Logo X Series FujifilmLa Fujifilm XE-1, oggetto della nostra prova di questo mese, è arrivata sul mercato in occasione dello scorso Photokina (dove ha vinto subito il premio come migliore prodotto della fiera stessa) come un'alternativa alla più grande e più costosa X Pro-1, ammiraglia di famiglia. Nonostante mutui dalla sorella maggiore sia il sensore XTrans da 16 megapixel e il processore EXR Pro sia il software di gestione, possiede alcune funzionalità esclusive come il nuovo flash a scomparsa e la presa per un microfono stereo esterno da utilizzare durante le riprese video, sempre che qualcuno voglia cimentarsi in quest'arte con un corpo macchina di queste dimensioni. Proprio nei giorni in cui la XE-1 è giunta in redazione è stata rilasciata una nuova versione del firmware, la 1.04, che annunciava piccole correzioni tra le funzionalità della fotocamera. Già rispetto alle altre componenti della famiglia X, sull'ultima nata sono state implementate migliorie che permettono di gestire meglio i tempi di operazioni come la scrittura delle immagini sui supporti di memoria (dimezzati rispetto a prima), l'incremento del numero ISO selezionabile (ora di base fino a 6.400, espandibile fino a 25.600) e, molto importante, un netto miglioramento della messa a fuoco, sia automatica sia manuale.

Fujifilm XE 1 con lo zoom 18-55

La macchina in prova è giunta nella nuovissima versione in kit con il nuovo zoom 18-55mm (corrispondente a un 28-80mm a pieno formato) che a prima vista sembra bello, costruito bene e potente: l'insieme sembra studiato bene per chi vuole avvicinarsi a una mirrorless potente con un'ottica all-round con la quale partire e cominciare a conoscere il sistema X. L'aspetto è molto piacevole nell'insieme, una caratteristica che ha da subito contraddistinto le fotocamere della nuova famiglia di Fujifilm, sin dall'apparizione della capostipite, la FinePix X100.

Anche se più piccola della X Pro-1 ma non di molto, la XE-1 vista dalla parte frontale fa subito notare la scritta di denominazione del modello e la mancanza dellla parte ottica del mirino: infatti il mirino è solo elettronico, anche se di eccellente qualità, non ibrido come quello che c'è sulla X100 e sulla X Pro-1. C'è da dire che la risoluzione del mirino della XE-1 è addirittura superiore (2,36 megapixel OLED oltre il 60% di risoluzione in più) rispetto a quello delle sorelle maggiori ma non offre certo la versatilità del modello ibrido. È scomparsa infatti anche la levetta di selezione che, sugli altri modelli, permette di passare da un tipo di visualizzazione all'altra.

La maneggevolezza del corpo macchina è rimasta ottima: nonostante la piccola riduzione nelle dimensioni, la XE-1 sta bene in mano e, grazie alle sue parti in metallo, fa sentire la sua robustezza senza tuttavia affaticare chi la utilizza, grazie alle parti in lega di magnesio. Ancora una volta, come accadde già con le altre fotocamere della serie X, sembra di avere tra le mani una piccola e famosa fotocamera tedesca dal marchio rosso: tutti i comandi principali sono a portata di mano come si conviene a una macchina indicata per la street photography, tornata prepotentemente di attualità. Nella parte superiore destra, impugnando la fotocamera, si possono controllare i tempi di posa e l'eventuale correzione EV mentre con la mano sinistra si possono regolare i diaframmi (qualora non fossero impostati sul modo automatico), decidere quale focale dello zoom utilizzare ed eventualmente focheggiare manualmente utilizzando l'apposita ghiera. Quando questo avviene, attraverso il mirino elettronico si attiva una sorta di aiuto alla messa a fuoco che permette di ingrandire la scena fino a tre volte al fine di permettere una messa a fuoco decisamente precisa.

Fujifilm XE 1 dorso

Osservando il dorso della fotocamera non si può, anche in questo caso, notare il look & feel tipico della famiglia X anche se balza all'occhio la dimensione ridotta del display LCD da 2,8 pollici contro i tre della sorella maggiore: a detta di Fujifilm la scelta è stata di quelle obbligate, proprio per facilitare il contenimento delle dimensioni generali del corpo. I controlli come il rotary dial, il tasto Q di accesso rapido alle principali funzioni del menu, il tasto per la selezione del modo di uso del Display LCD e i soliti cinque tasti di navigazione e conferma dei comandi sono situati alla destra del display.

Parlando del nuovo zoom 18-55mm, che ha un'apertura massima di f/2.8 che arriva fino a f/4, eccellente per questo tipo di zoom, presenta una serie di innovazioni tecnologiche che lo rendono potenzialmente da subito una grande ottica da mettere in cima ala lista dei desideri. La selezione della focale è morbida e precisa al tempo stesso mentre la funzione di messa a fuoco automatica è delegata a un motore lineare che sposta le lenti dell'obiettivo in senso longitudinale anziché con il solito metodo della rotazione, lo stesso tipo di motore che sovraintende anche alla funzione di stabilizzazione ottica dell'immagine che controlla i movimenti della fotocamera fino a ottomila volte al secondo.

