Camera con vista

La magia del Salento

Walter Meregalli

Torna Walter Meregalli e ci propone una storia bellissima – come al solito – che questa volta porta direttamente a un viaggio fotografico in una terra meravigliosa come quella del Salento. Vediamo un po' di che cosa si tratta...

Walter Meregalli Salento per osservatoriodigitale n.o 113Sole, mare e ientu” sono le parole di un antico detto che così descrive il Salento, come il connubio tra sole, mare e vento e per molte ragioni la saggezza popolare non sbaglia, perché il Salento, a in effetti, offre molto sia dell’uno, sia degli altri due elementi.
 
Ma il Salento è molto di più che soltanto sole, mare e vento. Il Salento è anche una terra ricchissima di spunti per il fotografo, a patto che scelga di dedicargli il giusto tempo e che non si accodi alla massa di turisti agostani che da qualche tempo hanno preso a pigiarsi tra Lecce e Santa Maria di Leuca.
Meta di un viaggio fotografico!? Il Salento è perfetto.
Terra estrema, ricca di contrasti, ricca di tradizioni, popolata da gente generalmente schiva, ma dalla proverbiale ospitalità.
 
IL FINIS TERRAE
Ricordo perfettamente la sensazione che ho provato la prima volta che ci sono stato. Era l’ultima settimana di un agosto di molti anni fa e ci arrivavo sull’onda della curiosità che mi aveva istillato un romanzo giallo ambientato appunto in quella terra e che avevo appena terminato di leggere.
Ci arrivavo completamente ignaro di quello che avrei potuto trovare realmente e con tante, tantissime speranze negli occhi della mente.
A quel tempo ero già stato sia in India, sia in Nepal, sia in Tibet e sia in gran parte del sud est asiatico e un po’ di esperienze di viaggio portavo con me, ma la sensazione che mi ha trasmesso da subito il Salento è stata unica: terra estrema, terra di contrasti, o per dirla con le parole di Vinicio Capossela, terra di sud, terra di dove finisce la terra. Ed è forse è proprio in quest’ultimo musicale calembour che si nasconde il segreto di questi luoghi.
Il Salento è appunto la terra di dove finisce la terra e questa condizione di confine, sia fisico, sia ideale è come se il Salento se la portasse nel suo DNA, ora mostrandola esplicitamente, ora magari celandola, ma quel senso di estremo, in queste terre e nella gente che le abita, c’è.
 
UNA TERRA CHE SI MOSTRA A POCO A POCO
Viaggiare in Salento significa rendersi disponibili ad un viaggio che non svela i suoi assi in un colpo solo, ma bensì li regala via via, quasi centellinandoli e quando ci si convince di aver ormai già visto tutto, ecco che questa terra riesce ancora una volta a sorprenderci.
Forse è proprio questo il segreto che fa in modo che in Salento non ci si possa ritornare, nel senso che ogni volta che si rimette piede su quella terra rossa, arsa dal sole del sud, è proprio sempre come la prima volta.
Il Salento ha il potere di svelarsi poco per volta, affascinando come poche altre zone d’Italia.
 
Viaggiare in Salento significa incontrare scogliere a picco su un mare color indaco, attraversare sterminate piane battute dal sole e trapuntate da ulivi secolari, fermarsi nelle tipiche masserie rurali per concedersi una pausa e gustare orecchiette e vino rosso. Significa entrare in silenzio in maestose cattedrali barocche o scoprire minuscole chiesette di campagna.
 
Per secoli, il Salento si è posto quale primo baluardo contro le invasioni turche e vedetta verso il Levante, attraverso quel mare Adriatico che se osservato dalle sue scogliere volte a est pare infinito quanto e più di un oceano, forse anche perché più della geografia poteva la differenza culturale sostanziale che esisteva tra il mondo cristiano e quello de li turchi.
Ma è come se il Salento questa differenza culturale che in altri luoghi era più marcata l’avesse in qualche modo assottigliata, infatti non è raro scoprire, soprattutto nella zona più a sud, edifici dall’evidente influenza moresca.
 
L’ELEGANZA BAROCCA DI LECCE
A farla da padrona, a Lecce, è la luce, che, nelle diverse ore del giorno, disegna come forse in nessuna altra parte, volumi e forme, avventurandosi tra i vicoli e le piazze e mostrando agli un’eleganza di architetture legate allo splendore barocco del XVII secolo.
L’Atene delle Puglie, la Firenze del Barocco, così più volte è stata definita Lecce.
L’atmosfera che si respira nel centro storico della città è unica e singolare. Passeggiare in piazza del Duomo regala un’emozione straordinaria, circondati dagli edifici storici che chiudono i lati della piazza.
Così come è straordinaria la sensazione che si prova in piazza Sant’Oronzo, fissando, naso all’insù, la statua del santo, che domina lo spazio dalla sommità della colonna al centro della piazza.
Lecce è un set ideale per chi fotografa. Rosoni, statue, fronzoli, colonne, fregi, ovunque si posi l’occhio qualcosa spunta ed è sempre qualcosa che valga la pena fotografare.
 
