EZ Photo-reality

L'emozione nella fotografia

Eugenio Zamengo Pontrelli

È ancora un mistero, per me, come la fotografia riesca a trasmettermi in modo così spontaneo e immediato una forte sensazione, sia questa di felicita, di tristezza o anche di rabbia. Molto spesso, infatti, ci troviamo a guardare con occhi, misti tra la curiosità e lo stupore, uno scatto che, senza nessun motivo apparente, riesce a trascinarci dentro un sentimento che non riusciamo subito a comprendere...

©Eugenio Zamengo Pontrelli per osservatoriodigitale di marzo-aprile 2020 n.o 103

È ancora un mistero, per me, come la fotografia riesca a trasmettermi in modo così spontaneo e immediato una forte sensazione, sia questa di felicita, di tristezza o anche di rabbia. Molto spesso, infatti, ci troviamo a guardare con occhi, misti tra la curiosità e lo stupore, uno scatto che, senza nessun motivo apparente, riesce a trascinarci dentro un sentimento che non riusciamo subito a comprendere. Ovviamente un ruolo importantissimo, nell’immagine che stiamo guardando, lo giocano particolari come i colori oppure il bianco e nero, così come – è ovvio - il soggetto con tutti i suoi dettagli, uno sguardo particolare o una specifica postura, ma mi piace pensare che ci sia ancora qualcosa in più, un livello sottile che non si riesce a percepire con una rapida occhiata ma che per mostrarsi ci impone di lasciarci trasportare con onestà intellettuale e umiltà interiore, liberandoci dalle nostre sovrastrutture socio-culturali.

Tutto ciò può capitare anche quando siamo di fronte a un’immagine che rappresenta un soggetto già visto e rivisto, qualcosa che la nostra mente conosce bene e vi è abituata ma, come d’incanto, ci trasmette un’emozione particolare, apparentemente inspiegabile, data la sua superficiale uguaglianza con altri soggetti simili.

Questo porta il fotografo “consapevole” a desiderare che i suoi scatti siano in grado di emanare e trasferire a chi li guarda l’emozione che lui, o lei, ha provato nel momento stesso in cui premeva il pulsante di scatto: per fare questo credo spesso si tenda a forzare un po’ il carattere stesso delle immagini che realizziamo, atteggiamento che, secondo me, è foriero di molti errori e fraintendimenti emotivi.

La fotografia è uno strumento dalla sincerità disarmante al quale è impossibile nascondere anche i più piccoli dettagli, al punto che, all’osservatore attento, è possibile capire “l’umore della fotografia” stessa, attraverso le sensazioni che da, appunto le stesse vissute da chi un’immagine l’ha scattata.

L’unica cosa che possiamo fare per riuscire a creare emozioni con la fotografia è lasciare che il nostro stato d’animo interagisca con la componente pratica, tecnica, meccanica: a mio avviso, per questo, non si tratta di catturare l'attimo ma di danzare con esso.

Data di pubblicazione: marzo-aprile 2020
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