Analisi mercatiLa crisi che da cinque anni a questa parte attanaglia l'economia mondiale, la spietata concorrenza "dal basso" da parte di smartphone che di generazione in generazione propongono capacità fotografiche sempre più sofisticate, e il raggiungimento di una maturazione del mercato che può dirsi ormai completa sono i principali fattori che hanno concorso a ridurre della metà il mercato mondiale delle fotocamere digitali nell'arco di soli quattro anni; e purtroppo le previsioni per il 2014 non lasciano presagire un'inversione di tendenza, anzi. Analizziamo dunque in dettaglio lo stato del settore nell'anno da poco concluso.

La crisi economica perdurante che, salvo poche eccezioni - Giappone su tutti - continua a interessare i Paesi delle principali aree geografiche, Americhe, Europa e Asia, è sicuramente la causa principale della drastica contrazione (-48,3%) del mercato delle fotocamere digitali negli ultimi quattro anni, passato dai quasi 121,5 milioni di unità vendute nel 2010 ai meno di 63 milioni dello scorso anno. Come si può apprezzare dal grafico seguente, lo scorso anno la flessione nei confronti del 2012, quando le unità consegnate erano state 98,1 milioni, è stata di quasi il 36%, il calo più elevato di sempre da un anno all'altro. E secondo la CIPA - l'associazione che riunisce i produttori giapponesi di fotocamere digitali e obiettivi - la situazione non è destinata a migliorare nell'anno in corso, con una previsione di 50,5 milioni di fotocamere vendute, con un ulteriore calo di mercato del 19,6%.

Mercato mondiale fotocamere 2006-2013

Fotocamere a ottica intercambiabile

La gravità della crisi economica è testimoniata dal fatto che per la prima volta dal 2003, anno in cui la CIPA ha iniziato a diffondere i dati commerciali relativi al settore della fotografia digitale, anche il segmento delle fotocamere a ottica intercambiabile o ILC (Interchangeable Lens Camera) – ovvero DSLR e CSC – ha registrato una contrazione, sebbene molto meno marcata (-15%), passando dai 20,2 milioni del 2012 ai 17,1 milioni dello scorso anno.

Mercato mondiale fotocamere a ottica intercambiabile 2006-2013

Il grafico precedente mostra chiaramente il terremoto che ha caratterizzato questo segmento di mercato, che seppure in un periodo di crisi veniva comunque da una crescita del 28,4% registrata nel 2012. E le prospettive per l'anno in corso non appaiono migliori, sebbene l'entità del calo previsto sia nettamente inferiore rispetto al 2013. Per il 2014 la CIPA stima infatti che le fotocamere consegnate saranno 16,7 milioni, con una riduzione contenuta al 2,52%. È comunque opportuno sottolineare il fatto che i dati forniti dalla CIPA non sono globali, in quanto dell'associazione non fanno parte diversi produttori quali le europee Leica e Rollei, la cinese BenQ, le statunitensi GE e Kodak e, soprattutto, il gigante sudcoreano Samsung. In ogni caso, anche aggiungendo i dati di vendita di questi produttori, ben difficilmente il quadro complessivo potrebbe registrare variazioni significative. Un aspetto particolarmente interessante su cui vale la pena di soffermarsi riguarda però la ripartizione delle vendite di ILC tra DSLR e CSC.

Mercato mondiale DSLR-CSC

Nel 2012, anno in cui la CIPA ha iniziato a fornire dati separati per queste due tipologie di fotocamere a ottica intercambiabile, le consegne di reflex e mirrorless avevano totalizzato rispettivamente 16,2 e 4 milioni. Il mercato delle CSC era in forte espansione e dunque appariva quanto mai opportuno poter disporre di dati separati per le due categorie. Tuttavia nel 2013 anche il mercato delle mirrorless ha registrato una brusca frenata, addirittura superiore rispetto al calo di vendite delle reflex. Il grafico mostra come le vendite di CSC sono diminuite lo scorso anno dl 16,45% contro il -14,66% delle DSLR, rispettivamente a 3,3 e 13,8 milioni, e ciò nonostante il lancio sul mercato di numerosi modelli di CSC di tutti i produttori contraddistinti da caratteristiche innovative e funzionalità all'avanguardia. Naturalmente le dimensioni di questo calo variano tra le diverse aree geografiche, ma anche per il 2014 la flessione prevista dovrebbe riguardare tanto le DSLR quanto le CSC, sebbene la CIPA non abbia fornito cifre al riguardo.

