Torniamo a parlare della scelta della fotocamera più adatta a ciascuna esigenza con un articolo dedicato all’uso prevalente cui sono destinate le fotografie che scattiamo. In che modo la modalità di fruire delle immagini che scattiamo - stampa, visione a video o altro - incide sulle caratteristiche della fotocamera da scegliere? Tralasciando naturalmente le priorità del professionista che fa della fotografia il proprio lavoro, l’appassionato che ama catturare immagini lo fa con scopi anche profondamente differenti fra loro, che in molti casi presuppongono l’uso o viceversa sconsigliano l’utilizzo di una determinata tipologia di fotocamera oppure richiedono caratteristiche tecniche ben precise.

Nella prima puntata della nostra analisi, nella quale abbiamo cercato di identificare la fotocamera più rispondente a ogni determinata tipologia di foto, abbiamo visto come le diverse categorie di fotocamere a ottica fissa e intercambiabile consentono di rispondere a qualunque esigenza, a patto di averne ben presenti limitazioni, caratteristiche e compromessi. Pera tale ragione raccomandiamo il lettore interessato di partire dall’articolo succitato prima di proseguire nella lettura di questa seconda puntata. Per approfondire invece le caratteristiche delle varie tipologie di fotocamere rimandiamo il lettore ai link inseriti nel presente articolo indirizzati alle analisi più recenti sulle singole materie.

La reflex professionale Sony Alpha A99 Mark II

Avere ben presente cosa si desidera fare con le foto che scattiamo potrebbe a prima vista sembrare irrilevante sulla scelta della fotocamera. In realtà i risultati ottenibili con un tipo di fotocamera piuttosto che un altro possono essere talmente diversi fra loro da rendere utopistiche determinate destinazioni d’uso delle immagini. Facciamo qualche esempio pratico per chiarire il concetto. Fotocamere con sensore di piccole dimensioni producono foto che, se visualizzate alla risoluzione con cui vengono scattate, presentano tutti i difetti tipici di queste tipologie di fotocamere: immagini sgranate e quasi inguardabili. Se però ci limitiamo a guardare tali immagini su un televisore, dunque a risoluzione ben inferiore a quella massima, il risultato è ottimo. Dunque non avendo velleità come stampare un album fotografico di una vacanza esotica, una travelzoom o una superzoom con sensore da 1/2,6” oppure 1/1,7” si presta ottimamente alla bisogna.

La mirrorless di altissimo livello Hasselblad X1D-50c

Anche una DSLR o una mirrorless di fascia alta presentano però delle peculiarità che devono essere tenute ben presenti. Per esempio, se non abbiamo nessun desiderio di fare post-produzione sulle foto di un viaggio, evitiamo di scattare foto in formato Raw, che così come sono risultano inguardabili. E può essere anche necessario valutare la qualità delle immagini JPEG prodotte da ciascuna fotocamera, magari leggendo articoli riguardanti test e prove sul campo, perché potrebbe essere che le JPEG prodotte da una reflex sofisticata siano meno soddisfacenti rispetto alle JPEG generate da una travelzoom con sensore piccolo della stessa marca. Ciò perché gli algoritmi che generano le JPEG, propri di ciascun modello, nel caso della DSLR, dedicata prioritariamente alle immagini Raw, sono meno efficaci rispetto alla travelzoom che invece è pensata per scattare unicamente in quel formato.

Come abbiamo potuto apprezzare da questi pochi esempi, le dimensioni del sensore sono uno dei più importanti aspetti, se non il più determinante, di cui tenere conto nel valutare la tipologia di fotocamera più adatta in base alla destinazione delle immagini che scattiamo. Quanto incidano le dimensioni del sensore sulla qualità e sulle caratteristiche dell’immagine, e quindi sulla sua fruibilità, risulta evidente dall’immagine seguente. Tale immagine è volutamente non ingrandita in modo da riprodurre fedelmente dimensioni e superficie effettive delle diverse tipologie di sensori attualmente in uso in fotocamere digitali e smartphone.

