Un sottile filo lega il passato e il presente quando si parla di immagine. A fare da trait d’union tra passato e presente è la medesima voglia di conoscere e raccontare la realtà. Cambiano gli strumenti, non c'è più un committente o meglio ogni soggetto diventa committente di se stesso, rivolto a un pubblico che si immagina interessato a vedere quel tanto di passato che può ancora rivivere oggi. Vogliamo parlare di casi molto diversi tra loro, ma che hanno interessato e sanno ancora coinvolgere un ampio pubblico.

Trait d’union tra ieri e oggi è la mostra Muybridge Recall, che a Milano alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese fino al 1° ottobre 2016 permette di conoscere meglio il lavoro di Eadweard Muybridge grazie all'elevato numero di cronofotografie esposte. Si scopre così che il cavallo è stato il primo soggetto, quello che ha determinato il nascere di tutta la serie: le foto dovevano infatti permettere di scoprire i movimenti del cavallo per rispondere alle domande poste da Leland Stanford. Il governatore della California si chiedeva infatti se il cavallo nell’atto del galoppo sollevasse contemporaneamente tutti e quattro gli zoccoli da terra. Con le sue foto realizzate utilizzando 24 fotocamere collegate ad altrettanti fili lungo il percorso, Muybridge ottenne una sequenza di immagini che documentavano con assoluta precisione il movimento del cavallo, confermando che gli zoccoli si sollevano contemporaneamente da terra, ma non nel momento di massima estensione come si credeva fino ad allora.

A cantering horse and rider, Eadweard Muybridge, 1887

Il cavallo Occident fotografato nel 1878 è solo il primo soggetto, il punto di partenza, potremmo dire. Ma poi si sono susseguiti molti altri soggetti: animali, ma anche molti esseri umani, studiati nei loro movimenti e questa è forse una scoperta per il pubblico milanese. Leggendo le note dei curatori della mostra, Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, si scopre anche che i cartoonist americani, invitati negli anni ’30 del 1900 a realizzare strisce con protagonisti dei supereroi paladini della giustizia per rispondere al periodo di depressione, «dovendo produrre le strisce tutti i giorni dell'anno e dovendo farlo molto alla svelta, reputarono indispensabile un catalogo ipernutrito di anatomie umane; attinsero quindi con gran voracità ai volumi di Muybridge avviando un fenomeno - il fumetto d’avventura - che insieme col chewing-gum e la psicanalisi, la cocacola e i jeans, la pillola e il rock, ha donato al secolo da poco concluso un inconfondibile profilo. Si può certamente affermare che l’eredità più evidente lasciata da E.M. sono proprio le comic stripes».

Studio sul movimento umano, foto di Eadweard Muybridge

La mostra si è rivelata anche l’occasione per un’altra scoperta, data dalla ricostruzione di un set cronofotografico, animato il giorno dell'inaugurazione della mostra. Cambiati gli strumenti, l'approccio lavorativo grazie al digitale, è stato però possibile far rivivere l'esperimento: lo ieri fotografico ha ripreso vita per diventare una performance di oggi. Per l’attuale “motion picture set” sono stati aboliti i cordini di attraversamento della passerella collegati agli otturatori delle fotocamere, sostituiti da un software in grado di sincronizzarne le funzioni. Utilizzando otto fotocamere Canon 5D Mark III in altrettante postazioni, sono stati fermati nei loro movimenti, stile Muybridge, due ragazze, due ragazzi e il cane Noce, che è sembrato molto consapevole dell’importante ruolo affidatogli anche se altrettanto divertito.

Ai piedi della quercia Foto di Renato Marcialis

Rovesciati i tempi l'oggi fotografico fa rivivere un passato di grande fascino. Anche in questo caso cambiano gli strumenti, perché Renato Marcialis con la sua serie “Caravaggio in cucina” si è ispirato all'opera del pittore. Se con Michelangelo Merisi siamo di fronte a quadri, con Renato Marcialis il risultato sono delle foto che potremmo definire animate dalla luce. I soggetti sono frutta e verdura e altri elementi da cucina per un risultato di grande fascino. Le foto, tutte diverse, salvo che per questo utilizzo della luce, sono ormai tantissime: molte di queste è stato possibile vederle presso lo studio di Renato Marcialis in occasione della festa per il sessantesimo compleanno. Citando una frase di Caravaggio («…e riposto il pennello, disegnai con un raggio di luce forme e colori, altresì nascosti da una incommensurabile oscurità»), Renato Marcialis commenta: «Nulla di meglio di questa concisa frase spiega la tecnica fotografica delle mie immagini. Il tipico pennello del pittore intriso di colori in questo caso è sostituito da un ugual pennello, dal quale, al posto dei colori, scaturisce un raggio di luce con cui illumino, dove ritengo opportuno, i soggetti posizionati in una accurata composizione. Ulteriore peculiarità è la scelta del supporto su cui vengono stampate: tela fine art Epson che, insieme alla tecnica fotografica e alla apposizione di una vernice di protezione applicata a mano, crea una superficie leggermente striata simile a quella data dalle setole del pennello e porta spesso chi guarda queste immagini a scambiarle per veri dipinti a olio».

Armati... disarmati Foto di Renato Marcialis

Il risultato, dicevamo, sono foto di grande fascino, che si avvalgono di strumenti attuali per dar vita a una ispirazione che viene da lontano.

Data di pubblicazione: giugno 2016
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