mini alpha 7R mark IIFinalmente su osservatorio digitale il test delle nuove protagoniste assolute del mercato mondiale: la seconda generazione delle eccellenti e acclamate mirrorless professionali e full frame di Sony, la alpha 7 e 7R, rispettivamente da 24,3 e 42,4 megapixel. Le due macchine a prima vista potrebbero sembrare assolutamente identiche ad eccezione di due particolari, uno esterno, la R rossa a fianco del nome del modello, e uno interno, il sensore di differente capacità risolutiva: non è proprio così e vedremo il perché. Diciamo tuttavia che se non si è alla ricerca di una fotocamera estrema, sulla scorta delle Canon 5DS o 5DSR oppure della Nikon D810, la "normale" alpha 7 potrebbe rivelarsi una fotocamera perfetta o quasi. Parliamo di fotocamere dal sensore full frame, ottimizzate per un impiego professionale, dal corpo più compatto di una reflex tradizionale ma capaci di seguirvi senza fallo in ogni tipo di attività fotografica vogliate portarle.?È noto che da quando sono apparse queste mirrorless nella gamma offerta da Sony abbiano eroso in maniera quasi totale il mercato delle reflex della casa giapponese: d'altra parte l'ottima gamma di ottiche Zeiss messa a disposizione di chi ha deciso di affidarsi a questo tipo di corpo macchina non lascia dubbi sulla potenzialità offerta da questi sistemi; nonostante i corpi possano impiegare tutte le ottiche con l’attacco E solo quelle della serie FE (FullFrame E-mount) coprono senza vignettatura l’intera area del sensore a pieno formato.

Sony alpha 7 Mark II TopRispetto al modello precedente la nuova 7 è leggermente più alta e profonda, soprattutto dalla parte del grip, ora più marcato e che rende l'impugnatura più comoda, soprattutto quando si utilizzano ottiche importanti: certo rapportata a una normale reflex dalle stesse capacità sembra grande la metà o quasi, rendendo questa fotocamera perfetta per tutta una serie di occasioni, non ultima la street photography, oggi tanto in voga. I progettisti hanno sfruttato il nuovo design del grip per “riarrangiare” la disposizione di alcuni controlli molto importanti come il pulsante di scatto, ora in posizione più avanzata, e l’integrazione completa dei due controlli a rotella (dial) che ora sono più incassati all’interno del corpo e quindi più difficili da azionare accidentalmente.  Talvolta però, in situazioni di ripresa dove c’è bisogno di essere rapidi nel cambiare le impostazioni, queste rotelle così come tutti i controlli previsti sul corpo delle alpha 7 Mk II possono rivelarsi difficili da trovare oppure trarre in inganno il fotografo: ci vuole senz’altro un po’ di tempo per abituarsi alla disposizione di così tanti comandi in uno spazio ristretto come questo tipo di corpo. Intorno al pulsante di scatto ora trova posto l’interruttore principale di accensione e spegnimento della fotocamera.

Restando sulla parte superiore del corpo macchina troviamo al centro la slitta multifunzione che svolge anche la funzione di slitta per il flash. Guardando la macchina dalla parte frontale e spostandosi verso sinistra troviamo il selettore della modalità di scatto (che ora prevede anche la priorità di diaframmi) e, verso l’esterno, la rotella per la compensazione dell’esposizione, a incrementi o decrementi di 1/3 di EV. Davanti trovano posto due tasti funzione C1 e C2 assegnabili dall’utilizzatore e impostati dalla casa per la selezione rapida di stili di ripresa e tipologia dei file RAW (nella 7R Mk II anche nella versione Non Compressa a 14 bit).
Nella parte frontale della fotocamera trova posto solo il tasto di rilascio dell’ottica, nella parte destra della stessa.

Sistema IS Sony 5 assi per alpha 7 Mark IILa novità più eclatante introdotta con questa serie di fotocamere è la stabilizzazione dell’immagine su cinque assi alla quale si aggiungono dei miglioramenti ai sistemi di messa a fuoco e della capacità video ma andiamo con ordine a vedere bene tutte le novità e le differenze che ci sono tra la 7 Mk II e la 7R MkII. Questo tipo di stabilizzazione è una prima assoluta per fotocamere di questo livello: infatti si è già vista sulle 4:3 di Olympus, ad esempio, ma con un sensore che è la metà di quello impiegato sulle alpha 7. Inoltre il sistema di stabilizzazione, inserito direttamente nel corpo macchina (come era già stato provato sulle DSLR alpha 900, 850 e 99), permette di lavorare non solo con tutte le ottiche Sony e Zeiss con attacchi FE ma anche con quelle con attacchi E (anche prive di sistema di stabilizzazione OSS) e A con l’adattatore. Se si utilizzano ottiche di terze parti la stabilizzazione avverrà “solamente” su tre assi. Davvero non male.

