Cinquant'anni sono un bel periodo nella vita di un uomo perché rappresentano un traguardo che presuppone un momento di riflessione, di consuntivi, di ricordi di quello che è stato e di verifica di quello che sarà e potrà essere; per un'azienda commerciale, in questo caso verrebbe da dire l'Azienda – sia per dimensioni sia per fatturato – il cinquantennale segna una tappa, importante certo, ma comunque solo un momento di una lunga vita. Canon compie a maggio 50 anni, mezzo secolo di successi basati soprattutto sulle soluzioni tecnologicamente avanzate nate all'interno del suo reparto di ricerca e sviluppo, un R&D che, forse, non ha eguali al mondo. Percorriamo insieme le fasi principali di questa magnifica storia attraverso alcuni modelli di fotocamera che ne hanno segnato le tappe.

Nel quartiere di Rappongi, a Tokyo, già nel 1933, veniva fondata una società che in seguito avrebbe prodotto la prima macchina fotografica 35mm giapponese con otturatore a tendina denominata Kwanon, ma che solamente nel 1939 inizierà a proporre i suoi prodotti sul mercato con il nome Canon. Nei vent'anni seguenti verranno prodotti circa trentacinque diversi modelli di macchine Canon ma sarà solo dal 1959 che l'azienda giapponese concentrerà i suoi sforzi verso il mondo delle reflex a obiettivi intercambiabili, le cosiddette SLR.

La Serie R
La Canon Flex R2000 era caratterizzata dall'otturatore più veloce mai montato su una fotocamera a 35mm, al momento della sua introduzione nel settembre 1960. Canon R2000La prima reflex Canon venne introdotta nel maggio 1959 ma fu nell'anno seguente che la Canon Flex venne dotata di quello che, per molti anni a seguire, divenne il famoso e caratteristico attacco a baionetta, in grado di offrire un controllo completamente automatico sul diaframma per le ottiche intercambiabili, allora chiamate Super-Canomatic. La macchina era dotata di un meccanismo di ritorno rapido dello specchio, un mirino intercambiabile e, in opzione, anche un sistema in accoppiamento per la misura dell'esposizione, tutti concetti molto avanzati per quell'epoca.
Alla Flex seguì, nel settembre del 1960, la Canon Flex R2000 che, rispetto alla macchina originale, offriva una velocità massima di scatto pari a 1/2000 di secondo, rendendola a quel tempo la macchina fotografica 35mm più veloce al mondo. Solo un anno e mezzo più tardi, nell'aprile 1962, avrebbe fatto la sua apparizione la Canonflex RM, prima reflex Canon con un esposimetro integrato.

La Serie F
Nell'aprile 1964 vi fu l'introduzione di una nuova serie di reflex Canon con un attacco delle ottiche migliorato e un maggior numero di obiettivi disponibili. La nuova Canon FX offriva un attacco molto più semplice e un accoppiamento del diaframma automatico molto più affidabile rispetto ai modelli precedenti, soprattutto se utilizzata con la nuova serie di ottiche FL. Canon F-1Gli obiettivi della serie R potevano ancora essere utilizzati ma con una compatibilità limitata. Circa due anni dopo, nel marzo 1966, vide la luce la nuova Canon FT QL, dotata dell'innovativo sistema di caricamento della pellicola denominato Quick Load, da cui il nome: quando la pellicola veniva caricata, il sistema automaticamente prendeva la testa della pellicola stessa e, una volta richiuso il dorso della macchina, si preoccupava di caricarla correttamente.
Tuttavia sarà solo nel marzo 1971, con la presentazione della F-1, che Canon entrerà nel mercato delle reflex professionali: introdotta contemporaneamente alla nuova serie di ottiche FD e capace, grazie a un nuovo esposimetro che verrà montato anche su tutti i modelli che seguiranno, di una misurazione della luce a piene apertura attraverso l'obiettivo (through-the-lens – TTL).

La Canon F-1 rappresentava un vero e proprio sistema fotografico in grado di lavorare con oltre 40 ottiche (portate in seguito fino a quasi 60) e con oltre 80 accessori di ogni tipo: l'elevata qualità della produzione, la resistenza alle temperature estreme e la grande resistenza hanno fatto sì che la F1 divenisse la reflex scelta da moltissimi professionisti negli anni '70.Canon FTbContemporaneamente al modello professionale veniva presentato un modello più economico, sempre in grado di utilizzare le ottiche FD e l'esposizione con misurazone a tutta apertura: la Canon FTb, un corpo macchina che divenne subito un best seller, rimanendo sul mercato per oltre cinque anni  con un milione di esemplari venduti.

