Esistono diversi modi per valutare le dimensioni di un'immagine digitale: una incongruenza che può ingannare nella scelta dell’attrezzatura e nella selezione delle caratteristiche delle immagini. Perché non bisogna dimenticare che l’importante non è il file ma la sua stampa.

Nel mondo digitale le macchine fotografiche vengono classificate utilizzando i Megapixel, ovvero in milioni di pixel, che sono in grado di rilevare durante lo scatto fotografico. Ovviamente più questo numero è elevato e più dettagliate saranno le immagini. Il dettaglio però non è tutto, per dare qualità ad una immagine non serve solo che questa possa dare il miglior dettaglio del particolare ma, senza volere tenere conto delle caratteristiche artistiche che rappresentano il contributo del singolo fotografo (inquadratura, soggetto, scelte cromatiche, luci, ecc.), contano anche altri elementi quali le ottiche, il software di rilevazione delle luci e tutte le altre caratteristiche tecniche che facevano già la differenza nella fotografia classica con le vecchia cara pellicola.

Il problema di chi opera con i formati digitali è però quello di conoscere a quale dimensione possono essere stampati senza perdita di qualità rispetto all’immagine originale. La fruizione delle immagini è infatti legata alla loro presentazione al fruitore. Di solito ciò avviene con una stampa su carta o su uno schermo di computer.

È questa la fase che determina le caratteristiche visive della immagine per l’utente e per questa fase al posto di ragionare sul numero complessivo dei pixel bisogna ragionare con un parametro relativo: il numero di pixel per unità di lunghezza e ogni dispositivo ha le sue caratteristiche tecniche di risoluzione di stampa. Un plotter a getto di inchiostro con una qualità elevata richiede almeno 150 pixel per pollice (circa 59 pixel per centimetro) e ciò vuol dire che un formato poster da 70 x 100 cm richiederà una immagine da 59 x 70 x 59 x 100 = 24.367.000 pixel, ovvero 24,4 megapixel . Ma le cose cambiano nel caso che l’immagine vada stampata su carta con una macchina da stampa di tipo offset. Per questo tipo di applicazione vengono realizzate delle lastre di stampa retinando i file. La retinatura richiede 300 pixel per pollice, ovvero 118 pixel al cm. Pertanto la stessa immagine che ci consentirebbe di fare un poster 70 x100 cm, con questo procedimento di stampa permetterebbe di ottenere una superficie dimezzata: solo 35 x 50 cm.

Questo, naturalmente nella migliore delle ipotesi. Perché se l’immaginatore vuole impiegare solo una parte del file per ottenere un risultato specifico, in realtà deve calcolare scartare una parte delle informazioni contenute nella foto e questo ridurrà le dimensioni massime a cui quel file può essere utilizzato in relazione al procedimento di stampa per cui è destinato.

Ma non è finita qui. Il numero totale dei pixel che compongono una immagine ci dice poco sulle sue reali dimensioni. Infatti in genere si ragiona con immagini che vengono acquisite da macchine 24 x 36, un formato che per molti versi può essere considerato uno standard e che ha il vantaggio di essere in proporzione con i formati UNI.

Il nostro file da 24,4 megapixel in 24 x 36 mm implica che la superficie sia 0,24 x 0,36 cm, ossia 8,64 cmq e che quindi per ogni cmq siano disponibili 2.824.000 pixel e che la risoluzione sia quindi di circa 1680 pixel per cm. La nostra immagine avrà perciò 2,4*1680 = 4032 pixel sul lato corto e 6048 pixel sul lato lungo. Come verifica abbiamo che questa immagine permette la stampa di un poster di formato massimo 4032 : 59 = 68,3 cm sul lato corto e 6048 : 59 = 102,5 cm sul lato lungo ossia circa quel 70 x 100 cm.

Ma nel caso che il formato dell’immagine abbia dimensioni differenti il numero totale di pixel ci può riservare delle sorprese. Prendiamo per esempio la nuovissima Hasselblad H3D II-31 che fornisce immagini da 31 Mpixel con un sensore di 33,1 x 44,2 mm, ovvero con una risoluzione dichiarata di 4872 x 6496 pixel, in questo caso possiamo calcolare che si possa giungere ad una stampa offset di fino ad un formato di circa 41,3 x 55 cm senza alcuna perdita qualitativa. Se avessimo tenuto conto soltanto della dimensione complessiva del file di 31 Mpixel non avremmo potuto effettuare questo calcolo perché il formato di questo sensore non ha proporzionalità con i formati UNI, come invece si ha per il 24 x 36.

Come si vede per una paginetta di rivista in formato A4 stampata con il più classico dei sistemi offset richiederebbe, incluse le necessarie abbondanze 22 x 30,7 x 118 x 118 = 9.404.270 pixel, ossia un file di 9,5 Mpixel che diventa un file di 19 Mpixel nel caso di una doppia pagina.

Si tratta di immagini di tutto rispetto come dimensioni e, se consideriamo i “tagli” e gli eventuali ritocchi che l’immaginatore potrebbe volere effettuare, richiederebbero file veramente importanti. Per fortuna i programmi di ritocco ed elaborazione ci vengono incontro con numerose possibilità di “forzare" le dimensioni delle immagini. Questi strumenti ed il loro modo di operare sulle immagini saranno i prossimi temi che affronteremo.

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