Mercati

2016: DSLR giù, CSC un po’ meno

Stefano Tieghi

Il 2016 sarà ricordato come uno degli anni più foschi dal punto di vista commerciale per il settore della fotografia digitale non soltanto a livello globale ma naturalmente anche a livello regionale.

Se il 2015 si era segnalato per la crescita delle mirrorless in tutti i principali mercati – Europa, Americhe e Asia – lo scorso anno ha sancito la crisi anche di questa tipologia di fotocamera, le cui vendite sono calate ovunque con l’unica eccezione del mercato asiatico (Giappone escluso), in cui spicca l’unico segno più nei dati commerciali del 2016. Ma entriamo nel dettaglio.

Se la prima parte della nostra analisi dei dati di mercato dello scorso anno (‘2016, ancora un anno nero’), dedicata al mercato della fotografia digitale a livello globale, ha evidenziato chiaramente il declino generalizzato in atto ormai da anni, a livello regionale il quadro assume naturalmente tinte che in alcuni casi possono essere anche sorprendentemente diverse da un’area all’altra e da un segmento all’altro. Come abbiamo ricordato prima, mentre nell’esame dei dati commerciali a livello regionale per il 2015 (‘2015: Le mirrorless avanzano ovunque’) la crescita delle mirrorless nei principali mercati faceva da contraltare al calo delle reflex, il 2016 ha visto le CSC (Compact System Camera) calare ovunque eccettuata l’Asia, esattamente come tutti gli altri comparti (fotocamere a ottica fissa, fotocamere a ottica intercambiabile suddivise in DSLR e CSC, ottiche).

Nel mercato che ci riguarda più da vicino, l’Europa, lo scorso anno sono state consegnate complessivamente 7,73 milioni di fotocamere, il 35,8% in meno rispetto al 2015, un andamento non troppo dissimile da Americhe (5,99 milioni, -33,1%) e Giappone (3,52 milioni, -28,1%), mentre l’Asia, con 6,38 milioni di unità (corrispondenti a una flessione di ‘solo’ il 25,8%) ha retto meglio di tutti. Alla luce di questi dati, il Vecchio Continente rimane il primo mercato mondiale con poco meno del 32% del totale, seguito dall’Asia poco sopra il 26% e dalle Americhe al di sotto del 25%, con il Giappone in salita verso il 15%.

Fotocamere a ottica intercambiabile e obiettivi

mercato fotocamere a ottica intercambiabile 2006-2016

Come si può apprezzare dal grafico precedente, per quanto riguarda le fotocamere a ottica intercambiabile l’Asia è dal 2014 il più vasto mercato mondiale, con una quota che nel 2016 ha quasi raggiunto il 36% in virtù dei 4,13 milioni di pezzi venduti nell’anno, risultato che equivale comunque a un calo dell’8,93% rispetto al 2015. Al Vecchio Continente non è andata molto meglio: i 3,14 milioni di unità consegnate rappresentano infatti una contrazione annuale pari al 10,35%, che comporta una quota mondiale del 27%, ormai non troppo lontana dal 24,5% delle Americhe derivante dai 2,85 milioni di corpi macchina consegnati nell’anno (-9,55% nei confronti del 2015). Degno di menzione è anche il crollo delle vendite registrato in Giappone: -21,16% (1,29 milioni di unità). Queste cifre, indubbiamente negative, sono lo specchio di una situazione commerciale complessa e articolata che emerge chiaramente dalla scomposizione dei dati fra DSLR e CSC.

mercato reflex 2012-2016

Le reflex frenano ovunque, ma con ritmi anche sensibilmente diversi tra un mercato e l’altro. In Asia e Giappone il calo delle vendite è stato marcatamente più netto, raggiungendo nel 2016 rispettivamente il 16% e il 17,6% con 2,7 milioni e 806.000 unità consegnate. Ciò nonostante, quello asiatico rimane il primo mercato mondiale con il 32% circa del totale, seguito con poco più del 28% da Europa e Americhe, che con approssimativamente 2,4 milioni di pezzi consegnati hanno registrato però un calo ben differente, rispettivamente del 12,19% e del 7,88%.

mercato mirrorless 2012-2016

Nel segmento delle mirrorless il 2016 ha visto l’evolversi di una situazione molto differente. Con un crollo delle vendite prossimo al 27% il Giappone, che nel 2013 era ancora il secondo mercato mondiale dietro all’Asia con quasi il 27% del totale (887.000 unità consegnate), lo scorso anno è sceso a soli 477.000 pezzi, posizionandosi al terzo posto con poco più del 15% del mercato globale. Le Americhe, che con 439.000 unità occupano la quarta piazza con meno del 14% complessivo, hanno registrato però un calo delle vendite di CSC di ben il 17,67%, quasi doppio rispetto alle reflex. Situazione diametralmente opposta in Europa, dove le mirrorless hanno sostanzialmente tenuto (-3,5%, 714.000 unità), un comportamento quasi quattro volte migliore rispetto al segmento DSLR. Con poco meno del 23% del mercato globale il Vecchio Continente si riconferma al secondo posto alle spalle dell’Asia, che però detiene una quota di mercato quasi doppia, 45,4%, in virtù di una crescita dell’8,35% – solitario segno più nel desolante panorama mondiale della fotografia digitale del 2016 – per complessivi 1,44 milioni di corpi macchina consegnati. Il livello ben diverso di apprezzamento per DSLR e CSC nei principali mercati mondiali è ben evidenziato nel grafico seguente.

