A una prima, frettolosa occhiata sono quasi indistinguibili tra loro; eppure ciascuna di esse risponde a precise filosofie operative e tecniche, attirandosi la gratitudine di convinti assertori e le critiche di altrettanti, decisi detrattori. Nate come semplici tool per la conversione delle immagini RAW, si sono presto evolute in sofisticate camere oscure digitali complete di funzionalità per la gestione degli archivi: sono le applicazioni che compongono "l'altra metà" del lavoro del fotografo moderno, attrezzi fondamentali che continuano a crescere di complessità e potenza tanto quanto i corpi macchina. In questo test ci soffermiamo su Bibble 5 Pro, recente frutto di un profondo lavoro di rivisitazione del codice che ricorda quello compiuto da Hasselblad qualche anno fa per creare Phocus sulla base di FlexColor.

Bibble Labs è forse il più piccolo tra i produttori dei principali raw converter presenti sul mercato: una software house monoprodotto che si era segnalata fin dal 2000 per la buona qualità dei propri algoritmi di demosaicing (quelli che trasformano i dati del sensore in un'immagine comprensibile per i nostri occhi), il prezzo davvero contenuto e, in seguito, anche la capacità di realizzare e mantenere con frequenti aggiornamenti gratuiti un'applicazione compatibile non solo con Mac OS X e Windows ma anche con le varie piattaforme Linux. Tuttavia, come spesso accade quando le software house sono concentrate principalmente sugli aspetti tecnici dei propri prodotti, Bibble Labs era inciampata sugli aspetti di usabilità dell'interfaccia. Bibble 4 garantiva sì risultati eccellenti, ma solo a chi avesse avuto il tempo e la pazienza di imparare ad adeguarsi alla particolare filosofia - molto tecnica e assai poco fotografica - dell'applicazione. Certamente un problema non esclusivo di Bibble Labs, dato che in passato abbiamo visto applicazioni di altri ben più quotati produttori uscire sul mercato con poca attenzione nei confronti dell'utente; ma bisogna tuttavia rendere merito ad Adobe che, già con la prima versione di Lightroom, ha definito un nuovo paradigma in quanto a interfaccia e logica di lavoro al quale tutti si sono presto o tardi allineati.

Bibble 5 Pro non fa eccezione, rientrando quindi a pieno titolo tra i programmi che condividono una struttura talmente simile da rendere minima la curva di apprendimento necessaria per passare da un'applicazione all'altra: oltre al "capostipite" Lightroom e al già citato Phocus ricordiamo ad esempio Capture One, Aperture o Silkypix. Bibble 5 non spinge  il fotografo a seguire un workflow sequenziale predeterminato come invece è caratteristica di Lightroom, un aspetto giudicato controverso da molti (chi lo trova estremamente produttivo, chi invece fastidioso) anche se non vincolante ai fini dell'utilizzo dell'applicazione. La suddivisione dello schermo è in gran parte personalizzabile, i pannelli possono essere aperti e chiusi a piacimento, e non mancano comodi tab che raggruppano funzionalità logicamente accorpate. Per chi si trova a lavorare su sistemi operativi differenti, l'uniformità di interfaccia è garantita grazie al ricorso alle librerie multipiattaforma Qt.

Al di là dell'aspetto immediatamente visibile relativo all'interfaccia utente, il passaggio da Bibble 4 a Bibble 5 ha comportato in realtà un totale ripensamento dell'architettura sottostante, soprattutto per quanto riguarda la gestione interna dei dati e la capacità di sfruttare al meglio i processori multicore per velocizzare il trattamento di grandi quantità di immagini. Non per niente Bibble Labs sottolinea l'attenzione riposta all'ottimizzazione del codice nei confronti del multithreading, con il risultato di poter vantare una scalabilità pressoché lineare all'aumentare dei core disponibili. Si tratta di un'area nella quale anche altri produttori sono attivamente al lavoro, ma al momento con la generalità della applicazioni è ancora facile osservare guadagni prestazionali significativi solamente nel passaggio da 1 a 4 core, mentre all'aggiunta di core ulteriori si sperimentano risicatissimi miglioramenti incrementali.

