Come di consueto, al ritorno dalla kermesse tedesca, il reportage di questa settimana internazionale di fotografia che ci ha regalato interessanti novità e, come al solito, una visione più chiara di quanto sta succedendo in questo nostro mondo. Iniziamo subito col dire che le parole chiave o i leitmotiv di questa edizione appena conclusa sono stati autofocus, ottiche per il cinema, gimbal e filtri: in queste quattro categoria abbiamo avuto modo di vedere focalizzato gli sforzi di molte casa produttrici. Una menzione speciale potrebbero averla anche 4K, action camera e medio formato. È ovvio che anche molte novità riguardanti corpi macchina e ottiche, così come nuove soluzioni nel mondo dell’illuminazione controllata hanno fatto parlare di sé ma, se possibile, in modo meno eclatante di quanto ci potessimo aspettare.
Ma vediamo con ordine quanto è successo al Photokina 2016, la più grande e nota manifestazione internazionale dedicata al mondo della fotografia giunta ormai alla sua trentaquattresima edizione.
Cominciata nel 1950 per tre edizioni, fino al 1952, continuò su base annuale prima di diventare, come ancora oggi, una manifestazione biennale. Tra alti e bassi il pubblico è sempre stato tantissimo e l’affluenza di operatori del settore, professionisti e amatori di ogni livello non si è mai fatta desiderare. Vi furono tuttavia alcune edizioni, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, nelle quali si pensò di riservare l’ingresso solo agli operatori di mercato per alcuni giorni e fu proprio quello il periodo in cui si registrò un brusco calo di visitatori che passarono dagli oltre duecentomila a meno della metà.
L’edizione 2016 si è conclusa con numeri che riportano ai fasti del passato: 191.000 visitatori da 133 diversi Paesi per visitare una fiera dove sono intervenute ben 983 aziende da 42 Paesi per presentare i loro prodotti più recenti e innovativi; davvero bei numeri per i tempi che corrono.
L’avventura per la stampa comincia, come sempre, il giorno che precede l’apertura ufficiale della manifestazione; è il giorno dedicato alle conferenze stampa che trovano spazio sia nelle sale riservate sia all’interno dei padiglioni, negli stand, circondati da operai al lavoro che, nel tentativo di ultimare correttamente le loro costruzioni, guardano in modo non sempre amorevole l’orda di giornalisti che invade i loro spazi.
L'area occupata dalla fiera è così vasta che l’organizzazione mette a disposizione dei pullman gran turismo per facilitare gli spostamenti dei giornalisti da una conferenza stampa e l'altra. La prima convocazione è quella di Panasonic che svela una serie di nuovi prodotti che coprono tutte le fasce che compongono la gamma Lumix, dalla professionale GH5 fino alla compatta Lumix LX15 passando dalla potente e rinnovata superbridge FZ2000 fino alla mirrorless G80/81.
Breve pausa per i saluti in attesa del trasferimento alla conferenza Canon, organizzata dalla sede tedesca. Grande pragmatismo nelle parole del presidente che, dopo aver ricordato i due nuovi prodotti la reflex professionale EOS 5D Mark IV e la mirrorless EOS M5, ha illustrato i risultati di una bella indagine, da loro condotta, sulle tipologie degli utilizzatori di fotocamere di ogni fascia di età e di ogni categoria sociale: per chi ne avesse voglia e tempo è tutto visibile sul sito canon.de
Una piccola ma amara considerazione fa riflettere sullo stato dell’azienda leader di mercato che sembra veleggiare a pieno sul suolo germanico mentre arranca in quello italiano: quest’ultima ha appena subito una pesante riorganizzazione (leggi tagli al personale) proprio qualche giorno prima che Photokina aprisse i battenti... Sarà sempre e solo colpa del Mercato oppure c'è qualcosa da imputare anche a chi tira le fila dell'azienda?
Detto questo via di corsa alla conferenza Sony per l’annuncio della nuova DSRL alpha 99 Mark II, una potente reflex da 42,4 megapixel e tanta nuova tecnologia applicata soprattutto all’autofocus. Chi pensava che la casa giapponese avesse intenzione di dismettere questa famiglia di fotocamere con l'attacco A-mount è stato completamente spiazzato da questo annuncio.La giornata è proseguita con la conferenza Nikon tenutasi all’interno dello stand. Chi si aspettava l’erede della D810 o qualsiasi altra forma evoluta di fotocamera è rimasto profondamente deluso perché le uniche novità sono state le Action Cam 80, 170 e 360 ampiamente mostrate all’opera in filmati decisamente accattivanti (che oggi si possono tranquillamente trovare su YouTube).
