analisi bridge superzoomLe fotocamere superzoom, come indica chiaramente il nome, hanno la loro ragion d'essere nell'elevata lunghezza focale dell'ottica integrata. Proprio sull'altare della portata dell'obiettivo e delle sue performance in fatto di luminosità e velocità è indispensabile sacrificare una o più altre caratteristiche della fotocamera. Sulla base di quante e quali caratteristiche risultano penalizzate a favore dell'ottica (o viceversa) è possibile individuare tre tipologie di fotocamera che a buon diritto possono rientrare nella categoria delle superzoom. Vediamo quali.

La prima tipologia, di cui abbiamo parlato il mese scorso ('Travelzoom: una rivoluzione tecnologica nel futuro?'), è quella delle travelzoom. Nelle travelzoom lunghezza focale (massimo 750-900mm), prestazioni dell'ottica (necessariamente collassabile) e dimensioni del sensore (1/2,3") sono sacrificate a scapito di pesi e ingombri per rendere il dispositivo tascabile. All'estremo opposto troviamo le LSC (Large Sensor Compact) superzoom, delle quali ci occuperemo prossimamente. Questa tipologia di fotocamere beneficia di un sensore più grande (generalmente 1'' o maggiore) che fornisce prestazioni nettamente superiori rispetto alle travelzoom, il quale però richiede ottiche molto più ingombranti e non collassabili (lunghezza focale inferiore a 750mm) che a loro volta impongono il ricorso a un corpo bridge, quindi non tascabile. L'ultima tipologia è quella delle classiche bridge superzoom, che unisce a focali elevatissime (fino a 2000mm) sensori di piccole dimensioni (1/2,3") per contenere pesi e ingombri in corpi bridge di peso molto elevato. Ed è proprio di quest'ultima tipologia di superzoomche ci occuperemo nel presente articolo.

Come abbiamo sottolineato più volte ('2015: Ennesima contrazione per il mercato mondiale delle fotocamere' e '2015: Le mirrorless avanzano ovunque'), il mercato delle fotocamere a ottica fissa è da anni in costante contrazione. Tuttavia le superzoom, così come le all-weather di cui ci siamo occupati recentemente ('All-weather: una razza in declino?'), rispondono a una peculiare esigenza fotografica ben precisa che l'appassionato potrebbe soddisfare altrimenti soltanto con una costosa combinazione corpo macchina+teleobiettivo. La crisi delle vendite ha il duplice effetto da un lato di indurre i produttori a puntare sull'evoluzione tecnologica per rendere sempre più interessanti e appetibili le superzoom, dall'altro frena il ricambio generazionale allungando molto più che in passato la vita commerciale delle fotocamere. Rispetto all'ultima volta che abbiamo trattato l'argomento ('Superzoom per fotografare incredibilmente lontano', giugno 2015), le novità introdotte sono state oltremodo ridotte, a testimonianza del rallentamento nel rinnovamento delle proposte da parte di tutti i produttori, tuttavia non mancano spunti interessanti meritevoli di approfondimento. Rammentando che come di consueto che i dati completi di tutte le fotocamere di cui parleremo sono consultabili nel comparatore di Fotoguida.it e raccomandando al lettore di leggere l'articolo sopracitato sull'argomento quale complemento della presente analisi, vediamo cosa offre attualmente il mercato delle bridge superzoom di fascia medio-alta.

