'archiviazione analogica e digitale delle collezioni. Al piano terra trova posto anche un'ampia e piacevole biblioteca dove trovare e consultare innumerevoli testi dedicati alla storia della fotografia. La superficie totale utilizzata è di 2.400 metri quadrati.

Il museo, sin dai primi giorni, ha potuto contare su numerose collezioni per giungere fino al milione e ottocentomila immagini di cui è proprietario oggi, frutto di un lavoro di molti anni da parte dei tre maggiori enti (Comune, Provincia e Regione) fondatori dell'iniziativa stessa. Si tratta di fotografie fondamentali dei principali autori della fotografia documentaria italiana dal dopoguerra ai giorni nostri, oltre ad alcune opere di rilievo di autori internazionali, sia storici sia contemporanei. A tal proposito sono stati costituiti dei veri e propri Fondi dedicati ad alcuni di questi autori tra cui ricordiamo Mario Cattaneo, Attilio del Comune, Enzo Nocera, Klaus Zaugg, Federico Patellani oltre al Fondo Milano Senza Confini e il Fondo Archivio Contemporaneo che contiene opere di autori del calibro di Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Carla Cerati, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, Ferdinando Scianna, Luigi Veronesi e molti, molti altri ancora. Lo spazio puramente espositivo copre circa un decimo dello spazio totale così che, purtroppo, le opere che hanno l'opportunità di essere esposte e visibili al pubblico sono un numero piuttosto esiguo. Nel 2011, grazie allo spostamento della Biblioteca Comunale in un edificio di nuova costruzione, dovrebbero diventare disponibili nuovi spazi proprio da dedicare agli spazi espositivi. "Il problema saranno i fondi destinati alla Cultura che, come sappiamo, sono destinati a scomparire", mi dice uno dei responsabili del Museo. "Quindi anche gli eventuali lavori di espansione dello spazio espositivo potrebbero subire un rallentamento, se non addirittura uno stop completo. Il Museo vive grazie a fondazioni e sponsor di varia natura che riescono a garantire, oltre alla perfetta efficienza, anche la gratuità dell'ingresso a tutti i visitatori, aspetti che potrebbero essere destinati a cambiare in un futuro prossimo proprio a causa delle mutate condizioni dettate dalla recente legge finanziaria".

©Mario GiacomelliAl momento della nostra visita la sala grande al secondo piano del museo ospitava l'interessante mostra Grandi e Piccole, che si protrarrà fino al 20 marzo 2011 mettendo a confronto fotografie di grandi e piccole dimensioni scelte tra le collezioni del Museo e che rappresenta una sorta di riflessione giocosa sul cambiamento di identità che la fotografia ha vissuto a partire dagli anni Novanta.

Grazie al continuo fecondo dialogo con diverse arti, dal video al cinema, dall’installazione alla performance, e a causa dell’impatto delle tecnologie digitali che hanno provocato una crisi delle pratiche artigianali, piuttosto velocemente sostituite da procedure di produzione industriali, la fotografia contemporanea ha vissuto negli ultimi vent’anni trasformazioni davvero profonde che ne hanno determinato una nuova identità. Tra queste, il cambiamento avvenuto nelle dimensioni delle opere e nella loro presentazione è un segnale molto evidente e molto significativo.