Fotocamere "particolari"
Mentre la nuova serie F1 conquistava il mercato professionale con le sue caratteristiche, Canon continuava a proporre al mercato delle nuove macchine, sempre con qualche caratteristica innovativa che, però, non appartenevano a nessuna delle serie già conosciute.

Canon PellixUna di quelle fu la Pellix, presentata nell'aprile 1965, la prima reflex prodotta in serie a impiegare un nuovo tipo di specchio, cosiddetto a pellicola perché, come ricorda il nome, a differenza dei normali specchi montati sulle altre reflex questo era fisso e semitrasparente così da eliminare il completo oscuramento del mirino durante l'esposizione della pellicola. La caratteristica dello specchio era quella di lasciar passare la maggior parte della luce alla pellicola ma una piccola parte anche al pentaprisma: l'imagine composta nel mirino risultava leggermente più scura rispetto alla macchine con lo specchio tradizionale.Canon EXEE La Canon Pellix QL apparve sul mercato nel marzo 1966, ed era dotata del sistema di caricamento veloce della pellicola QL, già visto in precedenza sulla FT.

La Canon EXEE, che apparve nell'ottobre 1969, non prevedeva l'attacco standard per le ottiche: al suo posto vi era un gruppo di lenti che erano fissate in modo stabile al corpo macchina mentre solo la parte anteriore dell'ottica era intercambiabile con l'aiuto di un piccolo cacciavite. Le lunghezze focali previste erano solo quattro: 35mm, 50mm, 90mm e 125mm. Questo sistema permetteva già di utilizzare la misurazione della luce a tutta apertura almeno un paio di anni prima che fosse introdoto il sistema di ottiche FD, con la Canon F-1. Il modello EX Auto della primavera 1972 si basava sulla EXEE ma era dotato di un sistema automatico di impostazione dell'apertura massima per la parte intercamiabile delle ottiche.

Nel novembre 1973 venne presentata la Canon EF che fu la prima fotocamera Canon con un diaframma elettronico – nonostante solo i tempi di apertura compresi tra 30 secondi e un secondo fossero allora gestiti elettronicamente; le velocità più elevate funzionavano senza fare uso della batteria presente nel corpo macchina.

Gli sviluppi professionali della serie ‘F’
Canon F1 Olympic GamesLa nuova Canon New F-1, presentata nel giugno 1981, fu indicata come la macchina fotografica professionale degli anni '80. Il sistema di misurazione ad ago rimase invariato, perché preferito dalla maggior parte dei professionisti, ma ora disponeva delle opzioni di priorità di tempi e di diaframmi. Tra le altre novità vi era la possibilità di scegliere tra i modi di misurazione della luce Selettivo o Spot. La fotocamera funzionava senza bisogno di batteria per le velocità comprese tra 1/90sec e 1/2000sec, mentre quelle inferiori per esposizioni fino a otto secondi e la posa B necessitavano della circuitazione elettronica, quindi della batteria.
Fu nel gennaio 1984 che apparve l'ultima versione della F-1. Ancora in serie limitata e prodotta su ordinazione, la Canon New F-1 High Speed Motor Drive venne introdotta per i Giochi Olimpici di Los Angeles. Il motore offriva tre modi continui di ripresa, capaci di velocità di scatto di 5, 10 e 14 scatti al secondo: al massimo della velocità un rullino da 36 pose durava meno di tre secondi.

Un tipo di specchio a pellicola venne impiegato sia sulla Canon F-1 High Speed Motor Drive sia sulla New F-1 High Speed Motor Drive. Non solo risolveva i problemi meccanici di uno specchio che si dovesse muovere a velocità tanto elevate, ma dava anche la possibilità ai fotografi di sport di avere una visione ininterrotta dell'azione mentre stavano scattando così da poter scegliere con maggior cura i momenti da riprendere.

La Serie A
Nel marzo 1976 fece la sua apparizione la Canon AE-1, la prima di una serie di modelli reflex tecnologicamente molto avanzati. Canon AE-1 ProgramFu la prima macchina Canon dotata di un processore centrale (CPU), introducendo così il concetto di controllo computerizzato, e la prima capace di controllare il flash con un sistema di esposizione completamente automatico, se utilizzata con l'allora rivoluzionario Speedlite 155A. Queste due innovazioni introdotte con una produzione di larga scala fecero sì che il costo della macchina fosse contenuto e, vendendo più di 5 milioni di esemplari nel mondo, resero la AE-1 una delle Canon più diffuse di tutti i tempi.

