La versione di Max

La fotografia digitale e il controllo del colore

Massimo Pinciroli

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta del colore e delle tecniche per poterlo tenere sempre sotto controllo al fine di garantire coerenza cromatica ai nostri scatti...

Abbiamo già visto come il principale problema alla base della variazione di tonalità delle nostre immagini sia legato alle differenti capacità delle periferiche coinvolte nel nostro flusso di lavoro.

Fondamentale quindi poter definire un piano di riferimento che ci consenta di dare un significato univoco alle “ricette colore” dei nostri file, rendendo nel contempo confrontabili i comportamenti delle varie periferiche.

Questi ultimi sono descritti dai profili ICC, file creati proprio misurando le capacità cromatiche di monitor, fotocamere, stampanti e così via. Nell’articolo precedente abbiamo visto come, prima di misurare le prestazioni di una periferica (profilazione) sia necessario riportarla ad uno stato noto e ripetibile (calibrazione). Sebbene i termini calibrazione e profilazione vengano spesso usati come sinonimi, esse sono in realtà due operazioni, fra loro legate ma distinte, che vengono svolte affidandosi all’aiuto di appositi strumenti: colorimetri e spettrofotometri.

 

Grazie ai loro software, sempre più semplici e “guidati”, i calibratori ci indicheranno tutti i passaggi necessari per avvicinare il monitor ai parametri desiderati per poi passare alla misurazione del suo comportamento. Nel caso di i1Display PRO, uno dei calibratori più diffusi e performanti, l’applicativo è rigorosamente in italiano ed ogni passaggio del processo viene accuratamente descritto da una vera e propria finestra di approfondimento contestuale.

La prima videata del software rileverà il o i monitor installati sul nostro sistema, chiedendoci su quale operare. Dopodiché ci verrà chiesto di impostare i tre valori tipici della calibrazione monitor, ovvero: la temperatura colore del punto di bianco, il livello di luminosità (luminanza) e la curva di gamma. La temperatura colore consigliata per impieghi fotografici, a meno di particolari esigenze, è di 6500K (D65). Se si è intenzionati a procedere con un confronto stampa/monitor, il cosiddetto softproofing, è fondamentale che la temperatura di colore della calibrazione del monitor sia coerente con la temperatura colore della luce che illumina le stampe. Medesima coerenza è richiesta anche per la luminosità del monitor, che deve essere simile a quella che arriva sulla nostra scrivania. In caso di dubbi, sia per la temperatura colore che per la luminosità, è possibile sfruttare la funzione del software con cui i1display può rilevare le caratteristiche della luce ambiente, ed impostarle come target per la calibrazione del monitor.

Selezionati i parametri, è finalmente possibile dare il via alle operazioni. In una prima fase, quella di calibrazione, il software ci guiderà a regolare i comandi del monitor per avvicinarci ai parametri scelti. 

Successivamente, nella fase di profilatura, il software visualizzerà in autonomia una serie di riferimenti cromatici che verranno letti in tempo reale dallo strumento appoggiato sul monitor. In modalità base il software opera con 118 campioni colore che vengono letti in circa 5 minuti.

 

Terminate le letture, il software mostra una rappresentazione grafica dei campioni colore divisi a metà: una parte indica il valore inviato dal software, l’altra il valore letto dal colorimetro. È assolutamente normale che ci sia una lieve discordanza, tuttavia una differenza marcata o lo stesso riquadro diviso in due tonalità totalmente diverse è indice di un problema durante le letture. A meno di improbabili malfunzionamenti, tipiche cause di errori nelle letture possono essere l’attivazione della modalità di risparmio energetico del computer, tassativamente da da disattivare prima di iniziare la profilazione, od uno spostamento involontario dello strumento dallo schermo, con conseguente lettura della luce ambiente anziché di quella emessa dal monitor.

In fase di salvataggio del profilo è possibile personalizzare il nome: più che la data, che viene proposta dal software, suggerisco di inserire il nome del monitor ed i parametri di luminosità e temperatura colore impiegati.

 

Una volta salvato il profilo, il software del calibratore, chiamato i1Profiler, mette a disposizione numerose funzioni per verificarne validità ed efficienza. Tra quelle più “scenografiche” la possibilità di visualizzare una serie di immagini prima e dopo l’applicazione del profilo. Tra quelle più scientifiche, invece, il controllo del raggiungimento dei parametri di calibrazione. 

Ricordo che, a differenza dei profili di altre periferiche, il profilo monitor non richiede particolari accorgimenti da parte dell’utente. Viene infatti salvato automaticamente nell’apposita cartella del sistema operativo e sarà compito di quest’ultimo impiegarlo e, soprattutto, renderlo disponibile alle varie applicazioni che ne facciano uso per garantire la corretta interpretazione e visualizzazione dei colori dei nostri file.

Per chi volesse approfondire la conoscenza del mondo di Massimo (Max) Pinciroli lo può fare sul suo bellissimo sito cliccando qui

 

 Data di pubblicazione: aprile-giugno 2021
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