Libri

Letture di aprile 2017

Redazione

Tre libri che inquadrano il mondo da epoche e luoghi diversi ma lo fanno attraverso le immagini di grandissimi fotografi, come ormai vi ha abituato questa rubrica.

Pepi Merisio Terra Amata od78PEPI MERISIO
TERRA AMATA
24,7 x 28,0 CM
272 pagine
210 FOTOGRAFIE IN B/N
CARTONATO TELATO
CONTRASTO
€ 29,00

Terra amata. Fotografie 1952-2015, edito da Contrasto, è il libro che presenta per la prima volta un’ampia selezione di oltre sessanta anni di attività di Pepi Merisio. Curato da Giovanni Gazzaneo, il volume è arricchito dai testi di Cesare Colombo, Roberto Koch, Ferdinando Scianna, dello stesso Merisio e del curatore.
 
Pepi Merisio nasce nel 1931 a Caravaggio, in provincia di Bergamo. Nel 1963 la rivista di Zurigo “Du” presenta il suo reportage In morte dello zio Angelo che segna la sua affermazione a livello internazionale, grazie anche agli elogi di Henri Cartier-Bresson. Gli si aprono le porte di “Epoca” su cui pubblica nel 1964 il celebre servizio Una giornata col Papa, dedicato a Paolo VI. Caposaldo della sua attività di narratore per immagini è l’opera Terra di Bergamo, in tre volumi (1969). Ha pubblicato oltre cento volumi fotografici collaborando con prestigiose case editrici italiane ed estere.
 
L’ambito ideale della poetica di Merisio è il mondo contadino, con le sue tradizioni e la sua profonda religiosità, e l’Italia “minore”, con la sua gente, i suoi centri storici, la bellezza della natura. Con la sua macchina fotografica Merisio ha compiuto una missione che nessun altro in Italia è stato in grado o ha voluto compiere: essere il testimone (e il cantore) di una civiltà, quella contadina, scomparsa tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Fin dagli inizi il suo obiettivo ha puntato dritto all’umanità dei semplici. La passione per la realtà gli ha permesso di offrirci immagini che colgono l’amore, il lavoro, l’amicizia, il gioco, l’attesa, la gioia, la preghiera. Un canto di terra e cielo, vita e morte. Ecco il suo segreto: la capacità di raccogliere gli estremi (e quindi il tutto) in uno sguardo. La sua è la bellezza della memoria che si offre nella purezza delle forme e nell’essenzialità del bianco e nero.
 
Pepi Merisio ci offre, in Terra Amata, immagini che vanno da oltre sessant’anni fa ai giorni nostri, e ci fanno partecipi del suo sguardo profondo sulla storia del nostro Paese. E anche le più “antiche” sono contemporanee perché “vive”, non documento, non archivio: ciò che le animava e le anima ai nostri occhi è la vita. Merisio racconta la realtà, non la sua crosta, non la superficie. Grazie alla struttura organizzata in sei sezioni – Il canto della terra, Le età della vita, Il lavoro dell’uomo, I volti dell’abitare, I nostri ieri, Janua Coeli – il volume permette di ripercorrere, pagina dopo pagina, tutta la sua opera.

"Sono belle le sue fotografie. Limpide, ordinate. Cercano forme belle per cose viste e sentite come belle."
Ferdinando Scianna

 

Giulio Piscitelli Harraga od78GIULIO PISCITELLI
HARRAGA
IN VIAGGIO BRUCIANDO LE FRONTIERE
20,0 x 26,0 CM
182 PAGINE
130 FOTOGRAFIE A COLORI
CARTONATO
CONTRASTO
€ 39,00

Harraga è il primo libro di Giulio Piscitelli, fotogiornalista italiano il cui lavoro è rappresentato dall’Agenzia Contrasto. Harraga è il termine con cui, in dialetto marocchino e algerino, si definisce il migrante che viaggia senza documenti, che “brucia le frontiere”. Giulio Piscitelli ha seguito le rotte dei migranti che provano a entrare in Europa. Lo ha fatto nel Mediterraneo orientale e in quello occidentale, imbarcandosi in Tunisia per raggiungere le coste italiane, documentando le enclave spagnole di Melilla, i viaggi verso Lampedusa, i profughi del Corno d’Africa che attraversano il deserto, i siriani, gli iracheni, gli afghani che approdano sulle isole greche nella speranza di raggiungere l’Europa. Frutto di un lungo progetto iniziato nel 2010, Harraga è una testimonianza unica, in immagini e parole, del periodo storico che stiamo attraversando; un archivio visivo che lascia un segno indelebile nella mente di chi guarda. Le immagini del libro documentano le lunghe attese prima della partenza (trascorse in appartamenti gestiti da bande mafiose locali che lucrano sul traffico di migranti), il tragitto, l’arrivo. Un approdo, però, che non significa la fine del viaggio. Quello di Piscitelli è infatti anche il primo reportage che documenta cosa attende i migranti al loro arrivo: i CIE, lo sfruttamento della manodopera a Rosarno, i campi di Castelvolturno. Giulio Piscitelli ha seguito anche La Rotta Balcanica documentando gli sbarchi sull’Isola di Kos e di Lesbo le migliaia di persone a Idomeni in attesa di attraversare il confine tra Grecia e Macedonia.
 