La costruzione modulare della AE-1 venne riproposta nei vari modelli della serie che seguirono, ognuno con differenti caratteristiche tecniche. La AT-1 (gennaio 1977), a priorità di tempi, venne sviluppata per offrire al mercato un modello dal prezzo più contenuto, senza le capacità di priorità di diaframmi e di gestione AE del flash della sorella maggiore. Nel maggio 1979 apparve la AV-1 che fu la prima macchina Canon a priorità di diaframmi.

L'evoluzione della serie avvenne con la presentazione della AE-1 Program che, oltre alle capacità della AE-1, aggiungeva un sistema di lettura della luce programmata che combinava valori di apertura del diaframma a tempi di esposizione in modo automatico.
Canon A-1La AL-1 disponeva di un sistema di messa a fuoco semi-automatico dove una luce rossa alla base del mirino indicava che il soggetto era fuori fuoco mentre quella verde appariva quando la scena era a fuoco. Fu solo nell'aprile 1978 che venne introdotto il modello top di gamma della serie, la Canon A-1, la prima reflex multi-modo del mondo. Grazie alle caratteristiche elettronico-digitali e al processore centrale, la A-1 era in grado di scattare utilizzando modi di misurazione diversi: a priorità di diaframma, a priorità di tempi, in modalità program AE, stop-down AE e flash AE oltre alla esposizione manuale. Sospettata di essere una fotocamera molto potente ma anche molto delicata (mentre nel tempo dimostrò il contrario) la A-1 divenne spesso il secondo corpo di moltissimi professionisti che la affiancavano alla loro F-1.

La Serie T
Canon T80Canon introdusse nel marzo del 1973  una nuova fotocamera, apparentemente senza pretese, dal corpo di dimensioni contenute e completamente automatica: la T50. Canon T50Era rivolta ai fotografi che volevano qualche cosa di più delle semplici macchine compatte ma senza tutte le complicazioni di una macchina reflex. Fu così che la T50 venne dotata solo di due modi, program AE e flash AE. Però la caratteristica principale, e fu la prima reflex Canon a offrirla, era rappresentata del motore di avanzamento della pellicola integrato nel corpo macchina.

Nel febbraio 1984 seguì la Canon T70, la prima reflex Canon dotata di un display a cristalli liquidi (LCD), oggi presente su tutti i corpi macchina, e di un motore per il riavvolgimento della pellicola.
A differenza di quanto si potrebbe pensare, la prima macchina Canon autofocus non fu un modello EOS model ma la quasi sconosciuta T80, presentata nel febbraio 1985. Aveva ancora il sistema di attacco FD ma utilizzava le ottiche AC che incorporavano un sensore di distanza e un micromotore per la messa a fuoco automatica. Vennero prodotte solo tre ottiche di questo tipo: l'AC 50mm f/1.8, in dotazione con la macchina,  l'AC 35-70mm f/3.5-4.5 e l'AC 75-200mm f/4.5. Anche le ottiche FD potevano essere utilizzate ma con la conferma della messa a fuoco manuale attraverso un led nel mirino.

Top della serie ‘T’ fu la Canon T90, presentata nel gennaio 1986. Questo modello offriva ogni caratteristica imaginabile all'epoca escluso l'autofocus, e fu la prima reflex capace della misurazione TTL anche con il flash (allora solo con lo Speedlite 300TL). Il disegno del corpo macchina, le caratteristiche tecniche e la progettazione estremamente evoluta della T90 gettarono le basi per quella che sarebbe diventata la serie rivoluzionaria nel mondo Canon e della fotografia in generale, la serie EOS. Il motore integrato nel corpo, l'impugnatura di grandi dimensioni fino ad allora disponibile solo con i motori dei modelli professionali F-1 e A-1, la grande quantità di controlli disponibili attraverso l'ampio display LCD e la grande versatilità di questa reflex fecero in modo che diventasse subito un must tra professionisti e amatori evoluti.

Una nuova era si apre: la serie ‘EOS’
Era il 1987 quando Canon decise di correre un grande rischio commerciale e tecnologico proponendo al mercato una tipologia di fotocamere completamente nuova, il sistema EOS. Canon EOS 650Le macchine erano dotate di un attacco elettronico delle ottiche denominato EF, il primo Canon completamente nuovo negli ultimi 28 anni. Fu veramente una mossa azzardata perché questo significava che chiunque avesse acquistato una reflex EOS avrebbe dovuto acquistare anche tutte le ottiche necessarie poiché nessun obiettivo FL o FD era compatibile con il nuovo sistema. Sarebbero stati pronti i fotografi ad abbandonare tutta la loro attrezzatura per passare al mondo EOS? Incredibilmente e contro ogni probabilità la risposta del mercato fu affermativa e, nei seguenti 22 anni, il sistema di fotocamere EOS è diventato il più famoso e venduto al mondo.

