Mercati

2020: un futuro oscuro per la fotografia digitale

Stefano Tieghi

Dopo un primo semestre da paura – in tutti i sensi – la seconda parte del 2020 si presenta più che mai incerta per il mondo della fotografia digitale.

Dopo un primo semestre da paura – in tutti i sensi – la seconda parte del 2020 si presenta più che mai incerta per il mondo della fotografia digitale.

La pandemia di Covid-19, tutt’altro che terminata, almeno in diverse aree del pianeta, sta lasciando strascichi a livello economico di cui non è facile nemmeno comprendere la portata in tutti gli aspetti dei comportamenti e delle relazioni sociali e in tutte le aree del mondo produttivo e commerciale e il mercato della fotografia digitale non fa certo eccezione. Già il 2019, lo abbiamo visto nei recenti articoli (‘2019: il declino continua‘, ‘2019: la fine di un’epoca‘) - per altro come gli anni precedenti, lo sappiamo bene – non può certo essere annoverato tra gli anni positivi per la fotografia digitale, almeno dal punto di vista commerciale, ma guardando al 2020 lo scorso anno al confronto appare come una sorta di paradiso.

Ecco perché prendiamo spunto per qualche considerazione sul futuro del mercato della fotografia digitale dai dati rilasciati a inizio giugno dalla CIPA (Camera & Imaging Products Association) – l'associazione internazionale che raggruppa praticamente tutti i produttori di fotocamere e ottiche – relativamente al periodo gennaio-aprile 2020Mercato globale fotografia digitale gennaio-aprile 2020Il grafico precedente, rilasciato dalla CIPA, illustra in maniera eloquente la portata dell’impatto della pandemia sul mercato mondiale della fotografia digitale nei primi quattro mesi del 2020. Se già nei mesi di gennaio e febbraio, quando il Covid-19 era ancora confinato in Cina, le vendite di fotocamere assommavano rispettivamente all’80,4% e al 72,6% dei periodi corrispondenti dell’anno precedente – quindi con un calo anno su anno del 19,6% a gennaio e del 27,4% a febbraio – marzo e aprile, con il diffondersi della pandemia a livello mondiale, hanno registrato un vero e proprio tracollo: -52,2% a marzo e addirittura -63,7% ad aprile. E come risulta evidente, i primi quattro mesi del 2019 evidenziavano già una flessione mensile oscillante tra il 21,8% e il 30,3% nei confronti dei mesi corrispondenti del 2018. Ora, è lampante che la crisi commerciale che attanaglia il mercato della fotografia digitale affonda le proprie radici in profondità nell’epoca pre-Covid, ma è altrettanto vero che la crisi economica globale che affligge tutti i Paesi – a livello minore o maggiore ma comunque in maniera ingente – rischia più che mai di affossare definitamente un mercato in costante contrazione ormai da oltre un decennio.

La mancanza di lavoro e di liquidità per numerosissime famiglie anche in molti Paesi industrializzati conseguente la pandemia, accompagnata da diseguaglianze socio-economiche che tendono ad accentuarsi anziché ridursi, lasciano presagire una ripresa che ancor più lenta di quella conseguente la crisi economica del 2008, almeno in diverse aree geografiche.

Tutto questo non può che avere pesanti e profonde ripercussioni sulla produzione e sulla vendita di fotocamere. Se già in epoca pre-Covid le uscite di nuovi modelli si erano fatte incomparabilmente più diradate rispetto anche a un passato piuttosto recente, sarà interessante osservare quali produttori avranno il coraggio e la ‘forza’ commerciale di lanciare nuovi modelli di fotocamere in questa seconda parte del 2020. Un primo cauto ma significativo segnale proviene da Sony, che a fine maggio ha annunciato la ‘content creator camera’ - così viene ufficialmente pubblicizzata – Sony ZV-1.

Sony ZV-1

Diciamo subito che non si tratta di una fotocamera innovativa dal punto di vista tecnlogico – l’hardware infatti deriva direttamente dai modelli più recenti della serie di LSC (Large Sensor Compact) Cyber-shot RX100 – quanto da quello concettuale: si tratta infatti di una rielaborazione progettata espressamente per il v-logging e le riprese video guardando nella fotocamera. Progettata attorno a un sensore CMOS Exmor RS da 1,0'' (13,2 x 8,8mm) e a uno zoom 2,9x 24 – 70mm F1.8-2.8 come le RX100 III, IV, V e VA, pur non facendo parte della linea Cyber-shot, la nuova ZV-1 appare una sorta di RX100 VA rivisitata per semplificare la vita ai v-logger. Ciò significa un touch-screen articolato, microfono direzionale posto superiormente alla fotocamera per otttimizzare la cattura dell’audio, sofisticate e affidabili capacità Eye AF per assicurare la messa a fuoco del video lasciando libero il v-logger di concentrarsi sul proprio pubblico e altre preziose funzionalità, come una modalità Background Defocus che permette di settare automaticamente la massima apertura e una spia frontale che indica quando la fotocamera sta videoregistrando. Il supporto video comprende la modalità 4K UHD 30p e Full HD 1080 120p. EVF e presa microfono sono assenti ma la slitta a contatto caldo multiaccessori permette di montare un microfono esterno e inoltre è disponibile il Bluetooth shooting grip VCT-SGR1, acquistabile separatamente. La nuova Sony ZV-1 dovrebbe – il condizionale è d’obbligo considerata la situazione attuale – essere disponibile a giugno al prezzo indicativo di 800 euro. Si tratta nel complesso di una proposta interessante, seppure rivolta a un mercato piuttosto di nicchia, che però si propone come un simbolo della voglia di ripartire purchessia che pervade anche il mercato della fotografia digitale.

In conclusione

Quali sono allora le prospettive per la seconda metà di questo tribolatissimo 2020? La ripresa, anche nel mercato della fotografia digitale, indubbiamente ci sarà: quanto sarà rapida e robusta, quanto tempo richiederà e – soprattutto – se riguarderà tutti gli attori del settore, sono le vere incognite. Il rischio reale, a nostro modo di vedere, è che i produttori attualmente attivi – Canon, Nikon, Pentax e Sony per le DSLR; Canon, Fujifilm, Hasselblad, Leica, Nikon, Olympus, Panasonic, Sigma e Sony per le mirrorless; Canon, Fujifilm, Leica, Nikon, Olympus, Panasonic, Ricoh, Sigma, Sony e Zeiss per le compatte, per non parlare degli ancor più numerosi produttori di ottiche – siano troppi per le condizioni attuali e future del mercato e che questa crisi dilagante possa condurre a una ‘selezione naturale’ dalla quale emergeranno soltanto i più forti e resistenti fra loro.

Sicuramente non rischieranno i colossi come Canon e Sony e probabilmente neppure chi presidia segmenti di eccellenza assoluta seppure di nicchia come Hasselblad e Leica, tuttavia è nostra opinione che il pericolo che qualche produttore di fotocamere e/od ottiche sia costretto ad andare a fare buona compagnia a chi – come il gigante coreano Samsung, che qualche anno fa ha ritenuto anti-economico e non remunerativo continuare a operare nel settore – esiste ed è reale. Sarebbe davvero triste vedere scomparire qualche altro nome che ha fatto la storia della fotografia, ma come sempre soltanto il tempo ci dirà come andranno le cose.

Data di pubblicazione: luglio-agosto 2020
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