Come ogni anno, l'arrivo della più grande manifestazione dedicata alla fotografia suscita tra gli addetti ai lavori una ridda di discussioni, commenti e giudizi a dir poco contrastanti. Nel mondo di Internet ha ancora senso una fiera incentrata sui prodotti? Quali stimoli può ricevere un appassionato che si aggiri tra stand che esibiscono veri e propri oggetti del desiderio protetti da due centimetri di plexiglass piuttosto che sfilze infinite di cornici e album? E per le aziende ci può essere un ritorno adeguato da un investimento che, tra costi di partecipazione, allestimento, trasferta, pubblicità e personale, raggiunge cifre significative? Le ultime edizioni, con vistosi spazi vuoti nei padiglioni o addirittura interi stand abbandonati, avevano restituito una notevole sensazione di tristezza: un segnale tangibile della congiuntura economica che andava a toccare anche un intero comparto messo tutto sommato meglio di tanti altri, come testimoniato dai dati che regolarmente raccogliamo e commentiamo nella rubrica Mercati. All'appuntamento del 2011, dimezzato nelle dimensioni espositive e con alcune assenze di peso annunciate, gli operatori si sono avvicinati avendo ancora negli occhi le immagini del Photokina di settembre: solo sei mesi di distanza, ma un mondo di differenza. Come sempre ci siamo andati anche noi di od: ecco le nostre impressioni e, proposte in un modo del tutto nuovo per il nostro mensile, i giudizi di alcuni nomi noti dell'industria fotografica sullo stato del mercato e sulla loro specifica esperienza di questo Photoshow.

A dire la verità siamo arrivati in loco senza troppo entusiasmi, anche se il venerdì mattina al momento dell'apertura dei cancelli c'era già grande ressa all'esterno: con nostra grande sorpresa, poiché pensavamo che almeno la prima mattinata fosse dedicata alla stampa e agli operatori. Il morale ancora più basso: visto l'andamento "lento" delle ultime due edizioni del Photoshow, questa ridotta a un solo padiglione dava l'impressione di essere un triste ma inesorabile canto del cigno. Nel perimetro più esterno trovano posto gli stand riservati alla carta stampata di settore: uno di questi – una rivista di grande nome – tristemente popolata da un accolita di anziani fotografi che sembravano divertirsi più tra un tramezzino e l'altro senza curarsi di essere nel bel mezzo di un evento dedicato, in larga parte, al mondo digitale della fotografia. Morale ancora un po' più basso...

Alziamo lo sguardo e cominciamo il vero tour della manifestazione lanciandoci in un primo giro di esplorazione, quello che serve per rendersi conto di chi è dove, e durante il quale si comincia a salutare più o meno tutti. L'aver raccolto tutta la manifestazione in un unico padiglione ha avuto tutto sommato un effetto positivo: certo, la fiera è piccola, ma meno dispersiva. È sufficiente un solo sguardo dall'alto per abbracciare l'intero padiglione, occupato praticamente per il 10% dagli stand di una Nital che quest'anno festeggia il suo venticinquesimo di attività proponendo a fianco dello storico marchio Nikon altri importanti brand distribuiti nel nostro Paese come Lexar, Lowepro e Nik Software. All'estremità opposta si trovano altri due stand di ragguardevoli dimensioni: spiccano il bianco e rosso di Canon, che a fianco dei propri prodotti dà spazio alla manifestazione Donnavventura di cui è uno dei fornitori ufficiali, e il bianco e blu di Samsung. Completa il quadro dei main stand quello di Sony.

Ciò che colpisce è la quantità di gente che da subito ha popolato il padiglione: l'occhiata dall'alto gratifica sicuramente gli organizzatori dato che la grande affluenza premia sicuramente l'evento in sé, ma gli spazi si rivelano subito decisamente ridotti. Si formano le code nelle corsie più strette e, laddove ci sono eventi in atto (i main stand non a caso sono tali, avendo dedicato spazio per show e allestimenti tematici con modelle e sfondi per i fotografi presenti), si formano dei veri e propri ingorghi. Una curiosità: in quattro giorni di manifestazione abbiamo mostrato interesse verso un'ottica Canon presentata allo scorso Photokina ma mai messa in produzione, lo zoom serie L 8–15mm f/4, riuscendo a "toccarla" per circa 8 secondi. La quantità di pubblico e gli spazi angusti in cui muoversi rendevano improbabile se non impossibile provare quasi qualsiasi prodotto: ecco un altro aspetto negativo figlio del taglio degli spazi espositivi.

