Pistoia Agosto 2009 ©Gianni Berengo Gardin per osservatoriodigitale di ottobre-novembre 2011, n.o 31 Ci sono alcuni argomenti che, lasciati cadere all'interno di un consesso di fotografi, garantiscono di scatenare in pochissimo tempo discussioni che definire vivaci è riduttivo. Sapete tutti di cosa parliamo: se sia meglio la pellicola piuttosto che il digitale, se sia preferibile Canon piuttosto che Nikon, quando un fotografo possa considerarsi professionista, se la fotografia possa essere testimone oggettivo della realtà o rifletta irrimediabilmente l'interpretazione di chi scatta. Benzina sul fuoco di quest'ultimo argomento è stata versata dal lavoro di Ruben Salvadori, fotogiornalista italiano recentemente premiato al concorso Photodreaming organizzato da Fondazione Forma con il suo "Dietro le quinte del fotogiornalismo", un'analisi del ruolo e dell'influenza del fotografo negli scenari di conflitto. L'essay di Ruben, il cui intervento a Forma è visibile qui, studia come fenomeno antropologico il comportamento di gruppo dei fotoreporter - a Gerusalemme, in questo caso - suscitando interessanti riflessioni sia sull'influenza che la semplice presenza dei fotogiornalisti può avere sullo svolgersi di un evento, sia sulla artificiosità ormai diffusa di certa informazione visiva dettata da pure e semplici ragioni di mercato: lo scatto viene costruito in modo artificioso perché le agenzie comprano solo immagini di un certo tipo, che poi sono quelle richieste dai media. E qui, allargando il discorso, si potrebbe affermare che siamo arrivati al punto in cui i fatti, per essere presi in considerazione, si devono ormai conformare alle opinioni.

Venendo a noi, altri interessanti spunti di riflessione e discussione ci auguriamo li possiate trovare nell'intervista - ma forse sarebbe meglio definirla conversazione a tutto tondo - con un personaggio che è sempre riuscito a dare un ruolo centrale alla fotografia in tutte le sue numerose e varie esperienze professionali. Mosè ci accompagnerà per mano attraversando poliedricamente argomenti come il senso narrativo dell'immagine o l'impatto dell'ebook sull'editoria (anche) fotografica: un pezzo da leggere nella propria poltrona preferita con un buon tè o un buon bicchiere di Porto, a seconda dei gusti personali.

Al tema della selezione degli scatti che viene toccato da Mosè si affianca idealmente il contributo del sempre sorprendente Giuseppe Carrieri, fresco reduce dalla premiazione di Amnesty International per il suo poeticissimo corto "La Polvere" che, per chi si fosse perso i passaggi televisivi su Coming Soon Television, rimane ancora visibile sul Web. Ma osservatoriodigitale si occupa anche di tematiche più mondane, quindi ecco la rubrica Mercati con un utile riepilogo di cosa propone attualmente il settore degli apparecchi mirrorless o EVIL, segmento in fortissima crescita che promette più di una sorpresa per l'anno a venire. Per la parte dedicata al professionismo fotografico, Fuori Fuoco offre un resoconto della particolarissima manifestazione che iStockphoto ha organizzato a Milano dal 28 settembre al 1 ottobre con una folta rappresentanza di free-lance stranieri: per i numerosi interessati che non hanno potuto partecipare, lo staff di od ha registrato i workshop tenutisi nell'occasione e ve li propone sotto forma di podcast.

Buon ascolto... e buona lettura!

Ezio Rotamartir

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