Editoriale

Gennaio - Marzo 2023, Anno XVII, N. 116

Ezio Rotamartir

Con gli auguri di buon anno nuovo entriamo nel nostro diciassettesimo anno di pubblicazione: auguri e complimenti a tutti i componenti della redazione ma, soprattutto, a voi nostri cari e affezionati lettori. Ne è passata di acqua sotto i ponti e siamo ancora qui a parlare di fotografia e tutto ciò che le gravita attorno: un pianeta sempre più piccolo che, però, è duro a morire. Per fortuna!

Fotografia di Valeria Lobbia per osservatoriodigitale n.o 116 di Gennaio - Marzo 2023

È stata una riflessione lunga e difficile. Stavo pensando a una certa situazione quando mi è venuto in mente un paragone proprio con la fotografia che sembrava calzare a pennello.

Pensavo, in seguito a una serie di articoli letti qua e là durante le vacanze di fine anno, a quanto sia incredibile il rapporto tra dare e avere che corre tra le persone e lo Stato. Se ci pensiamo bene siamo davvero fortunati a vivere in uno dei Paesi più evoluti e civilizzati del pianeta, in una nazione che garantisce ai suoi cittadini tutta una serie di benefici (pensiamo alla sanità pubblica i cui trattamenti riservati a chi sta male sono un sogno in tanti altri Paesi addirittura più ricchi del nostro, Stati Uniti in testa) e questo solo in virtù del fatto che questi servizi vengono erogati gratuitamente in cambio del versamento delle imposte sul reddito e attività varie. Tutto molto bello.

Ma non è tutto oro quello che luccica, lo sappiamo bene. Mi sembra già di sentire i cori di coloro che sono pronti a lamentarsi di questo e quel disservizio, di quanto si paga ormai per tutti i servizi che, a volte o spesso, lasciano a desiderare in fatto di qualità e professionalità da parte di chi li eroga. C'è del vero anche in questo, sarebbe inutile negarlo.

È un rapporto che ricorda un po' quello dell'apertura del diaframma in corrispondenza del tempo di scatto impostato. C'è un rapporto preciso da rispettare al fine di ottenere uno scatto bilanciato e ottimale. Certo in alcuni casi è possibile "esagerare" spingendo un po' di più sull'apertura ma, nella maggior parte dei casi, si otterrà una foto "bruciata", a meno di essere Massimo Siragusa...
Allo stesso modo lo Stato può esasperare un tipo di spesa affinché i diritti dei suoi cittadini vengano soddisfatti a pieno ma quasi sempre si finisce con l'aggravare un bilancio già nettamente negativo.

Ecco allora che, soprattutto in casi di benessere, sanità e salute in generale, intervengono dei fattori esterni che aiutano il popolo letteralmente a vivere meglio: sono le organizzazioni benefiche senza scopo di lucro, fondazioni e onlus, che corrono in aiuto di coloro che hanno davvero bisogno laddove lo Stato è carente oppure latita del tutto.
Penso immediatamente a tutta una serie di nomi che meriterebbero di essere citati; alcuni di essi li vediamo negli spot televisivi a sui maggiori social, sono nomi altisonanti che da decenni svolgono la loro attività senza fermarsi mai, oggi affiancati da tutta una serie di altri soggetti che, in piccolo o almeno su scala minore, fanno miracoli per salvare situazioni che altrimenti diventerebbero ancora più drammatiche di quello che già sono.

Per questo motivo ho deciso che comincerò a citarne alcuni dando loro un piccolo spazio alla fine degli editoriali affinché tutti voi possiate prenderne atto e verificare di persona chi sono e che cosa fanno. Chissà vi venga voglia di dare una mano.

La prima è una fondazione che ho conosciuto attraverso due amici, due fratelli che gestiscono una pasticceria a Valenza chiamata Artigian Caffè, Carmine e Vincenzo Talarico, e nel loro piccolo raccolgono fondi per La Città della Speranza, una onlus pediatrica di Padova che si occupa di curare delle patologie infantili molto particolari e difficili. In parallelo si fanno in quattro anche per un'altra onlus, questa volta di Alessandria, che si occupa ancora di bambini in grande difficoltà, la Fondazone Uspidalet che rappresenta uno dei 14 ospedali infantili del nostro Paese, le uniche strutture ospedaliere dedicate in esclusiva all'ospedalità pediatrica. Tra queste l'Ospedaletto rappresenta un'autentica eccellenza nazionale.

C'è una terza onlus che mi preme ricordare e si tratta della Fondazione Francesca Rava, nata nel 2000 che aiuta l'infanzia e l'adolescenza in condizioni di disagio, le donne fragili in Italia, a Haiti e nel mondo. Fa tutto questo in moltissimi modi, attraverso iniziative lodevoli che più di una volta sono ste oggetto di menzioni da parte di molteplici istituzioni nazionali, a partire dal Presidente della Repubblica. Non potete immaginare quanto sia vasta la rete dei volontari e l'impegno che quotidianamente viene profuso su molti fronti per riuscire a portare conforto ai soggetti bisognosi, a tutti coloro che di aiuto ne hanno bisogno davvero.

Fatevi un giro sui loro siti e ricordate che basta poco, anche pochissimo per aiutare, a volte con meno di quanto possiate immaginare.

C'è stato uno scienziato americano, George Price, morto in estrema povertà nel 1975 dopo aver regalato tutto ciò che aveva ai senzatetto, che ha cercato per tutta la vita la formula matematica che esprimesse a pieno il vantaggio evolutivo dato dai gesti di generosità disinteressata. In parole povere voleva scoprire la formula matematica della solidarietà, il segreto per cui, dopo tutto, nell’evoluzione del genere umano vince la cooperazione. La versione complessa della sua equazione, con tanto di spegazione e dimostrazione, la trovate qua, nel caso qualcuno fosse particolarmente interessato dall'argomento. La versione "facile" la trovate nell'illustrazione di Mark Wang che segue.

©Mark Wang 2023

Torniamo un attimo alla fotografia: l'immagine di apertura è della fotografa Valeria Lobbia, la cui intervista troverete all’interno di questo numero.

Arrivederci al prossimo numero primaverile di osservatoriodigitale.


Ezio Rotamartir