Sony RX10 testIn un mercato sempre più complesso che pretende di offrire la fotocamera ideale per ogni tipo di fotografo, troviamo che ci sia un settore in netta crescita che risponde ancora meglio di altri a questo paradigma: quello delle fotocamere cosiddette bridge. Si chiamano così, è giusto ricordarlo, perché nascono dall’interpolazione di una fotocamera compatta con una reflex a ottiche intercambiabili, un’idea di potenza e comodità di trasporto che difficilmente si conciliavano nei modelli appartenenti alle altre due categorie. Da anni siamo abituati a trovare tra le bridge dei modelli estremi, campioni di zoom o dalla capacità video particolari ma pochi di essi racchiudono la qualità e la propensione alla professionalità che si trovano nella nuova  Sony Cyber-shot DSC-RX10, una bridge che strizza l’occhiolino anche ai fotografi evoluti e, forse, addirittura ai professionisti.

Balzano all’occhio immediatamente le dimensioni, che ricordano in tutto e per tutto una reflex di medie dimensioni, e l’ottica zoom Zeiss dall’apertura costante su tutta la gamma focale. Eccellente il rapporto peso/qualità così come importante ma non spaventoso quello qualità/prezzo: la RX10 è sì una bridge, ma ricorda molto da vicino le reflex anche di livello medio quindi si colloca in una fascia d’acquisto piuttosto elevata.

Sony RX10 testDi solito quando si affrontano viaggi o esperienze particolari dalle quali vogliamo riportare immagini memorabili (nel senso che ci aiutino nel tempo a ricordarle) ci si attrezza e, con un po’ di sacrificio, si decide di portare un corpo macchina e alcune ottiche così da poter documentare con cura quanto vedremo. Con la RX10 in mano la tentazione è quella di lasciare tutto in borsa e muoversi solo con lei: scelta sbagliata o azzardata, potrebbe pensare qualcuno di voi. Nulla di più sbagliato poiché la nuova bridge Sony si rivela un’ottima ed eccellente compagna di viaggio, pronta a rispondere sempre adeguatamente alle richieste di chi la utilizza. La super focale Zeiss Vario-Sonnar T* 24-200mm (equivalente) dall’apertura f/2,8 costante si rivela adeguata al 95% delle circostanze: chi non si è mai trovato nella situazione di desiderare un grandangolo più spinto durante un viaggio scagli la prima pietra ma è anche vero che in qualche modo si è sempre riusciti a ovviare all’inconveniente e qualche buona foto la si è comunque portata a casa. Ecco spiegato il 5% mancante.

L’incisione delle immagini è ottima, soprattutto scattando in RAW, anche se le modalità che non prevedono l’impiego di questo formato di file (come la Panoramica ad arco e le Scene), restituiscono degli ottimi file JPEG. Da notare che anche la modalità Auto, dove l’utilizzatore lascia il controllo completamente alla fotocamera, permette di scattare in RAW, caratteristica da non dare per scontata con molti altri modelli di fotocamera di questo tipo.

L’immagine è creata da un sensore da 1”, un’unità da 2,54cm di diagonale uguale a quella montata anche sulle sorelline compatte RX100 Mark II e Mark III, certo non un portento di dimensioni ma che ben si sposa con l’ottica apositamente studiata da Zeiss per ottenere il massimo dalla combinazione ottica-sensore. Quest’ultimo è del tipo Exmor CMOS retroilluminato  capace di una risoluzione di 20,2 megapixel, davvero ben impiegati soprattutto perché gestiti dal potente processore d’immagini di nuova generazione Bionz X.

