Canon EOS-1D X logoLa nuova ammiraglia di casa Canon EOS-1D X rappresenta lo sforzo costruttivo di unire due linee di prodotto professionali in una. Lo scopo è quello di sostituire al vertice della gamma sia la supersportiva EOS-1D Mark IV, capace di raffiche fino a 10 scatti al secondo ma dotata di sensore APS-H, e la risoluta EOS-1Ds Mark III dedicata ai professionisti che desiderano lavorare a pieno formato 35mm. Con la 1D X Canon sembra riuscita a sintetizzare il meglio dei due modelli precedenti e addirittura a fare meglio. Il grande sensore full frame da 18,3 megapixel, insieme ai due processori Digic V+, garantiscono al fotografo la capacità di scattare raffiche fino a 12 fps in formato RAW e 14 in JPEG, entrambe in lunghe sequenze, fino alla saturazione del buffer di memoria.

Canon EOS-1D X vista frontale con sensoreAssolutamente indicate con questo tipo di fotocamera le schede di memoria del tipo Compact Flash utilizzabili in coppia grazie ai due slot disponibili, di ultima generazione, così da potersi assicurare anche riprese video Full HD senza problemi. Anche se si può notare un decremento del numero di megapixel rispetto alla 1Ds, Canon assicura che il livello qualitativo delle immagini prodotte dal nuovo sensore è talmente elevato da non far rimpiangere i megapixel mancanti. Quello che segue è un test che vuole mettere in evidenza le nuove caratteristiche della fotocamera non occupandosi, o quasi, delle caratteristiche di base comuni ai due modelli già citati in precedenza, le cui specifiche potete comunque trovarle nei test eseguiti da osservatoriodigitale qui, per la EOS-1D Mark IV, e qui, per la EOS-1Ds Mark III.

È notevole inoltre il salto di qualità che la 1D X offre ai professionisti della fotografia sportiva o di azione in genere, mettendo sul piatto non solo un numero superiore di scatti al secondo ma, questa volta, realizzati con un sensore full frame, che è circa il 30% più grande di quello impiegato finora su questo tipo di fotocamere. Maggiorato del 30% è anche il numero di scatti previsti dal ciclo di vita dell'otturatore, ora giunto a 400.000, un notevole incremento rispetto ai "soliti" 300.000 garantiti normalmente dal produttore.

Tra le novità più evidenti dal punto di vista operativo sulla fotocamera sono apparse alcune caratteristiche, ovviamente migliorative ma anche tanto attese, rispetto alle EOS 1 del passato: prima fra tutte la presenza di una nuova interfaccia di rete che, al posto della onnipresente porta mini-USB 2.0, è ora una porta Ethernet Gigabit che permette di collegarsi con il proprio computer anche con un cavo lungo fino a 100 metri invece dei soliti 3,5 disponibili con USB. Chi di voi ha utilizzato quest'ultimo tipo di cavo sa che, a lungo andare, porta a problemi di disconnessione dello stesso o di mancanza di segnale a causa di un possibile distacco del connettore dalla scheda madre costringendo a portare la 1D in assistenza. Con la "nuova" interfaccia si possono utilizzare normali cavi UTP di categoria 6 o 7, più facilmente reperibili ed estremamente più economici oltre che veloci: gli oltre 30MB del file RAW prodotto vengono trasmessi al computer senza tempi di attesa, un altro bel traguardo.

Come già indicato in apertura il nuovo doppio slot per le schede di memoria aiuta a rendere la 1D X un vero portento in fatto di storage locale: è possibile scattare e registrare video per una giornata intera senza doversi preoccupare se lo spazio sarà sufficiente. Al solito oltre a impostare che la seconda scheda faccia da backup alla prima è possibile, ad esempio, fare in modo che una volta terminato lo spazio sulla prima le immagini vengano scritte automaticamente sulla seconda senza nemmeno accorgersene.

