Giorgio Di Maio

Eraclito in uno dei suoi più celebri frammenti ha scritto che Il tempo è come un bambino – un bambino che gioca a dadi: - il suo regno è un regno di un bambino. Senza volere entrare nel merito delle varie interpretazioni del testo, esso esprime l’impossibilità per la misura umana di potere procedere a qualunque tipo di pianificazione. Il tempo è un regno eternamente ordinato nella sua struttura, minuti, ore, giorni, mesi, anni, etc., ma delimita eventi casuali, come risultanti dal lancio dei dadi di un bambino! Dunque la Vita è un Gioco ed è questa la corretta dimensione con la quale l’Uomo è chiamata a viverla.

Il gioco ha due principali caratteristiche: l’aspetto ludico e l’esistenza di regole, la cui messa in dubbio farebbe crollare il mondo stesso del gioco.
Seguendo questa ottica le Costituzioni degli Stati, i sistemi economici, le leggi di diritti degli uomini ed i loro doveri, null’altro sono che temporanee regole del gioco volte a creare un ordine. Se si modificano le regole del gioco ne conseguirà una diversa valutazione dei singoli valori in campo.

Ma cosa c’entra questa premessa con la ricerca e la fotografia dell’armonia nascosta?

Magritte - Il figlio dell'uomo

 

Si è già scritto che per identificare l’armonia che ci circonda, immutabile nell’equilibrio delle sue interne tensioni in continuo divenire, è necessario entrare in empatia con i luoghi per i quali ci si muove.

Ed ecco che entra in gioco la dimensione ludica: il fotografo dell’armonia nascosta deve essere capace di entrare in contatto con il piacere della vita, riconoscendone il suo carattere di gioco. Senza rinunciare per questo alla progressiva ricerca della Verità, la investigherà però con la coscienza serena della sua imponderabilità, in uno stato di fiducioso e disinibito abbandono.

Il fotografo dell’armonia nascosta perciò non esplora, invece gioca ad esplorare. Si potrebbe persino dire, ad usare le parole dell’etologo Robert Hinde uno degli più illustri studiosi che si sono occupati della contrapposizione tra esplorazione e gioco, che il fotografo dell’armonia nascosta all’opera potrebbe essere riconosciuto per la sua faccia da gioco, con la quale Hinde indica la tipica espressione facciale rilassata che si manifesta nell’attività ludica.

Per il filosofo tedesco Friedrich Schiller, L’uomo è pienamente tale solo quando gioca. Schiller spiega, nelle sue “Lettere sull’educazione estetica dell’uomo”, che il gioco è il mezzo che consente il raggiungimento dell’equilibrio tra il sensibile ed il sovrasensibile, in quanto attività fine a stessa. È nel gioco che si realizzano in modo armonico entrambe le componenti fondamentali dell’umanità.

E se per Kant il bello è un piacere disinteressato e libero, perché in esso l’approvazione non è imposta da alcun interesse, né dei sensi, né della ragione,  è evidente che il fotografo non che lo costruisce, ma lo ricerca nella sua espressione armonica di valore universale, lo potrà trovare soltanto quando si troverà con uno stato d’animo ‘in gioco’, ovvero in uno spazio di libertà e sospinto dal piacere.

Per concludere non si può non citare lo storico olandese  Johan Huizinga che nel suo libro “Homo ludens” descrive il gioco come fattore preculturale, in quanto praticato dagli animali senza che nessuno l’abbia loro insegnato. Huizinga che analizza la presenza del gioco nella molteplicità delle azioni umane,  conclude che la società contemporanea non è quasi più ‘giocata’ e laddove sembra ancora giocare, il gioco è in realtà falsificato in quanto non ha più in sé la sua finalità, ma viene adoperato per provocare isteriche reazioni di massa a scopo di profitto economico.

La fotografia dell’armonia nascosta si propone allora, per quanto sopra esposto, ancora una volta come una delle possibili attività educative di riaccordo con la vita e con la natura. brescia-02-aprile-2016-ore-1752

 Data di pubblicazione: novembre 2016
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