A Nizza c’è un luogo che ha conservato il fascino e la raffinatezza della Bella Epoque: sto parlando del Museo della Fotografia e dell’Immagine, situato in pieno centro città. Ex Teatro Artistico, dal 1999 la sua missione è la promozione e la diffusione dell’arte fotografica e dell’immagine e le mura delle sue sei sale ospitano via via tutte le diverse forme di espressione fotografica: dal fotogiornalismo alla comunicazione visiva, dalla fotografia del XIX secolo alle fotografie digitali di oggigiorno.

L’idea di aprire un museo permanente consacrato alla fotografia è nata da un’esigenza che si era fatta sempre più pressante col trascorrere del tempo: offrire, ai cittadini di Nizza e ai suoi numerosi turisti, la possibilità di avere un punto di riferimento fisso in cui recarsi per vedere, parlare, insomma “respirare” la fotografia.

In molte città francesi, Nizza compresa, da anni si svolge il festival “Settembre della fotografia” e, forte del successo di questa manifestazione, il Comune nel 1999 decise di fare di più, di creare cioè uno spazio permanente dedicato alla fotografia, un luogo che potesse essere un punto d’incontro per tutti coloro che la amano (perché con le foto ci vivono o perché ne sono appassionati).

Una delle missioni di questa istituzione è quella di dar vita ad una collezione permanente di fotografie su Nizza e i suoi dintorni, attraverso la ricerca di documenti d’epoca ma non solo, anche affidando a fotografi contemporanei il compito d’inventariare un patrimonio umano, urbano, storico e industriale della città attraverso scatti contemporanei. Un pezzo importante di questa collezione è costituito dalle foto dell’archivio di Charles Nègre, realizzate tra il 1863 e il 1865: le fotografie fanno parte di una permanente e permettono ai visitatori di scoprire Nizza e la sua quotidianità ai tempi della Bella Epoque, mostrando vere e proprie scene di street photography che hanno per protagonista la quotidianità dei nostri bisnonni e rivelando paesaggi urbani e naturali ormai scomparsi.

Nel corso degli anni il fondo si è arricchito con opere di grandi nomi della fotografia contemporanea: Vasco Ascolini, Gabriele Basilico, Dieter Appelt, Raymond Dityvon, Michael Kenna, Denis Brihat, Stéphane Couturier, Arno Rafael Minkinnen, Bernard Plossu, George Rousse; e sicuramente si amplierà sempre più.

Entrando, nell’ampio corridoio che porta alle prime sale, è esposta una magnifica collezione di più di 250 apparecchi fotografici, la più parte ricevuti in dono da privati. Il fondo fotografico a tutt’oggi è costituito di 1597 opere che vanno dagli inizi della fotografia ai nostri giorni.

Il museo accoglie anche un centro documentale molto vasto ed è possibile consultare più di 3500 opere consacrate alla fotografia: monografie, cataloghi di passate esposizioni, saggi analitici, riviste tecniche. Non solo, grazie alle nuove tecnologie il centro propone anche la consultazione di DVD e una selezione di siti Internet dedicati alla fotografia, nonché l’accesso alla banca dati di immagini di alcune grandi istituzioni fotografiche.

In questo luogo la storia è strettamente collegata alla cultura e il museo ha fondamentalmente una sola missione: far conoscere la fotografia, in tutte le sue forme, e per farlo organizza visite guidate per le scuole, cicli di conferenze e proiezioni legate al mondo fotografico, incontri con fotografi e almeno quattro esposizioni temporanee per anno. È un vero paese delle meraviglie per tutti quelli che amano la fotografia, quindi vale la pena visitarlo. Last but non least: l’ingresso è libero!

Theatre de la Photographie et de l'Image: www.tpi-nice.org

(data di pubblicazione: settembre 2014)