Ma come, il profilo di questo numero è una manifestazione fieristica? Sì, abbiamo pensato che sarebbe stato il caso di dedicare praticamente l'intero numero di od all'evento che più di ogni altro segna lo svolgersi e l'evolversi del mondo professionale dedicato alla fotografia. Abbiamo ritenuto opportuno trattare Photokina come se fosse l'immagine personificata di quest'arte che ci appassiona, una vera e propria interlocutrice capace di introdurci nel futuro, prossimo e remoto, dei questo mondo fantastico.

La sede, come sempre, è a Colonia, città che possiede un impianto fieristico eccellente, superorganizzato, efficente e decisamente ampio se non addirittura vasto. Degli undici padiglioni disponibili ben otto erano impiegati per ospitare l'evento biennale a cui tutti guardano come si guarda a un oracolo quando è in procinto di parlare ed esprimere i propri vaticinii.

Per darvi un'idea della dimensione e del valore che ricopre questa manifestazione basterà dire che gli espositori quest'anno sono stati 1523 (una sessantina in meno rispetto alla precedente edizione) provenienti da 49 paesi (tre in più rispetto al 2006). Gli USA anche quest'anno hanno dovuto cedere il primato delle partecipazioni per le aziende straniere (ovviamente non come livello di importanza) alla miriade di piccoli espositori provenienti dalla onnipresente Cina, 162 contro 199. La Germania, che ospita la manifestazione e ha una grande tradizione nel settore, svettava con i suoi 519 espositori, tuttavia 31 in meno dell'edizione precedente.

Le nuove tendenze

Il cambiamento che ha condotto alla tecnologia digitale, ormai più di dieci anni fa, ha aperto porte impreviste alla fotografia e al suo mondo. Se inizialmente gli sforzi erano diretti a emulare l'alta qualità delle pellicole, oggi si va verso nuove dimensioni che superano i limiti tradizionali della comunicazione visiva. Vediamo alcune di queste tendenze.

  1. Le fotografie diventano polifunzionali.
    A differenza della fotografia stampata di un tempo, oggi le informazioni memorizzate si prestano agli utilizzi più disparati, dall'illustrare un testo a finire incorniciate su una parete, stampate in piccolo così da potersele portare con sé nel portafogli o condivise su internet perché possano essere viste da amici e curiosi in giro per la rete. A questo proposito, al Photokina 2008 è emersa la tendenza delle case produttrici a sviluppare nuovi moduli WLAN per le fotocamere, siano essi da integrare con il corpo o da utilizzare come accessorio esterno. Questi permettono il trasferimento immediato delle immagini su computer, e quindi in rete, affinché possano essere viste, condivise ed elaborate immediatamente.
  2. Il riconoscimento intelligente del viso
    La funzione di riconoscimento facciale, da poco introdotta da tutte le case costruttrici, aveva inizialmente la funzione di ottimizzare la messa a fuoco  e l'esposizione nella ripresa dei ritratti. Oggi è possibile riconoscere più visi in una foto di gruppo e, addirittura, individuarne la mimica: se in un gruppo una persona sorride e un'altra ha il broncio, il software potrà privilegiare la messa a fuoco del primo (o del secondo) tipo, a seconda delle impostazioni del fotografo. Un'altra funzione interessante potrebbe essere quella che permette di assegnare un nome a un volto così che la fotocamera, negli scatti successivi, sia in grado di riconoscere quella persona e magari salvare tutte le foto che la riguardano in una cartella a parte.
  3. La creazione del network digitale
    Oggi esistono moltissimi apparecchi con cui scattare, trasmettere, ricevere, presentare e memorizzare le fotografie e questo ha creato una serie di problemi di formato e compatibilità che inizialmente forse non ci si aspettava. Diversi tipi di display, con dimensioni e risoluzioni diverse, hanno imposto lo sviluppo di tecnologie e software per la loro gestione e risoluzione. Un tempo anche la trasmissione e la visione delle immagini avveniva in modo analogico, collegando la fotocamera al televisore, spesso con risultati davvero poco entusiasmanti: oggi la nuova tendenza è quella di incorporare un'interfaccia HDMI che permetta di vedere le immagini in alta definizione, indipendentemente dalla piattaforma o dal produttore degli oggetti collegati.
  4. La foto si compone dopo lo scatto
    Con l'avvento del digitale e delle ultime generazioni di fotocamere, ottenere buoni risultati non è difficile per nessuno. Ma ci si abitua in fretta e allora si tende a ricercare qualcosa che dia un tocco in più agli scatti, grazie anche alla manipolazione asistita delle immagini. Le tecniche di morphing (la trasformazione di un soggetto in un altro) e di stitching (la creazione di panorami composti da più scatti) ormai sono tecniche acquisite e largamente impiegate dal mercato. Le tecniche di riferimento oggi sono le foto HDR, ad alta gamma dinamica, che rappresentano la somma di più scatti con differenti esposizioni. Allo stesso modo, grazie ad algoritmi sempre più complessi e potenti, si possono creare immagini con grandi profondità di campo partendo da scatti con differenti punti focali. Questa nuova tecnica viene definita Seamcarving. Molte nuove fotocamere presenti al Photokina possiedono già di base gli algoritmi per scattare in funzione di queste due tecniche oltre alle "solite" funzioni che evitano l'apparire degli occhi rossi o delle linee convergenti quando si scattano soggetti di architettura.
  5. Uno sguardo all'ambiente
    Anche il mondo della fotografia è sensibile alla conservazione dell'ambiente in cui viviamo. Uno dei motivi che ha segnato il destino della pellicola è stato l'utilizzo di materiali tossici nello sviluppo chimico della stessa. Oggi si va oltre e si pensa a come utilizzare al meglio ogni fonte di energia: alcune case costruttrici di batterie hanno già annunciato lo sviluppo (alcune già la produzione) di batterie a celle di combustibile che, fornendo un'energia più pulita, consentono ricariche più brevi e tempi di operazione e scatto molto più lunghi delle già ottime batterie attuali.