Dimensioni e superfici dei sensori digitali

Sappiamo bene che la qualità di un’immagine dipende largamente dalla sua risoluzione: più questa è elevata, maggiore dovrebbe essere tale qualità. Quel ‘dovrebbe’ è però legato indissolubilmente alle dimensioni fisiche del sensore. Infatti, più la risoluzione è elevata, più grande è il numero di punti o pixel che il sensore deve contenere. Senza addentrarci eccessivamente in complessi dettagli tecnici, i punti del sensore equivalgono a quella che era la ‘grana’ della pellicola: più fine è tale grana, migliore è la qualità dell’immagine. Il problema è che trattandosi di sensori digitali e non di pellicole, più i punti sono piccoli e più devono essere ravvicinati all’interno del sensore, maggiori sono i problemi di interferenza tra un punto e l’altro e più complicato diventa ridurli. Ecco spiegato perché sulle fotocamere con sensore piccolo, dopo la corsa sfrenata all’aumento del numero di megapixel di risoluzione del sensore che aveva caratterizzato gli anni passati, i produttori si sono attestati gradualmente su valori di megapixel più ragionevoli. Progettare un sensore medio formato da 100MP o un sensore full frame da 50MP, infatti, non comporta certamente i problemi che si riscontrano nel progettare un sensore 50 volte più piccolo!

La LSC superzoom Panasonic Lumix DMC-FZ2000

In base a quanto detto, il rapporto fra le dimensioni dei diversi formati dei sensori illustrato nel grafico fa comprendere a colpo d’occhio perché, ad esempio, un sensore full frame o anche APS-C, come quelli che troviamo nelle reflex e nelle mirrorless, ma sempre più spesso anche in LSC (Large Sensor Compact) e LSC superzoom, consente un dimensionamento e una distanza ottimale dei punti che si traducono in immagini di eccellente qualità in ogni situazione. Viceversa, le fotocamere che incorporano sensori di piccole dimensioni (1/2,6” oppure 1/1,7”), quali travelzoom, bridge superzoom, compatte high-end e all-weather, ma anche tutti gli smartphone, sono soggette a limitazioni intrinseche insuperabili. Questo non significa che fotografi particolarmente talentuosi non siano in grado di scattare immagini eccezionali anche con fotocamere di queste tipologie (basta osservare i numerosi ed eccellenti esempi di smartphone photography), ma si tratta di casi limite che generalmente eccedono le capacità del fotografo medio.

Se dunque è nostra intenzione dedicare tempo alla post-produzione delle nostre immagini, magari per farci stampare un volume fotografico da uno dei numerosi e ottimi service dedicati esistenti, è quasi d’obbligo utilizzare fotocamere che scattano in formato Raw e incorporano sensori di generose dimensioni, quindi DSLR, CSC e LSC. Se invece tutto ciò non rappresenta una priorità possono andare benissimo anche le numerose e ottime fotocamere a ottica fissa con sensore piccolo attualmente in commercio.

In conclusione

Come è ovvio, essendo disposti a spendere qualche migliaio di euro per un corpo macchina, DSLR o mirrorless che sia, e un corredo completo di ottiche (idealmente tre: grandangolo, prime e tele), è possibile scattare qualunque tipologia di foto per qualunque uso si voglia farne. Focalizzando però le proprie esigenze fotografiche, non necessariamente l’appassionato deve essere costretto a portarsi in giro chili e chili di equipaggiamento. Nella terza e ultima puntata di questa digressione sui fattori cui dovrebbe uniformarsi la scelta della fotocamera più rispondente a ciascuna esigenza fotografica, dovremo dunque parlare necessariamente dei costi delle attrezzature e, in relazione alle varie tipologie di fotografia e di destinazioni, cercheremo di identificare il tipo o i tipi di fotocamera più rispondenti.

 

Data di pubblicazione: giugno 2017
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