L'allegria è il tema di questo terzo reportage sull'Expo, dopo la prima puntata che illustrava 10 occasioni fotografiche e quella successiva con altrettante modalità alternative di scoperta. Perché è meglio non vivere l’Expo come una serie di insegnamenti: come sempre l'allegria, il divertimento, la soddisfazione delle proprie curiosità primarie aiutano a cogliere messaggi più importanti, invogliano a scoprire realtà e Paesi altrimenti conosciuti solo per stereotipi, inducono a considerare culture e colture differenti, stimolano a valutare soluzioni proposte per permettere a tutti di nutrirsi. Consentono anche di capire che questa Terra, con tutte le sue bellezze naturali e realizzate dall'uomo nei secoli, è un posto molto bello dove vivere, a patto di non distruggerlo. Dunque quei sognatori a cui, fin dal primo reportage, dicevamo rivolgersi l'Expo hanno tutto il diritto di pensare che il loro è un sogno realizzabile. Sogno anche a colori, naturalmente. A colori, come lo è la natura e l’Expo (tutto da fotografare).

Verde all’interno del padiglione dell’Iran

Verde. È uno dei colori dominanti. Chi ama il gelato associa il verde, nelle sue diverse sfumature, al pistacchio. Nel padiglione dell'Iran può vedere le relative piantine e scopre che il 46% del pistacchio di tutto il mondo viene da questo Paese. Come l’Iran, tutto a tema verde è il padiglione del Bahrein e questo, forse, è una sorpresa per molti. Qui, viene spiegato, secondo il mito era il giardino dell'Eden, grazie alla presenza di riserve sotterranee di acqua dolce che, unite al clima mite, hanno permesso di avere dei giardini lussureggianti.

Verdi sono anche tante altre coltivazioni che si possono vedere all'Expo nei diversi padiglioni, ma anche al loro esterno e nei cluster. Scoprire quel verde in tutte le sue sfumature è stato verificato che invoglia i bambini a mangiare le verdure.

Il rosso dei tappeti nel padiglione del Turkmenistan

Rosso. L'architettura che ricorda le dune del deserto del padiglione degli Emirati Arabi ha tutte le sfumature del rosso. All’Expo si può scoprire tutto quanto viene fatto nei Paesi del Medioriente per risolvere il problema della terra arida e della mancanza di acqua. Ma rosso naturalmente è anche il colore di tanta frutta e verdura. Rosso è il fondo dei grandi tappeti all’ingresso del padiglione del Turkmenistan. E con piastrelle rosse, con sfumature che cambiano sotto il sole, è il padiglione Vanke, la società immobiliare cinese che ha scelto di utilizzare tanti schermi per rendere più impattante il video che si scopre entrando. Il racconto di Zhang Yimou alterna la vita frenetica in città con quella della campagna con recupero del senso della comunità quando la famiglia si ritrova tutta insieme intorno a una tavola.

I tageti, i fiori di fronte al padiglione della Cina

Giallo. Sono gialli i fiori di fronte al padiglione della Cina. Sono i tageti e vogliono annunciare l’esposizione che nel 2019 a Pechino sarà dedicata ai fiori, secondo un passaggio di testimone, da Milano a un’altra esposizione, presente in vari altri padiglioni. Sono invece strisce di bambù quelle in cui è realizzato il tetto.

Bianco. Un particolare del Palazzo Italia

Bianco. È un colore che domina in alcuni padiglioni. Bianco è il Palazzo Italia, che nella sua struttura ricorda un nido ed è realizzato in un materiale che assorbe il rumore. Bianco è il padiglione della Corea ispirato a una tipica ceramica di quel Paese. Bianchi - sia pure con sfumature differenti - sono anche molti elementi fondamentali per la nutrizione come il latte, la pasta, il riso che rappresenta l'alimento principale per molti Paesi ed è protagonista in un cluster.

I fiaschi nell'installazione dedicata al vino, una tra quelle di Dante Ferretti sul decumano

Beige. È il colore della sabbia: con l’arte della sabbia viene raccontata la storia del Kazakhstan. Al momento estremamente poetico seguono, nelle sale successive, altre informazioni sui diversi alimenti e sui tulipani che da lì arrivano. Fino al video in 4D molto coinvolgente che fa vibrare le poltrone e riesce a dare la sensazione di entrare nel palazzo e di essere colpiti da uccelli in volo.
Possiamo considerare di colore beige anche i fiaschi che compongono l'installazione dedicata al vino, una tra quelle di Dante Ferretti che si vedono lungo il decumano, realizzate a fine maggio. Naturalmente è bene non trascurare fotograficamente né questa né le altre installazioni, che raccontano i vari elementi della nutrizione e gli alimenti, mentre una installazione, proprio all’ingresso, parla di alimentazione con uno spirito artistico e classico perché, con le figure che la compongono, rievoca la più famosa opera dell’Arcimboldo.

Viola. I fiori di zafferano stilizzati, in uno dei tanti colori in cui si possono vedere nel padiglione dell’Azerbaijan

Viola. È uno dei tanti colori, rappresentativi delle differenti zone dell’Azerbaijan, in cui nel padiglione di questo Paese si possono vedere stilizzati i fiori di zafferano, una spezia di cui, grazie a un sistema interattivo, è possibile scoprirne tutte le proprietà. Lo stesso sistema consente di scoprire tanti altri alimenti e sapori presenti in quel Paese e come sono utilizzati per realizzare dei piatti unici.

Blu all'interno del padiglione russo

Blu. A volte capita di cogliere delle scene inaspettate: ad esempio, accanto al padiglione della Germania, delle figuranti tutte vestite di blu che si propongono come l’opposto di vamp e miss, ma divertono chi gira per l’Expo offrendosi a buffi ritratti. Ma blu è anche la struttura che domina una sala del padiglione della Russia.

