Sembra neve... ma non lo è. Non siamo in mezzo ai ghiacci del nord ma a Pamukkale, in Turchia.

I “castelli” bianchi di Pamukkale sono famosi in tutto il mondo proprio grazie al loro colore, dovuto agli spessi strati di calcare e travertino che ricoprono il pendio della montagna.

Il fascino di questo luogo lo porta ad essere estremamente frequentato dai turisti, per questo ho deciso di svegliarmi molto presto e raggiungere gli ingressi prima dell'apertura. Nonostante questo, al mio arrivo un folto gruppo di persone aveva già formato una lunga coda: le premesse sembravano pessime e ho temuto che non sarei riuscita a fotografare il candore e la bellezza di quel luogo, a causa della folla…

Mi sono subito incamminata sulla lunga salita bianca che porta alle vasche termali alla cima del “castello”: data la fragilità del travertino, è obbligatorio togliere le scarpe, cosa che ha reso abbastanza difficoltosa – e allo stesso tempo quasi ridicola – la mia scalata verso le vasche.

Camilla Ferrari  Pammukale, Turchia

Mentre tentavo di mantenere l’equilibrio, le scarpe in una mano e la Canon 5D Mark III (quasi due chili tra corpo e obiettivo) nell'altra, ho iniziato a studiare il paesaggio in cerca di un momento che mi colpisse, cercando di godere di quella vista meravigliosa, malgrado l’incessante fiume di gente che camminava intorno a me. Era quasi impossibile fermarsi, figuriamoci trovare un’inquadratura pulita ed interessante dal punto di vista compositivo…

Ho temporaneamente abbandonato l’idea di fotografare la zona del travertino e mi sono dedicata alla visita dell’intero sito, che comprende anche le rovine di Hierapolis e la piscina termale di Cleopatra, ma non riuscivo comunque a rendere attraverso le mie foto lo spirito di quel luogo e l’atmosfera giusta.

Un po’ delusa e – permettetemelo – incazzata, ho cominciato la discesa. Mi ero quasi arresa all'idea che non avrei portato a casa nessuna fotografia che mi piacesse e che rappresentasse veramente l’unicità di quel luogo, ma poi ho visto una coppia in cerca di qualcuno che li fotografasse in mezzo a quella distesa bianca.

L’uomo e la donna si erano sistemati in un buco nel travertino e quello che mi colpì tantissimo era il contrasto tra il velo così colorato della donna e il bianco quasi ottico della roccia. Ho scattato alcune fotografie senza però essere soddisfatta della composizione; non riuscivo a dare ordine all’immagine, non c'era armonia estetica tra lei e lui, tra i loro colori. Non c’era il senso di sospensione e incanto che volevo comunicare.

Ho aspettato sperando che lui si alzasse per scattare una foto a - quella che credo fosse - sua moglie, immersa nel travertino, tentando nel frattempo di non perdere l'equilibrio su quel pavimento scivoloso, mantenendo l'inquadratura il più ferma possibile.

E finalmente le cose andarono per il verso giusto! È stata questione di un attimo: lei si è messa in posa, lui le ha scattato una foto, e subito dopo la donna si è alzata per raggiungere l’uomo: in quel momento il profilo a contrasto con la pietra e il velo colorato mi sono sembrati perfetti.

Il bianco era quasi accecante, il sole era alto nel cielo e la luce veniva riflessa al massimo della sua potenza. Per questo ho deciso di sottoesporre leggermente in fase di scatto, così da salvare ogni dettaglio della texture della pietra, mantenendone però il candore.

Nel decidere l'inquadratura, ho posizionato la donna sulla diagonale, in modo da guidare lo sguardo dalla roccia al velo; in fase di post produzione, ho poi leggermente aumentato la saturazione per accentuare ancora di più il contrasto tra il bianco della pietra e i colori del vestito.

Finalmente, la mia foto di Pamukkale.

Data di pubblicazione: luglio 2016
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