LUNGO LA COSTA ADRIATICA
Il Salento però non è soltanto Lecce e la sua elegante espressione architettonica, il Salento è anche natura, spesso selvaggia, la natura che offre la costa adriatica, ad esempio.
Prendendo la Litoranea da Lecce e puntando verso sud ci si lancia in un viaggio nel viaggio che segue l’andamento frastagliato della costa, spesso a picco sul mare e lungo il quale si incontrano torri di avvistamento, faraglioni, insenature e città.
La prima tra tutte è Otranto, splendida, con i suoi bastioni sul mare che per primi vedono il sole in Italia. Il borgo antico, ancora intatto e in contrapposizione all’espansione edilizia del resto della città, è un soggetto speciale per chi fotografa.
Proseguendo verso sud, si incontra Santa Cesarea, uno splendido esempio di come la cultura islamica si sia fusa con quella locale, dando origine ad insediamenti dalla doppia faccia, vere e proprie perle.
Poi giù, verso la punta estrema dello stivale, dove Adriatico e Ionio si incontrano: il Capo di Santa Maria di Leuca. Qui è impossibile non provare quella sensazione tipica di quando si trova su un confine naturale.
 
IL MORSO DEL RAGNO
Chi non ha mai sentito parlare della taranta alzi la mano. Immagino poche mani alzate, perché ormai il termine taranta è si è guadagnato una certa fama, molti però lo associano alle innumerevoli feste di piazza che si possono incontrare un po’ ovunque nel mese di agosto in Salento. Taranta però è molto altro che salsicce, vino e viscere alla brace, per dirla con le parole del Ballo di San Vito di Vinicio Capossela; taranta per il Salento è un mondo dentro il mondo, un intreccio di superstizioni, tradizioni secolari, religione e luoghi comuni che generazione dopo generazione ha intriso il tessuto sociale di questa terra.
La leggenda vuole che un ragno velenoso infestasse i campi di tabacco della piana salentina e che riservasse il suo morso micidiale alle sole donne, le quali cadevano in uno stato di completa apatia.
Il maleficio delle vittime poteva venire sciolto soltanto attraverso una serie di rituali, che passavano attraverso la musica e la pubblica espiazione. Le famiglie delle giovani morse dal ragno prima chiedevano aiuto a compagini di musicanti itineranti, spesso versando loro compensi ingenti che si sommavano a vitto e alloggio garantiti fino a quando e loro cure non avessero iniziato a funzionare.
Al suono incalzante dei tamburelli e delle chitarre, le giovani vittime si destavano dal torpore nel quale erano cadute e cominciavano a ballare freneticamente, fino a liberarsi dallu satanassu che le teneva in pugno per colpa del morso del ragno famigerato. Il rito di purificazione si concludeva con le famiglie che conducevano la giovane liberata alla Chiesetta di San Paolo, dove, sotto gli occhi di tutta la popolazione, bevevano l’acqua attinta dal pozzo miracoloso situato nella casa adiacente la cappella e ringraziavano il santo per averle liberate dal demonio, depositando un’offerta nell’apposita cassetta, posto vicino al fresco di San Paolo.
Nonostante numerosi sociologi, antropologi ed studiosi di riti religiosi si siano occupati del fenomeno, le ragioni che sono alla base di questo esorcismo popolare restano ancora piuttosto vaghe e difficili da provare con certezza.
Visitare Galatina, però, entrare nella piccola cappella di San Paolo, resta comunque un momento piuttosto toccante all’interno di un viaggio nel Salento, sia che siate credenti, sia che siate dei semplici curiosi.
 
RAGGIUNGERE IL SALENTO
Il Salento, pur essendo l’estrema lembo di terra del nostro paese, è piuttosto ben collegato, soprattutto grazie ai voli low cost verso l’aeroporto di Brindisi dalle maggiori città italiane - prenotando con un certo anticipo è possibile acquistare un biglietto di andata e ritorno per poco più di 70 euro.
Per chi non ama volare resta la possibilità di arrivare via treno a Lecce o a Brindisi, oltre naturalmente a una serie di pullman, che però personalmente mi sento di sconsigliare.
Per coloro che invece non possono fare a meno di spostarsi in auto, per passione o per scelta, le strade salentine, soprattutto fuori stagione, sono sgombre e sinonimo di spostamenti rapidi.



Se invece il Salento lo volete venire a conoscere e a fotografare con noi, abbiamo pensato a quattro date tra le quali scegliere nel mese di giugno per partire: 2, 9, 16 o 23.
QUI trovate tutte le informazioni utili per prenotare.
 

Data di pubblicazione: aprile-giugno 2022
© riproduzione riservata