Lumix DSC-GX8Di nuovo una mirrorless al banco prova dell'ODLab e non una fotocamera qualsiasi ma il frutto di un'attenta progettazione e rivisitazione di un modello precedente già molto riuscito, parliamo della Lumix GX8 di Panasonic, una Micro 4:3 che rispetto all GX7 è cambiata quasi completamente. Prima di tutto le dimensioni sono cambiate, guadagnando qualche millimetro in ogni direzione: adesso il corpo è di due millimetri più largo della concorrente Fujifilm X-T1, giusto per dare l’idea dell’ingombro, ma quello che colpirà maggiormente sarà il sensore che ha una risoluzione di 20,3 megapixel effettivi, un’assoluta prima nel mondo delle mirrorless 4:3 che prima non sono mai andate oltre i 16mp. Ciò significa maggior dinamica e un netto miglioramento nella gestione dei colori.

La maggior dimensione del corpo la si deve in gran parte alla nuova impugnatura che ora incorpora anche il pulsante di scatto circondato, come in precedenza, da una ghiera multifunzione. Chi conosce la GX7 sa che è davvero un’ottima fotocamera, forse non apprezzata quanto avrebbe meritato come tutte le Micro 4:3, per la sua maneggevolezza che rimane la stessa con la GX8, anche se adesso si guadagna in comfort al punto che, dopo qualche ora di utilizzo, sembra di usarla da sempre.

Notevole, soprattutto dal punto di vista dell’utilizzo, la nuova ghiera per la compensazione dell’esposizione, posta sotto al selettore delle modalità di scatto, ora al posto del flash a scomparsa che era presente sulla GX7 e ora scomparso. Un’altra novità è il posizionamento della rotella di controllo posteriore, prima incassata nel corpo mentre adesso è a fianco della ghiera di controllo EV però con un tasto funzione in più, assegnabile dall’utente come molti altri. Restando sempre sulla parte superiore del corpo macchina troviamo ancora un altro tasto funzione e lo switch per le riprese video. Completano la parte superiore la slitta per il flash e gli accessori e la parte “mobile” del mirino, un’ottima tradizione che continua e che permette di ruotare il mirino verso l’alto e utilizzare la GX8 come se fosse una fotocamera col mirino a pozzetto. Ora la protezione in gomma è anche rimovibile così da pulirla facilmente o toglierla se non dovesse servire. Parlando del mirino c’è da sottolineare che la GX8 ne possiede uno più grande (ma di poco meno risoluto) rispetto alla GX7, sempre con tecnologia OLED da 2,36 milioni di pixel ma ora in formato 4:3, invece del precedente 16:9 impiegato sulla GX7, sempre con un rapporto di ingrandimento pari a 0,77x.

Un’altra caratteristica molto apprezzabile della GX8 rispetto ai modelli precedenti di questa serie è la tropicalizzazione che ne permette l’uso anche in presenza di acqua e polvere: ancora un deciso passo avanti verso l’impiego professionale di queste splendide fotocamere.

In seguito alla maggior risoluzione del sensore anche la gamma ISO è stata ampliata (ora con valori da 100 a 25.600): per fotografare in tutta tranquillità però è sempre bene a nostro avviso non superare mai i 6.400, una soglia che permette di tenere risultati eccellenti contenendo quasi completamente l’insorgere del rumore.

Guardando la GX8 dalla parte posteriore potrebbe anche sembrare, a uno sguardo frettoloso, che tutto sia rimasto uguale ma è così solo in parte; infatti l’area sulla destra, dove ci sono i controlli generali è rimasta invariata mentre, sopra lo schermo LCD, si notano subito alcuni cambiamenti. Ci sono due nuovi tasti, più grandi, per selezionare il passaggio tra il mirino e lo schermo il nuovo tasto per il blocco dell’esposizione, ora in alto a destra, mentre il selettore della modalità di messa a fuoco è al centro e comprende l’ennesimo tasto funzione assegnabile. È però proprio lo schermo LCD quello che ha subito il miglioramento più evidente: ora è completamente ribaltabile e mantiene sempre la caratteristica di essere touch che permette di operare con un dito magari sui punti della messa a fuoco mentre si compone l’immagine guardando nel mirino (funzione Touchpad AF). La tecnologia dello schermo è passata da LCD a OLED guadagnando in contrasto e visibilità, in ogni condizione di luce.