La sensazione che si avverte subilto nell'uso della XE-1 è di estremo comfort; tutto viene naturale anche solo dopo pochi minuti dalla prima accensione proprio perché ci si ritrova a utilizzare la fotocamera come si faceva un tempo, attraverso quei controlli manuali, analogici, tipici delle fotocamere meccaniche o elettromeccaniche. Non c'è da pensare a premere questo o qel tasto per variare un valore perché il dito lo sta già facendo automaticamente: crediamo sia questo il principale obiettivo raggiunto da Fujifilm con la serie X, quello di riportare in superficie quello che per anni è stato nascosto dietro a tasti e voci di menu, la volontà di ridare al fotografo la gioia di concentrarsi sulla composizione delle immagini permettendogli di avere però tutto sotto controllo in modo semplice e potente al tempo stesso. Non si spaventino i principianti che si sentono attratti da questo tipo di macchina: all'inizio è possibile utilizzarla completamente in modo automatico così da scoprire col tempo le potenzialità offerte dall'uso manuale, realizzando nel frattempo immagini tecnicamente perfette. Purtroppo la creatività e il senso dell'inquadratura restano appannaggio esclusivo di colui che si trova dietro al mirino e che sceglie che cosa riprendere. Solo due parole sul flash a scomparsa; la sua apparizione va programmata dal menu ma i suoi effetti sono quasi deleteri sulla qualità dell'immagine, soprattutto se utilizzato in modalità luce diretta. C'è la possibilità, e questa è un'altra chicca rapportata a questo tipo di fotocamera, di girare il flash verso l'alto per ottenere una luce un po' più morbida e soggetti illuminati in modo più gradevole e naturale. Non ci dilunghiamo sulla parte video perché, come si diceva in apertura, garantisce la ripresa di filmati in full HD ma i controlli sono davvero limitati e, senza l'aiuto almeno di un treppiede, il risutato finale non è garantito. Interessante la presenza sia del microfono stereo integrato davanti alla slitta a contatto caldo, sia la presa per un microfono esterno, posto sopra l'uscita HDMI e all'uscita USB, tutti nascosti da uno sportellino laterale.

XE-1 con il parco ottiche XLa XE-1, al pari del'altro modello della serie X a ottiche intercambiabili, la X Pro-1, ma anche delle compatte X 10 e la nuova X 20 come della magnifica X100 e della sua nuova incarnazione la X100S, è perfetta per la fotografia di strada, quella che permette di scattare anche in prossimità di un soggetto senza che questo se ne accorga o venga intimorito dalle dimensioni della fotocamera stessa. Il grande sensore CMOS lavora in modo ottimale con il parco ottiche sviluppato appositamente per questo tipo di fotocamera: la scelta, oltre allo zoom di cui abbiamo parlato, varia per ora tra un 14mm, un 18mm, un 35mm e un 60mm. Il sensore X-Trans regala immagini nitidissime e incise grazie alla sua speciale tecnologia proprietaria che permette di evitare l'impiego del "solito" filtro passa basso. Lo sviluppo del file RAW è ancora un po' difficoltoso proprio a causa della natura così particolare del sensore (nonostante gli entusiasti utilizzatori dicano il contrario nei forum e sui siti dedicati) ma, fortunatamente, il problema è in via di risoluzione definitiva grazie allo sforzo che le maggiori software house produttrici dei più famosi Raw Converter stanno facendo per decodificare correttamente i dati prodotti da questo sensore. Davvero si tratta di una questione di giorni e tutto sarà più semplice, soprattutto per quei professinisti che fino a oggi hanno dovuto sobbarcarsi almeno due passaggi in più per sviluppare correttamente il file RAF.

Come ci sono piaciute le altre fotocamere X (il test relativo lo potete leggere qui) così ci ha entusiasmato la XE-1, che qualche volta ha tuttavia denunciato ancora qualche piccolo problema di messa a fuoco e di ritardo nel completare un'operazione di scrittura ma, è d'obbligo sottolinearlo, l'esemplare in prova era un modello di preproduzione, quindi non un esemplare della serie definitiva in produzione.

Vale il discorso che abbiamo già fatto in passato per questo tipo di prodotto: rivolgendosi a questa fascia di fotocamere si spende un po' di più rispetto alla vasta offerta di super compatte pompate di funzioni e megapixel che il mercato propone ma, in cambio, si ottiene molto di più del delta pagato alla cassa. Queste mirrorless, capaci di realizzare immagini di qualità superiore anche lavorando a valori ISO elevati o elevatissimi, sono alla base di un sistema che può essere espanso con il tempo (entro il prossimo anno saranno dieci le ottiche messe a disposizione da Fujifilm per il sistema X, oltre a una nutrita serie di accessori) garantendo così la tenuta del valore dell'investimento compiuto inizialmente.