Canon PowerShot SX540 HSLa top di gamma tra le superzoom targate Canon rimane a tutt'oggi la PowerShot SX60 HS, sul mercato da ottobre 2014, della quale abbiamo parlato nell'articolo citato al quale rimandiamo per la descrizione. A quest'ottima superzoom Canon ha affiancato a marzo 2016 la PowerShot SX540 HS, della quale rappresenta una sorta di versione semplificata e meno costosa. Incentrata su un sensore High-Sensitivity CMOS retroilluminato di 1/2,3" (6,17 x 4,55mm) da 20,3M (contro i 16,8 megapixel della SX60) supportato da un potente processore DIGIC 6, la PowerShot SX540 HS rinuncia al mirino elettronico, al supporto Raw e alla slitta a contatto caldo per flash esterno incorporando uno zoom ottico leggermente meno potente rispetto alla SX60 – 50x (24 – 1200mm) anziché 65x (21 – 1365mm) sempre f/3,4 – 6,5 – e un display LCD fisso di 3'' da 461.000 pixel (anziché orientabile da 921.000 punti) ma portando la velocità di scatto continuo a 5,9fps. Rimangono invariati il sistema antivibrazione avanzato Intelligent IS, il sistema Zoom Framing Assist per facilitare lo scatto in modalità supertele, la sensibilità ISO nativa 100 – 3200, la capacità video full HD 1080p60 con audio stereo nei formati MPEG-4, AVC/H.264 e MP4, il flash incorporato e la connettività Wi-Fi e NFC. Pesante pronta all'uso 442gr (contro i 650gr della SX60), la PowerShot SX540 HS è una superzoom che offre un buon compromesso di caratteristiche per la sua fascia di prezzo, compromesso tipico delle classiche bridge superzoom con sensore da 1/2,3", che comporta prestazioni non esaltanti in condizioni di luce scarsa e già a numeri ISO medio-bassi. Nel secondo trimestre 2016 la PowerShot SX540 HS aveva un prezzo medio di 353 euro contro i 405 euro della PowerShot SX60 HS.

Fujifilm FinePix S9900WAnche Fujifilm ha attualmente in catalogo diversi modelli di superzoom con sensore di ridotte dimensioni, anche se nessuna è di recente introduzione. Si tratta nel dettaglio della FinePix S1 di febbraio 2014, un'eccellente superzoom tropicalizzata con sensore da 1/2,3" da 16,4M, EVF e zoom 50x (24 – 1200mm), e della più anziana FinePix HS50EXR, un'altrettanto ottima fotocamera del febbraio 2013 equipaggiata di zoom 42x (24 – 1000mm), EVF e sensore EXR da 16M leggermente più grande – 1/2" (6,40 x 4,80mm), entrambe descritte in 'Superzoom per fotografare incredibilmente lontano'. La più recente superzoom bridge con sensore da 1/2,3" è però la FinePix S9900W, introdotta nel marzo 2015 e citata nell'articolo suindicato. Classica esponente della categoria, la FinePix S9900W si contraddistingue per un sensore BSI-CMOS di 1/2,3" (6,17 x 4,55mm) da 16,2M, EVF da 922.000 con copertura del 97%, sistema autofocus a rilevamento contrasto, zoom ottico 50x (24 – 1200mm) f/2,9 – 6,5, display LCD fisso di 3'' da 460.800 punti, sensibilità ISO nativa 100 – 12800, velocità di scatto continuo di 10fps, capacità video full HD 1080p60 con audio stereo nei formati H.264 e MOV, flash incorporato e connettività Wi-Fi. Pesante pronta all'uso 670gr, la FinePix S9900W è rappresentativa delle moderne superzoom bridge di fascia midrange come la PowerShot SX540 HS (supporto Raw e slitta a contatto caldo assenti, EVF e display a medio-bassa risoluzione), fornendo peraltro ottime caratteristiche ferme restando le limitazioni tipiche della categoria. Nel secondo trimestre 2016 la FinePix S9900W aveva un prezzo medio di 365 euro, in linea con le dirette concorrenti, mentre l'eccellente FinePix S1 poteva essere acquistata mediamente a 394 euro, un prezzo realmente interessante per una superzoom bridge di fascia superiore per caratteristiche.