L'altro elemento caratterizzante di Bibble 5 Pro riguarda le sue capacità di Digital Asset Management (DAM), totalmente inesistenti nella versione 4 uscita nel 2004, epoca in cui l'attenzione dei produttori era concentrata soprattutto sulla qualità della conversione raw e la necessità di gestire grandi archivi era assai meno sentita di oggi. Ora che la postproduzione fotografica - complici anche le enormi dimensioni raggiunte nel frattempo dalla maggior parte delle raccolte di immagini professionali e personali - non può prescindere dalla disponibilità di funzioni DAM complete, Bibble Labs ha colmato anche questo gap con un arsenale di metadati assegnabili e combinabili per la massima libertà di ricerca e raggruppamento. A differenza di altre applicazioni, Bibble 5 non costringe l'utente a importare l'intero patrimonio di immagini all'interno di uno o più cataloghi, dato che è tranquillamente in grado di lavorare su file estemporanei. I cataloghi, che rimangono comunque consigliati per poter sfruttare la totalità delle funzioni disponibili, hanno oltretutto il vantaggio di poter funzionare senza dover importare fisicamente i file originali bensì avvalendosi dei relativi riferimenti; in questo modo si possono gestire più archivi fisici e supporti storage esterni evitando di mantenere tutte le immagini nel proprio computer. Non sono tuttavia previste, ed è una mancanza che sentirà chi è abituato a fare backup, funzioni di sincronizzazione tra copie di cataloghi residenti su dispositivi differenti.

L'ottimizzazione dell'immagine è l'elemento che nel workflow fotografico viene subito dopo la gestione degli asset, e che tradizionalmente rappresenta il cuore delle applicazioni come Bibble. Qui le specifiche parlano di oltre 160 modelli di macchine fotografiche supportati all'edizione 5.0.2 Pro e tutte le funzionalità che è lecito attendersi da un programma di sviluppo digitale. Una presenza apprezzata riguarda senz'altro la versione "light" gratuita di Noise Ninja, conosciutissima applicazione commerciale per la riduzione del rumore disponibile anche sotto forma di plug-in per Photoshop e Aperture e qui integrata in bundle grazie a un accordo tra PictureCode e Bibble Labs risalente al 2006. I possessori di una licenza Noise Ninja non devono far altro che inserirne i dettagli all'interno di Bibble Pro per sbloccarne istantaneamente l'intero range di funzionalità. Di contro, dalla attuale versione di Bibble Pro mancano due utili strumenti peraltro già inseriti nella versione 4 come Perfectly Clear (l'ottimizzatore automatico realizzato da Athentech) e l'accoppiata timbro Clone/brush Spot Heal: secondo Bibble Labs verranno aggiunti alla versione 5.1 Pro, essendo la loro assenza dovuta semplicemente alla necessità di non ritardare oltre l'uscita di un prodotto la cui messa a punto ha già richiesto un anno oltre il previsto.

Se Noise Ninja e, come pare, Perfectly Clear rappresentano indubbiamente un bonus rispetto ad altre applicazioni simili, è innegabile che Bibble 5 Pro difetti di alcune altre funzionalità che non dovrebbero mai mancare nell'arsenale del professionista: la gestione dei watermark, ad esempio, o la possibilità di intervenire selettivamente non solo sulle aree dell'immagine (i layer editabili individualmente, ciascuno con le proprie region, sono una novità di grande rilievo che consente di raggiungere risultati davvero eccezionali in modo rapido e intuitivo) ma anche sulle dimensioni del colore e della luminosità. Capacità di questo tipo sono lasciate ai plug-in di terze parti, e qui la situazione si fa potenzialmente nebulosa. Innanzitutto occorre notare che, indipendentemente dalla (scarsa) quantità di plug-in disponibili in passato per Bibble 4, l'architettura radicalmente nuova della versione 5 impedisce qualsiasi compatibilità verso il basso: i plug-in debbono essere riscritti da capo, con i programmatori chiamati a impratichirsi di librerie di interfaccia completamente nuove. D'altra parte, è anche vero che nei primi due mesi dall'uscita del prodotto la quantità di sviluppatori coinvolti e di plug-in in qualche forma rilasciati è stata nettamente superiore a quanto accaduto lungo tutto l'arco della vita di Bibble 4, e qualche lavoro di ottima qualità è già disponibile a costi bassissimi se non nulli (la tendenza anche qui è quella di offrire versioni base gratuite con possibilità di upgrade a versioni più complete per poche decine di dollari): tutti elementi che depongono favorevolmente per il futuro.