Ottiche

La riduzione delle vendite di corpi macchina ha trascinato al ribasso anche il settore delle ottiche, che nel 2013, per la prima volta in assoluto dal 2003, quando la CIPA ha iniziato a diffondere i dati commerciali per il settore, ha registrato una flessione, ovvero -12,13% (26,7 milioni contro 30,4 milioni dell'anno prima).

Mercato mondiale ottiche 2006-2013

Si tratta anche in questo caso di un segnale particolarmente allarmante per il settore della fotografia digitale, in quanto gli obiettivi sono una tipologia di prodotto altamente redditizia per i produttori che consente di allungare considerevolmente la vita dei corpi macchina, fidelizzando efficacemente gli acquirenti. Nello specifico siamo però di fronte a una tendenza in atto da alcuni anni, che dal 2010 ha visto un marcato rallentamento del tasso di crescita fino alla brusca flessione dello scorso anno. La crisi economica globale, particolarmente avvertita in Cina, Nord America ed Europa, tuttavia, non lascia spazio all'ottimismo e per il 2014 la CIPA pronostica una nuova flessione, sebbene notevolmente più contenuta rispetto allo scorso anno (-4,1%), con circa 25,6 milioni di unità vendute.

Fotocamere a ottica fissa

Per quanto concerne le molteplici tipologie di fotocamere a ottica singola, dalle compatte entry-level alle travelzoom più sofisticate, dalle LSC (Large Sensor Compact) e dalle compatte high-end più avanzate fino alle più potenti superzoom, passando per le fotocamere all-weather, l'avvento di smartphone sempre più capaci e qualitativamente soddisfacenti dal punto di vista delle caratteristiche fotografiche, protagonisti dello scorso numero di questa rubrica, ha contribuito ad accelerare la contrazione del mercato, crollato addirittura di quasi il 58% in quattro anni, 108,6 milioni nel 2010 contro 45,7 milioni nel 2013, portando sull'orlo dell'estinzione le compatte entry-level.

Mercato mondiale fotocamere a ottica fissa 2006-2013

Il grafico illustra chiaramente una situazione allarmante: solo lo scorso anno il calo è stato del 41,39%, con un totale di unità consegnate inferiore a 46 milioni contro i quasi 78 milioni del 2012. E per il 2014 le previsioni sono quasi altrettanto fosche: la CIPA stima infatti un ulteriore calo di poco superiore al 26%, con 33,8 milioni di consegne. A titolo di paragone, si consideri che nel 2008, prima della crisi, era stato toccato il massimo storico con oltre 110 milioni di unità vendute e ancora nel 2010 le consegne avevano superato i 108 milioni. C'è da augurarsi che per il 2014 le stime per il segmento diffuse dalla CIPA non siano state - come spesso accade - eccessivamente ottimistiche, considerato che per il 2013 era stato previsto un calo inferiore al 18%! Quello che appare certo è che il mercato delle fotocamere a ottica fissa è ormai interessato da una trasformazione talmente radicale da mutarne completamente la connotazione nell'arco di qualche anno.

In conclusione

Il quadro che emerge da questa analisi dello stato di salute del settore della fotografia digitale difficilmente potrebbe essere a tinte più fosche e il 2014 promette di essere non meno difficile dello scorso anno. La stessa CIPA prevede l'accentuarsi della situazione di sofferenza per l'anno in corso a causa della domanda anemica del mercato, con la possibilità addirittura di vedere poste a repentaglio le prospettive a lungo termine dei produttori di seconda e terza fascia e costringendo i top vendor a compiere scelte strategiche basate su asfittiche opportunità di crescita. A questa burrascosa situazione commerciale fa da contraltare una fase di sviluppo tecnologico quanto mai rigogliosa, che mai come negli anni recenti è stata contrassegnata dall'introduzione in commercio di fotocamere sempre più innovative e tecnicamente avanzate attraverso le quali tutti i produttori sono strenuamente impegnati a contrastare una contrazione del mercato che appare inarrestabile.

Si tratta di una strada pressoché obbligata per i produttori: sopperire con la qualità, intesa come sofisticazione e dunque come superiore redditività unitaria, alla quantità sempre minore di prodotti venduti. Sarà dunque estremamente interessante verificare se nel breve periodo i produttori, in particolare quelli di seconda e terza fascia maggiormente minacciati dalla crisi del settore, decideranno di intraprendere scelte tecnologiche e commerciali di rottura, innovative e coraggiose, proponendo soluzioni in grado di ridare slancio a un mercato in declino.

(data di pubblicazione: marzo 2014)

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