Il primo modello prodotto fu la EOS 650, nel marzo 1987, seguito a maggio dello stesso anno dalla EOS 620. La caratteristica principale di queste fotocamere era l'autofocus. A differenza della T80, il cui sensore di messa a fuoco era nell'obiettivo, le reflex EOS avevano i sensori AF incorporati così da poter utilizzare ogni ottica EF con qualunque fotocamera EOS. Canon EOS 1VNegli anni a venire sono stati prodotti oltre 35 modelli EOS a pellicola tra i quali ricordiamo la best-seller EOS 5 (settembre 1992) che introdusse il primo controllo della messa a fuoco attraverso i movimento dell'occhio nel mirino. Probabilmente la tecnologia fu adottata e modificata da alcuni sistemi evoluti di sorveglianza dai quali la fotocamera mutua la combinazione di due sensori infrarossi che tracciano il movimento dell'occhio del fotografo per attivare uno dei cinque sensori di messa a fuoco automatica corrispondenti all'area dove il fotografo sta guardando. Dal lato professionale la EOS-1, presentata nel settembre 1989, che divenne immediatamente leader del mercato, seguita dalla EOS-1N (del novembre 1994) e dalla EOS-1V (presentata a marzo 2000).

L'ultima EOS a pellicola fu la EOS 300X, un modello entry level presentato nell'agosto 2004. Tuttavia, l'ultimo modello a pellicola che rimase disponibile sul mercato (per quasi un decennio) fu la potente, sofisticata – e costosa – EOS-1V.

Nel luglio 1995 il sistema EOS mosse i primi passi nell'era digitale con la nuova serie Digital Camera System, presentando il modello Canon EOS-1N D/DCS1c seguito dalla DCS3. Canon EOS 1 DSCPrima del 2000 Canon e Kodak avevano sviluppato e prodotto congiuntamente le relfex digitali Canon, dove la maggior parte della tecnologia digitale proveniva da Kodak mentre le ricerche sui corpi macchina venivano da Canon. La serie DSC venne proposta al mercato con una politica di co-marketing, dove entrambe i loghi apparivano sul corpo della fotocamera. Certo, con gli occhi di oggi, questa macchina sembra un "mostro" considerate le sue dimensioni piuttosto generose, considerando il fatto che la parte "logica" era grande – verrebbe da dire grossa – quanto il corpo macchina stesso.

Fu a partire dalla commercializzazione della EOS D2000, nel marzo 1998, che rimase solo il logo Canon ma, al tempo stesso, la stessa fotocamera apparve anche con il logo Kodak con il nome DCS 520. Dal 2000 in poi Canon ha preso invece pieno controllo su tutte le sue fotocamere digitali, occupandosi dello sviluppo e della realizzazione sia della parte ottica sia della parte digitale.

A seguire (ottobre 2000) apparve la EOS D30 Canon D60con sensore CMOS da 3.25 megapixel che, utilizzando le stesse ottiche delle fotocamere analogiche, introduceva un indice di conversione 1,6x viste le dimensioni ridotte del sensore. La sorella maggiore che apparve circa un anno più tardi, la EOS D60, aveva tuttavia già una risoluzione di ben 6.3 MP. La D30 indicò la direzione futura verso cui andava Canon con lo sviluppo del sistema EOS e fu la prima reflex digitale della casa ad avere tutti i componenti più importanti completamente prodotti internamente, compreso il sensore d'immagine CMOS. Quest'ultimo, capace di offrire un grande range dinamico, un consumo contenuto e un basso rumore, sarebbe diventato la base della tecnologia EOS e uno dei maggiori aspetti competitivi dei prodotti Canon.

La prima macchina professionale digitale fu la EOS-1D, che si basava sul corpo del modello analogico EOS-1V,  dotata di un sensore CCD da 4,15 megapixel e capace di catturare immagini a raffiche di 8 scatti al secondo, destinata al mondo della fotografia sportiva. Viste una accanto all'altra si notavano poche differenze: la differenza era tutta sul retro dove erano il display LCD di controllo, il cosiddetto status display, oltre al nuovo monitor a colori su cui visualizzare le fotografie appena scattate. Tutti i modelli a seguire, sia professionali sia consumer, useranno un sensore CMOS sviluppato e costruito da Canon.
Canon EOS 1 DsNel novembre 2002 veniva presentata la EOS-1 Ds con un sensore full frame, cioè finalmente in grado di riprodurre digitalmente le dimensioni di un normale fotogramma in pellicola: 24 x 36mm. Era dotata di un sensore CMOS da 11,1MP, un primato per l'epoca, e di un'interfaccia firewire per scaricare le immagini sul computer in modo rapido. Da questo momento la vita parallela dei modelli EOS-1 vedranno un pubblico differente: la D per la fotografia d'azione, rapida, sportiva, mentre la Ds guarderà a tutta l'utenza professionale che cerca la qualità assoluta e una grande risoluzione in una fotocamera di questo tipo.

