Editoriale

Aprile 2017, Anno XI, Numero 3

Ezio Rotamartir

 

Los Angeles River ©Marco Introini per osservatoriodigitale di aprile 2017, n.o 78

Bentrovati a questo nuovo numero di osservatoriodigitale! Direi che è proprio il caso di usare la parola nuovo proprio perché, come avrete notato sin dall'apertura della nuova homepage, la struttura del nostro mensile è completamente cambiata e rinnovata. Ci abbiamo lavorato tanto ma ora siamo felici di potervi offrire la solita qualità del nostro prodotto editoriale in una veste che è al passo con i tempi e che ci permetterà di offrirvi sempre nuove soluzioni visive a proposito della nostra passione comune: la fotografia.

Questo nuovo numero si apre all'insegna di una fotografia professionale che si sta facendo molto largo nel mercato e, nello specifico, lo facciamo con l'intervista a Marco Introini, architetto e fotografo e autore dell'immagine di copertina. La sua è una fotografia di pensioero e di riflessione anche se, trattando di architettura e paesaggi, potrebbe far pensare al contrario: c'è molto lavoro di preparazione e lo scatto viene realizzato con sistemi evoluti e complessi che finalizzano l'immagine su un sensore medio formato.

A questo proposito è proprio di qualche giorno fa l'annuncio fatto da SONY per il 2018, quando vedranno la luce due nuovi sensori medio formato appunto, da 100 e 150 megapixel, che per il momento andranno a potenziare la gamma dei dorsi di terzi ma, chissà, in futuro che la stessa casa giapponese non stia pensando di aprire la sua gamma di fotocamere a questo mondo affascinante. Ricordo perfettamente un'intervista a un manager italiano di qualche anno fa durante un Photoshow, quando con estrema certezza – tipica di una certa managerialità italiota – sostenne che di li a due anni questo tipo di sensore e di fotografia sarebbe letteralmente scomparsa a favore delle nuove e potenti reflex in arrivo. Credo che si possa ancora ascoltare questa vaneggiante profezia tra i nostri podcast (od2go è sempre online e disponibile) sequalcuno ha voglia di farsi una risata.
Non che le reflex siano state a guardare la nuova esplosione di strumenti dal sensore enorme senza correre ai ripari ma il discorso si fa lungo e complesso poiché, come tutti sapete benissimo, quando un sensore supera un certo numero di pixel, alcune decine nello specifico, il problema vero diventano le ottiche utilizzate e quindi tutta una pianificazione di progetti, realizzazioni, produzioni e vendita che fanno pensare prima di agire. Sia Nikon sia Canon e anche la stessa SONY hanno prodotto reflex da oltre 30, 40, 50 megapixel ma sembrano per ora essersi rivelati dei bellissimi esercizi di stile senza che il mercato si sia strappato le vesti per correre ad acquistare quei modelli. La ricerca continua e, al recente CP+ di Yokohama, Canon ha presentato, ma sarebbe più corretto dire mostrato, una reflex con corpo 5Ds dotata di un sensore CMOS da 250 megapixel. Per darvi un'idea della capacità di questo sensore vi dirò che era in mostra un'immagine ripresa nel porto di Yokohama dove nel cielo si vedeva un puntino o poco più, in fondo, in lontananza. Ebbene, ingrandendo moltissime volte si poteva vedere come il puntino fosse in realtà un aereo e si poteva anche leggere il nome della compagnia sulla carlinga. Non male, no?
Canon non è certo nuova a imprese di questo genere (al recento Photokina c'era una 5Ds dotata di un sensore da "soli" 150 mp) ma per il momento sono solo, a mio avviso, prove di forza, cioè di dire al mercato che sono in grado di realizzare quello che vogliono e che va molto oltre gli annunci della concorrenza, che parla di sensori da 80 megapixel o giù di li.
L'interesse e lo sviluppo del medio formato va ben al di là dei megapixel, ricordiamolo sempre, proprio perché non si tratta solo di risoluzione delle immagini ma di un modo, o un mondo, fotografico completamente a se stante che vale la pena di conoscere e di comprendere anche solo per amore della fotografia.

Buona lettura quindi e buona Pasqua a tutti!

Ezio Rotamartir