Alle 17:00 in punto ci attendeva la conferenza di Fujifilm, molto attesa poiché ci si aspettava qualcosa non solo di nuovo ma addirittura di rivoluzionario. Da mesi voci di corridoio volevano la casa del sensore X-Trans impegnata nello sviluppo di una nuova fotocamera professionale. E così, direttamente dalle parole del presidente Shigetaka Komori, ecco svelata la nuova GFX 50S, una medio formato che promette grandi prestazioni a una frazione del costo delle fotocamere concorrenti. Arriverà con il nuovo anno ma le premesse (e le promesse) sono davvero tante e di ottima qualità, in perfetto stile Fujifilm che, finora, ha sempre mantenuto quanto raccontato nei suoi famosi road map del passato.
Ultimo impegno della giornata la conferenza di Olympus dove è stata svelata la nuova ammiraglia OM-D E-M1 Mark II, l’evoluzione della specie nel mondo mirrorless in formato 4:3, capace di una stabilizzazione combinata di 6,5 stop (corpo macchina 5,5 più un altro quando si utilizzano delle ottiche selezionate) e di una ripresa in 4K da 236 megabyte al secondo!
All’apertura delle quattro entrate della Kölnmesse non c’è stata proprio un’affluenza da stadio, così come il giorno seguente, al punto che un po’ di malumore serpeggiava tra gli espositori mentre c’era grande entusiasmo tra i giornalisti presenti che potevano visitare i vari padiglioni senza troppa ressa intorno a sé.
Da subito, come dicevo in apertura, sì è capito quali fossero i temi principali di questa Photokina. Grande attenzione da parte di quasi tutti i costruttori è stato dato allo sviluppo di sistemi di messa a fuoco ormai prossimi alla perfezione, implementati sulle fotocamere di livelli differenti, non solo nel settore Premium. Dalle tipiche reflex fino alle mirrorless per giungere anche alle compatte (categoria nella quale vi sono molte bridge o full frame di fascia elevatissima come Sony RX1 o Leica Q per citarne alcune) ormai il problema non è più mettere a fuoco un soggetto, sia esso fermo, in movimento o addirittura in mezzo ad altri, ma la modalità dell’autofocus con cui farlo.
Dopo Canon, Nikon, Sony e Zeiss è stata la volta di moltissime altre case produttrici di ottiche di presentare al mondo la loro linea di obiettivi specializzati e dedicati al mondo della ripresa video cinematografica; come forse avrete avuto modo di vedere le ottiche cosiddette cinema hanno una serie di accorgimenti che quelle fotografiche non hanno, a partire dall’assenza della modalità di messa a fuoco automatica: nel cinema infatti esiste ancora la figura del “fuochista”, colui che, su indicazione del regista o, spesso e volentieri, del direttore della fotografia, provvede a regolare con precisione il fuoco prima che la scena venga girata. Schneider-Kreuznac, Leica ma anche Sigma e Samyang avevano la loro vetrina dove spiccava una gamma (quasi) completa di ottiche di questo tipo.
Visto che il video è stato tirato in ballo continuiamo a ballare con un’altra novità che ha spopolato in lungo e in largo nei padiglioni di Colonia: i gimbal, quegli strani oggetti che servono a mantenere stabili le telecamere o tutto ciò che serve a riprendere immagini, fisse o in movimento, a partire dagli smartphone.
Se fino a un paio di anni fa erano qualcosa destinato ai pochissimi che a) sapevano che cosa fossero e b) ne avevano davvero bisogno, adesso sono praticamente alla portata di ogni tasca e di ogni destinazione d’uso. Da quelli smontabili a quelli estensibili o destinati alle riprese col drone ecco che il gimbal è stato sdoganato alla grande e, soprattutto tra i produttori cinesi, ne abbiamo visto una quantità tale da domandarci se presto saranno i nuovi selfie stick in circolazione. Su tutti i migliori sono senz'altro quelli di DJI e di GoPro seguiti poi da una serie infinita di proposte cinesi.
