Nella storia dell'attrezzatura fotografica non c'è probabilmente mai stato un periodo tanto ricco e vario di proposte come quello attuale. La tecnologia digitale sembra aver agito da moltiplicatore in ogni aspetto della ripresa, partendo dalle fotocamere per allargarsi man mano a tutti i componenti con cui un fotografo deve fare i conti dalla preparazione dello scatto fino alla consegna finale del progetto. Come sempre, a un ampio ventaglio di prodotti tra cui poter scegliere corrisponde più flessibilità per avvalersi degli strumenti più appropriati a seconda del caso, tanto più di fronte alla crescente necessità di differenziarsi professionalmente - vuoi per distinguersi da una concorrenza sempre più numerosa, vuoi perché la committenza stessa è andata via via facendosi più variegata nelle caratteristiche e nelle richieste.

Esiste tuttavia un limite economico e logistico alla quantità di attrezzatura propria che un fotografo può permettersi, in particolare in un momento in cui non si può fare più affidamento sui budget di un tempo: ecco dunque che aumenta l'interesse verso un modello di "studio fotografico virtuale" la cui attrezzatura - per non parlare degli spazi - viene di volta in volta selezionata dalla capace offerta dei noleggiatori specializzati. Per questa prima parte del nostro speciale sull'argomento siamo andati a verificare la situazione sul campo con l'aiuto di Lorenzo Di Giovanna di EXIT, società milanese che rifornisce fotografi professionisti, case editrici e operatori della moda fin dal 1983.

Iniziamo considerando la natura delle apparecchiature in dotazione. "In un settore estremamente ricco di prodotti di ogni specie, il noleggio privilegia i prodotti di ultima generazione appartenenti ai marchi principali", ci dice Lorenzo. "Si tratta preferibilmente di strumenti che rappresentano un investimento elevato, in genere richiesti dai fotografi per risolvere un'esigenza specifica o come integrazione a quanto già si possiede". Può trattarsi per esempio di progetto che richieda l'uso di un obiettivo specifico assente dal parco ottiche personale, piuttosto che un intero set luci completo di generatori, softbox e modificatori vari: tutti elementi che per motivi di costo, di spazio (un aspetto particolarmente sentito dal crescente numero di fotografi che fanno a meno di un proprio studio), di diversificazione tecnica o di opportunità fiscale (pensiamo all'influenza dei beni in ammortamento sul risultato economico dell'attività e sugli studi settore di un professionista, specie in un periodo di crisi generalizzata) ha più senso affittare di volta in volta piuttosto che acquistare.

Quando iniziamo a parlare di fotocamere, un'attività come quella di EXIT ha offerto senza dubbio un punto di osservazione privilegiato sullo storico passaggio della fotografia dall'analogico al digitale. Ci addentriamo brevemente nei ricordi soffermandoci sulla prima Nikon digitale da 5 megapixel inserita in catalogo nel 2002, quando l'interesse dei professionisti verso la nuova tecnologia emergente era dettata soprattutto dalla possibilità di contenere i budget di produzione evitando i costi di pellicola e sviluppo: erano per intenderci i tempi in cui il noleggio giornaliero di un corpo digitale equivaleva a quello di 6 roll formato 120, e quindi i conti erano rapidamente fatti. Un'altra tappa significativa è stato l'arrivo della Canon 1Ds da 11 megapixel, che permetteva la stampa 40x50 con interpolazione evitando così l'impiego dello scanner in molte applicazioni. Poi, la svolta definitiva nel biennio 2005-2006, quando la Canon 5D segna l'affermazione del digitale con i suoi 12,8 megapixel di risoluzione insieme con altre caratteristiche d'avanguardia per l'epoca.

Set fotografico | Osservatorio Digitale

E oggi?