Sebbene le fotocamere digitali compatte vendano dieci volte le reflex digitali a lenti intercambiabili, abbiamo ricevuto un forte segnale dal mercato che indica una buona quota di utenti delle prime, circa il 21%, in procinto di passare a una fotocamera più complessa e capace di performance maggiori. Per questo motivo la grande maggioranza dei produttori ha devoluto larga parte dei budget di ricerca verso lo sviluppo di nuove macchine che avessero queste caratteristiche: il Photokina di Colonia è stata proprio la sede in cui tutti questi sforzi sono stati finalmente rivelati sotto forma di nuovi modelli. Tra le caratteristiche più "gettonate" abbiamo trovato nuovi sensori con maggiori capacità, modalità Live View a tutto spiano, risoluzioni sempre più elevate, visori LCD migliorati e più ampi, doppi e tripli processori e nuove schede logiche; anche la possibilità di realizzare filmati con una reflex rappresenta una nuova caratteristica che, probabilmente, diverrà comune a tutte entro poco tempo.

Nel mondo delle reflex a ottiche intercambiabili (D-SLR) si è affacciato un nuovo formato denominato Micro 4:3 (Quattro Terzi), simile alle reflex 4:3, anche nelle dimensioni del sensore utilizzato ma con caratteristiche particolari come l'eliminazione dello specchio e del pentaprisma, che rendono l'apparecchio molto più piccolo fino a ottenere una reflex dalle dimensioni davvero contenute, ridotte. A questo proposito Samsung aveva annunciato la presentazione di un modello, diciamo così, ibrido: una via di mezzo tra una compatta e una reflex digitale, capace di utilizzare un sensore 24x16 mm. Questo può essere stato il motivo scatenante per tutti gli altri produttori che hanno deciso di salire su questo nuovo carro tecnologico. Staremo a vedere i risultati.

Grande bagarre, invece, si è scatenata nella fascia alta di mercato, quella delle reflex con sensore a pieno formato. Come abbiamo sempre sostenuto noi di od, solo un anno fa il sensore full-frame sembrava un argomento che interessasse esclusivamente Canon: da allora nessuno dei concorrenti si è più risparmiato e, in dodici mesi, abbiamo visto apparire sul mercato tanti modelli con sensori 35mm da creare non poco imbarazzo. La Canon D1s Mark III, flagship della casa giapponese, con i suoi 21 milioni di pixel sembrava irraggiungibile. Oggi è superata – almeno nel puro numero dei milioni di punti che è in grado di acquisire il suo sensore –  da almeno tre modelli: Nikon D3X, Sony Alpha 900 e Leica S2, oltre che affiancata dalla sorella minore Canon 5D Mark II. Incredibile dictu.

Sony, il gigante tecnologico giapponese, anche se oggi in forte difficoltà economico-finanziaria, stupisce tutto il mercato con la sua macchina di punta di cui parliamo diffusamente nel test del mese, oggi affiancata a livello di risoluzione dall'evoluzione della Nikon D3, la neonata D3X. All'offerta si era aggiunta, proprio in occasione della mostra tedesca, anche la semi-pro D700.