Gamma Canon EOS-1

Guardando la 1D X  appare evidente la discendenza a livello esteriore con i modelli precedenti: solo affiancandola fisicamente a un'altra 1D o 1Ds si nota un leggero incremento delle dimensioni, soprattutto in altezza. Balzano subito all'occhio i nuovi quattro tasti, due coppie di due, posti intorno all'attacco dell'obiettivo sulla parte sinistra del corpo. Molto in stile Nikon, servono ad accedere rapidamente alle funzioni di scelta dei punti AF o a richiamare il punto AF memorizzato. Canon EOS-1D X nuovi tasti di selezione AFSono posti in modo ergonomici affinché possano essere impiegati comunque venga impugnata la macchina. Allo stesso modo, ma sulla parte posteriore del corpo dove fa bella mostra di sé il nuovo display LCD da 3,2" da 1.040.000 punti, nitidissimo anche in presenza di luce diretta, troviamo un secondo piccolo "joystick" in basso rispetto alla rotella di selezione così da permettere il suo utilizzo anche quando si scatta con la fotocamera in modalità verticale. In prossimità del joystick tradizionale è comparso ora un tasto Q, molto trendy e utile, che permette di accedere al menu rapido in cui è possibile modificare i valori delle funzioni più utilizzate. Il tasto di blocco dello specchio per la funzione Live View è stato reso indipendente e spostato in alto, tra l'oculare e il tasto del blocco AF. Ultima novità evidente è rappresentata dai due led che si illuminano quando la 1D X è collegata a una rete Ethernet.Nuovo monitor LCD e doppio joystick

La grande velocità di ripresa offerta dalla 1D X è supportata non solo dal nuovo, potente sensore, ma anche da un sistema di trasferimento dei dati completamente nuovo. Il sensore ora è dotato di un doppio sistema di lettura e scrittura a sedici canali, doppio rispetto a quello a otto canali impiegato fino a ora, supportato dalla presenza di due processori Digic 5+ che risultano essere oltre 15 volte più rapidi rispetto ai Digic 4 impiegati sulle serie precedenti. Ovviamente anche il sistema di messa a fuoco è stato riprogettato per adeguarsi a questo standard, al punto che gli è stato dedicato un processore Digic 4 esclusivo per svolgere al meglio le sue funzioni: in aggiunta c'è un nuovo sistema di misurazione della luce dotato di un'unità da centomila pixel che permette al sistema di leggere meglio la luce in entrata e, di conseguenza, permettere al sistema AF di lavorare in modo ottimale. Ancora una volta c'è qualcosa di nuovo anche per quanto riguarda il sistema dei punti AF: ora abbiamo a disposizione un sensore a 61 punti dei quali 41, al centro, sono a croce e i cinque più centrali sono anche a scansione diagonale attuabili da obiettivi veloci, capaci di aperture massime da f/2.8 e più. La scelta del tipo di impostazione AF relativa al tipo di ripresa è stata decisamente semplificata: ora le categorie sono state ridotte a sei, tra le quali trovano posto la modalità di inseguimento del soggetto ignorando eventuali elementi di disturbo che entrano nell'inquadratura (modo 2), la messa a fuoco immediata dopo aver inquadrato un ostacolo (modo 3) e la messa a fuoco su soggetti che si muovono in modo casuale cambiando velocità (modo 6). Gli altri tre modi riguardano un'impostazione standard adatta a molte situazione di ripresa (modo 1), la messa a fuoco di soggetti che accelerano o decelerano rapidamente (modo 4) e l'inseguimento di soggetti che si muovono in modo casuale (modo 5).

Canon EOS-1D X Vista posterioreVolendo parlare della sensibilità ISO, la 1D X permette di scegliere con quale gamma di valori lavorare. Impostando il valore su AUTO è impressionante quante volte ci si trova a scattare con valori intorno a 200.000 rendendo così luminosissime scene che, a occhio nudo, sono praticamente parzialmente o completamente buie. Il valore massimo arriva a 204.800 ma si può scegliere di lavorare con una gamma limitata a 12.800, 25.600 o 51.200, così come impostare manualmente il valore iSO desiderato fino a un minimo di 50 indicato come [L]. Ciò che impressiona davvero tuttavia è il contenimento del rumore anche durante gli scatti a sensibilità così elevate. Tra le 24 schermate base offerte dal sistema operativo della fotocamera vi sono alcune pagine e sottopagine con funzioni dedicate a come il sistema di riduzione del rumore ad Alti ISO deve lavorare, così come le impostazioni dell'elaborazione delle alte luci o la gestione delle aree molto contrastate. Insomma per utilizzare la 1D X in modo corretto, anche se si è professionisti provetti, è consigliabile passare un po' di tempo a comprendere a fondo le nuove funzioni al fine di poterle impiegare al massimo delle loro possibilità.

