Landry MajorDa Malibu il profilo di un fotografo diverso dal solito. Bionda con le gambe lunghe e due grandi amori: suo figlio e la fotografia. Landry Major, fotografa della scuderia Corbis, è specializzata in ritratti e cerimonie nuziali. Sì, proprio i matrimoni che, a differenza di quanto accade da noi, rappresentano un grande mercato per il mondo dei professionisti dell'immagine. Un buon book fotografico che testimoni gli avvenimenti del "giorno più bello della vita" merita particolare attenzione ed è per questo che, per la sua realizzazione, si stanzia un budget di tutto rispetto, come accade per un vero e proprio reportage. Il fotografo impacciato e sudato che si aggira pesantemente tra lo svolgersi della cerimonia come lo si vede da noi, in America è solo una figura da telefilm...

Ash and Greg, ©Landry Major 2008

osservatorio digitale: Landry, sei il primo profilo internazionale di od, per noi è un grande piacere e un onore. Raccontaci un po' di te.

Landry Major: Ho imparato moltissimo sulla fotografia quando facevo la modella. Sono stata molto fortunata perché ho avuto l'opportunità di viaggiare e vivere in molti posti nel mondo, tra i quali anche la vostra bella Milano. A quel tempo ho cominciato a fotografare mentre lavoravo con i fotografi professionisti, rendendomi subito conto che ciò che amavo erano le foto che riuscivano a trasmettere delle emozioni. Un fotografo può passare ore e ore nel cercare la luce giusta in modo da ottenere una foto tecnicamente perfetta ma, se non c'è emozione, alla fine otterrà qualcosa di piatto, monodimensionale. Io prediligo di gran lunga un'immagine magari tecnicamente meno perfetta ma piena di sentimento: è ovvio che quando si riescono a ottenere le due cose insieme allora si ha qualcosa di... magico. I miei fotografi preferiti sono Peter Lindbergh e Arthur Elgort. Peter ha questa incredibile capacità di andare in profondità quando mostra un soggetto e non ha paura se non appare in modo perfetto, mentre Elgort mi affascina per quel senso di casualità. Guardando le sue foto si ha la sensazione che si sia divertito molto mentre le scattava.

Rena, ©Landry Major 2008od: Quando è scoccata in te la scintilla del desiderio di diventare una fotografa professionista?

LM: La nascita di mio figlio è stato il primo vero momento in cui ho sentito il bisogno e il piacere di prendere in mano una fotocamera. Sapevo che quei momenti erano assolutamente preziosi e andavano immortalati. In seguito ho cominciato a fare fotografie ad amiche e amici che lavoravano come modelli per l'agenzia Elite e per altre. È stata un'esperienza per me impagabile. L'amore per i bambini è la ragione vera per cui mi sono spinta verso i ritratti e la moda per i più piccoli: la purezza, la verità che ottieni lavorando con i bambini è immensa e inimmaginabile. Il mio sogno è quello di poter lavorare un giorno per Vogue Bambini, credo sarebbe un traguardo davvero importante per me, come fotografa ma anche come persona.

od: Come definiresti la tua specialità?

LM: La mia specializzazione, se vogliamo, è quella di documentare la vita, l'amore e la gioia, cioè le cose che amo di più nella vita. Quando dico che amo questi momenti intendo quelli che ti accadono nella vita reale: non sopporto la ricostruzione in studio di situazioni che portano a simulare queste emozioni. A volte è necessario attendere e lavorare di più se vuoi avere la possibilità di goderti la vita ma sono sicura che ne valga assolutamente la pena. Io penso che un grande ritratto debba rivelare una parte dell'anima del tuo soggetto, così che chi lo guarderà possa capire di più della persona fotografata. Quando si lavora bene succede che si crea una forma di intimità tra il fotografo e il soggetto.

od: Qual è il complimento che più ti rende felice?

LM: È quando mi dicono che, in qualche modo, riesco a catturare l'Essenza, con la e maiuscola, del soggetto fotografato. Ultimamente accade spesso e questo mi rende particolarmente orgogliosa e felice.

Randy Couture, ©Landry Major 2008od: A che cosa stai lavorando in questo momento?

LM: A una serie davvero eterogenea di progetti. Sto facendo dei ritratti di persone famose e celebrità in genere, scatti per campagne pubblicitarie, ritratti vari, fotografie destinate all'archivio e, recentemente, ho iniziato a produrre fotografie di altissimo livello per cerimonie nuziali.
Tra l'altro, la rivista di arti marziali FIGHT! Magazine mi ha chiesto di realizzare un servizio su Randy Couture, la stella delle Arti Marziali Estreme. Mi ha eccitato l'idea e sono rimasta molto colpita, quando l'ho incontrato di persona, dalla bellezza del suo volto. I segni che riporta sulle sue orecchie e sul suo naso sono a dir poco poetici. Inizialmente ero un po' prevenuta all'idea di come sarebbe stato fotografare un lottatore: non appena ci siamo incontrati e ho incominciato a guardarlo e a parlare con lui, ho gettato tutti i miei preconcetti dalla finestra.

od: Parlaci un po' dei servizi per i matrimoni.

