È arrivata alla quarta generazione una delle famiglie di reflex full-frame più apprezzate dai fotografi professionisti (e non solo). La Canon EOS 5D Mark IV non ha atteso Photokina per la presentazione - anzi, l'avvio della commercializzazione è avvenuto in anticipo rispetto alla manifestazione di Colonia - confermando le aspettative suscitate dalle molte voci di corridoio circolate nel corso dell'estate. Le caratteristiche base del nuovo modello vedono un corpo del 10% più leggero rispetto alla Mark III, all'interno del quale si trova un sensore da 30,4 megapixel effettivi di nuova progettazione che migliora la resa in condizioni di scarsa illuminazione con il limite ISO nativo che sale a 32000 (fino a 102400 in modalità estesa) e un sensore Digic 6+; migliorato come da previsioni anche il sistema autofocus, evoluzione del precedente che copre ora un campo di inquadratura più ampio a parità di punti AF (fino a 61 a f/8, con 21 a croce).

L'innovazione più esplicita della EOS 5D Mark IV è quella che estende la tecnologia Dual Pixel (un sistema introdotto per la prima volta sulla EOS 70D che sfrutta l'autofocus a rilevamento di fase e la disponibilità di due fotodiodi per ciascun pixel del sensore di imaging) per salvare all'interno di un file Dual Pixel RAW due versioni lievemente scostate della medesima immagine attraverso le quali diviene possibile intervenire successivamente in post produzione per apportare microaggiustamenti, variare il bokeh e ridurre gli effetti di ghosting e flare provocati dall'eventuale ingresso di fonti luminose in macchina. Unico neo: l'elaborazione dei file DPRAW è attualmente supportata dal solo software di sviluppo digitale di Canon, Digital Photo Professional, e quindi esclusa dai workflow basati su applicazioni differenti di terze parti - almeno fino a quando i relativi produttori non decideranno di implementarla a propria volta, nella speranza che siano più reattivi di quanto dimostrato in passato con i file MRAW e SRAW.

Salto contrario ha compiuto invece la funzione Digital Lens Optimizer, in passato di esclusiva pertinenza del software DPP e ora invece integrato all'interno della fotocamera. In pratica questo significa che la EOS 5D Mark IV è in grado di riconoscere l'esatto modello di ottica Canon innestata applicando automaticamente e direttamente in macchina tutte le correzioni alla distorsione, diffrazione, aberrazione cromatica e luminosità periferica. La ragione di questa integrazione "in camera", che permette di rilasciare immagini prive di difetti ottici senza bisogno di passare attraverso la postproduzione al computer, risiede nella consapevolezza dei tempi di consegna sempre più brevi, se non immediati, cui devono sottostare diverse categorie di fotografi professionali.

Nella stessa direzione vanno altre caratteristiche e funzionalità della EOS 5D Mark IV come il supporto completo dei dati IPTC, che possono essere definiti comodamente su computer quando necessario per essere quindi trasferiti al corpo macchina e, da qui, automaticamente applicati a tutti i file RAW e JPEG prodotti dalla fotocamera. Discorso analogo per quanto concerne la connettività Wi-Fi (con NFC per rendere immediata la connessione con dispositivi compatibili) e la ricezione dei segnali GPS per il geotagging; per il trasferimento cablato è invece presente un connettore USB 3.0.

Esaminando la parte esterna del corpo macchina si nota immediatamente la presenza di un ampio display LCD posteriore ad alta risoluzione (1,62 megapixel) da 3,2" full touch: il che significa che la sensibilità al tocco è utilizzabile per tutte le funzionalità della macchina, anche se chi preferisce fare a meno di questa caratteristica la può disattivare a piacere da menu. Personalizzabile anche la tonalità di resa del display, che per default restituisce colori più caldi rispetto ad altri modelli EOS: il fotografo può dunque scegliere tra altre due impostazioni a toni più freddi o, addirittura, un tono ancora più caldo di quello normale.

La disposizione dei pulsanti è la stessa già vista sulla Mark III, con l'eccezione dell'aggiunta del pulsante di selezione del punto AF mutuato dalla 7D Mark II. Le informazioni mostrate premendo il pulsante Q (Quick Control) sono ora completamente personalizzabili nei contenuti e nel layout, così come non manca l'ormai tradizionale possibilità di riassegnare ghiere e pulsanti a funzionalità differenti da quelle impostate in fabbrica. A nostro avviso, pensando soprattutto alle molteplici casistiche di utilizzo personale o ai team di professionisti che condividono un'attrezzatura comune, l'elevato grado di customizzazione della macchina ben si adatterebbe a una gestione multiutente dell'apparecchio che qui purtroppo non è stata prevista.