La testimonianza presentata in Harraga è un lungo racconto che si articola in tre momenti fondamentali che corrispondono alle diverse fasi del reportage: dalle rotte africane verso l’Europa, passando per l’Italia e la Francia, fino ad arrivare alla rotta balcanica. Un diario visivo, un itinerario vissuto e raccontato in prima persona dal fotografo stesso. La spontaneità e l’intensità della scrittura diaristica, che accompagna con un unico grande sguardo le fotografie, amplifica il valore della testimonianza. L’attenzione del fotografo incontra “l’uomo” di cui racconta caso per caso e con grande umanità le esperienze e i drammi personali.
 
Completano il volume un testo introduttivo di Alessandro Leogrande e le mappe inedite disegnate appositamente per questo lavoro dal cartografo Philippe Rekacewicz.
Con questo reportage Giulio Piscitelli ha vinto la 13esima edizione del Premio Amilcare G. Ponchielli, istituito dal GRIN (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale).

"La nostra imbarcazione, dieci metri di legno invecchiato da anni di mare, prosegue senza sosta per le prime otto ore sotto il peso di 120 corpi."
Giulio Piscitelli


Cartier-Bresson Germania 1945 od78AA. VV.
CARTIER-BRESSON
GERMANIA 1945
19,0 x 25,0 CM
144 PAGINE
30 FOTOGRAFIE
CARTONATO
CONTRASTO
€ 24,00

Gli autori ridanno vita attraverso il disegno al giovane Henri Cartier-Bresson durante la sua prigionia nello stalag V nel 1940, da cui riuscirà a fuggire per poi fare ritorno da testimone cinque anni più tardi. Sfogliando le pagine del libro seguiamo HCB durante la guerra che vedrà quel giovane fotoreporter, ammaliato negli anni Trenta dalla macchina fotografica, diventare un grande protagonista del Novecento. Un uomo dallo sguardo sempre in movimento.
 
Nel 1940, qualche giorno prima di essere fatto prigioniero con i suoi compagni della sezione “Film e fotografia” dell’esercito, ha il tempo di seppellire la sua Leica, la sua macchina fotografica feticcio. Non si rassegnerà certo alla prigionia, all’immobilismo. Cercherà due volte di evadere, prima di riuscirci, lasciando il campo di concentramento per prigionieri di guerra nel 1943 e andando subito a disseppellire la Leica. Ritorna in Germania nel 1945, per seguire la liberazione dei prigionieri e aiutarli a ritrovare il loro posto nella società del dopoguerra. Lo farà con il film Le Retour e in parallelo con una serie di famose fotografie. Di quel viaggio, una foto è particolarmente conosciuta, scattata nel campo di Dessau.
Esistono fotografie che sono un emblema, come questa, nella quale si vede una donna accusarne con violenza un’altra in mezzo alla folla: è un’ex prigioniera che riconosce, e accusa, colei che l’ha denunciata alla Gestapo. Potrebbe essere l’ultima foto della Seconda guerra mondiale o la prima della Liberazione. Ma è anche uno degli esempi più eloquenti dello stile del suo autore. Un’immagine colta in modo rapido, mai riquadrata, dove però tutto sembra studiato, ponderato, calcolato al millimetro. Un’icona che invita a riflettere sull’arte e sulla libertà.
Chi erano davvero i protagonisti di questa immagine? Perché Henri Cartier-Bresson era presente proprio in quel campo? Qual era il suo scopo nel fare questa foto? Morvan e Savoia con questo graphic novel si propongono di rispondere a queste domande, ricostruendo il contesto di quella famosa fotografia. Il racconto si sviluppa per flashback, la storia si apre nel 1946, con il fotografo in procinto di imbarcarsi per gli Stati Uniti, dove il MoMA ha organizzato una retrospettiva sul suo lavoro credendolo morto, e procede indietro nel tempo allo lo scopo di spiegare perché Cartier-Bresson scattò quella fotografia.
 
Completano il volume un portfolio di immagini di Henri Cartier-Bresson e un dossier di Thomas Tode, regista di documentari e ricercatore.
Il libro, la prima graphic novel pubblicata da Contrasto, è realizzato in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson e l’agenzia Magnum Photos.

 

 

Data di pubblicazione: aprile 2017
© riproduzione riservata

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