Nikon Coolpix B700Similmente a Canon e Fujifilm, Nikon propone diversi modelli di bridge superzoom particolarmente interessanti, tra i quali spiccano le novità più recenti. La top di gamma Coolpix P900 di aprile 2015 è tutt'oggi la bridge superzoom dall'ottica più potente in assoluto: ben 83x (24 – 2000mm)! A questa e all'altrettanto recente (marzo 2015) Coolpix P610, analizzate in 'Superzoom per fotografare incredibilmente lontano', Nikon ha affiancato una nuova linea di bridge superzoom, denominata Coolpix B, il cui esponente più potente è la nuovissima Coolpix B700. Come la contemporanea 'sorella minore' Coolpix B500, caratterizzata da uno zoom meno potente – 40x (22,5 – 900mm) – la Coolpix B700 presenta caratteristiche molto interessanti. Incentrata su un sensore BSI-CMOS di 1/2,3" (6,17 x 4,55mm) da 20,3M, la B700 offre EVF da 921.000 punti con copertura del 100%, sistema autofocus a rilevamento contrasto, zoom ottico 60x (24 – 1440mm) f/3,3 – 6,5, display LCD fisso di 3'' da 921.000 punti, sensibilità ISO nativa 100 – 3200, velocità di scatto continuo di 5fps, supporto Raw, capacità video 4K UHD 2160p30 con audio stereo nei formati MP4 e H.264/MPEG-4, flash incorporato e connettività Wi-Fi e Bluetooth. Pesante pronta all'uso 570gr, la B700 si propone come una delle migliori bridge superzoom con sensore da 1/2,3" attualmente in commercio, criticabile unicamente per l'assenza della slitta a contatto caldo, confrontandosi egregiamente con le rivali. Nel secondo trimestre 2016 la Coolpix B700 aveva un prezzo medio iniziale di 529 euro, comparabile con quello dell'ammiraglia Coolpix P900: 567 euro. L'ottima Coolpix P610 invece aveva un prezzo medio molto favorevole: solamente 344 euro.

Parliamo insieme di Olympus e Pentax in quanto accomunate da un approccio similare. Entrambi i produttori, infatti, propongono un unico modello di bridge superzoom, non recente ma neppure particolarmente datato, collocabile nella porzione superiore della fascia midrange. Olympus Stylus SP-100E e Pentax XG-1, sul mercato rispettivamente da marzo e agosto 2014, entrambe descritte in 'Superzoom per fotografare incredibilmente lontano', sono bridge superzoom dalle ottime caratteristiche, in particolare la più sofisticata SP-100E, alle quali non sembra tuttavia avere arriso un particolare successo commerciale. Nel secondo trimestre 2016 queste due bridge superzoom vantavano inoltre prezzi medi concorrenziali con le dirette rivali: rispettivamente 329 euro e 321 euro.

Panasonic Lumix DMC-FZ300Ben più articolata la situazione di Panasonic, che vanta nel suo portafoglio prodotti una delle LSC superzoom più interessanti, la Lumix DMC-FZ1000, a cui si affianca la recente bridge superzoom con sensore da 1/2,3" Lumix DMC-FZ300/330 di settembre 2015, descritta anche su Fotoguida.it. Tenute in considerazione le citate limitazioni associate alle piccole dimensioni del sensore, la Lumix DMC-FZ300/330 vanta eccellenti caratteristiche complessive che la collocano indubbiamente ai vertici della categoria. Erede dell'ottima Lumix DMC-FZ200/Leica V-Lux 4 del 2012, della quale abbiamo parlato in 'Superzoom per fotografare incredibilmente lontano', la FZ300/330 si caratterizza per uno zoom dalla portata non eccelsa – solo 24x (25 – 600mm), a titolo di paragone la nuova travelzoom Panasonic DMC-TZ80 vanta uno zoom 30x (24 – 720mm) – ma proprio per questo dall'eccezionale luminosità: f2.8 sull'intera escursione focale. Incentrata come detto su un sensore HS MOS di 1/2,3" (6,17 x 4,55mm) da 12,1M, la FZ300/330 offre EVF ad alta risoluzione da 1.440.000 punti con copertura del 100%, sistema autofocus avanzato a rilevamento contrasto a 49 punti AF con tecnologia DFD (Depth from Defocus), display LCD inclinabile di 3'' da 1.040.000 punti, sensibilità ISO nativa 100 – 6400, velocità di scatto continuo di 12fps (60fps con otturatore elettronico), sistema avanzato di stabilizzazione ibrido su 5 assi, supporto Raw, capacità video 4K UHD 2160p30 con audio stereo nei formati AVCHD e MP4, flash incorporato, slitta a contatto caldo per flash esterno e connettività Wi-Fi. Pesante pronta all'uso ben 691gr anche in considerazione del robusto corpo semi-tropicalizzato, la Lumix DMC-FZ300/330 offre come abbiamo visto una dotazione di funzioni e caratteristiche un tempo impensabili su fotocamere di questo livello, che però hanno un costo piuttosto elevato: 488 euro di prezzo medio nel secondo trimestre 2016.