Come per gli stabilizzatori d’immagine vale il concetto di onnipresenza per qualcosa che ha fatto la storia della fotografia e che sembrava scomparsa: la categoria dei filtri ottici, quei piccoli e sottili vetri colorati che possono fare la fortuna (o la sfortuna) di un’immagine. Con l’avvento dei programmi di foto ritocco qualcuno ha pensato che l’utilizzo fisico dei filtri fosse destinato a diventare un ricordo: sono lontani i tempi dove un filtro poteva essere montato su diverse ottiche ma, nel frattempo, anche il livello qualitativo è decisamente migliorato e oggi ci troviamo davanti a oggetti di grande pregio in grado di offrire prestazioni davvero straordinarie.
Al contrario dei gimbal, i filtri sono quanto di più vicino al concetto di fotografia si possa immaginare e, quest’anno, sono scesi in campo moltissimi produttori a partire dai campioni del mondo della Lee Filters fino a tutta una serie di aziende sino-nippo-coreane che tentano di entrare in questo mercato proponendo da subito cataloghi quasi infiniti. Al solito la differenza la fa la qualità del “vetro” ma è necessario fare molta attenzione perché, a prima vista, potrebbero tutti sembrare uno il clone dell’altro.
Come si diceva in precedenza, in seconda battuta, anche 4K, medio formato, action camera e droni potrebbero essere riconosciute come parole chiave della fiera.
Se due anni fa la possibilità di girare video in UHD era prerogativa di pochi, ora tutte le fotocamere sono in grado di farlo: le contraddistingue la capacità di girare a 30, 60 o più fotogrammi al secondo e la quantità, in tempo, della registrazione. Dalla Hasselblad X1D medio formato alla cinese YI M1 mirrorless 4:3 tutte possono soddisfare la voglia di video 4K dei loro proprietari.
Abbiamo parlato di medio formato, qualcosa che noi di osservatoriodigitale abbiamo sempre ritenuto essere il migliore tra gli strumenti di ripresa fotografica digitale ma che in passato, anche recente, qualcuno non ha esitato a definire morente, un formato in via di estinzione. Nel giro di un paio di mesi però sono apparsi sul mercato addirittura due nuovi sistemi mirrorless, l’X1D di Hasselblad e, proprio qui al Photokina, il GFX 50S di Fujifilm: che svedesi e giapponesi abbiano improvvisamente perso la testa e deciso di fare investimenti a fondo perduto? Non crediamo proprio. Attualmente quindi contiamo ben cinque produttori impegnati in questo settore: ai due appena citati aggiungiamo PhaseOne (che ha presentato un nuovo dorso IQ3 da 100 mix), Pentax e Leica.
Tutt’altro mondo è quello delle Action Cam, le fotocamere d’azione, quelle da portarsi in giro per riprendere le situazioni più strane, a volte le più bizzarre per non dire pazze. Abbiamo già visto che Nikon ha voluto entrare in questo mondo con ben 3 modelli, denominati KeyMission, capaci di riprendere angoli di 80°, 170° e 360°. Insieme alle Rollei Theta e Theta S e Actioncam 430, sono andate a fare gruppo con la nuovissima e celeberrima Hero Black di GoPro giunta alla quinta generazione (presentata insieme alla più piccola ma potente Hero Session). Per quanto riguarda le riprese a tuttotondo anche Kodak, con la PixPro 4KVR360 e Vuze con la 3D 360 Camera hanno dimostrato quanto grande sia l’interesse per questo mondo con camere di dimensioni e forme completamente diverse ma con la stessa finalità, quella di rendere al meglio la realtà che ci circonda. Non dimentichiamo anche la Sony X3000, l'unica action che propone riprese 4K stabilizzate.
Tuttavia chi meglio della fotografia aerea riesce a entusiasmare il grande pubblico oggigiorno? E allora tutti pazzi per i droni nelle loro mille declinazioni: da quelli tascabili (con fotocamera HD) a quelli professionali con carrello che rientra e fotocamere da sogno UHD montate su stabilizzatori (eccoli qui di nuovo i gimbal!) potentissimi e remotabili in ogni modo. A farla da padrone sempre i soliti sino-americani di DJI ai quali si aggiungono anche i nuovi Parrot ma, soprattutto, un nuovo concorrente che è GoPro che con il suo nuovo sistema Karma unisce la potenza di fuoco di un drone alla versatilità e alla qualità della sua nuova camera Hero 5.
Gli stand di questi signori erano attrezzati con delle vere e proprie arene (o campi volo) dove avevano luogo le dimostrazioni dei droni in azione, compresi quelli a sei rotori: DJI aveva in mostra anche un modello a otto rotori con una Hasselblad V1D (il nuovo prototipo possibile successore del sistema top H6) giusto per fugare i dubbi di chi pensava che la fotografia aerea si limitasse alle fotocamere di piccole dimensioni. Ormai esistono droni che possono portare apparecchiature video che superano anche i 12 chilogrammi. Tra gli altri produttori di macchine volanti ricordiamo anche i cinesi di Yuneec e di PowerVision per i loro prodotti di qualità.