D'altro canto è comprensibile sia l'atteggiamento degli organizzatori e gestori degli spazi stessi, sia quello delle aziende: i primi non vogliono vedere aree tristemente vuote tra uno stand e l'altro, mentre le seconde devono giustificare i costi relativi alla partecipazione a questo tipo di manifestazione, costi sempre più alti e difficili da recuperare. Tra l'altro va ricordato e sottolineato anche come questo particolare evento non preveda annunci di rilievo proprio perché, a livello internazionale, non gli viene attribuita alcuna importanza. La prova è che, ad esempio, Nikon ha annunciato il rilascio della nuova D5100 proprio pochi giorni dopo la chiusura della fiera milanese, quando avrebbe potuto farlo benissimo durante: tanto che un’eco superiore alle nostre attese producono le due novità che nel nostro piccolo introduciamo al Photoshow - l’avvio di una collaborazione mirata con la web tv del Gruppo De Agostini e il lancio del podcast od2go con una selezione delle interviste audio ai maggiori protagonisti della stessa manifestazione milanese.

Tornando al cahier des doleances, dal pubblico presente sale una rimostranza relativa alla difficoltà di "mettere le mani" sugli oggetti esposti; mentre i professionisti, che si sentono ancora orfani di eventi come il Sicof, lamentano che questa è una fiera in cui di loro si parla poco, quasi nulla. Insomma sembrerebbe che l'evento scontenti proprio tutti...

Poi, come d'incanto, abbiamo cominciato a incontrare coloro che affrontano il mercato da un altro punto di vista, quello degli operatori di marketing che ogni giorno si battono per cercare di convincere il pubblico, soprattutto in momenti di economia fiacca come questo, che il loro prodotto è migliore e più accattivante di un altro. Di solito è gente dalla grande fantasia che però si ritrova schiava dei numeri, numeri che ultimamente non hanno dato grandi soddisfazioni. Ma il primo numero che quest’anno li entusiasma è quello dell’affluenza: i visitatori accorrono anche al di fuori del week-end centrale - momento naturalmente clou della fiera - più di quanto fosse stato previsto, tanto che le cifre finali che saranno comunicate dagli organizzatori al termine della manifestazione parleranno di 65.000 accessi contro i 53.000 dell’edizione romana del 2010. E non solo: il giudizio unanime che raccogliamo presso gli stand è che si tratti di un pubblico ben preparato che arriva conoscendo già sulla carta i prodotti e che approfitta dell’occasione per risolvere dubbi e approfondire aspetti specifici. E forse proprio questo atteggiamento coglie impreparati alcuni espositori, se dobbiamo prestare ascolto ai visitatori non sempre soddisfatti delle risposte ricevute.

Non sorprende dunque il successo delle dimostrazioni programmate - veri e propri mini-workshop organizzati forse da un numero di espositori inferiore a quello che la richiesta avrebbe potuto suggerire - anche per sopperire, come dicevamo prima, all’assenza di reali novità. E che l’interesse coinvolga la fotografia nella sua accezione più ampia è provato anche dall’entusiasmo mostrato verso il ritorno all’analogico, come accaduto con le Holga (distribuite in Italia da Aproma) e le nuove pellicole per Polaroid di Impossible Project distribuite da Nital. Meno frequentati numericamente, dato il carattere specificamente professionale dei prodotti presentati, gli stand dedicati a minilab e sistemi per la stampa diretta o il grande formato, comunque presenti in numero superiore rispetto al passato.

