Raccontiamoci. L’invito riguarda chi l’Italia la conosce dall’interno e, ancor più, chi considera la fotografia come uno strumento di conoscenza e di comunicazione. Ed è un invito che appare inevitabile raccogliere, a poche settimane dall’inizio dell’Expo, come nei prossimi mesi che porranno Milano, ma anche tutta l’Italia, al centro dell’attenzione internazionale. Il racconto attraverso la fotografia diventa dunque anche un modo per far meglio conoscere il nostro Paese a chi vi arriva in occasione dell’Expo: è il made in Italy che si svela, mostrando un altro lato, oltre al design, la moda, l’arte.

Già pronto a raccogliere questo invito, considerandolo in tutte le sue sfaccettature, è a Milano il Palazzo della Ragione Fotografia, che ospita la grande mostra Italia Inside Out, totalmente dedicata al nostro Paese. La prima parte, Inside, dal 21 marzo al 21 giugno 2015 mette al centro i fotografi italiani, mentre la seconda, Out, dal 1° luglio al 27 settembre 2015 offrirà lo sguardo dei fotografi di tutto il mondo permettendo di cogliere l’attenzione che questi hanno dedicato negli anni alle bellezze del nostro Paese: un modo per riproporre in fotografia il mitico Gran Tour di Goethe e Stendhal.

Raccontiamoci, dunque. E proprio di un racconto si tratta, perché la prima parte della mostra a Milano al Palazzo della Ragione non ci propone i luoghi mitici – quelli assolutamente da vedere – in un giro turistico ideale. Il giro è molto più meditato, perché l’allestimento scenografico propone dei vagoni ferroviari tagliati a metà, uno per ciascuno dei 42 fotografi coinvolti: tante mostre, dunque, tante facce di uno stesso Paese. E vari modi di raccontare attraverso l’obiettivo di tanti fotografi con un animo differente. Il Duomo di Milano o il Colosseo non ci sono, ma non mancano luoghi più nascosti (la Milano anni ’50 di Paolo Monti), angoli di città colti durante la notte (la Modena di Franco Fontana), visti dall’alto (Olivo Barbieri) o in occasione di riprese cinematografiche (Federico Patellani a Matera nel 1953 durante le riprese di Alberto Lattuada de La lupa).

Modena, 2000. Foto di Franco Fontana. Da Italia Inside, esposta a Milano al Palazzo della Ragione Fotografia | Osservatorio Digitale

Ci sono i paesaggi alpini di Walter Niedermayr e le montagne teatro di guerra di Luca Campigotto, i paesaggi marchigiani (Mario Giacomelli), i luoghi di Luigi Ghirri e il magma dei vulcani di Antonio Biasiucci, una Firenze da scoprire (Cesare Colombo), L’Aquila devastata dal sisma (Marta Sarlo), le strade di Torino abitate di Massimo Siragusa, una Venezia intima (Gianni Berengo Gardin tra il 1958 e il 1960) e una più vicina alla fantasia (Silvia Camporesi). C’è la luce particolare della Sicilia di Giovanni Chiaramonte e il cromatismo dato dalle condizioni atmosferiche della Roma di Gabriele Basilico. Ci sono i bambini e quelli che tali lo diventeranno, ma sono ancora nella pancia della mamma (“Io parto” di Paola De Pietri). Ci sono i bambini che forse non sono diventati grandi, vittime di situazioni degradate (Toni Thorimbert a Pioltello nell’hinterland milanese nel 1974), le bambine piene di speranze (Letizia Battaglia a Palermo tra il 1979 e il 1986) e ci sono gli adulti che i problemi li affrontano giorno per giorno. E ci sono i ritratti degli italiani più famosi realizzati da Guido Harari. Ma scopriamo anche dei risvolti meno famosi di fotografi invece famosissimi: così di Ugo Mulas vediamo la Calabria fotografata nel 1957-58. E tante altre scoperte sono possibili girando tra le foto.