Molto pratica risulta la possibilità di creare più versioni di una stessa immagine per poi applicare un editing differerenziato a ciascuna di esse confrontando i risultati sul tavolo luminoso. Le impostazioni possono essere copiate selettivamente da un'immagine alle altre o istantaneamente salvate in comodi preset. Per sfruttare al meglio l'applicazione è comunque consigliabile dedicare del tempo a capire in quale sequenza il motore interno di Bibble 5 applica quali funzioni. Alcuni plug-in, ad esempio, possono essere richiamati in una delle prime fasi della pipeline di processo influendo anche significativamente su eventuali impostazioni servite più a valle. Anche il rendering può variare a seconda della macchina fotografica che ha prodotto l'immagine: a meno che i produttori non rendano disponibili le specifiche complete dei dati, riuscire a decodificare i file raw dei vari produttori di fotocamere è spesso questione di reverse engineering e come tale soggetta a un certo grado di variabilità.

Un raw converter non può mancare di una sezione dedicata alla gestione dell'output, e anche qui Bibble 5 Pro non delude grazie a un approccio basato sul concetto delle "code", ovvero sequenze predefinite di azioni alle quali vengono sottoposte in batch le immagini selezionate o inviate alla coda stessa. Si possono creare e modificare code liberamente, e ogni coda può intervenire sulle fotografie per produrre un numero a piacere di risultati, ciascuno rispondente a specifiche impostazioni. Dal punto di vista tecnico è qui che Bibble 5 Pro si stacca nettamente dalla concorrenza grazie alla già citata capacità di sfruttare integralmente il multithreading dei processori: le code vengono elaborate in background - l'utente può tranquillamente continuare a lavorare con l'applicazione - a una velocità davvero ragguardevole. Massima flessibilità anche per quanto riguarda le code di stampa, dove è possibile specificare dimensioni del foglio, quantità, formato e posizione delle immagini da stampare su ogni foglio, ed eventuali preset da applicare subito prima dell'invio alla stampante. Chi possiede un sistema profilato può utilizzare anche la funzione soft proofing per verificare a video l'anteprima del risultato destinato ad apparire sulla carta.

Infine, un'applicazione andrebbe sempre valutata non solo per le sue funzionalità intrinseche ma anche per la serietà e le politiche commerciali del suo produttore. Nel caso di Bibble Labs ci si può aspettare che prosegua l'atteggiamento fin qui dimostrato con aggiornamenti frequenti e gratuiti che introducono sia il supporto di nuove macchine fotografiche, sia addirittura nuove e significative funzioni. In un panorama dove alcuni sembrano considerare i loro clienti come risorse da mungere senza ritegno facendo pagare ogni minimo update, comportamenti del genere non fanno che piacere, soprattutto quando si consideri che Bibble 5 Pro viene attualmente venduto a 199,95 dollari (online sul sito del produttore), quindi allo stesso prezzo di Aperture 3 e alla metà di quello di Lightroom 2 e Capture One 5, con una licenza che consente di installarne una copia su qualunque numero di macchine con qualsiasi sistema operativo purché non se ne utilizzi più di una per volta. In tempi brevi è poi attesa la più economica versione Bibble 5 Lite, della quale però non sono al momento noti né costi né caratteristiche. Come ormai consuetudine per tutti, sul sito del produttore è possibile scaricare una versione di prova gratuita di Bibble 5 Pro valida 30 giorni.

Bibble Labs: www.bibblelabs.com