Les rencontres Arles 2012Il primo a darle risalto era stato Giulio Cesare. Dante la cita nella Divina Commedia, poi, in tempi più recenti, qui si è fermato Van Gogh, che vi ha dipinto oltre 200 tele e un centinaio di disegni. Bastano queste informazioni per delineare la fisionomia di Arles, la città provenzale i cui monumenti figurano nel patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Attualmente ad esaltare la fama della città francese sono Les rencontres d’Arles dedicati alla fotografia, un appuntamento estivo che si ripete da 43 anni e che il nostro inviato Valeria Prina ha visitato per voi.

Les rencontres Arles 2012Nata nel 1970 per volere di Lucien Clergue – una statua davanti all’edificio che ospita segreteria e ufficio stampa lo ricorda – la manifestazione riesce a coniugare le due anime della città: sono tanti i luoghi storici, tutti molto belli, che ospitano le mostre fotografiche, permettendo al turista una doppia scoperta. L'edizione 2012, in programma dal 2 luglio al 23 settembre, ha ospitato 60 mostre, 50 workshop e molte altre iniziative che hanno coinvolto tutta la città.

E sono mostre che permettono di scoprire la fotografia in tutti i suoi aspetti. Ci sono gli albori, con le immagini tratte dall’Archivio Alinari, che proprio quest’anno festeggia il 160° anniversario: delle foto che raccontano, oltre alle città di fine ‘800 – le immagini più conosciute – avvenimenti e momenti di vita di un lontano passato. Ed è una occasione per vedere anche il chiostro – almeno una parte, perché in restauro – della Cathédrale Saint-Trophime. Altrove, vicino a Les Arènes, sono ospitate le immagini che sintetizzano le nuove tendenze, con, tra l’altro, ritratti patinatissimi e autoritratti ambientati in una stanza coloratissima ripresi dall’alto. Autori sono i vincitori del concorso destinato ai giovani talenti.

Gregoire Alexandre a Les recontres Arles 2012Ci sono le foto che raccontano l’evoluzione delle modelle, esposte nello Spazio Van Gogh e le immagini di Grégoire Alexandre, che fotografa la moda con un occhio insolito, a volte coinvolgendo elementi di uno studio fotografico, altre volte facendo emergere un braccio, una gamba o altro da scatole o bianche costruzioni artificiali. Delle foto particolarmente affascinanti in un luogo come l’Église des Trinitaires. Ci sono gli Zingari, che Koudelka ha fotografato negli anni Sessanta in varie parti d’Europa, cogliendoli nei loro momenti di vita quotidiana come negli eventi per loro importanti. Si tratta di una mostra attesa da molti anni, che registra la fine di un’epoca, quella del nomadismo zingaro in Europa, ospitata nell’Eglise Sainte-Anne, che si apre in Place de la Republique, il cuore della città.

E c’è la mostra di Alexandra Catiere, fotografa bielorussa che ha usato un mix tra tecniche antiche e tecnologia di oggi per riprendere la gente. In più la mostra è sponsorizzata da Bmw, a dimostrazione di come la fotografia non sia appannaggio di soli addetti ai lavori: guardare le immagini appassiona tutti e la passione può essere sostenuta anche da chi non proviene dal mondo della fotografia.

E queste non sono che alcune mostre viste ad Arles, ma sempre, girando la città nell’estate, appare chiaro il desiderio di mixare il passato con il presente, la storia con la tecnologia di oggi, l’aspetto turistico e quello più culturale. Ed è anche un modo per dire che anche la fotografia – l’arte, la cultura, lo sguardo su quanto ci ha preceduto o ci circonda ora - può attrarre chi viene da lontano.

Il sito ufficiale della manifestazione: www.rencontres-arles.com