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Light 16

ODLab

È talmente grande l'abitudine a fotografare con gli smartphone che qualcuno ha addirittura pensato, progettato e realizzato una fotocamera che "sembra" e si utilizza proprio come un telefono.

"A un certo punto mi sono detto perché no e ho lanciato una richiesta di fondi sul web. Mi servivano almeno cinqe, sei milioni di dollari: ne ho raccolti più di trenta e oggi Light L16 è una realtà." Questo è il pensiero dell'ideatore Rajiv Laroia che con Dave Grannan è il fondatore della società che oggi produce e vende la rivoluzionaria fotocamera computazionale dotata di 16 ottiche dall'aspetto di un normale smartphone. Il corpo è in lega di alluminio con una parte, l'impugnatura, rivestita in gomma. La parte posteriore è tutta dedicata allo schermo touch da 5" attraverso il quale si può anche decidere il modo di misurazione della luce: pesata al centro dell'immagine oppure personalizzata al tocco nell'area desiderata dello schermo.

Light L16 Top Front od84Nel caso qualcuno si fosse perso la storia di questa fotocamera la ricorderemo brevemente. Una startup chiamata Light ha creato dal nulla una fotocamera dotata di ben 16 ottiche montate sulla parte frontale del corpo macchina. Le immagini vengono catturate da questi sedici moduli ottici e combinate in un unico scatto, rendendo questa fotocamera qualcosa di unico attualmente sul mercato, capace di realizzare immagini da 52 megapixel, con uno zoom ottico a cinque ingrandimenti, capace di fotografare a livelli di luce bassissimi e con un grandissimo controllo della profondità di campo: il tutto in un corpo che è grande come un normale smartphone di ultima generazione, solo più spesso. Può interessare?

Il "trucco" sta tutto nell'impiego e nel posizionamento delle varie ottiche utilizzate nella fotocamera: cinque di esse sono posizionate direttamente in modo frontale, cioè come tradizione nelle macchine fotografiche di sempre, mentre gli altri undici moduli/ottiche sono disposti ortogonalmente rispetto al fronte della fotocamera e catturano la luce attraverso degli specchi variabili posti a un angolo base di 45 gradi. Il corpo così risulta sottile ma la griglia del parco ottiche è davvero complessa e complicata, come si può vedere nella foto dell'esploso in apertura.

Light L16 back od84Il potente motore di elaborazione alla base della L16 (un processore Qualcomm Snapdragon 820 con un chip Light proprietario) permette di zoomare in modo continuo da 28mm a 150mm con un livello impressionante di dettagli a ogni lunghezza focale impiegata; come si usa lo zoom la L16 sceglie la perfetta combinazione dei moduli ottici da 28mm, 70mm e 150mm per la scena inquadrata, regolando gli specchi al fine di ottenere la migliore profondità di campo per l'immagine prodotta. Quando la scena viene catturata parte la vera elaborazione dell'immagine finale che viene realizzata attraverso degli algoritmi molto sifisticati che sovrappongono le immagini catturate dai vari moduli ottici (ad esempio quella di un 70mm sopra quella di un 150mm) fino a realizzarne una sola di elevata qualità ricca di dettagli. La L16 cattura così tanti dati per ogni scatto che lascia la possibilità all'utente di decidere ilpiano di messa a fuoco e la profondità di scatto anche dopo che la foto è stata scattata: ricordate il concetto della Lytro? Bene, qui si va addirittura oltre.

Ma quante e quali sono le ottiche impiegate sulla L16? Cinque 28mm ƒ/2.0, cinque 70mm ƒ/2.0 e ben sei 150mm ƒ/2.4 che lavorano su 16 sensori (sedici!) da 13 megapixel ciascuno basati su un pattern a quattro colori dove al Rosso, Verde e Blu si aggiunge il Bianco (RGBW in inglese), così da comporre una risoluzione finale di oltre 52 megapixel. Le distanze minime di messa a fuoco variano a seconda delle ottiche: 10 cm per il 28mm, 40 cm per il 70mm e 1 metro per il 150mm.

Light L16 Immagine e crop od84
Light L16 Immagine originale e crop

La L16 ha una sensibilità ISO variabile tra 100 e 3200 che possono sembrare pochi ma bisogna sempre considerare che i valori vengono sommati tra quelli di tutte le ottiche ed elaborati di conseguenza. I tempi di scatto variano tra i 15 secondi e 1/8000. Le modalità di scatto sono selezionabili tra Scatto singolo, autoscatto e raffica da 3 o 6 immagini al secondo.
L'esposizione può essere selezionata tra Manuale e Automatica. I formati dei file prodotti dalla L16 sono JPEG, DNG e LRI (formato proprietario). C'è anche la possibilità di utilizzare un flash interno a LED a due colori.

Le riprese video, previste in modalità 4K, non sono ancora state implementate nel software al momento del rilascio dei primi esemplari ma lo saranno nella prossima release.

Light L16 Top Bottom od84Ricapitolando le dimensioni della L16 sono 165 x 84.5 x 0.94 x 24.05mm per un peso totale di 435 grammi. Le caratteristiche tecniche della L16 che non sono state ancora citate sono le seguenti e riguardano il sistema operativo Android che provvede a criptare tutti i dati relativi alle immagini oltre che a garantire una connettività della fotocamera via bluetooth, wi-fi e la geolocalizzazione GPS. La capacità di memoria interna è di 256Gb e le quattro applicazioni di base sono Process photos, Adjust depth of field, Edit depth e Adjust focal plane (in arrivo con il prossimo aggiornamento software).
La connettività fisica è garantita da una porta USB 3 attraverso un connettore di tipo C che si trova sul fondo della fotocamera, a fianco dell'attacco per il treppiede.
Infine la batteria interna da oltre 4100 mA garantisce otto ore di utilizzo della fotocamera.

La L16 è stata messa in vendita a 1.699 Dollari (circa 400 in più rispetto al prezzo dichiarato al momento dell'annuncio) e resa disponibile solo sul mercato interno americano, per il semplice motivo che tutta la prima produzione è stata immediatamente venduta: chi la volesse, al momento, può solo pre-ordinarla direttamente dal sito della Light, registrandosi nella lista d'attesa. È vero che 1.700 dollari non sono proprio una bazzecola ma il livello tecnologico della fotocamera e le sue prestazioni sembrerebbero giustificarne il costo. Usiamo il condizionale perché alcune prove rivelano ancora una certa gioventù del software che, a volte, non riesce perfettamente nell'intento di creare un'immagine che abbia transizioni ottimali tra i piani focali e denuncia qualche piccolo problema. Aspettiamo le prime vere risposte del mercato prima di dare un giudizio finale: per ora possiamo dire che la strada futura è stata decisamente tracciata.

 Data di pubblicazione: novembre 2017
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