In prima battuta abbiamo parlato del sensore che non solo differisce per la capacità risolutiva, 24,3 megapixel per la prima e 42 per la seconda, ma anche per la tipologia costruttiva; la 7 impiega un sensore CMOS tradizionale coadiuvato da un processore d’immagine Bionz X e dotato di filtro passa basso mentre sulla 7R MkII è montato un sensore Elmore R, non solo molto più risoluto (anche rispetto al modello precedente capace di “soli” 36 mp) ma del tipo BSI-CMOS, cioè retroilluminato, una novità assoluta in casa Sony che aveva utilizzato questo tipo di unità fotosensibili solo per sensori di dimensioni più piccole; i tecnici della casa giapponese sostengono che anche su una fotocamera a pieno formato questa tecnologia offra significativi miglioramenti in termini di qualità di ripresa, di per sé già molto elevata. La 7R Mk II è priva del filtro passa basso.

A causa dell’incremento del volume del corpo in alluminio, soprattutto nella zona del grip, c’è un aumento anche del peso, contenuto in soli 140 grammi grazie all’utilizzo di parti in lega di magnesio, che porta la 7 II a circa 599 grammi con la batteria e scheda di memoria. Altra grande differenza con la 7R II la fa il corpo completamente in lega di magnesio così da contenere il peso in 625 grammi. Entrambe i modelli hanno il corpo tropicalizzato, cioè completamente resistente a polvere e acqua così da renderli adatti all’uso in qualsiasi condizione atmosferica, caratteristica che oggi viene apprezzata non più solo dagli utilizzatori professionali.

Canon 5D MkIII vs Sony 7 MkII

Tra le migliorie generali si segnalano quelle relative ai sistemi di autofocus che differiscono nei due modelli ma che hanno portato a una velocizzazione globale delle operazioni circa una volta e mezza più veloci rispetto ai sistemi precedenti. La 7 II utilizza un sistema autofocus di tipo ibrido con 25 punti a rilevamento di contrasto e 117 a rilevamento di fase. La 7R II invece ha un sistema più complesso con 399 punti a rilevamento di fase. Durante la nostra prova abbiamo utilizzato anche ottiche Canon con anello adattatore Metabones e la risposta, in termini di messa a fuoco (così come di stabilizzazione dell’immagine), è stata sorprendentemente positiva. Da notare che il 24-70 f/4 in kit di prova con le 7 MkII, è grande quasi la metà dell’omologo Canon.

Anche per quanto riguarda la sensibilità i due modelli differiscono notevolmente: entrambe dispongono di una gamma ISO che va dai 100 ai 25.600 ma, sulla 7 II questi sono estensibili solo verso il basso fino a 50 mentre sulla 7R II si possono espandere anche verso l’alto fino a un valore di 102.400, come vuole la moda del momento…

Entrambe i modelli sono in grado di scattare raffiche fino a 5 fotogrammi al secondo che, se non cambia nulla per la 7 II rispetto al modello precedente, rappresenta un grande passo avanti per la 7R II che, nella vecchia versione raggiungeva solo il fotografo e mezzo al secondo.
A proposito di scatto c’è da dire che per essere una mirrorless la 7 MkII fa un bel rumore, nel senso che non fa nulla per passare inosservata: forse è per questo che sulla versione R è stato implementato un sistema elettronico che può gestire la prima tendina oppure l’intero otturatore in modo completamente silenzioso.

Sony alpha 7 Mark II front

Altro punto in comune tra i due modelli è il display LCD posteriore da 3 pollici che, nella 7 II rimane parzialmente orientabile come nel modello precedente ma con un incremento della risoluzione che ora raggiunge 1.228.000 pixel. Anche il mirino elettronico, già provato sulla DSLR alpha 99, è ottimo e a tecnologia OLED, con i suoi 2,36 milioni di pixel e un fattore di ingrandimento pari a 0,71 resta un punto di forza di queste fotocamere, sempre pronto e reattivo quasi al pari di un mirino ottico della migliore qualità. Sopra il display trovano posto, rispettivamente a sinistra e a destra del mirino, i tasti Menu e C3, uno dei tanti controlli personalizzabili dall’utente, che in origine controlla il Modo di Messa a fuoco. Ovviamente come su ogni fotocamera che si rispetti è presente un sensore che disattiva lo schermo LCD non appena si avvicina l’occhio al mirino e viceversa.