Panasonic Lumix GX7 a confronto con la nuova GX8

Il corpo di dimensioni più ampie, anche se leggermente, danno alla GX8 maggior senso di stabilità anche quando la si utilizza con ottiche “importanti”, cioè lunghe, che tenderebbero a sbilanciare il corpo macchina ma che grazie al nuovo grip ne permettono un uso davvero comodo. Abbiamo provato a scattare montando sia ottiche Canon EF sia le buone e vecchie analogiche FD, tutte di dimensioni generose con gli opportuni anelli adattatori, e siamo stati in grado di ottenere immagini meravigliose, con grande nitidezza e precisione nella messa a fuoco manuale grazie al Focus Peaking della GX8, a ingrandimento regolabile.

Per questo tipo di operazioni ci è stato molto d’aiuto il nuovo sistema di stabilizzazione dell’immagine che ora opera adesso in modalità doppia ma su cinque assi, combinando la stabilizzazione del corpo macchina (4 assi) a quello dell’ottica impiegata. Sul display LCD appare la scritta Dual I.S. quando si stanno utilizzando i due sistemi combinati: ovviamente ciò accade solo con le ottiche che già supportano questa funzione, anche se Panasonic sta aggiornando i firmware della maggior parte degli obiettivi proprio perché possano lavorare correttamente in combinazione con il corpo macchina. Anche per quanto riguarda il video il sistema opera con una stabilizzazione ibrida a cinque assi ma solo fino al formato FullHD e non quando si gira in 4K.
In senso generale poi le operazioni sembrano essere velocizzate in modo notevole: sarà il nuovo processore Venus, che coadiuva il sensore nella gestione delle immagini, delle riprese 4K e non solo ma la GX8 sembra decisamente più rapida della GX7.

Tra i miglioramenti a livello di prestazioni troviamo anche un incremento nel numero dei fotogrammi al secondo che la GX8 riesce a scattare: sono 8 rispetto ai 5 della GX7. Questo sempre grazie al migliorato sistema di messa a fuoco e al processore Venus di cui si parlava poco fa. La massima velocità di scatto meccanico sorprende per una fotocamera di questo tipo: 1/8.000 di secondo che passa a 1/16.000 quando si utilizza l’otturatore elettronico, particolarità che permettono di scattare anche nelle condizioni di luce più estrema, nel senso di fortissima, senza temere di ottenere immagini bruciate. Se invece pensate di scattare utilizzando i tempi lunghi sappiate che adesso la posa B (bulb) vi permette di esporre fino a trenta minuti, un bel balzo in avanti rispetto ai due minuti previsti dalla GX7.

Parlando di capacità video, per gli amanti del genere, la GX8 mutua molte funzionalità dalla sorella GH4, top di gamma e video dedicata: abbiamo già detto che si arriva a riprendere fino a una risoluzione di 4K – ormai chi non ce l’ha si deve sentire un emarginato – e questo avviene con un data rate di 100 mega al secondo, che scende a 28 quando si filma “solo” in FullHD. Le riprese avvengono utilizzando la piena capacità del sensore, così da non correre il rischio che si generino effetti indesiderati. È presente una presa mini-jack per un microfono esterno mentre non è presente una presa per le cuffie. Si possono controllare manualmente il livello dell’esposizione, dell’audio e della luminanza. L’uscita video è disponibile sotto forma di porta HDMI. Sicuramente le funzioni video saranno molte di più ma le lasciamo scoprire a chi vorrà utilizzare per quello scopo questa splendida fotocamera.

Quello che invece ci interessa più da vicino è la modalità 4K Photo che rende possibile l’estrazione di immagini da 8,3mp dai filmati girati appunto alla massima risoluzione video. E la GX8 lo fa addirittura in tre maniere diverse definite Start/Stop, Burst mode e Pre-Burst.

