Editoriale

Luglio - Settembre 2021, Anno XV, N. 110

Ezio Rotamartir

È tornata improvvisamente di moda una tendenza che era consueta qualche decennio fa, con un mercato più ingenuo e immaturo ma che nel marketing tendono a riproporre periodicamente: l'annuncio a sorpresa di un prodotto che verrà. Quando? In un futuro più o meno prossimo ma capace di stupire il pubblico quel tanto che basta da renderlo indeciso su un acquisto. O non è così?

©Osservazione distillata dai preconcetti e dal marketing – osservatoriodigitale n.o 110

Una cosa che mi sta colpendo è un atteggiamento crescente da parte dei produttori che ultimamente hanno preso l'abitudine di presentare delle anteprime di modelli che verranno. Fino a qualche anno fa si creava un po' di interesse, magari sui social, con indiscrezioni e piccole anticipazioni che portavano al giorno dell'annuncio finale di un nuovo prodotto. Ora non è più così: si annuncia direttamente il nuovo modello – senza indicarne la data effettiva di rilascio – con tanto di foto e caratteristiche finali, come se davesse trovarsi nei negozi a partire dal giorno dopo. Perché? Chi lo fa?

Partiamo direttamente dalla seconda domanda rispondendo che è una pratica ormai diffusa e impiegata da tutti i produttori o quasi. Sony Alpha 1, Nikon Z9 e Canon R3 sono solo alcuni esempi di questa consuetudine ma ce ene sarebbero tanti altri, soprattutto tra i marchi meno noti. Perché questo accade è presto detto. L'atteggiamento sornione dettato dal marketing viene da lontano, da tempi non sospetti direbbero quelli bravi. Per non andare troppo lontano andiamo ai tempi d'oro dei personal computer, quando avere un elaboratore era un desiderio comune. A quel tempo era tutto un susseguirsi di annunci del tipo "ecco qua il computer XY, che meraviglia, con processore YYY potente e ben 64Kb di Ram" oppure "vogliamo parlare del nostro nuovo prodotto ZZZ con processore TTT e 128Kb di Ram? Arriverà presto nei negozi". O ancora "il computer DDD è studiato per soddisfare le esigenze di tutti. Con tanta Ram e un processore così veloce che se lo accendete in salotto lo ritroverete in camera da letto. Prossimamente disponibile in tre colori". A quel punto l'acquirente medio, magari pronto all'acquisto, si fermava, sconcertato e disorientato dai vari annunci. Meglio aspettare un po' ma acquistare alla fine il prodotto migliore.

Peccato che quel tipo di annunci si ripetevano senza fine e, talvolta, il prodotto annunciato con tanta enfasi o non si rivelava all'altezza dell'annuncio oppure finiva per non apparire nemmeno sul mercato.
Oggi sembra che questa tendenza si ripeta, prendendo spunto ancora una volta dai prodotti di consumo di massa come i televisori, gli annunci dei quali si rincorrono come se non ci fosse un domani. Tra OLED, SuperLED, MegaScreen, IperLED-super-competition e FantasmaLED-3D-nitrocolormegascreen-superslim non si capisce più nulla e poi si finisce al primo centro commerciale a comprare quello che costa meno "tanto sono tutti uguali..."

Nel mondo già bastonato della fotografia ci mancava questa "nuova" moda. Forse si potrebbe pensare che il pubblico è stupido e casca ancora in queste trappole mentre più probabilmente queste sono mosse di marketing che tendono a confondere i mercati finanziari, quelli che spostano miliardi in borsa anche solo su un'indiscrezione magari che si rivelerà fasulla. Oggi si annuncia per tenere buoni i fondi d'investimento che mettono capitali in questa o quella azienda salvo poi levarli quando meno lo si aspetta.
Giochi di prestigio che spesso costano la vita alle aziende coinvolte e, di conseguenza, a migliaia di lavoratori con esse.

Oltre a tutto questo c'è anche la cattiva abitudine di creare false aspettative sui prodotti nuovi offerti in kit e in Italia, in questo, ci siamo spesso rivelati campioni. Facciamo un esempio: il prodotto A viene venduto, diciamo, a 1.200 Euro ma se lo si acquista in kit con l'ottica B, che costa da sola 450 Euro, lo si potrà avere a 1.400 Euro ma solo per un periodo limitato. Beh un affarone, no? Peccato che in azienda si sappia già che B non sarà mai disponibile entro il periodo proposto, costringendo l'acquirente a virare su qualche altro prodotto oppure ad acquistare A + B a un prezzo diverso.

Sono giochini che le direzioni commerciali amano fare. Ecco allora ricomparire il vecchio adagio dei negozianti, quei pochi sopravvissuti, accalappiati da ordini sistematici da parte dei produttori (o distributori nazionali) che impongono loro quantità importanti senza la certezza che quel materiale verrà venduto. I negozianti quando vedono crescere i loro magazzini e deprezzarsi in tempo reale la merce in essi riposta allora intonano il pianto greco di allarme verso un mondo cattivo che spinge gli acquirenti a comprare in rete a prezzi inferiori.

Ma anche qui non è tutto rose e fiori perché spesso, il prodotto ABC che si trova in rete arriva chissà da dove, (Vietnam, Polonia, Ecuador?) mercati ai quali vengono consegnate linee di prodotto qualitativamente inferiori rispetto a quelli destinati agli Stati Uniti o all'Europa centrale. Ma sullo schermo un'ottica è uguale a un'altra, salvo poi scoprire all'arrivo che all'interno della scatola non ci sono le istruzioni nella nostra lingua o la garanzia è valida solo in Laos...

Insomma ci sarebbe da pensare che, al solito, tutti cercano di fare il "migliore affare della vita", pensando di fregare qualcun altro, credendo di essere più furbo degli altri e così via. Nel frattempo le cose non volgono al meglio e non c'è nulla che lasci davvero ben sperare sul futuro di questo settore. Ma come sempre staremo alla finestra per vedere che cosa succede, sempre distillando la nostra informazione dall'inquinamento dei comunicati commerciali e dall'enfasi degli uffici marketing che continueranno a riempirci la casella di posta con messaggi di offerte e sedicenti (non affatto seducenti) novità di prodotto.

Per ora godiamoci l'estate, anche da Campioni d'Europa, in barba a quelli della Brexit e al loro proverbiale aplomb, che recenti fatti hanno per l'ennesima volta smascherato mostrando il volto violento e razzista di molti abitanti dell'isola britannica. Meno male che esistono ancora i Gallesi e gli Scozzesi a tenere alto il tenore morale del Regno (ancora per quanto?) Unito.

Buone vacanze e buona estate a tutti.

Arrivederci al prossimo numero di osservatoriodigitale e buona lettura.


Ezio Rotamartir