La 5D Mark IV porta sulle proprie spalle un'eredità importante, quella della Mark II entrata nella storia per aver introdotto le capacità di ripresa video all'interno degli apparecchi reflex; per questo motivo ci si aspetta sempre qualcosa di particolare in questo ambito a ogni nuovo modello della famiglia. In questo caso la novità (peraltro attesa e tutto sommato prevedibile) riguarda la possibilità di riprendere in 4K, per quanto sfruttando una porzione del sensore equivalente a un crop pari a 1,7: la scelta nasce dalla necessità di evitare rallentamenti prestazionali e cadute qualitative dell'immagine che sarebbero altrimenti provocate dal rescaling delle immagini dai 6720x4480 pixel catturati nativamente dal sensore ai 4096x2160 punti del formato 4K UHD in frequenza 30/24p. I video vengono salvati in MJPEG, formato poco efficiente e bisognoso di transcodifica in caso di utilizzo professionale ma d'altra parte adatto a consentire l'acquisizione di fotografie da 8,8 megapixel di risoluzione contemporaneamente alla ripresa video con una cadenza di 30 scatti al secondo.

La tecnologia Dual Pixel si fa sentire anche nell'ambito video permettendo di inseguire il soggetto in modalità servo AF con risultati eccellenti. Il tracking continuo è possibile anche in modalità fotografica per lo scatto di immagini, a patto di utilizzare il Live View anziché il mirino a pentaprisma; in questa situazione avrebbe fatto certamente comodo disporre di un display posteriore inclinabile che, consentendo la visione dell'inquadratura dall'alto, avrebbe permesso di mantenere la reflex vicino al corpo del fotografo anziché costringerlo ad allontanarla assumendo una posizione poco stabile e comoda considerato il peso tipico di un apparecchio di questo genere e delle relative ottiche.

La 5D Mark IV conferma l'atteggiamento di Canon nei confronti del video: le funzionalità implementate nelle sue reflex permettono di ottenere risultati di buona qualità, pensati per il fotografo che occasionalmente può trovarsi nella necessità od opportunità di effettuare riprese contestualmente al proprio lavoro tradizionale e che può accontentarsi di filmati 4:2:2 a 8 bit di profondità prodotti da un codec decisamente anzianotto; per scelte progettuali e marketing, altri invece sono gli apparecchi che rispondono alle esigenze del videomaker professionale, segnatamente i modelli della famiglia EOS Cinema (tra cui la C700 presentata a ridosso della 5D Mark IV).

In conclusione

C'era un tempo nel quale ogni nuovo modello di fotocamera esprimeva al proprio interno lo stato dell'arte del settore fotografico in tutte le proprie componenti, magari aggiungendo di volta in volta qualche caratteristica innovativa extra. Da diversi anni ci stiamo invece abituando ad accogliere modelli differenziati progettati per determinate tipologie di utilizzatori: fotocamere che danno il meglio di sé in aree specifiche limitando invece le funzionalità in quelle a torto o ragione ritenute meno importanti per il target stabilito. La Canon EOS 5D Mark IV va interpretata in questo senso: non una soluzione universale a qualsiasi esigenza professionale in ambito foto e video, come sembra che qualcuno si aspettasse, bensì il perfezionamento incrementale di uno strumento pensato innanzitutto per i fotografi attivi in mercati che richiedono tempi strettissimi tra il momento dello scatto e la successiva consegna.

Un esempio lo si può trovare nella scelta di lavorare sulla sensibilità dell'apparecchio per fare in modo che anche le immagini scattate ad alti ISO siano sufficientemente definite e poco rumorose da poter essere immediatamente utilizzabili senza passare attraverso i software di noise reduction; e pazienza se non si raggiunge un nuovo record nel limite ISO nominale che tanto piace al marketing ma che poi, di fatto, viene ignorato dai fotografi nella pratica quotidiana.

Allo stesso modo va interpretata l'attenzione con cui si è evitato che l'incremento della risoluzione provocasse un rallentamento nell'uso della fotocamera: la quantità di dati che devono essere trasferiti tra i vari componenti interni della macchina durante uno scatto in DPRAW è semplicemente enorme, così come accade nelle raffiche a 30 megapixel, ma la 5D Mark IV sembra reggere senza particolari affaticamenti.

Certo, una macchina del genere richiede un contorno di accessori di rango altrettanto elevato: quindi niente schede di memoria economiche (e lente), obiettivi preferibilmente di nuova generazione in grado di risolvere nitidamente a 30 megapixel, ambiente di postproduzione con computer rapidi, rete veloce e capacità storage abbondante.

Infine, il prezzo: la Canon EOS 5D Mark IV viene proposta al momento del lancio a poco più di 3.400 euro più IVA nella versione solo corpo. Come sempre, potete consultare e confrontare tutte le caratteristiche tecniche di questa fotocamera nel comparatore di Fotoguida.it.

Data di pubblicazione: settembre 2016
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