Sony RX10 testTra le altre caratteristiche della RX10 che balzano agli occhi da subito troviamo lo schermo da 3” basculabile, la capacità di collegarsi a un network Wi-Fi o di essere controllata anche attraverso la funzionalità NFC, così come lo splendido mirino elettronico OLED da 1.440.000 punti. La Sony Cyber-shot RX10 è a listino a un prezzo di 1.200 euro, non pochissimo se si pensa alla classe in cui viene catalogata questa fotocamera ma assolutamente in linea con le caratteristiche e le funzionalità offerte da questo prodotto. Si possono riprendere video in FullHD e scattare foto in formato RAW. Pensata e costruita sulle basi della sorella minore RX100, la RX10 ne condivide le impostazioni elettroniche di base: il sensore da 20,2 megapixel e il sensore CMOS da 1 pollice di diagonale, pari a 13,2 x 8,8 millimetri, che può sembrare piccolo ma rispetto alle dimensioni delle tipiche concorrenti della categoria ha un’area che è quasi quattro volte maggiore. Per offrire all’utente una qualità d’immagine senza precedenti per la categoria, i progettisti Sony hanno pensato di dotare la fotocamera di un’ottica potente e di grande livello come il Vario Sonnar T 24-200mm equivalente con apertura massima costante a f/2,8; se si sommano le caratteristiche ottiche dell’obiettivo, la potente stabilizzazione dell’immagine integrata e la capacità di riprendere immagini anche a livelli di luce quasi impossibili grazie all’estensione ISO fino a 25600, potremmo tranquillamente dire che questa fotocamera potrebbe competere con qualunque altra senza grande fatica. Infatti potrebbe essere tranquillamente la scelta di tutti quei fotografi che vogliono tanto da una fotocamera ma, al tempo stesso, non se la sentono di impegnarsi con un sistema reflex o mirrorless con tutto il corredo di ottiche necessarie a coprire le varie esigenze di ripresa.

Un’altra “genialata” è stata quella di dotare la RX10 di una ghiera per la selezione del diaframma, proprio come avveniva un tempo su tutte le macchine fotografiche: lavorare in modalità manuale o a priorità di apertura è davvero un piacere da riscoprire come non succedeva da tempo ed è meraviglioso pensare di trovare questa funzionalità su una macchina come questa. Più avanti, sempre sull’ottica, c’è un’altra ghiera che potrebbe sembrare quella della messa a fuoco manuale mentre invece serve a controllare lo zoom: non un portento di rapidità ma a suo modo comoda, anche se il controllo di regolazione dello zoom si trova posizionato in modo coassiale al pulsante di scatto e gestisce le operazioni in modo molto più veloce. Forse sarebbe stato meglio lasciare la possibilità al fotografo di poter correggere sempre la messa a fuoco con la seconda ghiera, opportunità che è possibile solo quando si lavora in modalità di messa a fuoco manuale.

Nella parte inferiore dell’ottica c’è un selettore (non proprio immediato da identificare) che permette di cambiare il modo in cui funziona la ghiera di regolazione del diaframma: è possibile selezionare il modo “fotografico” sentendo così gli scatti di passaggio da un diaframma all’altro, oppure una modalità più morbida e silenziosa, ideale per quando si registra video.

Anche se non è un campione di peso (813 grammi con batteria e scheda di memoria), la RX10 ha delle dimensioni contenute considerando la quantità di elementi “importanti” che si trovano al suo interno. Vista dalla parte anteriore non presenta particolari caratteristiche o comandi se non il selettore della modalità di messa a fuoco, situato sotto il nome del modello, alla destra dell’ottica, e il generoso grip per l’impugnatura, sulla parte sinistra. Ruotando la fotocamera in senso orario troviamo due sportellini in plastica sagomata semirigida che proteggono le uscite video HDMI e la porta USB, quest’ultima deputata anche alla ricarica della batteria attraverso l’alimentatore in dotazione. Eventuali batterie supplementari vanno dunque caricate attraverso la macchina stessa e questa è una funzione scomoda.

Il lato posteriore della RX10 è, come al solito, quello più denso di contenuti e di tasti di controllo. Spicca il grande display LCD da 3” da 1.228.000 punti, ribaltabile parzialmente sia verso il basso sia verso l’alto, comunque quanto basta per scattare anche in situazioni di grande scomodità come quando ci si trova in mezzo a molte  persone (manifestazioni fieristiche, concerti e così via).

Sopra lo schermo c’è il tasto Menu, attraverso il quale si accede alle innumerevoli pagine di configurazione dei parametri della fotocamera. A lato di questo tasto, in posizione centrale, c’è il mirino elettronico OLED di cui abbiamo già parlato, dotato di una piccola ghiera per la correzione diottrica e di un sensore di prossimità che disattiva il display LCD non appena ci si avvicina con l’occhio. Ancora più a destra c’è il tasto di attivazione della registrazione video, seguito da una rotella di selezione dei valori per alcuni parametri come i tempi di scatto.