Ricordato al lettore che il gigante coreano Samsung sembra ormai avere abbandonato il settore della fotografia digitale, non ci resta che parlare di Sony, che non sembra riservare un grande interesse alle bridge superzoom con sensore da 1/2,3", concentrandosi invece sulle LSC superzoom e sulle travelzoom. Gli esponenti più recenti delle bridge superzoom targate Sony sono infatti ancora la più recente (marzo 2014) Cyber-shot DSC-HX400V e la precedente (marzo 2013) Cyber-shot DSC-HX300. Queste ottime fotocamere, descritte nel precedente articolo sull'argomento al quale rimandiamo per la descrizione, nel secondo trimestre 2016 avevano un prezzo medio piuttosto favorevole: rispettivamente 376 euro e 302 euro.

In conclusione

Qual è oggi la valenza delle bridge superzoom con sensore da 1/2,3" e quali sono i margini di miglioramento? Sicuramente le dimensioni del sensore pongono delle limitazioni alla qualità delle immagini che non sono superabili se non ingrandendolo, un approccio però poco pratico essendoci già in commercio eccellenti LSC superzoom. Attualmente il binomio sensore da 1/2,3"/lunghezza focale estrema (1500-2000mm) appare dunque difficilmente modificale dal punto di vista tecnologico. Una strada praticabile può essere quella intrapresa da Panasonic: un'ottica molto veloce e luminosa sebbene di focale piuttosto contenuta per migliorare la qualità delle immagini in condizione di luce precarie, classico punto debole di questa tipologia di fotocamere. Il sogno nel cassetto dell'appassionato rimane quello di una LSC superzoom con focale elevata (superiore a 1000mm), sensore di almeno 1'' e corpo bridge di dimensioni e pesi tali da poter essere trasportabile (peso non superiore a 1000gr). La tecnologia non sembra attualmente in grado di offrire una soluzione capace di soddisfare contemporaneamente questi tre requisiti in contrasto fra loro, almeno nel breve periodo, però mai dire mai. È necessario poi tenere conto anche di forti considerazioni commerciali contrarie allo sviluppo di una simile fotocamera anche se fattibile tecnologicamente. Una LSC superzoom con focale elevata rischierebbe infatti di cannibalizzare molte fotocamere a ottica intercambiabile dello stesso produttore e naturalmente non potrebbe che avere un prezzo elevatissimo. Nel breve-medio periodo dunque non sembrano esservi all'orizzonte innovazioni tecnologiche tali da rivoluzionare il segmento delle bridge superzoom con sensore di piccole dimensioni, che appare destinato a soffrire sempre più le superiori performance offerte dalle LSC superzoom e il conseguente loro maggiore appeal commerciale. Nell'attesa all'appassionato non resta che godersi le moderne bridge superzoom con sensore da 1/2,3", come le recenti Nikon Coolpix B700 e Panasonic Lumix DMC-FZ300/330, che pur con approcci diversi fra loro offrono caratteristiche molto interessanti.

(data di pubblicazione: luglio 2016)
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