LM: Guarda è stato un tipo di lavoro che mi ha letteralmente sorpreso. A dire la verità non avrei mai pensato di fare questo tipo di lavoro, di finire un giorno a fotografare gente che si sposa giusto per documentare il fatto in sé. Infatti, mentre sono al lavoro, non penso a fotografare la cerimonia ma a documentare l'amore, il sentimento e i sorrisi, insomma quello che amo di più: diventa tutto più semplice e il lavoro si trasforma in un vero piacere. Credo sia l'arte di raccontare una storia.

Penso che questo si traduca in una sorta di interesse per il mio lavoro che spazia da un mondo a un altro. Infatti ho recentemente fotografato Beverly Mitchell, che è un'attrice dello show televisivo Seventh Heaven (Al settimo cielo, ndr) e le immagini sono visibili sul sito di Corbis. Presto però dovrò fotografare anche il suo fidanzamento perché così ha voluto lei: adoro instaurare un rapporto con i miei clienti che va oltre il puro momento delle riprese.

od: Dove lavori principalmente, in studio oppure "on location"?

LM: La maggior parte dei lavori è all'aperto. Adoro trovarmi nella natura e, se possibile, mi piace pensare che questo aiuti le persone a lasciarsi andare, ad essere davvero quello che sono in realtà, condizione ideale per una sessione fotografica. Certo, in studio è possibile controllare la luce e il lavoro, in termini tecnici è più semplice, ma sento che viene a mancare quel feeling che per me è troppo importante.

od: Quali macchine utilizzi?

LM: In digitale scatto utilizzando ancora la mia amata Canon 1D Mark II. Adoro la palette di colori che ottengo dalla Mark II N: non è super-saturata e mi piacciono moltissimo i toni della pelle che riesco a ottenere. Come illuminatori ho dei ProFoto cui tengo molto perché hanno qualcosa nella qualità della luce che producono che non riesco a trovare in altri sistemi di illuminazione. A volte mi capita di lavorare ancora utilizzando la pellicola e allora utilizzo le mie care e vecchie Nikon.

Possiedo anche una nuova Mamiya 645 che utilizzo occasionalmente anche con le pellicole Polaroid 665, favolose ma in via di esaurimento. A volte, quando mi appresto a utilizzarne una confezione, la mia assistente mi lancia un'occhiataccia come se fossi improvvisamente impazzita. Lavorare in analogico, ormai, sembra una cosa strana e presuppone tempi di post piuttosto insoliti di questi tempi; secondo me, per certe situazioni, ha però ancora motivo di esistere.

Caroline, ©Landry Major 2008od: Sappiamo che sei una fotografa della scuderia Corbis.

LM: Sì, lavoro con Corbis come mia agenzia. La divisione Outline, per i lavori che faccio con le Celebrities, e la divisione Entertainment per tutti gli altri eventi.
Ricordo che il mio contratto lo firmò Lisa Diamond, che, essendo stata la scopritrice di tantissimi fotografi famosi, mi ha fatto sentire particolarmente orgogliosa. Lei ha rappresentato il miglior contatto agenzia/fotografo che potesse esserci, nel senso che era davvero formidabile perché capiva il modo di lavorare e di pensare dei fotografi. Ho anche molte foto, a livello di archivio e per vendite online, su Photoshelter che, attualmente, sta intraprendendo molte iniziative di tipo innovativo nel mercato dei foto-stock.

od: Possiamo quindi dire che il tuo rapporto con la fotografia sia molto “sensibile”.

LM: Quello che davvero penso della fotografia è che, nonostante un fotografo possa avere ed essere identificato per un suo proprio stile e il suo modo personale di vedere un soggetto, lo faccia attraverso dei passaggi di crescita. Io mi trovo in uno di questi momenti proprio adesso. Sento che il mio stile sta cambiando, si sta evolvendo verso qualcosa che è orientato ancora di più verso l’emozionale, verso un lavoro ancora più spontaneo. All’improvviso ti accorgi che il tipo di immagini che ami, che desideri, sta cambiando: e questo trovo sia meraviglioso perché, d’un tratto, ti trovi con immagini nuove, di rinnovata freschezza. È per questo che voglio avere sempre con me una macchina fotografica così da poter catturare anche quei piccoli momenti insignificanti della vita che, a volte, sono quelli che rimangono in noi più a lungo.

Grazie, Landry!

Tutte le foto sono © di Landry Major e dei relativi proprietari.
I siti di Landry Major: www.landrymajorphotography.com e www.landrymajorkids.com