Il primo modo consiste nello scattare tenendo premuto il tasto di scatto e premendolo al termine della ripresa. La macchina registrerà una serie di 30 immagini al secondo e sarà poi possibile scorrere per scegliere quella migliore.

Nel secondo invece la stessa cosa accade quando, in modo più tradizionale, si preme il tasto per iniziare la ripresa e lo si rilascia per terminarla. Stessa procedura poi per la selezione delle foto.

Il terzo modo invece deriva direttamente dal mondo delle videocamere e permette di registrare una serie di fotogrammi (30) per un secondo prima dello scatto e per un secondo dopo il rilascio del tasto, creando a volte delle immagini con l’effetto “fuori onda”.

Per concludere questo nostro test possiamo dire che la Panasonic Lumix DSC-GX8 partiva già da ottime basi, la precedente GX7, ma ha alzato l’asticella in modo sensibile. Per quanto riguarda le capacità fotografiche ha dimostrato di avere uno dei sistemi di autofocus più rapidi mai provati, a livello delle migliori DSLR, che sommato a tutte i nuovi miglioramenti fisici ed elettronici la rendono una fotocamera molto appetibile per tutti gli amatori evoluti ma anche per i professionisti della street che non si lasciano ingannare solo dalle dimensioni o dai nomi altisonanti. La penultima release del firmware, la 2.0 mentre oggi è disponibile la 2.1, ha portato con sé delle grandi novità e una di queste è la funzione Post Focus che offre la possibilità di scegliere in un secondo tempo dove assegnare il centro della messa a fuoco in un'immagine scattata in precedenza.

La funzione è possibile grazie alla somma della tecnologia 4K, del nuovo sistema di messa a fuoco ad alta precisione e al potente processore Venus che fanno parte della GX8 e che permettono di scattare sequenze di 30 immagini al secondo mentre l'obiettivo mette a fuoco 50 aree diverse. In seguito basterà semplicemente toccare sul display l'area in cui si vorrà avere la foto a fuoco e il gioco è fatto, producendo e salvando così una nuova immagine con l'impostazione desiderata. Questa funzione, particolarmente indicata per chi fotografa piccoli oggetti come gioielli e orologi, può essere tuttavia impiegata anche su foto di panorami e ritratti.

Il formato Micro 4:3 è vivo e vegeto e permette anche l’utilizzo delle ottiche di altre marche (leggi Olympus), ampliando così sensibilmente la gamma di obiettivi disponibili. Un suggerimento per chi temesse di non trovare l’ottica adatta alle proprie esigenze è quello di guardare anche alle vecchie ma sempre ottime ottiche analogiche (Canon, Nikon e per i più facoltosi Leica) che, con le loro dimensioni contenute (non avevano i motori dell’autofocus al loro interno) possono diventare ottimi compagni di viaggio in un corredo ideale con la GX8.


La maneggevolezza della fotocamera è migliorata grazie al nuovo design del corpo con l’impugnatura più pronunciata e dalle dimensioni generali leggermente più generose che ora portano la GX8 a competere direttamente con le Olympus OM-D e con la Fujifilm X-T1 e X-T10 e, perché no, con le mirrorless Sony della serie 6000 o con la Alpha 7 base.

Per chi fa fotografie di viaggio o street la GX8 è una scelta più che caldeggiata grazie anche alla silenziosità offerta dallo scatto elettronico che, praticamente, la rende invisibile; inoltre, grazie alle capacità wifi e NFC integrate, è completamente controllabile dallo smartphone attraverso il quale può anche integrare i dati di geo-localizzazione direttamente nelle informazioni EXIF delle immagini.

Recentemente è apparsa sul mercato una GX80 (o GX85 per il mercato americano) ma non vi tragga in inganno perché si tratta di una versione a metà tra la GX7 e la GX8 ma decisamente impoverita di controlli e di funzionalità.

Data di pubblicazione: giugno 2016
© riproduzione riservata

Cerca su Osservatorio Digitale