Girando in lungo e in largo, è proprio il caso di dirlo, nei padiglioni del Photokina, si riescono a scovare piccole realtà che, magari un giorno, diventeranno grandi protagoniste sul mercato. È il caso di Phottix, produttrice di flash e accessori per l’illuminazione che solo due edizioni fa occupava uno stand quasi nascosto, in un’area sventurata della fiera mentre oggi aveva uno stand di tutto rispetto grazie alla qualità dei suoi prodotti e la capacità di sancire collaborazioni con altri produttori. Venire al Photokina è come partire per un viaggio avventuroso dove, a grandi linee, conosci già quale sarà la natura che troverai al tuo arrivo ma che sai che ti riserverà tante tante sorprese, se avrai la voglia di camminare e guardarti in giro con attenzione. Durante questi momenti di ricerca il rischio, quando si passeggia per la fiera con il badge PRESS al collo, è quello di imbattersi in tre tipologie di espositori: quello a bocca aperta, quello che ha fretta e quello che vuole approfondire.
Il primo, solitamente cinese, coreano e a volte giapponese, è quello che ha investito molto sul suo prodotto e sullo spazio espositivo per metterlo in mostra ma resta a bocca aperta quando gli fai una domanda che non sia nella sua lingua madre. Dopo qualche minuto e diversi tentativi, anche a gesti, di capire alcuni dettagli dei prodotti esposti ti rassegni, raccogli un po’ di materiale e saluti mentre te ne vai.
Il secondo, forse quello che più ti fa imbestialire, è quello che quando ti vede arrivare ha già pronto il “press kit”, oggi più che mai sotto forma di chiavetta USB: ti dice che dentro li c’è tutto quello che ti serve e, talvolta salutandoti, se ne va non dopo averti però chiesto un biglietto da visita così che al tuo ritorno potrai essere certo di ricevere la loro interessantissima newsletter quotidiana che prontamente, dopo il secondo numero, finirai per mandare nella posta indesiderata. La considerazione è questa: secondo te perché ho fatto tutto questo sbattimento per venire al Photokina? Solo per andarmene con una manciata di gingilli USB dei quali ho già pieni i cassetti? Perché non fai un po’ meglio il tuo lavoro e mi consideri per un attimo?
Il terzo tipo, spesso di origine giapponese e sicuramente di estrazione tecnica, quando ti avvicini allo stand ti sequestra e ti tiene seduta stante una lectio magistralis (ma mai brevis...) sulle nanotecnologie che stanno dietro al rivestimento dei loro prodotti oppure sulla bontà del multistrato che compone i loro chip assolutamente customizzati. Dopo esserti chiesto perché non ti sei mai iscritto a un corso di laurea in ingegneria elettronica e aver passato venti minuti del tuo tempo in piedi con tantissima documentazione in mano, ringrazi e te ne vai con la faccia di chi ha capito davvero poco e ti avvii verso la sala stampa per un corroborante caffè alla tedesca…
Continuando nel vagabondare tra un padiglione e l’altro e attraversando forzatamente i “soliti” stand giganteschi di Canon, Sony, Panasonic e Fujifilm quando ci si trova nelle vicinanze, ci si imbatte in Kodak dove troviamo la AZ901, la sua proposta di superzoom 90x apparsa al CES di gennaio (la vedremo mai in Italia?) con un’ottica davvero per tutte le esigenze: da 22mm a 1.980mm. Kodak non è nuova a questo tipo di prodotto infatti, in un recente passato, produsse una fotocamera capace di uno zoom 208x, sommando le capacità ottiche a quelle di ingrandimento digitale: era praticamente inutilizzabile ma per il record dei primati poteva avere un senso.
Tra le stravaganze, all’interno dello stand Canon, in un angolo non molto illuminato, faceva mostra di sé una speciale EOS 5Ds con un sensore da 120megapixel, buttata lì come per dire “attenzione perché se volessimo sbaragliare la concorrenza potremmo farlo già domani…”
Ritorno di fiamma per le macchine fotografiche a sviluppo istantaneo. Fujifilm e Polaroid sempre sugli scudi ma con un’amica in più: Leica che presentava la nuovissima Sofort (che in tedesco significa appunto “adesso”). Fujifilm presentava una pellicola in bianco e nero e un’altra di dimensioni quadrate mentre allo stand Polaroid c’era la nuova Snap Touch, una compatta che integra una stampante Zinc. Da Impossible, invece, era in prova la I-1 che ha suscitato tanto tanto interesse, visto il numero di persone che affollava lo stand.