Assenze rilevanti a questa edizione, si diceva, ma anche una novità assoluta con la partecipazione di un famoso dealer specializzato come B&H, negozio newyorkese che grazie all'e-commerce è diventato tra i più grandi rivenditori internazionali di foto, video e audio. La presenza al Photoshow, fa parte di una strategia di crescita internazionale che ha già portato l'azienda a prendere parte a manifestazioni di settore al di fuori degli Stati Uniti per promuovere il rilancio del sito Web, ampliato dallo scorso anno con un meccanismo di localizzazione che permette di definire ogni ordine nella valuta locale dell'acquirente con un costo comprensivo di dazi, tasse e spese di spedizione calcolati in modo specifico Paese per Paese. Il supporto di uno staff multilingue e la disponibilità di garanzie internazionali permettono a B&H di competere a livello globale senza aprire centri di distribuzione e assistenza supplementari: tutto rimane centralizzato a New York, in quello che secondo Gabriel Bidermann, il responsabile marketing che ci ha accolto nello stand, rimane nonostante le dimensioni un "negozio a conduzione familiare" che punta su assortimento, servizio e competenza del proprio staff per continuare a crescere. "Lavoriamo molto con l'Europa, dove il nostro mercato principale è il Regno Unito seguito da tre Paesi come Germania, Spagna e Italia", ci ha detto Gabriel. "Molto interessante anche il mercato asiatico, guidato da Giappone e Cina. Rispetto a quindici o vent'anni fa, quando i volumi di vendite erano tutto sommato limitati dalla necessità di possedere un minimo di professionalità da parte del fotografo, il digitale ha abbassato il livello d'ingresso facendo letteralmente esplodere il mercato. E oggi affianchiamo i grandi numeri del segmento consumer con l'ampia disponibilità di spesa del segmento prosumer. Il professionista, che pure deve mantenersi sempre aggiornato in termini di attrezzatura, è tuttavia più selettivo e deve comunque portare ad ammortamento i suoi acquisti prima di effettuarne altri". Anche Gabriel ci conferma di essere soddisfatto del livello di preparazione dei visitatori incontrati qui a Milano, ed esprime grande ottimismo sulle prospettive del mercato fotografico nel suo complesso.

Ci aspettavamo un Photoshow maggiormente all’insegna del 3D, che invece sembra vivere una fase di attesa dopo i fitti annunci che hanno costellato il 2010. Sony e Panasonic, che da anni fanno del 3D un loro cavallo di battaglia commerciale, erano presenti con le loro linee di prodotti dedicati all’intero workflow tridimensionale dalla produzione di contenuti alla visualizzazione, ma la sensazione è che la partita si stia giocando su tavoli diversi alla ricerca di una killer app che ravvivi un interesse del grande pubblico solo parzialmente sollecitato dai blockbuster cinematografici in tre dimensioni o da nuovi dispositivi come il Nintendo 3DS.

Viceversa, grande spazio e grande attenzione verso le tecnologie emergenti degli apparecchi mirrorless, dal translucent mirror di Sony ai modelli Micro Quattro Terzi di Olympus, Panasonic, Ricoh e Samsung. I produttori stanno puntando decisamente su questi formati alternativi alle reflex predominio di Canon e Nikon, e i numeri sembrano dar loro ragione: come potete ascoltare nelle interviste del podcast, al momento sembra che l’ostacolo maggiore alla diffusione delle mirrorless sia più questione di sensibilizzazione dell’utenza che di caratteristiche tecniche. Si tratta comunque di un settore che merita di essere tenuto sotto controllo sia dal punto di vista dei prodotti che del mercato.

E a proposito di podcast, a questo punto lasciamo direttamente la parola agli espositori: potete scaricare il podcast completo da iTunes o in alternativa da questo link, o ancora ascoltare i singoli interventi selezionando le interviste desiderate dall’elenco che segue:

Aproma
Canon
Casio
Grange
Hasselblad
Leica
M-Trading
Manfrotto
Panasonic
Polyphoto
Samsung
Sony

La nostra sensazione complessiva uscendo dall’ultima giornata di Photoshow, a dispetto di quanto avevamo temuto sin dall’inizio, è stata quella di aver partecipato a una manifestazione piacevole che ha lasciato una sensazione positiva nei confronti del mercato e del futuro. Importanti sono state le indicazioni, come avrete potuto ascoltare nei podcast, dei responsabili delle principali case produttrici che hanno indicato nel 2011 un anno di crescita e di rilancio del settore. Un plauso anche a tutti i visitatori che hanno “invaso” il padiglione carichi del loro entusiasmo che, in qualche modo, sembra aver contagiato tutti.

Da parte della redazione di od un sentito grazie a tutti coloro che, nonostante il marasma presente nei loro stand, hanno trovato il tempo di accoglierci e rispondere pazientemente alle nostre domande. Ci auguriamo quindi un’edizione 2012 più ariosa nei nuovi padiglioni della Fiera di Roma che ben si prestano allo scopo, magari potendo contare sullo sforzo di qualche importante distributore italiano affinché, in quella sede, si possa svelare qualche novità assoluta, gratificazione necessaria per un pubblico che tributa con grande passione un successo a un mondo che, solo un paio di anni fa, pochi avrebbero predetto così vivo e in forma.
Passiamo quindi allo stand degli amici di Fotonotiziario per un saluto e un brindisi di fine fiera tra colleghi e ci avviamo verso l’uscita mentre le luci si vanno via via spegnendo.