American Train ©Ezio Rotamartir - osservatoriodigitale di febbraio 2008 - n.o 3

Questo mese parliamo di sensori.

In tutto il loro splendore, di qualunque forma e dimensione siano, essi costituiscono il passo in avanti della fotografia digitale. Direi anzi: sono la fotografia digitale. Da quando sono apparsi e vengono prodotti in larga scala, tutti i produttori non hanno perso l'occasione di presentare e lanciare sul mercato decine di modelli di fotocamere basati su questa tecnologia. Anche gli ultimi fedelissimi della pellicola si sono a mano a mano convertiti al nuovo modo di catturare le immagini, convinti che tutto sarebbe stato più facile ed ecologico, abbandonando bagni chimici e camere oscure. Poi le scoperte in corso d'opera e la conferma che non proprio tutto quello che luccica, come si suol dire, sia oro: il problema della polvere, delle macchie che si formano sul sensore inquinando irrimediabilmente gli scatti, sono solo due degli aspetti che talvolta fanno rimpiangere la buona vecchia pellicola. Oppure no? In un test svolto in redazione passiamo al vaglio un sistema di pulizia dei sensori in contrapposizione alla pulizia professionale svolta in appositi centri autorizzati: il risultato vi sorprenderà.

Il sensore gioca una parte molto importante nel test svolto con la fotocamera reflex digitale più costosa sul mercato, la Hasselblad H3D II, le cui dimensioni sono doppie rispetto ai sensori 35mm e generano immagini di dimensioni davvero ragguardevoli che mettono a dura prova la capacità di memorizzazione di Compact Flash e dischi rigidi. Nel frattempo abbiamo vissuto anche l'evento PMA 2008, dove Sony ha annunciato la produzione di un sensore a pieno formato 35mm da oltre 24 milioni di pixel: la prima fotocamera che lo adotterà dovrebbe essere presentata al prossimo Photokina, a fine estate. Viene da chiedersi come mai tutto questo interesse verso un formato che fino a poco tempo fa, quando a poterselo permettere era solo Canon, veniva cordialmente ignorato e sottovalutato da tutti i concorrenti che, ora, sembrano fare il possibile per poter partecipare attivamente in quell'arena; si parla anche in un altro articolo della favola della volpe e l'uva: qualcuno ne sa qualcosa?

La giapponese CIPA ha finalmente rilasciato i dati integrali relativi alla produzione del 2007, che confermano le statistiche pubblicate sul numero precedente. Presto sarete in grado di dare uno sguardo ai dati storici del settore oltre che ai grafici aggiornati, magari in una sezione dedicata, sempre pronta per essere consultata.

Carla Pozzi, profilo del mese, titolare di Studio Immagine, ci porta nel mondo contorto della fotografia di moda con le sue tendenze e abitudini, che non sempre favoriscono i professionisti dell'immagine.

La prima parte di nuova rubrica sulla gestione professionale del colore ci giunge gradita dal nostro corrispondente dagli Stati Uniti, Stefano Lassini; così come Steed Kulka continua la sua ricerca sulla virtualizzazione, un argomento che nel prossimo futuro interesserà ogni campo in cui l'informatica viene utilizzata: insieme capiremo perché.

Nonostante le ombre sembrino prevalere sulle luci nel mondo delle immagini, nessuno sembra scoraggiarsi e continua imperterrito per la sua strada, sia un produttore di hardware che una software house: grande attività nel proporre novità a tutti i livelli, bisogna solo capire se il mercato abbia voglia (e denaro) per seguirne l'andatura. Buona lettura.


Foto di copertina ©Ilvio Gallo – Tutti i diritti riservati