Come già accadeva sulle ultime 1D, è possibile gestire il tipo di ottica montata sul corpo macchina così da ridurre ogni tipo di aberrazione, ottica e cromatica, che potrebbe intervenire durante lo scatto: ora è possibile addirittura caricare in macchina, attraverso la EOS Utility fornita a corredo, la profilazione di ogni obiettivo che si intende utilizzare così da facilitare il lavoro dei processori e ottenere risultati qualitativamente ancora superiori.

La qualità dell'immagine della 1D X è davvero impressionante. Il sensore di grandi dimensioni, grazie anche ai suoi pixel maggiorati (quasi 7 micron rispetto ai 6,39 della 1 Ds) cattura la luce con grande precisione aumentando di gran lunga il rapporto segnale/rumore e garantendo immagini utilizzabili senza post-produzione anche se realizzate a ISO decisamente elevati. Un'altra novità introdotta con la 1D X, grazie alle innumerevoli migliorie tecnologiche, è anche  la capacità di scattare immagini multiple o di combinarne fino a 3 tra quelle già scattate (in RAW, ovviamente). Tra le funzioni aggiornate ricordiamo per ultime, ma non a livello di importanza, quella relativa al sistema di rimozione della polvere e dei micro residui sul sensore, ormai giunto alla seconda generazione, che serve a garantire sempre foto pulite in ogni condizione di lavoro, e la revisione del sistema di pixel binning che ora permette la scrittura e l'utilizzo di un formato S-RAW di seconda generazione.

Canon EOS-1D X Porte laterali di collegamentoDue parole sulle caratteristiche di ripresa video della fotocamera. Si intuisce la strada presa da Canon verso il mondo del cinema con la serie C, poiché anche la 1D X beneficia di una serie di funzioni che le fanno fare un balzo in avanti rispetto ai modelli precedenti e alle dirette concorrenti (nel caso ce ne fossero) sul mercato. La capacità di registrare immagini in formato full HD è data per scontata ormai, ma il modo in cui questo avviene è degno di nota, proprio di una videocamera professionale più che una fotocamera di questo livello. È possibile scegliere oltre alla compressione del video anche la frequenza con cui viene girato, offrendo particolare attenzione ai valori professionali, quelli impiegati da chi fa cinema, come i 24 o i 25 frame al secondo. Le compressioni disponibili sono due: All-I e IPB. La prima consiste nella registrazione del video praticamente senza (o con davvero contenuta) compressione permettendo una qualità del materiale girato a livelli elevatissimi ma con grande dispendio di spazio (circa 750MB al secondo, girando a 25 frame), mentre la seconda consente di riprendere solo i frame più significativi, secondo lo standard video già impiegato nei DVD, e rende possibile filmare ininterrottamente fino a 30 minuti di video. La 1D X registra il timecode in modalità standard così da poter utilizzare il girato in qualunque sala di montaggio. Grande attenzione è stata riservata anche alla gestione della registrazione dell'audio che, attraverso l'apposita regolazione, può essere impostato correttamente con 64 differenti livelli permettendo, qualora fosse necessario, di impostare anche il filtro antivento oppure togliere completamente l'audio.

Per concludere ci siamo trovati a utilizzare una fotocamera davvero interessante che sposta molto in avanti il livello delle reflex professionali, lasciando dietro a sé un gap davvero ampio e difficile da colmare. Certo il prezzo è adeguato alla classe in cui vive la EOS-1D X, prezzo che si aggira oltre i 7.000 Euro per il solo corpo. Le dimensioni e il peso sono importanti (1.340 grammi anche se interamente forgiato in lega di magnesio), come è sempre stato per questa categoria di fotocamere che hanno un corpo che integra il grip di scatto verticale nel quale trova posto una batteria di grande capacità ma anche di dimensioni e peso generosi. Durante il nostro test abbiamo a volte riscontrato qualche difficoltà nella messa a fuoco durante l'utilizzo di uno zoom Canon 24-70L f/2.8 USM soprattutto con aperture sopra f/8. A detta di Canon, che abbiamo interpellato sull'argomento e che ha riconosciuto essere un bug noto e riscontrato sulle prime unità consegnate, il problema è stato superato e risolto con il rilascio del nuovo firmware.