Max De MartinoCosì recitava Benigni in un monologo nel suo film “La tigre e la neve”.
In fotografia si è già visto ed inventato tutto, come nella musica. Chi pensa di inventare, probabilmente, non conosce bene il passato. La pittura ci ha insegnato la gestione della luce e del colore, e questo da tempi non sospetti. Quindi chi oggi stupisce (e lavora) è perché ha studiato i grandi del passato ed è in grado di reinterpretare la realtà attuale applicando gli schemi che furono di altri rimixando il nuovo col vecchio. E non si tratta di copiare, si badi bene. Si tratta di introiettare milioni di immagini e poi creare la propria. Nuova, con pezzi di milioni di cose già viste, ma col filtro del proprio stile. Ho pensato al parallelo fotografia-musica proprio poche settimane fa. Sono andato a Londra solo per vedere Scott Bradlee & The Postmodern Jukebox: un gruppo di talenti straordinari che prende le hit degli ultimi anni e le riarrangia di volta in volta in stile Motown, Be-Bop, Klezmer e in molti altri modi… Il loro ultimo disco si intitola “Selfies on Kodachrome”, e credo sia un titolo meraviglioso che collega, appunto, la musica col mondo fotografico. Bradlee è una star di Youtube, con 135 video di cui quasi la metà hanno oltre un milione di visualizzazioni (tre superano i dieci milioni).

Tornando in patria, e ripensando alle ispirazioni, mi è venuto in mente un intervento di Toni Thorimbert alla Triennale di Milano un paio di anni fa per AFIP/CNA, si intitolava appunto “Ispirazioni" e Toni spiegava in maniera egregia, con la propria esperienza, come ciò che ognuno di noi è sia il risultato, fotograficamente ma anche caratterialmente, creativamente e personalmente, di tutti coloro con cui ci siamo incontrati, abbiamo studiato, osservato, delle mostre che abbiamo visto, la musica che abbiamo ascoltato e i film che abbiamo visto. Chi crede che “fotografi si nasce”, non considera che il talento, da solo e non coltivato, non basta. Per questo gli stimoli vanno sempre cercati nel confronto con gli altri, presenti o passati che siano. Un altro personaggio molto stimolante, nel bene e nel male, e con tutti gli eccessi di ego dei grandi creatori, è il vecchio Toscani, che da sempre è stato capace di forzare la mano e spingere ciò che davvero voleva, senza mediare con creativi e agenzie, ma gestendo direttamente il Cliente. Questo grazie a caratteristiche caratteriali non comuni, di certo. Il suo esempio indica che stare nei binari non sia la cosa più utile, ma anche che bisogna avere il coraggio di spingere e difendere le proprie idee (che devono esserci ed essere originali). E a volte bisogna ribaltare il tavolo e buttare tutto ciò che si è fatto per reinventarsi. Quindi, se non mi troverete nelle prossime settimane, sappiate che sono in giro a scattare per rinnovare il mio portfolio con nuove luci e prospettive. Buona primavera, piena di scatti!

Data di pubblicazione: aprile 2015
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