La grande dimensione è stata spesso, istintivamente, associata a un’idea di fotografia come pittura, poiché è anche grazie a questa, oltre che all’impiego di materiali per la stampa e per la presentazione più importanti e preziosi, che la fotografia è entrata definitivamente nel mondo dell’arte e del collezionismo. Tuttavia, a una analisi più attenta, essa può essere più correttamente collegata a due questioni: da un lato l’effettiva evoluzione della fotografia in oggetto artistico dotato di maggiore “presenza” estetica e maggiore valore economico anche in termini di materiali impiegati per la sua produzione; dall’altro, alla tendenza contemporanea dell’immagine fotografica a farsi schermo – sia esso schermo cinematografico o schermo video – oppure grande tableau, billboard, strumento dunque della grande comunicazione di massa nutrita dai mezzi tecnologici. Le stampe in grande formato, realizzate nei laboratori industriali e non più nella tipica camera oscura del fotografo, sostenute e completate da una presentazione particolare che diviene parte stessa dell’opera (cornice scelta in base a precisi criteri, laminazione, Diasec, montaggio con Plexiglas, light-box), creano una condizione percettiva nuova: siamo di fronte a un più forte impatto sull’osservatore, che viene indotto a immergersi nell’immagine, a entrarvi, in presenza di una sorta di dilatazione narrativa dei tempi di lettura.
©Olivo BarbieriÈ una dimensione della fruizione assai vitale e coinvolgente che da vent’anni ormai sempre di più caratterizza la fotografia, in precedenza pensata, prodotta e presentata in dimensioni ben più ridotte di quelle attuali. Con il grande formato la durata temporale dell’opera aumenta, il rapporto psico-percettivo con l’opera diviene più impressionante ed emozionante, decisamente più fisico. Il fruitore si muove nello spazio e si misura con la vasta superficie dell’opera con il suo stesso corpo, oltre che con lo sguardo.

Fino agli anni Ottanta del Novecento, le fotografie, con i loro formati più contenuti e per così dire più modesti, si ponevano in dialogo con l’osservatore in modo discreto, silenzioso, intimo. Le immagini, quasi sempre circondate da un sobrio passpartout di cartoncino che le “inquadrava” ordinatamente – e che rappresentava l’antico legame con la grafica, madre della fotografia in senso tecnico e storico – chiedevano un avvicinamento, una vicinanza dell’osservatore, che sostava davanti a esse con concentrazione esercitando soprattutto il senso della vista.

Due mondi profondamente diversi, e due fascinazioni diverse.
Il Museo di Fotografia Contemporanea conserva opere fotografiche dal secondo dopoguerra a oggi. Nella ampiezza delle sue collezioni (circa 2 milioni di immagini) è possibile osservare e studiare il mutamento delle dimensioni delle fotografie che ha segnato il passaggio da un mondo all’altro.

©Mauro Galligani, Italia-Germania 4-3Nel suo lavoro di riflessione sulla contemporaneità, il Museo ha dunque deciso di selezionare una serie di opere provenienti da dieci dei ventotto fondi fotografici che conserva e studia, che vengono presentate in questa mostra secondo diciassette coppie definite da un'analogia nei soggetti. È una sorta di gioco, che mette a confronto ogni volta una fotografia grande e una fotografia piccola, simili tra loro per tema ma molto diverse per formato e presentazione, nell’intento di portare il pubblico a riflettere sul profondo cambiamento di identità vissuto dalla fotografia. La mostra vuole essere leggera, anche scherzosa, ma al tempo stesso riflessiva, coinvolgendo i visitatori in una analisi attenta e consapevole.

Gli autori sono stati scelti dai fondi fotografici: Raccolta antologica, Fondo Lanfranco Colombo, Fondo Milano senza confini, Fondo Idea di metropoli, Fondo Storia immaginate in luoghi reali, Fondo Premio Riccardo Pezza, Fondo Achille Sacconi, Fondo Mario Cattaneo, Fondo Paola Mattioli/Fabbrico, Fondo Enzo Nocera.

Le fotografie in bianco e nero pubblicate a corredo di questo articolo sono alcune di quelle in mostra: dall'alto, scatti di Mario Giacomelli, Olivo Barbieri e Mauro Galligani.

Si ringrazia Elvio Manuzzi per la collaborazione.

Museo Fotografia Contemporanea
Villa Ghirlanda
Via Frova, 10
Cinisello Balsamo (MI)
www.museofotografiacontemporanea.org
www.mufoco.org