"Oggi esiste una frequente preferenza nei confronti della velocità di raffica da parte di tutti quei fotografi che seguono le sfilate", ci dice Lorenzo. "A volte vengono scelte fotocamere che non rappresentano il top di gamma, come accade per esempio con Nikon D4/D4s e Canon 1Dx, ma che offrono una raffica maggiore rispetto alle cugine più blasonate". Altri aspetti apprezzati sono la sensibilità ISO superiore e la presenza di una porta USB3 (il caso della Nikon D810) che consente di velocizzare l'acquisizione in maniera molto più semplice rispetto all'altra soluzione tecnologica adottata allo scopo dalle Case produttrici, quella connessione Ethernet che richiede una certa dimestichezza informatica per essere configurata correttamente sul PC.

Lorenzo mette in chiaro come questa richiesta di velocità non sia fine a se stessa, tutt'altro: "Non è un segreto che il budget medio delle produzioni sia attualmente più basso rispetto al passato. Questo comporta di conseguenza una diminuzione della durata delle produzioni, costringendo i fotografi a lavorare frequentemente in condizioni estreme dove i tempi sono compressi come non mai. In questo contesto, qualunque soluzione che contribuisca a velocizzare il workflow non è un semplice capriccio ma un'esigenza vitale".
Le mutate condizioni del mercato hanno influito anche sul comparto luci. "Una volta i nostri clienti ci chiedevano sempre qualcosa di nuovo da provare", ricorda Lorenzo. "Con i budget più elevati c'era la possibilità di esplorare creativamente le possibilità offerte dalla grande varietà di prodotti e accessori per l'illuminazione. Adesso invece, per i motivi di cui parlavo prima, gli aspetti ricercati prioritariamente dai fotografi sono la certezza di prodotti affidabili e la flessibilità di impiego". Un fatto che risulta evidente quando, visitando il magazzino, noto una quantità di confezioni appena arrivate contenenti le torce Profoto B2 che già Osservatorio Digitale aveva avuto modo di provare in occasione del lancio di marzo 2015 con un test che potete trovare a questo indirizzo.

E per quanto riguarda le luci continue, Lorenzo non ha dubbi: sarà il LED a tenere banco d'ora in avanti, con un forte sviluppo atteso per i prossimi cinque o dieci anni. "Il LED ha tantissimi vantaggi: innanzitutto permette di vedere la luce quasi come l'occhio umano, riducendo la differenza tra ciò che si vede e ciò che esce in foto. E poi non scalda, non ha praticamente consumi, è ideale sia per la fotografia che per il video, ed è modificabile in termini sia di temperatura che di colore". Una flessibilità davvero assoluta che promette tempi duri per i produttori di gelatine...

Fotocamere, dorsi, luci, obiettivi, monitor, esposimetri, stativi e accessori di ogni tipo, dai fondali agli specchi per il trucco fino ai cavi elettrici e ai carrelli: l'offerta di EXIT copre davvero qualsiasi esigenza, tanto che non è possibile identificare una richiesta "standard" nel campo del noleggio. Ogni progetto fa storia a sé, e come accade in tanti altri settori il segreto è quello di non limitarsi a fornire semplici prodotti bensì costruire soluzioni pratiche per necessità ben definite. Per questo è possibile richiedere anche attrezzisti, personale di supporto e persino gruppi elettrogeni, mentre le consegne vengono effettuate in tutta Italia con una propria flotta o, quando necessario, con l'aiuto di ben collaudati corrieri specializzati

La nostra ultima curiosità riguarda la manutenzione, elemento importante e di non poco conto anche dal punto di vista operativo in un magazzino così vario. "Svolgiamo internamente tutta la piccola manutenzione ordinaria, ovvero quella riguardante accessori cone stativi, cavi e così via", ci dice Lorenzo mostrandoci il laboratorio dedicato a questa attività. "Per tutto il resto ci affidiamo invece direttamente ai servizi assistenza delle Case produttrici in modo da avere un servizio perfetto anche per i prodotti più delicati e complessi".

Chi desiderasse maggiori informazioni sulle proposte di EXIT può visitare il relativo sito Web all'indirizzo www.exitrental.it

Data di pubblicazione: ottobre 2015
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