Leica, nonostante il grande stand dov’erano in mostra i gioielli della casa di Wetzlar, ha ricavato uno spazio apposito per la sua novità, definita dal prezzo popolare di 299 Euro. Non male se consideriamo che è una Fujifilm Instax Mini 90 ricarrozzata in tre colori che costa la metà ma ormai è risaputo, è il prezzo del bollino rosso…
Una novità molto interessante l’abbiamo vista allo stand Irix, una casa svizzera (che cura la progettazione e la vendita) e coreana (dove avviene la produzione) di due ottiche davvero interessanti: un 15mm f/2.4 e un 11mm f/4 di ottima fattura e prezzi contenuti. A seconda della tipologia di costruzione del modello, Blackstone o Firefly rispettivamente più rifinito e più leggero, si posizionano tra i 675 e i 475 Euro per il 15mm. L’altra ottica da 11mm sarà disponibile in un futuro prossimo. Gli attacchi previsti per questi obiettivi a fuoco manuale ma con possibilità di bloccare il fuoco meccanicamente e di calibrarlo secondo la fotocamera che si utilizza, sono Canon EF, Nikon F e Pentax K. Hanno anche la particolarità di utilizzare dei filtri anche nella parte posteriore dell’ottica, attraverso una piccola slitta, oltre che ovviamente nella parte frontale.
Nel padiglione dedicato alle luci le novità più eclatanti le presentavano ProFoto e Bowens. Gli svedesi, con il loro nuovo top di gamma Pro-10, un flash da 2.400 watt capace di 1/80.000, dicono di aver creato il flash più veloce al mondo, a sole due settimane dalla presentazione della loro nuova torcia D2 capace di 1/63.000.
Gli inglesi di Bowens invece, con il loro nuovo Generation X, si aggiungono ai produttori che hanno in catalogo una torcia portatile di grande potenza (come quelle di ProFoto e di Broncolor, per intenderci).
Parlando di memorie abbiamo visto crescere ancora la già generosa offerta di Lexar, che a oggi è l’unica ad avere memorie per ogni tipologia di fotocamera, mentre grande entusiasmo ha suscitato SanDisk con la sua scheda SDXC da 1 terabyte: sì avete letto bene, 1TB.
Il bello di una manifestazione come Photokina sta anche nel fatto per cui trovano spazio prodotti di aziende che, sulla carta, sono davvero agli antipodi: basti pensare ai prodotti della svizzera ALPA messi a confronto con quelli della cinese YI: i primi sono frutto della estrema dedizione di progettisti e “manifattori” elvetici che realizzano a mano prodotti di altissima precisione orologiaia, ehm, ottica, fotocamere esoteriche di altissimo livello che vanno però a fare il paio con un prodotto come la M1 di progettazione e realizzazione cinese, super automatizzata, pensata per una vendita massiva a un prezzo decisamente popolare (meno di 450 Euro per corpo macchina e due ottiche): è proprio qui che sta la forza di questa fiera che, sempre qualcuno, ha definito ormai superata e inutile.
Non è però la ricerca della novità che ci spinge a venire ogni due anni a visitare Photokina: come ha detto un collega le novità forse si seguono meglio dalla redazione, direttamente su internet, ma quello che qui è fantastico è l’atmosfera che pervade tutta la fiera, anche negli stand più anonimi, dove c’è grande entusiasmo anche solo per il fatto di esserci, di partecipare, di essere parte di un evento di questa portata. L'opportunità di essere qui offre anche la possibilità di comprendere dove va il mercato e quali saranno le tendenze per il prossimo futuro: una di queste è che la qualità dei prodotti, in generale, si è molto alzata e, di conseguenza, stiamo assistendo a un trasversale aumento di tutti i prezzi, dalle ottiche ai corpi macchina (Canon in testa) fino agli accessori.
Da parte nostra la viviamo sempre con gioia ed entusiasmo che speriamo di riuscire a trasmettermi attraverso queste nostre cronache.
Arrivederci dal 25 al 30 settembre 2018!
Tutte le immagini ©Ezio Rotamartir
Data di pubblicazione: ottobre 2016
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