Per la stragrande maggioranza di noi le vacanze sono ormai alle spalle, ma l’autunno ci riserva spesso ancora dei week end di relax, magari fuori città, in campagna, al mare, al lago o in montagna, in ogni caso a contatto con la natura che in questo periodo si tinge di colori meravigliosi e ci offre paesaggi splendidi da… fotografare.

Per riuscire una foto di paesaggio esistono alcune regole, semplici ma fondamentali.

Ad esempio, per ottenere scatti che escano dall’ordinario, è fondamentale dare massima importanza alla qualità della luce naturale e dunque sarebbe opportuno evitare di fotografare quando il sole è alto nel cielo (ossia fra le 12 e le 14). In questo lasso di tempo, infatti, la luce è molto dura e produce ombre corte ma molto dense che tendono a schiacciare il paesaggio naturale e portano anche ad una desaturazione dei colori spesso accompagnata da una specie di nebbia che compromette la visione dello sfondo.

In queste condizioni il contrasto d’illuminazione (ossia lo scarto di luminosità fra le zone più scure e quelle più chiare della scena) non permette al sensore di registrare tutte le sfumature. Importante in questo caso è un buon bilanciamento del bianco ed evitare la sovraesposizione.

Nella maggior parte dei casi per fotografare un paesaggio occorre impostare la nostra macchina fotografica scegliendo la misura di esposizione matrix; se avete dei dubbi potete però anche utilizzare la misura spot, “mirando” alle zone del paesaggio da privilegiare; o ancora, potete sfruttare le possibilità offerte dal menù della vostra reflex e scegliere il bracketing (detta anche esposizione a forcella), così avrete una serie di immagini con differenti esposizioni.

Ricordo che ad una delle prime lezioni del corso di fotografia che feci ormai anni fa, mi venne detto che, in buona sostanza, i buoni accordi fanno i buoni paesaggi; il che, detta in soldoni, significa che l’ingrediente base è l’armonia e perché ci sia questa armonia, la prospettiva è essenziale, è l’ingrediente fondamentale.

Una corta distanza produce una prospettiva molto marcata con predominanza di primi piani e una forte convergenza delle linee di fuga; viceversa, una grande distanza dà luogo ad una prospettiva più morbida, con una certa compressione dei primi piani ed una convergenza delle linee di fuga più flebile.

Il segreto per trovare la giusta prospettiva? Girate attorno al soggetto che avete scelto e cercate un primo piano che gli si accordi in modo armonioso; poi giocate sulla profondità di campo per definire il modo in cui i differenti piani si equilibrano fra loro.

La profondità di campo è la zona in cui il soggetto deve trovarsi per risultare netto sulla foto. Avremo una profondità di campo molto piccola con grandi aperture della focale (f/2.8 o più) e avremo una profondità di campo molto grande con delle piccole aperture di focale (f/11 o meno).

Va da sé che se avete tempo da dedicare alle vostre foto di paesaggio, un treppiedi dovreste tenerlo con voi (ce ne sono di piccoli e leggeri che si possono portare agevolmente anche durante una passeggiata all’aria aperta).

Io lo consiglio perché se avete l’opportunità di lavorare sui tempi di posa potete modificare la resa di elementi naturali quali ad esempio l’acqua o le foglie agitate dal vento.

Dei tempi di posa lunghi permettono di fissare soggetti mobili sotto forma di striature sfocate, creando effetti artistici e dando la possibilità alla nostra creatività di sbizzarrirsi in modo estremamente personale. Però, per le pose lunghe, è assolutamente da evitare il mosso e l’unico modo per evitarlo è posizionare la macchina fotografica su un cavalletto, da questo non si scappa!

Tra l’altro un treppiede si rivela utilissimo anche quando la luce è scarsa (come nel sottobosco o nei paesaggi notturni) oppure quando volete avere una grande profondità di campo e il tempo di posa è incompatibile con uno scatto a mano libera.

Una regola da imparare a menadito per evitare l’effetto mosso? Il tempo di posa che si può utilizzare a mano libera deve essere inferiore o uguale all’inverso della focale (o del suo equivalente in 24x36): 1/60s per una focale di 50 mm o ancora 1/125s per una focale di 105 mm. Adesso molti apparecchi hanno dei sensori con alte definizioni (di 20 milioni di pixel o anche più) e allora in questi casi dovete dividere ancora per due questi valori (ad esempio 1/125s al posto di 1/60s).

Avere un apparecchio fotografico professionale ed usarlo in modo automatico è, secondo me, un peccato mortale, però, se siete alle prime armi oppure se ancora non conoscete bene la vostra macchina (in quanto spesso un manuale di istruzione di una reflex professionale è spesso più voluminoso e complicato di un testo per esami universitari), potete impostare la funzione Auto per fare delle foto in controluce.

I paesaggi in controluce sono inflazionati ma bisogna ammettere che un controluce fatto bene rimane insuperabile in quanto a fascinazione.

Un controluce offre infatti l’opportunità di ottenere delle fotografie spettacolari. E questi risultati potete ottenerli anche scegliendo il modo Auto, associato ad una specifica misurazione dell’esposizione.

La misurazione matrix vi darà un’immagine equilibrata, con delle alte luci globalmente ben esposte, ma è una scelta suscettibile di avere puntualmente delle sovraesposizioni nel caso sia presente una fonte di luce nel campo d’inquadratura.
La misurazione ponderata centrale porta ad una sovraesposizione più o meno marcata che crea un soggetto molto denso e delle alte luci prive però di brillantezza. Lo consiglio quando si vuole ottenere un effetto tipo ombre cinesi.
La misurazione spot procura un’esposizione precisa sulla zona selezionata ma con il rischio di un’esposizione sbagliata sul resto dell’inquadratura. In altre parole: è la misurazione di chi è davvero esperto.

Personalmente appartengo alla categoria di coloro che ad un paesaggio non chiede tanto di essere bello quanto piuttosto di avere qualcosa da dire.

E con questo voglio dire che la tecnica occorre conoscerla, su questo non si scappa, ma alla fine della storia, la tecnica spesso occorre conoscerla e padroneggiarla bene al solo fine di stravolgerla secondo la nostra sensibilità e la nostra personale creatività.

Buona luce autunnale a tutti!

Data di pubblicazione: ottobre 2016
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