percentuali reflex e mirrorless nel 2016

L’Asia è oggi il primo mercato mondiale sia per quanto riguarda le reflex che le mirrorless seguita sempre dall’Europa, ma mentre nel primo caso il livello non è troppo dissimile (31,89% contro 28,67%), nel secondo il divario è abissale: 45,4% rispetto a 22,61%. Molto di verso è anche il raffronto fra Nuovo e Vecchio Continente: Europa e Americhe infatti detengono una quota di mercato quasi identica per quanto riguarda le DSLR (28% circa) ma nel segmento delle CSC le unità vendute in Europa nel sono quasi il doppio rispetto alle Americhe (22,61% rispetto a 13,91%).

 mercato ottiche 2006-2016

Passando al comparto ottiche, la contrazione del mercato che contraddistingue i corpi macchina si estende generalmente anche agli obiettivi seppur con accenti diversi nei vari mercati. Anche in questo comparto l’Asia si conferma primo mercato mondiale con quasi il 31% del totale in virtù dei circa 5,9 milioni di pezzi consegnati nel 2016, con una flessione contenuta al 6,72%. La seconda piazza è però occupata dalle Americhe, facendo del segmento l’unico con posizioni invertite tra questi due mercati. Nuovo e Vecchio Continente detengono rispettivamente il 28% e il 26% circa del mercato globale per via dei 5,37 milioni e 4,99 milioni di ottiche consegnate nell’anno, in discesa rispettivamente dell’8,1% e del 14,47% nei confronti del 2015. Come si vede si tratta di contrazioni di rilevante entità, specialmente nel caso dell’Europa, dove ancora nel 2012 era stato acquistato un numero esattamente doppio di ottiche. Da segnalare inoltre il crollo delle vendite avvenuto in Giappone: -21% circa con 2,5 milioni di pezzi consegnati.

Fotocamere a ottica fissa

mercato fotocamere a ottica fissa 2006-2016

Realmente impressionante è il quadro che emerge dall’esame dei dati su base regionale relativi alle fotocamere a ottica fissa. Se su scala globale nel 2016 il comparto valeva quasi nove volte meno rispetto all’ultimo picco del 2010, a livello regionale l’andamento è nella maggior parte dei casi anche peggiore. Paradossalmente il Giappone, contraddistinto dal calo più sensibile in tutti gli altri segmenti, è l’area in cui la contrazione del mercato è stata più ‘contenuta’: solo – si fa per dire – il 31,6% circa con poco più di 2,2 milioni di compatte consegnate. Altrettanto paradossalmente l’Asia, primo mercato mondiale in tutti gli altri comparti, equivale al Giappone quale mercato delle fotocamere a ottica fissa – il 17% circa del totale – a causa di un calo di quasi il 45% con 2,2 milioni di pezzi. Con 3,1 milioni troviamo le Americhe quale secondo mercato globale delle compatte (25% del totale), in discesa di quasi il 46% rispetto al 2015 e su livelli tredici volte inferiori rispetto al 2010, quando le unità vendute erano state poco meno di 41 milioni. Parzialmente meno fosca è la situazione nel Vecchio Continente, che con 4,6 milioni circa di consegne (-46%) rimane il primo mercato mondiale per le fotocamere a ottica fissa, con il 36,5% del totale.

In conclusione

Come abitudine la CIPA non fornisce anticipazioni sui singoli mercati, dunque è difficile ipotizzare in che modo la flessione a livello generale che anche quest’anno caratterizzerà tutti i segmenti si rispecchierà nell’andamento a livello regionale. Come abbiamo visto, in molti casi il valore di alcuni mercati regionali è ormai tanto vicino che una flessione più significativa in un’area può sovvertire facilmente posizioni di mercato che in passato richiedevano anni per modificarsi. In linea generale il mercato mondiale della fotografia digitale sembra avvicinarsi a livelli minimi ‘fisiologici’, che però a livello regionale hanno spesso risvolti anche marcatamente diversi da un’area all’altra. È proprio di questi giorni la notizia che secondo i dati CIPA mensili nel primo trimestre 2017 le vendite di fotocamere sono andate meglio del previsto. Ad esempio, proprio le fotocamere a ottica fissa hanno registrato una frenata del declino dopo 21 mesi consecutivi in discesa, con consegne sui medesimi livelli del 2016 per numero ma in salita del 7% per valore. Al tempo stesso, le consegne di fotocamere a ottica intercambiabile sono cresciute del 6% in numero e del 14% in valore. Di questa crescita ben il 36% è appannaggio delle mirrorless (ma solo il 25,6% in valore, segno che mediamente il prezzo delle CSC è sensibilmente inferiore rispetto alle DSLR). È indubbiamente presto per essere ottimisti e, come dice il proverbio, una rondine non fa primavera, però se non altro si tratta di un segnale positivo. Non ci resta che attendere osservando da vicino gli sviluppi di un’evoluzione, o per meglio dire, un’involuzione, i cui contorni rimangono francamente difficili da decifrare.

 

Data di pubblicazione: maggio 2017
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