Scendendo ci sono un paio di pulsanti: uno per il blocco dell’esposizione AE e un altro, marcato Fn, che permette di accedere a un menu di funzioni ristretto e personalizzabile. Sotto a questi trova posto la tipica ghiera rotante con pulsante centrale di conferma che, oltre a spostarsi tra i parametri, i menu e le immagini visualizzate, agisce anche come joystick per la selezione del modo di visualizzazione delle informazioni sul display. Ancora più in basso trovano posto i tasti Play (riproduzione di immagini e video) e il cestino per la ovvia rimozione dei file indesiderati.

Sony RX10 testLa parte superiore della RX10 è forse la più ricca di comandi a partire dal selettore a ghiera posto sulla parte sinistra attraverso il quale è possibile scegliere la modalità di scatto; oltre ai soliti modi PASM Sony ha aggiunto alcune modalità specifiche, tipiche del mondo consumer, come un modo completamente AUTO(matico), un menu Scene (con cui la macchina riconosce da sola il contesto in cui si sta scattando e si regola di conseguenza), una modalità panorama e una per le riprese filmate. Sono disponibili anche due modalità personalizzabili dall’utente per salvare le proprie impostazioni di scatto (qualora l’utente amatoriale avesse voglia di crearsene di proprie).

Al centro, in prossimità del mirino per intenderci, c’è una zona densa dove trovano posto la slitta multifunzione, due micro speaker per l’audio stereo delle registrazioni video e l’unità flash a scomparsa.  Spostandoci ancora verso destra troviamo due tasti: il primo serve ad attivare manualmente il flash mentre il secondo attiva la retroilluminazione dell’ampio display LCD di controllo nel quale vengono visualizzati tutti i principali valori di scatto impostati sul macchina.

All’estremità destra della parte superiore troviamo il tasto di scatto al quale, concentricamente, sono accoppiati il selettore di accensione e il controllo dello zoom che può essere configurato per passare automaticamente da una lunghezza focale all’altra senza step intermedi. Un piccolo tasto C è a disposizione per impostare a piacere dell’utente un parametro come il valore ISO o il bilanciamento del bianco o, ancora, l’impostazione dell’area di messa a fuoco, giusto per fare degli esempi. Ultima ghiera è quella della correzione dell’esposizione, da -3 a +3 EV, molto comoda per la sua posizione ma anche facilmente regolabile per errore vista l’assenza di un tasto di blocco che sarebbe davvero apprezzato.

Sulla parte inferiore del corpo vi sono la vite di collegamento al treppiede e lo sportellino di protezione del vano batteria. Sull’ultimo lato invece c’è lo sportellino di protezione dello slot della memoria, che prevede l’utilizzo di schede SD/SDHC/SDXC oltre all’immancabile formato proprietario di Sony cioè le schede Pro Duo Memory Stick. Una scheda di memoria di buona qualità può garantire alla RX10 di scattare a raffica fino a 13 immagini JPEG o 10 in formato RAW, davvero non male per una bridge.

Oltre a tutti i modi automatici è possibile lavorare in modo completamente manuale, aspetto che farà piacere a tutti i fotografi più esperti, oltre che in priorità di diaframma, con una scelta che va dalla massima apertura f/2,8 fino alla minima f/16, o di tempi, potendo scegliere tra un intervallo compreso tra 30 secondi e 1/3200. Come abbiamo già detto anche la scelta del tipo di file è varia e prevede la possibilità di scattare in RAW, in Jpeg o nella doppia modalità RAW+JPEG.

Molto interessante la funzione Clear Zoom che permette di raddoppiare in modo digitale la portata dello zoom ottico così da arrivare a ottenere un potente 400mm: questo grazie alla tecnologia che Sony chiama Pixel Super Resolution Technology, la stessa che supporta la funzione di crop automatico per i ritratti (Auto Portrait Framing) e permette di ottenere comunque fotografie da 20,2 megapixel. Anche le funzioni di ottimizzazione dello sfondo in ambienti con luce molto scarsa (D Range Optimizer) o di scatti HDR hanno raggiunto livelli di perfezione mai visti prima, forse grazie al fatto che il software implementato sulla RX10 è lo stesso che si trova sulle fotocamere Sony alto di gamma della serie SLT.