Nel marzo 2003 veniva presentata la EOS 10D con il debutto mondiale del nuovo processore proprietario Canon DIGIC (Digital Integrated Circuit) come processore d'immagine nelle fotocamere EOS. Il processore controlla tutte le funzioni principali della reflex con una risposta immediata di tutte le funzioni permettendo alla macchina di registrare le immagini su file in formato RAW e JPEG contemporaneamente.

Nell'aprile 2004 viene rilasciata la EOS-1D Mark II che offre prestazioni incredibili: fino a 8,5 scatti al secondo con un sensore da 8,2 MP. Il processore è il nuovo DIGIC II, che grazie alla sua potenza può gestire senza problemi l'enorme flusso di dati catturato dalla nuova fotocamera. Sette mesi dopo, nel novembre dello stesso anno, Canon posa un'altra pietra miliare nel mondo della fotografia con la sua nuova EOS-1Ds Mark II portando a 16,7 Megapixel la capacità di ripresa full frame del sensore CMOS: i file prodotti in RAW una volta convertiti in TIFF a 24bit raggiungono dimensioni di circa 50MB con una qualità che soddisfa anche le richieste delle migliori agenzie fotografiche di tutto il mondo. Canon EOS 5DLa velocità massima di scatto è di 4 fotogrammi al secondo. Secondo la maggior parte degli osservatori del mercato, la qualità della EOS-1Ds Mark II non solo va oltre quella della pellicola 35mm, ma compete anche con quella delle fotocamere a medio formato.

A ottobre 2005 Canon crea una nuova classe di D-SLR presentando la EOS 5D da 12,8 MP, con un sensore CMOS full frame in un corpo compatto e discreto. Pensata per i fotografi di viaggi e i fotogiornalisti, la nuova nata si rivela presto in grado di produrre fotografie eccellenti senza dare troppo nell'occhio, diventando spesso la prima scelta di molti fotografi da studio.
Canon EOS 1DsmkIIIPer celebrare il ventesimo anniversario della nascita del sistema EOS viene presentata la EOS-1D Mark III con un sensore(DIGIC III) da 10,1 megapixel ma soprattutto capace di riprendere immagini a 10 frame per secondo, rendendola così la reflex digitale più veloce al mondo. È ad agosto 2007 che però accade qualcosa di ancora più straordinario: viene presentata la EOS-1 Ds Mark III con il suo nuovo sensore da 21,1 MP, la prima reflex ad andare oltre la barriera dei 20 megapixel. 63 zone di misurazione dell'esposizione, un sistema di autofocus a 19 punti, un display da 3 pollici con funzione Live View e un sistema integrato di pulizia del sensore sono solo alcuni dei punti di forza di questa splendida D-SLR.

Dopo mesi di attesa e di "rumours", Canon presenta in occasione del Photokina  l'evoluzione di un suo grande cavallo di battaglia, la EOS 5D Mark II che incorpora un sensore da 21,1MP CMOS e una gamma ISO Canon EOS 5DmkIIche arriva a 25.600, oltre a una serie di migliorie e nuove funzioni tra cui spicca la capacità della macchina di riprendere filmati con qualità full HD 1080p, la prima reflex EOS con questa caratteristica. Tra le migliorie rispetto al modello precedente c'è l'implementazione della funzione Live View, un nuovo display da 3 pollici a 920.000 punti, il sistema integrato di pulizia del sensore - che ora è il DIGIC IV - e una superiore durata della batteria.

Dall'introduzione dei motori ultrasonici (USM) e degli obiettivi con gli stabilizzatori d'immagine Image Stabilization (IS) fino alle più recenti introduzioni tecnologiche, Canon non ha mai smesso di ricercare nuove soluzioni per il mondo della ripresa fotografica stabilendo in questo mezzo secolo di attività moltissimi primati che la portano a essere la casa di riferimento per questo mercato: si parla già di nuovi corpi macchina di fascia alta con risoluzioni (e soluzioni) strabilianti. Per ora non ci resta che aspettare, di sicuro arriverà qualche novità che permetterà al colosso giapponese di fare di nuovo un passo in avanti rispetto a tutti.