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Libri per l'autunno 2022

Redazione

In questo numero autunnale tre libri, due editi dall'editore Contrasto e uno da Mauto, per tre diversi modi di vedere la Fotografia.

bk colpodocchio od115ALESSIA TAGLIAVENTI
COLPO D'OCCHIO
LE FOTOGRAFIE FANNO COSE
21,0 X 28,5 CM
88 PAGINE
33 FOTOGRAFIE
CARTONATO
CONTRASTO
€ 29,90

Colpo d’occhio. Le fotografie fanno cose di Alessia Tagliaventi, un libro ricco di immagini, diverse sorprese e molte storie di fotografia per giovani occhi. 

Le immagini ci parlano, scovano i dettagli più nascosti della realtà, ci pongono domande, bloccano solo una frazione di secondo e un piccolo pezzo di ambiente, sono ambigue, non si svelano mai fino in fondo per permettere di divertirci a immaginare quello che non dicono. Le fotografie fanno cose, ci emozionano e stimolano la fantasia e la curiosità per conoscerle e giocarci.

Suddiviso in quattro sezioni (Personaggi, Luoghi, Oggetti, Animali), il volume presenta una straordinaria serie di immagini di grandi fotografi e fotografe, da Elliott Erwitt a Luigi Ghirri, da Garry Winogrand a Helen Levitt fino ad Alex Webb tra gli altri. Ogni immagine è accompagnata da un breve testo di Alessia Tagliaventi che la racconta e la spiega evidenziandone gli aspetti principali, come una guida, come punti di partenza per costruire storie sempre nuove.

Al libro è allegato un cartoncino con un foro, da usare come una cornice per giocare a osservare i dettagli delle foto che più incuriosiscono, oppure per scoprire “porzioni di mondo”.

Un’educazione all’arte della fotografia in modo interattivo che permette di aggiungere la propria osservazione ai diversi sguardi intorno a noi per portarci nello spazio, a rivalutare angoli sotto casa, indietro nel tempo, a fermare un istante impercettibile al solo occhio umano. La fotografia può raccontare storie, mostrare il mondo, ma anche inventarlo. Un libro per conoscere, approfondire e prendere spunto per ideare storie, guardarsi intorno e, perché no, fotografare tutto quello che ci colpisce perché tutto è modificabile, a seconda degli occhi di chi guarda, e le storie diventano potenzialmente infinite.

"Ogni pagina sarà un invito a una scoperta, a un viaggio, a una conversazione con le foto. Giochiamo a osservarle, scoprire i dettagli, scovare le domande che ci pongono, chiederci perché ci piacciono o non ci piacciono."
Alessia Tagliaventi
 


Mauto – Museo Nazionale dell'Automobile – osservatoriodigitale n.o 115MARIELLA MENGOZZI
MAUTO
MUSEO NAZIONALE DELL'AUTOMOBILE

304 PAGINE
23,0 X 28,0 CM
209 FOTOGRAFIE
BROSSURA
MAUTO TORINO
€ 35,90

Il MAUTO - Museo Nazionale dell’Automobile di Torino vanta una tra le collezioni più rare e interessanti nel suo genere, con oltre 200 vetture originali di 80 marche provenienti da tutto il mondo. Automobili che - per dirla con le parole della direttrice Mariella Mengozzi - "rappresentano capolavori di tecnica, stile e artigianalità, e che sono giunte al Museo per un unico, grande scopo: raccontare la storia di questo straordinario prodotto dell’ingegno umano, simbolo di libertà e di progresso”.

Il volume è il catalogo ufficiale del Museo e costituisce lo strumento più completo per ripercorrere la storia dell'automobile, scoprire gli straordinari modelli della collezione e approfondirne le vicende e i retroscena.

Il catalogo comprende una prima sezione di contributi che indagano i principali temi legati al Museo e alla storia dell'automobile: Benedetto Camerana illustra la filosofia e le coordinate progettuali di MAUTO; Marina Paglieri ricostruisce la storia di Carlo Biscaretti di Ruffia e la nascita del Museo; Donatella Biffignandi analizza il ruolo dell'industria dell'automobile nella città di Torino; Aldo Enrietti racconta i primi trent'anni dell'industria automobilistica italiana; Lorenzo Ramaciotti si sofferma sulla centralità del design - nelle vetture ma anche negli allestimenti di MAUTO; infine Alberto Sabbatini ripercorre la storia delle corse automobilistiche.