Due parole sulla parte video che, come sapete, non rappresenta una priorità per noi di ODLab: la RX10 è capace di filmare in Full HD con varie opzioni, tutte con una colonna sonora stereofonica. I formati di scrittura sono AVCHD e MP4.Le funzionalità di collegamento ad altri dispositivi e di trasferimento dei file dalla fotocamera sono davvero interessanti e prevedono l’utilizzo dello standard Wi-Fi così come della tecnologia, adesso molto in voga, NFC (Near Field Communication). La configurazione di queste funzioni è disponibile da un apposito menu ed è davvero semplice da realizzare.

Sony RX10 testConclusioni

Una delle principali critiche che la Sony RX10 subisce da parte del pubblico è il prezzo elevato per la sua categoria (ma giustificato a nostro avviso dall’enorme bagaglio tecnico qualitativo di cui è dotata) mentre l’altra è la ridotta capacità di zoom della sua ottica (con una capacità di ingrandimento di “sole” 8,3 volte). Forse i meno informati o attenti non avranno notato l’impiego di un’ottica Zeiss, che davvero fa la differenza, e la sua grande luminosità: un obiettivo professionale capace di zoomare ad apertura fissa 2,8 su tutta la gamma costa di solito da solo più dell’intera RX10; le bridge concorrenti hanno sì uno zoom decisamente superiore (fino a 60x nei modelli più spinti) ma con aperture che vanno da f/4,5 fino a f/6,9 almeno, valori che in fotografia fanno davvero la differenza. Il corpo macchina non è certo piccolo ma ha sempre un volume più contenuto di una mirrorless o di una reflex sulle quali viene montata un'ottica di queste caratteristiche.

Anche il prezzo è quello di una reflex di fascia medio alta, dato che si parla di circa 1.200 euro di listino (anche se lo street price scende sotto i mille) ma la qualità del prodotto li merita tutti. Le caratteristiche ottiche ed elettroniche della RX10 la rendono assolutamente una candidata ideale per essere anche la fotocamera di backup per un professionista o lo strumento ideale per l’amatore evoluto che vuole avere con sé una fotocamera all’altezza di ogni situazione. DIciamo che sono solo due gli unici nei che si possono trovare: il primo, l’assenza di una ghiera sull’ottica che permetta di focheggiare manualmente: forse è una caratteristica che abbiamo notato solo noi ma che a volte farebbe comodo, soprattutto in situazioni di luminosità scarsa quando non si vuole scattare affidandosi agli alti valori ISO (fino a 6400 tutto è davvero perfetto mentre lavorando a 12800 o addirittura a 25600 il rumore interviene spesso in modo incontrollato, forse anche a causa delle dimensioni ridotte del sensore); il secondo è la poca rapidità dello zoom nel passare dalla posizione di grandangolo a quella di massimo tele.

La presenza dell’interfaccia NFC permette di utilizzare la RX10 anche in modo remoto, controllata cioè da un dispositivo mobile come uno smartphone. Scaricata la app PlayMemories di Sony è stato un gioco fare il pairing con la fotocamera e vedere ciò che veniva inquadrato direttamente dallo schermo del nostro telefono, con tutte le principali funzionalità gestibili al tocco di un dito: zoom, scatto e così via, con la possibilità di scegliere se salvare le immagini solo sulla fotocamera o trasferirle contemporaneamente nella memoria del dispositivo mobile così da poterle magari condividere subito su un social. La stessa app funziona con tutte le ultime fotocamere Sony dotate dell’interfaccia NFC.

Il display LCD basculabile è davvero comodo e ben visibile ma è il mirino elettronico che dà veramente soddisfazioni: sette persone su dieci alle quali abbiamo fatto provare la RX10 non hanno riconosciuto che il mirino fosse di tipo elettronico, talmente è elevata la sua qualità.

In ogni caso ci sentiamo di dire che la RX10 esce dal nostro test promossa con lode.

(data di pubblicazione: settembre 2014)

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