Un’altra caratteristica che unisce, e divide al tempo stesso, le due sorelle 7 Mk II  è la capacità di ripresa video. Entrambe infatti sono in grado di acquisire video a piena risoluzione 1080 con varie frame rate (60, 30 e 24p a 50 Mb al secondo) con il codec XAVC S ma è solo sulla R che è possibile ora registrare anche in 4K con opzioni a 30 e 24p potendo scegliere tra i 100 e i 60 Mb al secondo, sempre con codec XAVC S, in pratica come sulla più recente sorella 7S MkII dedicata proprio al mondo video pro ma, a differenza di quella, la 7R grazie al suo potente sensore può scegliere come girare in 4K, ad esempio nella modalità definita Super 35 4K, nella quale si emula un sensore di dimensioni APS C capace di sovra campionare le immagini registrate così da controllare perfettamente il problema del moiré. Il comando di attivazione della registrazione video è posto sulla parte alta del lato destro del corpo macchina, subito sopra lo sportellino che cela l’alloggiamento per la scheda di memoria.

La 7 Mk II non viene fornita con un caricabatterie vero e proprio ma con un adattatore che si collega alla rete elettrica e ricarica la batteria stessa inserita nel corpo macchina. Senza consultare il manuale può risultare difficile, al nuovo utilizzatore, individuare la presa (una porta mini USB) poiché è posta sotto uno sportellino sulla parte laterale sinistra che è così ben integrato da renderlo quasi invisibile. Nella stessa sezione trova posto anche l’uscita mini-HDMI per il collegamento a un monitor o a un televisore esterno. Subito a lato si trovano la presa cuffia, l’ingresso per il microfono esterno e la porta multifunzione.


Sony alpha 7 Mark II backPer quanto riguarda, infine, il controllo a distanza della macchina, le nuove 7 sono predisposte per utilizzare sia il wifi sia la funzione NFC, anche attraverso l’app PlayMemories aggiornata di recente per poter essere utilizzata con le versioni più recenti dei sistemi iOS e Android e con i computer Mac e PC. Attraverso queste funzioni si possono trasmettere direttamente le immagini scattate oltre a controllare quasi integralmente le funzioni di scatto. Per richiamare velocemente il menu wifi basta premere il tasto C4, impostato all’origine, che si trova sotto la rotella di selezione posteriore a fianco del display LCD, e che corrisponde anche al tasto Delete, ovviamente dedicato alla cancellazione dei file, a fianco del tasto Play, per la riproduzione di immagini e video.

Tutte le differenze tra i due modelli si concretizzano infine in una cosa sola: il prezzo. Parlando di prezzi veri, di mercato, cioè delle quotazioni che si trovano girando sulla rete o nei negozi di fotografia, la alpha 7 Mark II si trova intorno ai 1.400 Euro per il solo corpo, prezzo che praticamente raddoppia per la alpha 7 R Mark II, aggirandosi in torno ai 2.900 Euro. Volendosi dotare di un’ottica da utilizzare subito (diciamo uno zoom come quello utilizzato in prova, Zeiss Vario-Tessar T* FE 24-70 f/4 rivelatosi ottimo sotto ogni punto di vista) sarà bene prevedere un esborso intorno al migliaio di Euro che si dimezzano qualora si scegliesse uno zoom meno potente, come l’FE 28-70 f/3,5/5,6 oppure raddoppiano per un Vario-Tessar T* FE 24/70 f/2,8.

 

Vista interna Sony alpha 7R Mark II

Le due alpha 7 Mark II differiscono, come abbiamo visto, dalla risoluzione del sensore per arrivare alle diverse capacità di ripresa video, sono molte e vanno giustificate con la necessità di avere un corpo macchina capace di tali prestazioni. A nostro avviso già la 7 “normale” rappresenta un punto di arrivo per molti fotografi che vogliono una fotocamera performante, capace di produrre immagini di altissima qualità in un corpo che è decisamente più contenuto rispetta a quello di una reflex di pari livello. Inoltre, la qualità costruttiva non meriterebbe nemmeno di essere menzionata vista il livello elevatissimo costante proprio del marchio Sony che si ritrova in tutti i prodotti di ogni settore merceologico.

Il nuovo sistema di autofocus è davvero strepitoso e velocissimo, al punto che supera quello di molte reflex professionali: un tempo questo era il tallone d’Achille dei sistemi mirrorless mentre oggi ne rappresenta addirittura un punto di forza; per tutte le caratteristiche di cui si è parlato le due nuove 7 si candidano per entrare di diritto nelle borse di tutti i professionisti che vogliano perdere un po’ di peso nel loro corredo senza rinunciare alla qualità dell’immagine, qualunque sia il loro campo d’azione.

Un’ultima curiosità a proposito delle fotocamere capaci di risoluzioni molto alte: si vocifera da qualche tempo che Sony stia lavorando a una versione ancora più spinta della 7R da ben 80 megapixel. Che stia tornando di moda la pazza “guerra” dei tempi che furono?

Data di pubblicazione: aprile 2016
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