Ieri e oggi, ma questa volta il passato è quello del 2015 con l’Expo. Qui vi vogliamo proporre la nuova versione, chiamata Experience rEstateaMilano, che permette uno sguardo ridotto, ma anche differente, non più puntato sui tanti Paesi e la possibilità di scoprire i loro modi di vivere e le proposte per un futuro migliore. Ora l’attenzione è sul coinvolgimento del pubblico milanese in versione vacanziera, con iniziative per bambini e sportive, unite ad alcune delle attrazioni di maggior successo di allora. Lo sguardo che proponiamo oggi non vuol essere un amarcord: si propone invece di suggerire opportunità da cogliere, anche da un punto di vista fotografico, sia per chi aveva vissuto l'Expo, sia per chi lo aveva perso e ora potrà recuperare alcuni momenti di forte emozione. Questa volta l'ingresso è solo venerdì, sabato e domenica dalle 14 alle 23, ma è gratis - conviene informarsi sulle modalità di accesso e i relativi ingressi - e non c'è nemmeno folla (almeno così era nelle prime settimane di riapertura).

L'Albero della Vita da un nuovo punto di vista, dal basso

1. L'Albero della Vita. Oltre allo spettacolo con l'acqua e la musica ora è possibile avvicinarsi, percorrendo la passerella che porta alla base dell'Albero della Vita. Qui è possibile, attraverso dei pannelli, scoprire come è stato realizzato, dall'idea iniziale fino alla costruzione vera e propria, attraverso l'utilizzo di acciaio, marmo e legno appositamente curvato. E naturalmente da questa postazione sono possibili delle foto che durante l’Expo non si potevano realizzare: si può fotografare puntando l'obiettivo verso l'alto e si può riprendere Palazzo Italia attraverso la struttura di legno.

Palazzo Italia visto attraverso la chioma dell’Albero della Vita

2. Palazzo Italia. È ancora lì, ad attendere i visitatori: quelli di allora che erano entrati o che avevano rinunciato atterriti dalle lunghe code, ma anche tutti quelli che all’Expo allora non erano andati. Palazzo Italia è stato riaperto e, almeno nelle prime settimane, permette una visita senza dover fare code. Molti allestimenti sono rimasti uguali, così è possibile vedere lo sconcertante (ma anche ironico al punto da far riflettere) grande plastico del Mediterraneo in cui manca la nostra penisola, con i commenti di personaggi famosi che sottolineano quanto questa mancanza sarebbe negativa. Si possono vedere progetti e ricerche in tema di sostenibilità. È invece nuovo l’allestimento del primo piano ove si possono seguire video dedicati a sport e cultura accompagnati dall'inno di Mameli. Come nuovo è il terzo piano che permette di rivivere l’Expo con il Virtual tour e con gli occhiali Gear VR (ne parliamo in una voce successiva). E le sale degli specchi che tanto successo avevano avuto? Ci sono ancora con qualche immagine in più rispetto al passato: ne parliamo qui sotto.

Le sale degli specchi: la potenza della bellezza architettonica

3. Specchi. Ribattezzate le sale degli specchi, tre in successione, fanno rivivere, al secondo piano di Palazzo Italia, in modo molto suggestivo la potenza della bellezza italiana: paesaggi, architetture e dettagli di interni replicati visivamente grazie a un sistema a specchi (riflessioni) e a tratti scomposti come un caleidoscopio, per produrre una visione originale, un nuovo sguardo sulla bellezza e un effetto di riproduzione infinita che avvolge il visitatore. Oggi, come allora, rappresenta un momento pieno di fascino, da non perdere.

Esperienze tecnologiche attraverso gli occhiali Gear VR

4. Esperienze ed emozioni tecnologiche. Gli occhiali per una visione a 360° (in orizzontale e verticale) erano stati uno degli strumenti tecnologici motivo di attrazione dell’Expo, grazie ai quali, in vari padiglioni come Slovacchia, Slovenia, Lombardia e Roma a Palazzo Italia, era stato possibile vedere paesaggi e realtà architettoniche di alcune città come se si fosse al centro di queste. Ora gli occhiali Gear VR si possono indossare a Palazzo Italia per rivivere un percorso lungo il Decumano di allora, con la possibilità di entrare virtualmente in alcuni padiglioni. Un altro giro virtuale in un’altra sala permette di rivedere i padiglioni dei vari Paesi che erano presenti all'Expo. Per chi lo aveva girato allora è un modo per rivivere dei momenti, divertendosi a identificare i vari Paesi espositori.

Gli animali del Padiglione Zero

5. E il Padiglione Zero? Era uno degli spazi che tutti volevano salvare per la bellezza degli ambienti, anche in grado di smuovere una coscienza ambientalista. Per ora però quello che si può vedere sono gli animali riprodotti in bianco, ora ospitati presso Palazzo Italia, dove è possibile fotografarli in una ambientazione piuttosto banale, totalmente differente rispetto a quella in cui era stato possibile riprenderli durante l’Expo.

