Editoriale

Gennaio - Marzo 2022, Anno XVI, N. 112

Ezio Rotamartir

Buon anno a tutti! Oggi comincia il nostro sedicesimo anno di pubblicazione e, di questo come al solito, siamo molto contenti. Tra il freddo e l'ennesima recrudescenza della pandemia (ma non ce l'eravamo tolto di mezzo il malefico virus?) eccoci di nuovo a parlare di fotografia con questo nuovo bellissimo numero.

Radiotelescopio di Atacama, Cile, per osservatoriodigitale di gennaio-marzo 2022 n.o 112 Creative Common

Qualche novità qua e là nel mercato ma, rispetto a un tempo, si tratta sempre di vacche magre, poca roba.
Anche perché tutte queste novità, alla fine, mica si vedono: tutta colpa della scarsità dei materiali, dei chip, dei container, degli scali delle navi, del costo del petrolio, dell'aumento dell'energia. Forse le cavallette o l'ennesimo tsunami? Insomma tra le tante frottole che si ascoltano quotidianamente a proposito di tutto, anche questo settore come poteva rimanerne estraneo?
Eppure apparentemente tutti se la ridono. Prima di Natale ho incontrato un po' di operatori del settore che erano tutti baci e abbracci, tutti un "dai che non è andata poi così male...": che cosa ci sia da ridere, o sorridere, con i magazzini quasi vuoti – e non per le fastose vendite, davvero non saprei.
– Mi pacerebbe comprare questo oggetto.
– No, mi spiace non sarà disponibile prima della prossima primavera...

E questo vale per ogni cosa, dalla fotocamerina stupida da 50 euro al corpo macchina da oltre settemila. Direi una situazione davvero di palta.
In tutti i settori è così. Sono stato invitato alla presentazione di un'auto per la quale il venditore, dopo avermi raccontato i miracoli tecnologici e le prestazioni fisico-cinetiche del mezzo, mi ha garantito con grande naturalezza che, se l'avessi ordinata subito, me l'avrebbero consegnata in 330 giorni. L'ho guardato come si guarda un mentecatto che sparla e no, non si trattava di una Ferrari OneOff o di una Bugatti ma di una vettura molto ma molto più dozzinale.
Ormai sembra che aspettare sia la regola, far aspettare ancora di più, senza provare la minima vergogna o almeno un po' di imbarazzo.
A me non sembra normale.

Ciò nonostante ormai – sarà capitato anche a voi – è diventato impensabile oltre che impossibile avvicinarsi a un ristorante con l'idea di entrare e pranzare o cenare tranquillamente: senza prenotazione non si va più da nessuna parte e, credetemi, ormai non è solo una questione di Covid, è proprio diventato la norma. Ma davvero c'è tutta questa ricchezza in giro e io non me ne sono accorto? Può darsi perché rifugiato tra i monti potrei aver perso il contatto con la realtà.

E intanto i prezzi aumentano e aumentano ancora.
Tutta colpa delle materie prime, del costo dell'energia, dei trasporti, della logistica, del brutto tempo, del "eh non ci spono più le mezze stagioni" e così via.
Sarà ma c'è qualcosa di strano, qualcosa che forse è sì legato al Covid e alle sue poderose penurie indotte ma sembra davvero che tutti cerchino di far pagare il pregresso ai poveri fessi che si trovano davanti oggi e i poveri fessi siamo tutti noi, clienti di qualcuno o avventori di qualcun altro. Tanto chi ci tutela? A parole tutti ma con i fatti nessuno.

Chi ha malversato è ancora li imperterrito, vero caro Tridico?, nella sua posizione se non addirittura in un posto migliore e noi a casa a chiederci come mai le bollette di luce e gas sono raddoppiate o triplicate. Il carrello della spesa si riempie allo stesso modo ma il conto finale è del 50% più caro. Carburanti e assicurazioni hanno prezzi vertiginosi, più alti dell'era pre-covid. E così potrei andare avanti ancora a lungo.

Siamo ormai alle soglie del biennio da pandemia e, ancora, devo sentire noiose giaculatorie di artefici no-vax che si impestano la vita con i social e la permanenza davanti agli smartphone ma ancora combattono contro un rimedio universalmente riconosciuto. Ah già non vogliono farsi iniettare il microchip perché poi Big Pharma li controlla tutti con il 5G.
E gli alieni stanno per arrivare e spazzarci via con una scarica elettromagnetica di levatura davvero spaziale. Oppure per insegnarci un po' di saggezza extraterrestre.
Vabbè, l'anno è cominciato così, con qualche riflessione forse eccessivamente amara ma mi andava di condividerla con voi tutti che, mano al pulsante di scatto, cercate ancora di trovare qualche emozione in uno scatto estemporaneo magari proprio dietro l'angolo di casa.

Coraggio, continuate così.

Buona lettura e tanti auguri.
Arrivederci al prossimo numero primaverile di osservatoriodigitale.


Ezio Rotamartir