Canon, dopo quasi due anni di estenuante attesa fatta di gossip e smentite, ha finalmente proposto la seconda serie della gloriosa e fortunatissima 5D, la prima reflex a pieno formato alla portata di tutti (o quasi). La nuova 5D Mark II, oltre all'impiego del nuovissimo e potentissimo processore D!gic 4, ha una risoluzione che eguaglia quella della sorella maggiore 1Ds, cioè oltre 21 MP. Il corpo macchina, in lega di magnesio, è del tipo resistente all'acqua e, come da tempo ci ha abituato Canon, è arricchito sul retro dal nuovo display da 3" LCD con una risoluzione di 920 mila punti, un bel passo avanti rispetto alla qualità dei display impiegati sui modelli precedenti. Anche la sensibilità ISO, che in precedenza poteva essere "tirata" a 3200, adesso può raggiungere i valori stratosferici di 25.600 anche grazie a un sistema di riduzione del rumore integrato davvero notevole. La capacità di scatto continuo non è variata di molto, passando dai 2,5 ai 3,9 scatti al secondo. È stata attivata anche la funzione Live View, con la possibilità di messa a fuoco in tre diversi modi, di cui due silenziati e uno con la funzione di riconoscimento dei visi inquadrati.

Come di consueto le macchine pro e semi-pro di Canon non prevedono un flash di riempimento e così è pure per la nuova 5D che tuttavia è la prima fotocamera professionale al mondo in grado di effettuare riprese video in alta definizione (modo 1080p) e di riversarle o rivederle su uno schermo esterno attraverso l'interfaccia HDMI di cui è provvista. Chi si occupa della ripresa di eventi, come i fotoreporter di moda e costume, apprezzeranno senza dubbio la possibilità della macchina di registrare segmenti di 12 minuti in alta risoluzione a 30 fotogrammi al secondo. Il software di sistema prevede inoltre la possibilità di correggere la vignettatura delle immagini indotta da alcune lenti EF.

Nel settore delle D-SLR di fascia media, Nikon ha presentato la sua nuova D90 con sensore CMOS a pieno formato, ormai una caratteristica della casa su tutte le reflex di fascia medio alta. Mostrata come evoluzione della D80, questa nuova macchina capace di 12,3 MP oltre che di performance migliori promette anche un livello di prezzo più contenuto, si parla di circa 700 Euro al pubblico.

Allo stesso modo Canon, con la nuova 50D erede della quasi neonata e fortunatissima 40D, arriva sul mercato con una macchina capace di oltre 15 MP, il nuovo display LCD da 920 mila punti e un processore velocissimo, sempre il D!gic 4, capace di riprendere fino a 6,3 scatti al secondo.

Nel mondo delle reflex semi-pro 4:3, in casa Olympus, il nuovo modello della serie E ricorda la compatta 520 ma è dotato di grandi funzioni innovative per la serie, direttamente derivate dalla macchina professionale E3; al Photokina c'era solo un prototipo senza nome ma la casa dava per certo che, alla sua presentazione, la macchina sarà dotata del più veloce sistema di messa a fuoco a 11 punti del mondo, della funzione Live View (e chi la toglie più ormai...) con il sistema di riconoscimento del viso, di una nuova funzione di regolazione automatica delle ombre, uno stabilizzatore delle immagini e uno schermo LCD orientabile. Il tutto a un prezzo che si diceva in loco molto competitivo. Staremo a vedere.

Sul versante delle reflex che utilizzano un sensore Foveon X3, a tre strati appunto, Sigma ha presentato il prototipo dell'evoluzione della sua SD14, la Sigma SD15 che offrirà una risoluzione più elevata utilizzando lo stesso sensore della precedente avvicinandosi ai 15 MP totali. Ogni strato infatti è capace di "soli" 4,7 MP ma è dotato di ricettori ottici di dimensioni maggiori che, in teoria, sono in grado di catturare una maggior gamma dinamica della luce con un rumore di fondo più contenuto. Allo stand Sigma, dove le informazioni stampa sulla SD15 sono terminate ancora prima dell'inizio della fiera, c'era a disposizione dei visitatori una grande quantità di ottiche prodotte dalla casa. Una bella iniziativa che presto ci auguriamo venga copiata dagli altri produttori: un'iniziativa che permette ai futuri acquirenti di provare un'ottica prima di acquistarla. Tornando alla SD15 le poche notizie diffuse chiariscono che il nuovo modello avrà praticamente le caratteristiche della versione in vendita ora, solo con un display LCD più grande e la compatibilità con le nuove schede di memoria SD/SDHC. Sembra inoltre che la macchina sarà dotata del nuovo processore True II, capace di maggior velocità e qualità superiore.