The dream © Fabio Bucciarelli per osservatoriodigitale di novembre 2015, n.o 65

Dopo un mese di ottobre che ha segnato la fine naturale dell'evento clou degli ultimi anni, l'Expo 2015 del quale saremo tutti un po' orfani, e che ha visto la "rinascita" delle fiere fotografiche in Italia con la nuova versione del Photoshow, una sorta di evento più che una fiera vera e propria, ci avventuriamo in questo mese di novembre che, probabilmente, di fotografico avrà tutte le proposte che porteranno ai nostri acquisti per le strenne natalizie. Un altro anno sta per chiudersi e in redazione siamo già al lavoro per raccogliere i dati che ci daranno la fotografia precisa dell'anno che è stato. Nel frattempo però possiamo ancora goderci tanti giorni di luce buona, tenue e ovattata al mattino, spesso brumosa nel pomeriggio, con le sue ombre lunghe e i magnifici colori dell'autunno capaci di regalarci delle immagini meravigliose.

Immagini come la meravigliosa foto di copertina, realizzata da Fabio Bucciarelli, ospite questo mese del nostro profilo. Un'immagine carica di significati se vista con occhi consapevoli di chi guarda anche l'altro lato della medaglia, di chi la vita di un Paese e del suo popolo in guerra l'ha vista e vissuta sulla propria pelle, non di riflesso e per sentito dire come accade a quasi tutti noi, al riparo nella tranquillità delle nostre case, spesso trincerati dietro uno schermo televisivo unico latore di informazioni e giudizi. Ci è parso molto interessante parlare con un giovane professionista di argomenti che mai prima d'ora erano stati  portati alla ribalta su osservatoriodigitale, anche alla luce dei tragici fatti di Parigi. (Nella foto una donna siriana che guarda il mare a Kizkalesi, 60 chilometri a ovest di Mersin, in Turchia. Dal 2013, migliai di rifugiati  Siriani arrivano ogni anno a Mersin con la speranza di potersi imbarcare su qualche nave diretta in Europa. Turchia 2015).
Non tutti ovviamente abbiamo la voglia, il coraggio o l'opportunità di testimoniare spaccati di vita estrema ma basterà mettere un po' di cuore dentro agli occhi per ottenere fotografie che mantengano e trasmettano un po' di vita, anche anni dopo essere state scattate, sensazioni che faranno bene al nostro "pubblico", soprattutto nel caso certe immagini dovessimo vederle sempre e solo noi.
La fotografia, parafrasando De Gregori che parlava dell'amore, potremmo dire che insegna senza farsi mai imparare a fondo: è una continua ricerca di attimi, chiusure e aperture, cieli e terre, fuochi e sguardi che poi ci porteremo dietro nel tempo e nel tempo ci aiuteranno a viaggiare.
E allora, perché scegliere di viaggiare male quando possiamo oggi costruirci un viaggio in prima classe?

Ezio Rotamartir