Ampio spazio è poi dedicato alle schede delle cento più importanti vetture della collezione di MAUTO: dalla pioneristica Carrozza a vapore di Bordino (1854) alla gloriosa Itala "Pechino-Parigi" (1907), dalla Isotta Fraschini 8A (1929) - usata per le riprese di Viale del tramonto - a vere e proprie icone del design come la Cisitalia "Nuvolari" (1947) o la Alfa Romeo Disco Volante (1952). Non mancano modelli popolarissimi come la Autobianchi Bianchina (1959) o la Fiat 500 D (1962), e bolidi della F1 come la Maserati 250F (1954) o la Ferrari 312 T5 (1980).
Ogni scheda descrive le caratteristiche della vettura svelandone curiosità e segreti, ed è arricchita da spettacolari fotografie e illustrazioni pubblicitarie d'epoca.


Italiani – Contrasto – osservatoriodigitale n.o 115BRUNO BARBEY
GLI ITALIANI
184
PAGINE
20,8 X 18,5 CM
86 FOTOGRAFIE
CARTONATO
CONTRASTO
€ 42,00

Gli italiani di Bruno Barbey un reportage fotografico introdotto da un testo di Giosuè Calaciura. Negli anni ’60 il giovane fotografo presentò questa raccolta di immagini all’editore Robert Delpire, che si offrì subito di pubblicarle come terzo volume ne l’Encyclopédie essentielle, una raccolta di libri che accostano testo e immagini, che già comprendeva Les Américains di Robert Frank (1958) e Les Allemands di René Burri (1962).

Le circostanze dell'epoca impedirono la realizzazione del libro ma il portfolio di fotografie italiane convinse i membri dell'agenzia Magnum Photos tanto da farlo entrare nella propria scuderia, così dopo decenni di lavoro e numerosi volumi Barbey pubblicò una prima versione di questo lavoro solo nel 2002 per le Editions de La Martinière, con un'introduzione di Tahar Ben Jelloun, da tempo fuori catalogo ormai. L’edizione di Contrasto è un ritorno all'idea originale.

Negli anni Sessanta Bruno Barbey - che diventerà un grande fotografo, tra i più rappresentativi di Magnum Photos - era solo uno studente di fotografia in Svizzera e cercava in tutti i modi di scappare dalla noia delle lezioni per scendere in Italia, possibilmente in sella a una moto, e fotografare questo paese straordinario, esotico eppure vicinissimo, pieno di energia, luce e personalità. Così, dall'amore vero e profondo di un giovane fotografo francese, che nel tempo registrerà il mondo e i suoi cambiamenti, nasce uno dei reportage più straordinari della storia della fotografia: Gli Italiani.

In un periodo sfolgorante ed emblematico come gli anni Sessanta, l'obiettivo e la curiosità di Bruno Barbey lo portano a peregrinare a piazza del Duomo a Milano come tra i vicoli di Napoli, sulla scalinata di Piazza di Spagna a Roma o nel centro di Palermo.

Sotto gli occhi di un ragazzo allegro e divertito che scopre con meraviglia una terra stupenda come I’Italia, vediamo anche il nostro recente passato, i nostri genitori o i nostri nonni, alle prese con una nuova stagione da inventare, un nuovo futuro da costruire: più che catturare l'istante compie spesso un lavoro raffinato di memoria, la nostra.

Immagini che sono documenti di verità in cui vediamo individui che cercano di rinnovare i fili spezzati della vita sociale e privata per girare pagina dopo la parentesi della guerra che ha rimesso tutto in discussione. Lo sguardo di Barbey racconta la storia di un'Italia unica, nuda e autentica e al contempo tagliata in due, in un bianco e nero che diventa la metafora di condizioni diverse. Il Nord che osa, e sembra già essersi riappropriato delle certezze mentre tutti condividono lo stesso sogno metropolitano, e il Sud in cui, nonostante la guerra sia terminata con due anni d’anticipo, la ricostruzione ha tardato a manifestarsi e la biancheria stesa come un drappeggio è stendardo della povertà.

Bruno Barbey ha fotografato tutti gli strati della società, sia in strada che negli interni, dalle occasioni religiose, all’eleganza della festa, ha immortalato il boom economico, esplosione di nascite e primavera di scommessa sulla vita. E ancora contadini, operai e proletari, tutti si mostrano e si raccontano con fiducia e verità: sono gli umili, i poveri, sprigionano fierezza, e mostrano tradizioni peculiari della spiritualità vitale, sincretica e pagana degli italiani, lontano dalla modernità cosmopolita odierna che mimetizza le contraddizioni.

"Barbey non è stato solo un fotografo. È stato anche un radiologo. In queste foto, con uno sguardo profondissimo, è riuscito a cogliere le permanenze di un’antropologia complicata, ancestrale."
Giosuè Calaciura

 

Data di pubblicazione: ottobre-dicembre 2022
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