Una installazione lungo il decumano

Argento. L’effetto argento - un colore non presente in natura, se non pensando poeticamente ai raggi della luna - caratterizza varie installazioni all’Expo e anche l’esterno di qualche padiglione. Ad esempio quello del Kazakhstan.

Oro. Naga, il serpente reale di fronte al padiglione della Thailandia

Oro. Naga accoglie i visitatori di fronte al padiglione della Thailandia: è il serpente reale, simbolo di fede e fertilità che appare in molti elementi architettonici e oggetti d'uso quotidiano. Qui è possibile scoprire alcuni tra i frutti tipici come il mangosteen, il durian, l'ananas che è tra i prodotti più esportati, come il pesce e la manioca, mentre in altri piatti tipici è frequente l’utilizzo di gamberi.

Nero. "La conoscenza" di Mimmo Paladino

Nero. Così appare "La conoscenza" di Mimmo  Paladino. Realizzata per il 90º anniversario dell'istituto dell'enciclopedia italiana è uno dei tanti elementi che si possono vedere all'interno del Padiglione Zero. Posto all'ingresso dell'Expo ne racconta il senso e ha tanti aspetti in grado di attirare l'attenzione del visitatore, ma anche di far comprendere l'importanza della agricoltura e del contatto con la terra per la crescita dell'umanità, fino alle attuali contrattazioni e speculazioni in Borsa che, considerando i prodotti alimentari come delle azioni, causano squilibri a danno delle popolazioni più povere e minacciano la sicurezza alimentare.

Multicolor. Di fronte al padiglione del Giappone

Multicolor. All'esterno del padiglione del Giappone i tanti colori si richiamano a elementi tradizionali. All’opposto, nel padiglione della Cina i colori sono il risultato della tecnologia, perché ci troviamo davanti a un campo di led che rievocano delle spighe di grano e mutano continuamente colore per disegnare elementi tipici della Cina come, ad esempio, la Grande Muraglia.

Incolore. L’acqua, insegnano a scuola, è incolore ed è un elemento particolarmente importante. Anche all’Expo, dove si possono vedere soluzioni per desalinizzare l'acqua del mare o per conservarla o per utilizzarla senza sprechi per le coltivazioni. Il campo verticale accanto al padiglione di Israele, come abbiamo già visto nella prima puntata, si avvale del sistema di irrigazione goccia a goccia. In Oman viene raccontato quanto viene fatto per raccogliere l'acqua dei monsoni e utilizzarla per l'irrigazione. Ma girando si possono anche scoprire delle soluzioni innovative. Così nel cluster delle zone arride è presentato un progetto innovativo per ottenere l'acqua: è il Watercone da portare sulla spalla, che con il principio della condensazione permette di ottenere acqua potabile da quella salmastra o inquinata. L'acqua all’Expo diventa anche un elemento di attrazione per riflettere sul suo ruolo. Così la ritroviamo in vari video. All'ingresso del padiglione del Kuwait su una parete di acqua vengono scritte delle parole di pace per poi vivere un vero temporale all’interno del padiglione. L’effetto dei monsoni lo si può vivere alla fine del video che avvolge gli spettatori in Thailandia. E ancora, sentiamo il rumore della pioggia e del mare nel padiglione del Cile. Per qualche secondo piove sul pubblico e il temporale è accentuato dal movimento durante il video dell’Unione Europea che considera il pane come elemento comune agli europei. E l’acqua scorre davvero nello spazio dedicato al San Gottardo nel padiglione della Svizzera.

E altri sensi. Se la prima fase della alimentazione riguarda la vista e successivamente il gusto e, grazie all’acqua, l’udito, stimolato anche con i suoni dei mercati – è il caso, ad esempio, del padiglione del Cile -, nemmeno gli altri sensi sono dimenticati. In particolare all'Expo, dove installazioni e video coinvolgono completamente. In Marocco le variazioni di temperatura permettono di passare dal freddo delle montagne della catena dell'Atlante fino al caldo del deserto. In Ecuador è anche possibile annusare i profumi di banane, gamberi, tonno. E non tutti li identificano, perché ormai molti si sentono grandi chef ma pochi riconoscono i diversi ingredienti.

 La sommità dell’Albero della vita, simbolo dell’Expo, fotografato tra strutture di legno, il materiale in cui sono realizzati molti padiglioni

Una riflessione. Tanti sono i colori di questo Expo. Altrettanti sono i temi affrontati. Qualcuno dice che si parla soprattutto di gastronomia. Anche, ma non solo. Si possono scoprire soluzioni per rimediare alla scarsità d'acqua come per coltivare la terra superando il problema dell'invecchiamento della popolazione. Si possono conoscere le proprietà di alimenti poco abituali e di spezie, si può capire l'importanza di non sprecare, di non inquinare, di sfruttare tutto lo spazio disponibile per le coltivazioni. Si può cogliere l'importanza di consumare prodotti naturali, di cercarne altri alternativi e di puntare su una alimentazione corretta. Si parla di riconversione delle culture e di danni provocati da mode legate all'alimentazione.

Ma non di solo pane vive l'uomo: l’Expo permette anche di vedere opere realizzate nel tempo da pittori e scultori e permette di avvicinare culture differenti. Si può scoprire la bellezza del mondo, della natura e di quanto fatto dall'uomo e dunque si può capire quanto è importante preservare tutto questo.

L'importante è volerlo vedere.

(Tutte le foto del servizio sono di Valeria Prina)

Data di pubblicazione: settembre 2015
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