Street Art con un artista all’opera

6. Street Art. Lungo il Decumano che va dal Cardo fino all'ingresso Roserio per Artexperience alcuni artisti stanno dipingendo o hanno già realizzato dei pannelli, tutti molto diversi l'uno dall'altro. Alla Street Art è anche dedicato uno spazio all’interno di City after the City, nell’ambito della XXI Triennale Internazionale, a dimostrazione di quanto questa arte di strada stia cambiando l’aspetto delle città, rendendo attraenti dei muri, altrimenti pieni solo di graffiti o di scritte spesso volgari.

Le installazioni di Dante Ferretti. Qui il mercato del pane

7. Le installazioni di Dante Ferretti. Ugualmente lungo il tratto del Decumano, tra Cardo e Roserio, si possono ancora vedere due delle installazioni di Dante Ferretti dedicate al mercato del pane e a quello del formaggio. Le foto si impongono e questa volta senza folla attorno: una buona occasione per chi le aveva perse durante l'Expo.

Acqua e verde

8. Il verde. Certo le grandi piante, il bonsai del Giappone, il grande bosco dell'Austria non ci sono più. E nemmeno ci sono le piantine dell’Iran o le coltivazioni verticali di Israele e Stati Uniti. Però il verde non manca, anzi sembra quasi potenziato con grandi spazi verdi, piante che sembrano cresciute, corsi d'acqua che contornano tutto il sito espositivo. Così c'è chi si rilassa sul verde, come chi si diverte a fotografare degli angoli che sembrano fuori dalla città.

Un angolo dell’Orto Planetario

9. Orto Planetario. L’orto occupa un’area di 3 mila mq e sembra quasi una prosecuzione delle coltivazioni che avevano caratterizzato l’Expo. In realtà rientra nelle esposizioni della XXI Triennale Internazionale. Si trova infatti tra i due padiglioni che ospitano le mostre City after the City, che si propongono di mostrare la tendenza a oltrepassare il modello urbano esistente. Qui si trova anche la grande libreria Meeting-Bookroom, pensata come luogo di incontro, di commenti, discussioni, con bar e zona relax. È la più grande libreria, come si può leggere all'interno di questo spazio, sui temi dell'urbanistica, dell'architettura e del design presente in Europa.

Il padiglione della Polonia, ancora in parte visibile

10. Eccoli ancora. Chi comunque non rinuncia al «momento amarcord» può cercare di cogliere quello che è rimasto dei padiglioni. Alcuni sono ancora lì, visibili e fotografabili almeno per alcuni angoli, seppure circondati da strutture metalliche. Possiamo ritrovare la struttura a cassette di mele del padiglione della Polonia, quello con le piastrelle rosse Vanke, il Turkmenistan blu e bianco con le gocce d’acqua stilizzate blu e si può intravedere il tetto a capanna della Romania.

La Street Art, oltre a Experience rEstateaMilano, sta conquistando sempre nuovi spazi a Milano

+ 1 riflessione. Ancora una volta, dunque, le occasioni per fotografare non mancano, con la possibilità di realizzare scatti molto diversi tra loro. E ancora di più lo sarà con l’apertura degli spazi dedicati alle attività sportive. Girando per le città – Milano in particolare, ma non solo – ci si accorge che tantissime sono le occasioni per scatti fotografici non tradizionali: basta quel tanto di curiosità, che diventa un modo per entrare in contatto con la realtà che ci circonda e con gli altri. L’obiettivo può dunque essere un ottimo tramite sia al momento della ripresa, come successivamente, quando le immagini vengono mostrate ad altri. O semplicemente vengono riviste da chi le ha scattate.

Resta da discutere su questa nuova versione dell’Expo che, pur permettendo di recuperare alcuni momenti a chi allora li aveva persi, stravolge la sua funzione, quella che allora avevamo indicato come destinata in particolare ai sognatori che reputano possibile un mondo migliore in cui tutti possano avere quel nutrimento fondamentale per vivere, sia materiale che culturale. La tecnologia, che ha ormai raggiunto livelli elevatissimi, come scrivevamo allora, può dare un grande aiuto all'uomo nell’utilizzare nuovi metodi di coltivazione, nuovi alimenti, migliorarne la distribuzione evitando sprechi e speculazioni, perché tutti se ne possano giovare. E quegli stessi sognatori, vedendo la bellezza del mondo, cogliendo quello che la natura ma anche l'uomo hanno fatto nel tempo, non possono che temerne la distruzione. La fotografia, da parte sua, stimolando le riflessioni, conservando i ricordi, aiuta a non accantonare i sogni. Girando ora per parte di quegli spazi si può ricordare quei sogni, con buona pace del nuovo spirito vacanziero.

(Le foto del servizio sono di Valeria Prina)

Data di pubblicazione: luglio 2016
© riproduzione riservata

Cerca su Osservatorio Digitale