Trapani, 1999. Foto di Giovanni Chiaramonte. Da Italia Inside, esposta a Milano al Palazzo della Ragione Fotografia | Osservatorio Digitale

Le foto in bianco e nero convivono con quelle a colori; quelle immortalate con pellicola non sono state dimenticate a favore del digitale. Le immagini sono piccole o a grande dimensione, tante o una sola dello stesso autore. E proprio una di queste, a grande dimensione, realizzata da Massimo Vitali propone uno dei suoi bei paesaggi umani: è la spiaggia di Lampedusa. Contrapponendosi a una immagine ufficiale sugli sbarchi induce a riflettere su quei tanti morti in mare alla conquista (forse) di quella stessa spiaggia.

Racconti, dicevamo. Così appare la scelta fatta dalla curatrice Giovanna Calvenzi, che ha preferito questa chiave di lettura a una di semplice esaltazione della bellezza del nostro Paese (più modestamente questo lasciamolo a chi ci vede dall’esterno e ci scopre per un breve tempo. Senza, naturalmente voler negare la bellezza del Paese forse più fotogenico al mondo e più ricco di arte, cultura, natura). E sono anche racconti che vedono protagonisti quegli stessi fotografi, perché a tutti è stato chiesto di accompagnare le proprie foto con un breve testo, per completare il racconto, appunto.

Roma, 2007. Foto di Gabriele Basilico. Da Italia Inside, esposta a Milano al Palazzo della Ragione Fotografia | Osservatorio Digitale

Se la mostra offre ai visitatori la possibilità di scegliere un personale itinerario – ma è bene non trascurare nessuna sezione – una diversa prospettiva la offre il bel catalogo. Qui è stato scelto un fil rouge temporale: la divisione in decenni permette di ricordare quanto successo nel nostro Paese nei diversi anni ponendolo a raffronto con le immagini scattate nei diversi periodi dai fotografi. Così troviamo immagini d’archivio, luoghi sepolti nella memoria, fotografi che la loro selezione la vedranno solo dall’alto, fino alla Milano che solo oggi è possibile fotografare vista da Vincenzo Castella.

Foto di Valentina Picozzi esposta a MIA Art Fair 2015, in tema con l’Expo | Osservatorio DigitaleÈ importante far conoscere, all'esterno come all'interno, l'anima degli italiani, il loro modo di vivere e di pensare, gli aspetti più belli, ma anche i momenti di vita più difficile, ma altrettanto importante è ricordare (e ricordarsi) il passato, sia negli aspetti storici che attraverso l'arte. Proprio questo permette Il Quarto Stato e il territorio di Volpedo nelle fotografie del fondo Giuseppe Pellizza che sarà possibile vedere nell’ambito di MIA Fair 2015: nella mostra, in particolare, sarà possibile ammirare un nucleo di stampe fotografiche originali, estrapolate dall’archivio del pittore. E siamo dunque di nuovo all’Expo, perché Il Quarto Stato, dipinto da Giuseppe Pellizza fra il 1898 e il 1901, è stato scelto dall’assessorato alla Cultura del comune di Milano quale icona dell’Expo. La mostra fotografica sarà dunque un modo per raccontare quanto sta dietro a una delle opere simbolo del Novecento, ma anche per capire lo stretto rapporto che può esserci tra fotografia e altri strumenti di espressione.

Un racconto da cogliere al volo, però, perché Mia è aperto al pubblico dall’11 al 13 aprile nella nuova location The Mall - Milano Porta Nuova, in piazza Lina Bo Bardi 1. Qui sarò possibile scoprire le attuali tendenze della fotografia, il collezionismo, la fotografia come complemento d’arredo e, grazie alla formula che prevede un autore presentato da una galleria, sarà possibile raffrontare i fotografi italiani con quelli di tutto il mondo. E non mancherà una sezione dedicata all’Expo, con immagini sul tema ufficiale dell’esposizione universale. E anche questo è un modo di raccontare attraverso la fotografia.

Data di pubblicazione: aprile 2015
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